ORE 22:52 A PROPOSITO DI MALAFEDE, COSCIENZA PULITA E COSCIENZA SPORCA, IDEOLOGIA DI CUI CI VESTIAMO A SECONDA DELLA NOSTRA CONVENIENZA / FALSA COSCIENZA ECC ECC.

 

1967

 

 

Vorrei raccontare un piccolo episodio in cui una ragazza di trentanni ha inventato in un attino “cosa è un’ideologia” oggi, facendomi anche capire le ragioni dell’estrema mutevolezza, nella stessa persona, di queste.

 

 

La ragazza aveva avuto un bambino non cercato, in un momento difficile, proprio quando stava facendosi strada nell’ufficio dove lavorava con una certa soddisfazione,  pur in modo totalmente precario (le false partite, che essendo tu -falsamente – una libera professionista –  mentre esegui il lavoro dato e  fai orario di ufficio- ti possono mandare a casa appena decidono e senza spiegazione necessarie.)

 

Il bambino nasce tutto bene ecc. La ragazza legge un libro-che non conosco-ma che ribalta tutto il modo comune di allevare un bambino appena nato. In sintesi, quel che ho capito, è che il bambino doveva essere subito educato all’autonomia, una volta mangiato e pulito. Se piangeva di notte, per es. doveva essere lasciato solo a anche  tutta la notte, lui poi avrebbe imparato autonomamente ad addormnentarsi.

 

 

Passa del tempo, forse un anno, non ricordo, rivedo la ragazza e ha addirittura  il  bambino in braccio ed è premurevole ed affettuosa—-Le   chiedo :  ” Ma il tuo manuale ? “—Oh quello serviva a me per come   stavo in quel momento. Adesso ho cambiato”

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2 risposte a ORE 22:52 A PROPOSITO DI MALAFEDE, COSCIENZA PULITA E COSCIENZA SPORCA, IDEOLOGIA DI CUI CI VESTIAMO A SECONDA DELLA NOSTRA CONVENIENZA / FALSA COSCIENZA ECC ECC.

  1. Donatella D'Imporzano scrive:

    E’ abbastanza facile che, a meno di essersi conquistati dei punti abbastanza fermi in base all’esperienza, si agisca in base al proprio stato d’animo o alla propria condizione di vita in quel momento. Credo che la scuola potrebbe avere il compito di aiutare i giovani nel separare le cose ragionevoli, basate sul ragionamento e sull’esperienza, da tutto ciò che invece è effimero, legato alla situazione o allo stato d’animo. Una scuola per aiutare a pensare!

    • Chiara Salvini scrive:

      GRAZIE CARA DO DI TUTTO TUTTO, direi “una scuola per imparare a pensare”, ma prima ancora “per imparare a parlare con le proprie parole”, è difficile ed è un processo lungo, ma credo che non si possa saltare, se qualcuno vuole che l’altro impari a pensare. che poi vuol dire “pensare per conto proprio, pensare da solo”–cioè la democrazia in classe–Sai i casini che potrebbero venire se la persona non è stata allenata a quella che tu conosci bene e che si chiama “dinamica di gruppo”, anche i due corsi che abbiamo fatto insieme, molto belli, avevano un taglio che non credo desse strumenti per “costruire un a classe” che-come sai bene, è il presupposto di qualunque iniziativa. A fare solo questo lavoro, o meglio avendolo in mente come priorita’, quando mi ci sono provata in prima media-come sai alla Bovisa, dove anche tu all’epoca insegnavi (anzi eri la vera preside! Tu e Don Colmegna!)—mi ci so0no andati i primi i tre mesi, che non è poca cosa su un anno scolastico, pero’ in compenso si faceva lezione (loro ed io), con una schifosa espressione, “senza che volasse una mosca”. Te ne avro’ già parlato, noi venivano da un a esperienza—“forte”—come si deve dire oggi! di anti-autoritarismo che vovevamo come un’ideologia assoluta o, comunque, onnicomprensiva–Ma appena entrata in classe mi sono resa conto che se non facevo io l’autorità, la classe mi sarebbe andata insieme subito. Ho tradito subito l’ideologia per l’impellenza—Fortunamente, mi è venuto in mente che una cosa e’ “l’autorita’” e un’altra “l’autorevolezza”–Facendo cosi’ la classe ha funzionato ed io mi sono tolta dal groviglio delle contraddizioni di coscienza–per far questo, come sai bene, mi sono molto logorato, soprattutto con i genitori e la preside che, giustamente, mi odiava visto che io non “la riconoscevo” come tale. La raggione di fondo per cui mi sono ammalata gravemente è che allora (oggi chissà?) non avevo il minimo “senso del limite”, soprattutto delle mie forze fisiche…Certo che si ti metti in una scuola e in un ambiente circostante dai genitori ai consigli di zona ai sindacati—alla didattica da inventare letteralmente…chiudendo, io non ce l’ho fatta, ma se solo fossi stata meno pretenziosa, e avessi portato avanti l’esperienza per tre anni, credo ne sarebbe uscita una cosa buona da utilizzare. Invece no! AMEN!
      Ho sempre presso di me quel bellissimo biglietto di Giuseppe: lo riporto, approfitto “dell’occasione dei ricordi”, ma senza le tue correzione che certamente non potevi che fare—Aggiungo che senza di te e la tua iniziativa, non avrei ricevuto niente…pensa la mia gioia (che era di piu’, era un passato ed un ‘appartenenza a qualcosa che mi avevano tolto)–Ecco cosa scrive: “Cara Bruna, ti scrivo questa letera con tutto lafeto che mi ai dato ma in questi giorni io scarsegio e per questo voglio che torni.
      Il tuo afetuoso Giuseppe. E spero che tu stia bene e mandami una tua lettera Viale stelvio 41 ciao” (da “E spero che tu stia bene…”, penso sia un tuo suggerimento perché non è il suo stile!!) Riguardandolo adesso, credo difficile ricevere un piu’ “completo” e succinto pensiero d’amore. ciao, scusa avro’ preso troppo tempo, ma vedi, mi hai suggerito questa “grazia”, così la devo chiamare che è piu’ di “dono” perché ne avevo proprio bisogno—Sono solo queste esperienze vive e reali (“effettuali”), anche se passate, che cementano il nostro che putroppo senza un lavoro,i figli per conto loro, il marito, ben che ci sia, ma sopportarlo è una noia incommensurabile…l’io, per cosi’ dire, si slabbra un po’, e va gia’ bene se non si slabbra molto secondo le circostante—La parola d’ordine deve essere: “cementarlo con tutto quello che abbiamo di vero”…tu poi che hai sempre sognato di fare il muratore…Siamo da tempo nella famosa epoca dei bilanci che, tendiamo, per il bisogno di soffrire ed espiare così le nostre colpe, a vedere solo il negativo..o almeno anche sul positivo si posa un velo di cenere…Bisogna prendere una scopa, sai quelle belle “di saggina”, comunque non quelle cose molle che usano adesso, e fare
      pulizia con quella forza si farebbe con le ragfnatele…perche’ le nostre sono ragnatele—sai che credo che tu ed io (e chissà quante altre donne-forse uomini, non so)abbiamo timore di accettare di essere ed essere state per 70 anni (c..zo di background!) delle “brave persone” nel giusto senso della parola, come si usava anticamente, o anche ai nostri tempi…ricordo che sia mio nonno Pepìn sia mio padre, i contratti li facevano con una stretta di mano…; allora “brave persone” (spiegato) + delle persone che, relativamente alle loro possibilità, l’ambiente in cui sono nate, la cultura di questo e, non ultimo i soldi che mancavano (e qui parlo solo per te), hanno realizzato delle cose importanti. “Einstein di piu’?” Sì cara Do, Einstein di piu’!”—Ci tocca abbasare la nostra naturale “onnipotenza” e bisogno di perfezione—secondo me (ma non pretendo che altri…) quando realizziamo qualcosa di buon o “piu’ o meno, a volte meno a volte piu'”, vuol dire che come “relativi e mortali”, abbiamo realizzato il massimo—Una volta Zapparoli mi ha una cosa semplicissima, addirittura ovvia: “Guardi-mi ha detto- che tra l’onnipotenza e l’impotenza, c’è la potenza umana”–(“umana” lo aggiungo io, perché è necessario)–Ma gari tu pensi come tanti, come forse anche Gregotti, che senza immaginazione, onnipotenza ecc. l’uomo non combina nulla…sai, anche la mia esperienza di malattia, mi ha insegnato il passo e la filosofia della formica…la cicala l’avevo fatta anche troppo buttandomi “a picco” (non male, vero?) in qualunque esperienza mi si presentasse senza mai chiedermi se avrei potuto reggere: il classico “allo sbaraglio e suona da sola quella trombetta dell’attacco tutte le sante volte!”—ciao cicala parigina ‘pero’ in questa stagione senza pelliccia, anzi con un vestito velato che lascia intra-vedere tutto il bello che ancora abbiamo…magari stiamo con i maschi sbagliati, non ti pare? Penso che quei ragazzi della nostra eta’, almeno quelli che conosco, pochisssimi, comunque natinegli anni quaranta…siano passati di moda…sul sesso, mi sembra che la loro testa sia cresciuta e cementata solo ed esclusivamente in un’antica sacrestia di cui si sen te la muffa ancora oggi. Non credi? Non posso citare nomi, ma credo saresti d’accordo. I nostri giovani, a partire da tuo figlio, hanno respirato un’aria diversa, soprattutto in casa per cui…non dovranno “ricorrere al peccato per eccitarsi”–Sinistra o non sinistra, atei non atei, hanno tutti un fondo che puzza di sacrestia—Ciccy, ti saranno venute le orecchie viola, me ne male che divido non solo con te queste mie cose buone-cattive-mezze e mezze che siano. ciao! c’è il tele! Non so neanche perché lo sento, mi comincia avenire la nausea…chiara

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