ORE 17:27 QUELLO CHE I MEDIA NON DICONO—-DAL BLOG DI CARLOZZO (LINK SUBITO SOTTO)—SE GUARDATE TUTTO QUELLO CHE HA PUBBLICATO CHIARA (UNA PARTE), VI PREGO DI NON SPARARVI! AMMETTO CHE FORSE E’ L’ETA’, MA E’ DIFFICILE SOPPORTARE UN MONDO COSI’ TERRIBILE, CHE PUR SAPPIAMO, TUTTO COSI’ INSIEME CADENZATO COME UN INCUBO–

 

 

 

http://www.carlozzo.it     di tutto di più

 

 

VI  OFFRO, DATO IL POST, UNA DELLE PIU’ BELLE “CONSOLAZIONI”

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2014/06/Consolations-No.1_-by-Jorge-Bolet-Franz-Liszt-HQ-Audio12.mp3|titles=_Consolations No.1_ by Jorge Bolet (Franz Liszt) (HQ Audio)[1]

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Europa: diamo ai nostri figli un pianeta migliore

È sicuramente la più grande crisi che la nostra generazione deve affrontare. Se non agiamo ora, sappiamo già che le barriere coralline sono destinate a sparire, gli orsi polari sopravviveranno solo negli zoo e ai nostri figli lasceremo un pianeta disastrato da alluvioni e siccità. Siamo noi la causa del cambiamento climatico ma se facciamo tutti la nostra parte, possiamo ancora salvare il pianeta e noi stessi.
In queste ore si stanno incontrando i capi di governo europei per un vertice sul clima. Vanno verso un accordo senza ambizioni e che ignora tanto il parere degli scienziati quanto tutti i segnali che la natura ci manda in continuazione. Tocca a noi fare in modo che la nostra voce sia più forte delle multinazionali che ci avvelenano dimostrando a chi ci rappresenta che noi cittadini pretendiamo un’azione forte che dimezzi le emissioni inquinanti.
Ora basta, dobbiamo impedire che questi politici e le multinazionali ci condannino a una morte lenta. Firma ora e manda un messaggio personale: daremo a Germania e Gran Bretagna, i paesi che più stanno spingendo per difendere il pianeta, un enorme sostegno popolare, insieme ai sondaggi che mostrano l’enorme richiesta di proteggere il pianeta, anche nei paesi che cercano di sabotare i negoziati, e poi invieremo i messaggi più forti ai media, appena prima del voto.

Ai capi di Stato dell’Unione Europea:

In quanto cittadini preoccupati per il nostro futuro, vi esortiamo a proteggerlo impegnandovi al taglio del 50%, come minimo, delle emissioni inquinanti entro il 2030. La comunità scientifica ci ha messo in guardia: qualsiasi accordo al di sotto di questa soglia ci porterà al punto di non ritorno del cambiamento climatico. Una forte presa di posizione europea in questo momento deciderà il successo o il fallimento del vertice mondiale sul clima che si terrà a Parigi tra un anno. Contiamo su di voi.

aiutaci firma QUI’

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Fermiamo Keystone,                          la Mega-Bomba ambientale

In queste ore Obama sta per prendere la sua decisione più importante di sempre per l’ambiente: se dare il via libera o meno a un gigantesco oleodotto per trasportare ogni giorno 830mila barili di un petrolio superinquinante dal Canada agli Stati Uniti. Si chiama Keystone XL e se lo approveranno riverserà miliardi di dollari nelle tasche di poche multinazionali… e milioni di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera tanto che l’hanno ribattezzato “la più grande bomba ambientale sul pianeta”. Grazie a enormi proteste si è riusciti a ottenere un rinvio e un tribunale la scorsa settimana ha inferto un altro duro colpo al progetto. Ora, se ci muoviamo subito in grandi numeri, abbiamo la possibilità di dargli il colpo di grazia. John Kerry, il responsabile delle relazioni internazionali USA, ha deciso di aprire una consultazione pubblica. Sa che su questa decisione si gioca la credibilità statunitense nella lotta contro il cambiamento climatico. Noi possiamo farlo diventare un vero e proprio referendum mondiale inondando la consultazione con oltre un milione richieste da ogni angolo del mondo affinché chiudano Keystone e facciano seguire fatti alle promesse, nella lotta per salvare il pianeta.Abbiamo solo pochi giorni, firma ora
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La tratta degli schiavi nel Sinai

Incinta di 9 mesi e incatenata, Haben* è stata picchiata senza pietà dai suoi torturatori che pretendevano un riscatto di 35mila dollari da suo marito. Ha partorito con delle manette ai polsi, rinchiusa insieme ad altri prigionieri terrorizzati, e tutto quello che c’era per tagliare il cordone ombelicale erano dei pezzi di metallo arrugginiti. E’ inconcepibile che una cosa del genere stia succedendo davvero nel 2014!
Sorprendentemente, Haben è sopravvissuta. Ma lei non è che una sola delle migliaia di persone che dall’Africa Orientale vengono rapite da organizzazioni criminali di trafficanti di esseri umani, per poi essere torturate nel Sinai egiziano fino a che le loro famiglie, disperate, non riescono a pagare riscatti esorbitanti per la loro libertà. Se riusciremo a far vedere ai leader Egiziani che questo assurdo segreto è ormai di dominio pubblico e che sta danneggiando l’immagine turistica del Sinai come “Riviera del Mar Rosso”, potremo costringerli a colpire queste organizzazioni e liberare le persone rapite.
Ogni minuto che questi uomini, donne e bambini passano in prigionia, è un minuto di troppo. Firma subito questa petizione urgente e inoltrala a tutti quelli che conosci. Non appena raggiungeremo il milione di firme, Avaaz scatenerà un enorme attacco mediatico per spingere l’Egitto ad agire.

*Haben è uno pseudonimo, ma la sua storia è vera.

firma la petizione

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L’apocalisse della Rete?

Grandi notizie! A poche ore dalla consegna della petizione da parte di Avaaz e altre organizzazioni fuori dal suo ufficio, il capo delle telecomunicazioni negli USA ha annunciato che a breve risponderà a questa enorme richiesta pubblica. Sente la pressione! Ora raddoppiamo i nostri numeri e vinciamo sia negli Stati Uniti che in Europa: continuiamo a firmare e condividere. I ricchi del mondo, l’1% della popolazione,potrebbero essere sul punto di controllare i siti web e i servizi a cui possiamo accedere su internet per sempre. E’ l’apocalisse del Web così come lo conosciamo, che spazzerà via il sogno di un’autostrada dell’informazione libera per tutti che avevano avuto i fondatori della Rete. La nostra comunità è cresciuta incredibilmente intorno a quel sogno, usando il Web per combattere la corruzione, salvare delle vite e portare aiuti umanitari ai civili nei paesi nel mezzo di crisi e guerre civili. Ma gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno per dare a potenti multinazionali il diritto di scegliere a quali contenuti possiamo accedere rapidamente su Internet, rallentando o addirittura facendoci pagare per tutto il resto. La possibilità, per Avaaz, di mostrare al mondo le immagini girate dai cittadini-giornalisti siriani, o di lanciare campagne per salvare il nostro pianeta, è in assoluto pericolo. Da entrambe le parti dell’Atlantico si stanno prendendo decisioni cruciali in questo momento. E molti esperti di nuove tecnologie, attivisti per la libertà di espressione e le aziende più lungimiranti del web hanno deciso di opporsi a questa possibilità. Se ci uniamo a loro a milioni, e subito, possiamo creare la più grande mobilitazione di sempre in difesa della libertà e della democrazia di Internet. Firma ora e diffondi ovunque puoi questo appello.______________________________________________________________________________________

Costretta a sposare il suo stupratore – a giorni il grande voto

La 16enne Amina Filali dopo essere stata stuprata, picchiata e poi costretta a sposare il suo aguzzino, si è suicidata: era l’unico modo per sfuggire all’inferno in cui il suo stupratore e la legge del Marocco l’avevano rinchiusa. Abbiamo lottato per anni assieme agli attivisti marocchini per far abolire questa norma assurda, e ora la vittoria è a portata di mano. Questa settimana, un ultimo voto ci può permettere di afferrarla.
L’articolo 475 del codice penale marocchino dà la possibilità allo stupratore di evitare il processo e il carcere sposando la sua vittima se questa è minorenne. E’ il peggiore incubo di qualsiasi donna sopravvissuta a uno stupro, e per Amina è diventato realtà. Ma ora, dopo che in centinaia di migliaia abbiamo contribuito a fare pressione sul Parlamento, tra pochi giorni potrebbero prendere la storica decisione di abolire questa norma. Se si arriverà al voto, gli addetti ai lavori dicono che la riforma passerà. Dobbiamo solo dare la spinta finale affinché la proposta sia discussa.
In questo momento, i giornali quasi non parlano della questione e non c’è alcuna pressione sui politici locali affinché facciano la cosa giusta. Per questo, non appena raggiungeremo 1 milione di firme, pubblicheremo delle intere pagine sui giornali più letti dai parlamentari e manifesteremo assieme agli attivisti marocchini fuori dal Parlamento con un mare di palloncini rosa a rappresentare questa nostra enorme mobilitazione globale. Onoriamo la memoria di Amina facendo in modo che la sua tragedia non si ripeta mai più.
______________________________________________________________________________________________Fermiamo la caccia ai delfini nei mari del Perù

Ho appena visto un filmato scioccante girato in Perù in cui si mostra come i pescatori stiano massacrando circa 15mila delfini ogni anno per usarli come esche per catturare squali in pericolo d’estinzione. Questa storia assurda mi ha fatto stare malissimo e ora sto lottando per mettere fine a questo incubo. Ti unisci a me?
Il governo del Perù si sta svegliando ora, ma non sta facendo abbastanza. La caccia ai delfini è già illegale e punibile con diversi anni di prigione, ma le autorità si girano dall’altra parte per non vedere, lasciando massacrare migliaia di delfini e squali. Quello che però importa, e molto, al governo è la reputazione del Perù nel mondo, specialmente per il turismo e se riusciremo a metterli sotto pressione con una campagna globale e di massa, sono sicura che cominceranno a fare veramente qualcosa per mettere fine al massacro.
Non appena avremo raccolto un milione di firme da tutto il mondo rivolte al governo del Perù, Avaaz comprerà delle pagine a pagamento su riviste turistiche dei paesi da cui provengono il maggior numero dei turisti e il governo non potrà più ignorarci! Aiutami a fermare questa brutale mattanza firmando ora.
Questa petizione è stata lanciata da Zoe Massey sul sito delle Petizioni della Comunità di Avaaz.

ULTERIORI INFORMAZIONI:
In mare con i pescatori di frodo: la mattanza di delfini e squali in Perù (La Repubblica)

Strage di delfini esche per squali (Italia Oggi)

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Vittoria! Salvi orsi e lupi, il Parco d’Abruzzo non si tocca!

Ultime ore per salvare gli orsi e i lupi abruzzesi: il Parco Regionale D'Abruzzo Sirente Velino non si tocca!

Cosa otteniamo e come vinciamo! Il consiglio regionale d’Abruzzo ha ritirato la proposta di legge per sventrare il Parco Regionale Sirente Velino, dopo la consegna delle firme effettuata direttamente dagli attivisti di Animal Amnesty e di Avaaz.
Quotidiani nazionali e telegiornali hanno parlato della petizione e la politica ha dovuto prendere atto che la maggioranza dei cittadini chiedeva la tutela del parco.

Perché è importante Aggiornamento: La pressione sta funzionando. Abbiamo raggiunto 100mila firme in due giorni e il consiglio regionale d’Abruzzo ha dovuto rimandare la decisione! Se ognuno di noi condivide subito con 10 persone li possiamo fermare!
E’ incredibile, ma con un blitz dell’ultimo minuto tra poche ore potrebbero demolire il Parco Regionale Sirente Velino in Abruzzo, dove vivono specie protette come l’orso marsicano!
Il Consigliere Regionale Luca Ricciuti ha proposto di eliminare oltre 4.000 ettari di fascia protetta a ridosso dei Comuni di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio per “creare una zona di caccia e per consentire alcuni progetti immobiliari”!
Ciò implicherebbe che questo territorio destinato alle specie protette e non, tra le quali l’ orso marsicano e il lupo, finirebbe nelle mani di cacciatori e costruttori. Il tutto verrà discusso giovedì 12 Dicembre (data slittata al 17 dicembre in seguito alle proteste) e abbiamo poche ore per fermarli! In estate la nostra offensiva mediatica ha funzionato, continuiamo a farci sentire!
Non permettiamo questo scempio e questa violenza verso uno dei pochi polmoni verdi ancora rimasti in Italia! Firma subito la petizione e condividila con tutti! Consegneremo tutte le firme al Presidente del Consiglio regionale appena prima dell’inizio della seduta decisiva.

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Fermiamo la fabbrica Frankenstein di Monsanto

La Monsanto sta espandendo il suo potere in ogni paese del mondo, e il suo ultimo progetto è un enorme stabilimento di semi Frankenstein OGM in Argentina. Sofía Gatica e altri membri della comunità locale hanno provato ad alzare la voce, ma come risposta sono stati minacciati di morte e picchiati brutalmente. Si tratta di una minaccia enorme e abbiamo poco tempo: uniamoci alle proteste e fermiamo la fabbrica.
La Monsanto produce semi OGM che, combinati con pesticidi tossici, generano devastanti monocolture, dove non cresce più nulla se non una sola pianta, che stanno progressivamente ricoprendo tutto il pianeta. E ora stanno progettando di costruire uno degli impianti di produzione di sementi OGM più grandi del mondo a Malvinas.
Sofía, preoccupata per i rischi per la salute che deriverebbero dalla fabbrica, si è unita alle proteste, portate avanti dal 70% della popolazione locale. Se un milione di noi si uniranno ai cittadini di Malvinas nei prossimi 3 giorni, potremo alzare il livello di attenzione sul tema nei media locali, rafforzare la petizione tramite delle pagine sui giornali, e spingere il presidente argentino, in calo nei consensi, a fermare il progetto e ostacolare così l’espansione dell’agricoltura tossica prodotta dalla Monsanto.

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11enne alla polizia: lo stupro è un crimine

Kaia* aveva unici anni quando è stata assaltata e violenata mentre andava a scuola. Una insegnante l’ha portata in ospedale, ma poi ha dovuto addirittura corrompere la polizia anche solo per poter sporgere denuncia.
La reazione di Kaia è stata incredibilmente coraggiosa. Ha denunciato la polizia per non aver fatto nulla per proteggerla. Ma la cosa ancora più incredibile è quello che è accaduto subito dopo.
In Kenya dove vive Kaia, una donna o una ragazza vengono stuprate ogni 30 minuti. La polizia di norma chiude gli occhi, isolando ulteriormente le giovani sopravvissute e rinforzando l’idea che lo stupro è accettato.
Kaia e altri dieci altri giovani sopravvissute hanno messo in discussione tutto ciò. Nel giorno del processo, ignorando le minacce alla loro salute e il blocco da parte della sicurezza hanno marciato dalle loro case fino alla corte, intonando “Haki yangu” — che in Kiswahili “Voglio i miei diritti.” Dopo di tutto ciò il giudice ha emesso la sentenza: le ragazze avevano vinto!
Le incredibili sostenitrici e avvocati per i diritti umani che avevano lavorato con Kaia sono pronte a portare processi simili contro le forze di polizia in tutta l’Africa e oltre, ma hanno bisogno di fondi per farlo. Non processeremo le promesse di donazioni finché raggiungeremo il nostro obiettivo, ma se solo 30mila di noi faranno una piccola promessa di donazione ora, potremo replicare questa vittoria svolta in altri paesi, ricordando alla polizia che lo stupro è un crimine, e facendo incredibili passi avanti contro la guerra globale contro le donne.

Rendiamo globale la vittoria di Kaia
* Kaia è uno pseudonimo, ma la sua storia è reale. Quella in questa pagina non è la sua foto.

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Qual è la pena più assurda del mondo per uno stupro?

Liz, una ragazza di 16 anni, ha subìto uno stupro di gruppo così violento da essere rimasta paralizzata su unasedia a rotelle. Ma invece che arrestare gli stupratori, la polizialiha solo costretti a falciare un prato per poi rilasciarli! I gruppi per i diritti delle donne cichiedono di denunciare questo scandalo in tutto il mondo per aiutarli ad ottenere giustizia. Firma ora per impedire che altre donne possano subire una sorte simile a quella di Liz:

FIRMA LA PETIZIONE

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Quella piccola speranza che diventa un incendio

A volte il mondo sembra così ingiusto da farci bruciare di frustrazione. Ma se riusciamo a tramutare quel fuoco in speranza e convinciamo altri a unirsi a noi possiamo davvero vincere qualsiasi sfida.
Bastano
solo tre minuti per chiunque di noi per creare una petizione usando gli stessi strumenti con cui Avaaz vince le sue campagne. Già centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo se ne sono serviti per ottenere un cambiamento reale, che sia a livello locale, nazionale o internazionale.
E’ semplice, e soprattutto funziona. Ha funzionato per Carol, di Trinidad, che voleva impedire la distruzione di un frutteto locale; ha funzionato per Anja, in Germania, che voleva salvare dalla deportazione un suo compagno di classe e tutta la sua famiglia; ha funzionato per Valerio, che in Italia voleva liberare la sua città dalle scorie di una fabbrica chimica.
Ci vogliono solo pochi minuti per iniziare. Lancia una petizione su un qualsiasi tema che ti tocca profondamente, e osserva come la tua passione si diffonde in un lampo.
Avaaz farà la sua parte: inoltreremo per email le migliori petizioni ad almeno 10mila membri della nostra comunità, per farle crescere, e daremo ai creatori fino a 10mila dollari per aiutarli ad avere il maggior impatto possibile. Inoltra questa mail a chi pensi sia pronto ad accendere una fiammella di speranza, oppure, se sei tu quella persona, clicca subito qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/start_a_petition/?cl=3617215347&v=31827&source=blast
Melanie vive in Germania, in un piccolo paesino di montagna. I bambini del posto vanno tutti nella stessa scuola, che ha una sola classe, dove hanno studiato generazioni di giovani del posto. Per due secoli quella scuola è stata il punto di riferimento per la comunità locale. Fino a quest’anno, quando il governo ha annunciato che questa fondamentale istituzione culturale avrebbe chiuso i battenti.
Melanie si è subito attivata e ha lanciato una campagna attraverso il sito di Avaaz, l’ha mandata a tutti i suoi concittadini e l’ha lasciata crescere. I giornali locali si sono interessati alla vicenda e ben presto l’intervento dei media ha generato un’attenzione pubblica sufficiente a far sì che il direttore della commissione locale per l’istruzione dichiarasse ufficialmente il suo supporto alla scuola. Un mese dopo veniva annunciato che, per almeno un altro anno, la scuola sarebbe stata al sicuro!
Ci sono voluti tre minuti a Melanie per lanciare la fionda di Davide contro Golia, obbligando il governo a cambiare la sua decisione. Ora tutta la sua cittadina sta festeggiando.
E’ in questo modo che i sogni e le speranze di un singolo cittadino possono cambiare un’intera collettività. E per aiutare e alimentare queste speranze, la comunità di Avaaz sceglierà le dieci migliori idee di campagna, quelle con il maggior potenziale per cambiare drasticamente le nostre comunità, città o addirittura nazioni, e queste campagne riceveranno fino a 10mila dollari di supporto per aiutarne la diffusione. Bastano tre minuti. Clicca subito qui sotto per trasformare le tue speranze di un mondo migliore nel motore del cambiamento:
Grazie a internet, le persone, i media e le informazioni entrano in contatto meglio e più velocemente che mai, e noi abbiamo dimostrato quanto la nostra comunità sappia usare bene la rete per creare, passo dopo passo, il cambiamento di cui abbiamo bisogno. Ogni grande campagna di Avaaz è partita dalla speranza accesa da una singola persona che è poi divampata in tutta la nostra comunità, diventando un fuoco irresistibile. Ora ognuno di noi ha la possibilità di portare la sua fiammella, di accendere quel fuoco.
Siamo entusiasti, al pensiero di tutto quello che insieme possiamo ottenere,
Emma, Oli, Ian, Luca, Sayeeda, Marie, Jamie, Patri, Anna, Ricken e tutto il team di Avaaz
FONTI:

La lettera che ferma i bulldozer (The Trinidad Guardian Newspaper: disponibile solo in inglese)
http://guardian.co.tt/news/2013-11-09/legal-letter-halts-bulldozers

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E’ arrivato il momento di aiutare il Tibet!

I tibetani che si rifiutano di esporre la bandiera cinese sulle loro case rischiano di essere picchiati o uccisi: è questo l’ennesimo tentativo del governo cinese di mortificarne lo spirito. Ora però abbiamo un’occasione, come non accadeva da anni, per ridare speranza al fiero ma disperato popolo tibetano.
Il governo di Pechino sta facendo del suo meglio per nascondere le sue violazioni dei diritti umani e convincere gli altri governi a sostenere la candidatura cinese al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Se saremo in tanti a fare luce su quello che sta accadendo in Tibet (un’antica religione calpestata, giornalisti censurati, arresti all’alba nelle case) potremo obbligare la Cina ad abbandonare la linea dura al fine di ottenere i 97 voti di cui ha bisogno.
Facciamo sapere ai tibetani che il mondo non si è dimenticato di loro. Già 13 governi hanno richiamato la Cina sul tema dei diritti umani in Tibet, e Pechino sente crescere la pressione. Firma ora per schierarti dalla parte del Tibet, e poi condividi questa petizione con tutti quelli che conosci. Quando raggiungeremo il milione di firme le porteremo a tutte le delegazioni ONU, amplificando al massimo la notizia tramite i media:

La pressione sulla Cina sta aumentando. Canada, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Giappone, Nuova Zelanda, Polonia, Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Svezia, Islanda e Austria hanno appena richiesto formalmente al governo cinese di garantire la libertà politica, religiosa e associativa in Tibet, in quella che è una dimostrazione di supporto con una forza senza precedenti. E questa richiesta segue di pochi giorni l’accusa che un tribunale spagnolo ha avanzato nei confronti dell’ex presidente cinese: genocidio in Tibet!
La situazione è davvero tragica. Più di 120 persone si sono tolte la vita dandosi fuoco per protestare contro la soffocante occupazione cinese e centinaia di migliaia di tibetani sono stati spazzati via. Le attuali politiche del governo cinese sopprimono sistematicamente l’uso della lingua tibetana, obbligano le persone a lasciare le proprie case, controllano completamente spostamenti e religione della popolazione del Tibet. Queste politiche fallimentari danneggiano anche la Cina stessa, che però ormai è troppo invischiata in questa spirale di oppressione: ha bisogno di una spinta per poter cambiare direzione. Questa settimana, noi possiamo avviare il cambiamento. Facciamoci sentire ora che la Cina è sotto i riflettori di tutto il mondo e facciamo capire ai nostri governi che non ci siamo scordati del Tibet. Firma subito e condividi con tutti quelli che conosci. Creiamo la più grande petizione di sempre in difesa del Tibet e mettiamo la Cina di fronte alle sue responsabilità: I fieri abitanti del Tibet si stanno opponendo al terribile controllo cinese e aspirano a un cambiamento, ma non possono farcela da soli. Nessuno può ottenere una trasformazione tanto radicale da solo.
E’ per questo che già in passato ci siamo schierati in difesa del Tibet. Possiamo far sì che questo momento diventi il punto di svolta in cui tutto il mondo si impegna in difesa della sopravvivenza del popolo tibetano.

La nostra comunità esiste per momenti come questo. Con speranza,
Ben, Alice, Patricia, Alex, Ricken, Emily, Sayeeda e tutto il team di Avaaz

Firma la petizione QUI’

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Aiutiamo le Filippine

AIUTIAMO LE FILIPPINE

Care amiche e cari amici,

L’orrore di quanto successo nelle Filippine è inimmaginabile. Diecimila persone spazzate via da un muro d’acqua di quasi 8 metri mosso da venti che andavano a 300 km all’ora. Una città di 200mila persone distrutta come se fosse stata colpita da una bomba atomica. Si tratta della peggior tempesta mai registrata – e sarà solo l’inizio, se non facciamo qualcosa.
Proprio in questi giorni le maggiori potenze mondiali sono riunite in una conferenza sul clima, discutendo su cosa fare dei miliardi che hanno promesso per proteggere chi, nel mondo, è più esposto ai disastri causati dal cambiamento climatico. Yeb Sano, il rappresentante delle Filippine, ha rivolto un discorso straziante all’assemblea, annunciando uno sciopero della fame che durerà fino a quando non ci sarà un vero accordo per aiutare la sua famiglia, i suoi concittadini e tutte le nazioni più vulnerabili di fronte a tempeste come questa.
Yeb è da solo nella sua protesta, solo di fronte a freddi burocrati che non stanno muovendo un dito per affrontare questa situazione drammatica. Ma abbiamo la possibilità di far cambiare radicalmente la situazione grazie alla forza dei 29 milioni di membri della nostra comunità, obbligando i Paesi più ricchi e che più inquinano a pagare quanto promesso. Clicca qui sotto per fare in modo che tutto questo avvenga:
Yeb Sano è il negoziatore filippino alla conferenza ONU sul clima, in corso a Varsavia. Dopo la tempesta ha cercato di rintracciare suo fratello per ore. Alla fine è riuscito a contattarlo: stava aiutando a spostare i corpi delle vittime così che le unità di soccorso potessero iniziare a rimuovere le macerie. Dopo aver parlato con lui, ha rivolto ai delegati di tutto il mondo un discorso di rara forza e determinazione:
“Parlo a nome della mia delegazione. Ma parlo soprattutto a nome delle innumerevoli persone che non avranno più la possibilità di far sentire la loro voce, decedute a causa della tempesta. Parlo a nome di chi è rimasto orfano. Parlo per chi sta correndo contro il tempo per salvare i sopravvissuti e alleviare le sofferenze di chi è stato colpito dal disastro. Possiamo agire, ora, con determinazione, per cercare di evitare un futuro in cui queste calamità diventino la normalità… Quello che sta affrontando il mio Paese a causa di un evento climatico estremo è pura follia. La crisi climatica è follia. Possiamo fermarla. Partendo da qui, da Varsavia.”
Dobbiamo pensare in grande, a differenza dei nostri leader. Lo dobbiamo alle vittime di Haiyan e di tutte le tempeste che ancora verranno.. Il cambiamento climatico le ha uccise. Ed è quindi il cambiamento climatico ciò che dobbiamo fermare. Serve un impegno maggiore per finanziare gli sforzi per contrastarlo, impegno fondamentale all’interno degli accordi mondiali di cui abbiamo un disperato bisogno per salvare il mondo. Le nazioni più ricche hanno già promesso i miliardi a questo fine! Eppure, finora praticamente niente di quanto promesso è stato mantenuto. Ma ora si può e si deve cambiare, e la tragedia delle Filippine, capitata proprio nei giorni della conferenza sul clima, può mettere in moto il cambiamento.
Clicca qui sotto per sostenere Yeb e il suo Paese, per stare dalla parte di tutti quelli che sono stati e potranno essere vittime dei disastri causati dal cambiamento climatico:
FIRMA LA PETIZIONE
Yeb ha concluso il suo discorso impegnandosi formalmente di fronte al mondo intero: “In segno di solidarietà con i miei concittadini che lottano per procurarsi del cibo e con mio fratello che non mangia da tre giorni, con tutto il rispetto signor Presidente, e senza voler mancare di rispetto alla sua generosa ospitalità, inizierò ora un’astinenza volontaria dal cibo per il clima. Questo significa che non mangerò, di mia volontà, nel contesto di questa Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici fino che un risultato significativo non verrà raggiunto.” Tutta unita, la nostra comunità può farsi carico di questa sfida e ridare speranza a Yeb, alla sua famiglia e a intere generazioni dei cittadini più vulnerabili di questo mondo.

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Una soluzione per la Siria

Solo poche settimane fa, i bambini in questa immagine sono stati uccisi nel sonno con del gas letale, ma sembra quasi che il mondo se ne sia dimenticato, incagliato nella discussione sull’intervento militare degli Stati Uniti. Ora c’è un barlume di speranza, una strada pacifica per fermare questi massacri.
La sanguinosa guerra civile in Siria è stata alimentata dalla rivalità tra l’Iran, il principale sostenitore di Assad, e gli Stati Uniti con i loro alleati. Ma questo squallido attacco chimico ha cambiato le carte in tavola: il nuovo e moderato presidente iraniano ha pubblicamente condannato l’attacco chimico mentre Obama ha dichiarato di essere pronto a lavorare con “chiunque” per risolvere questo conflitto. Dobbiamo subito appellarci a entrambi i leader e chiedere che sia avviato un negoziato di pace tra le parti in causa per evitare molte altre morti.
In questo momento i tamburi della guerra stanno battendo forte in Siria, ma se saremo abbastanza a chiedere a Rouhani e Obama di percorrere la via diplomatica, potremo mettere fine all’incuboper le migliaia di bambine e bambini siriani terrorizzati dalla minaccia di nuovi attacchi chimici. Non c’è tempo da perdere. Clicca subito e unisciti a questa petizione urgente: non appena raggiungeremo il milione di firme la faremo arrivare direttamente ai due presidenti. Clicca sotto e firma la petizione Grazie!
Firma la petizione
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RINCHIUSI IN UN CARCERE RUSSO

Ana Paula ha 31 anni, è brasiliana e voleva solo manifestare pacificamente contro la decisione della Russia di trivellare nell’Artico. Ora lei e gli altri 29 membri della nave Arctic Sunrise di Greenpeace sono rinchiusi in una prigione russa e potrebbero doverci stare per chissà quanto. Ma possiamo gettare loro un’ancora di salvezza.
Gli attivisti di Greenpeace, alcuni rinchiusi in celle di isolamento, rischiano quindici anni di carcere con l’accusa assurda di pirateria. Il loro crimine? Aver appeso uno striscione su una piattaforma petrolifera russa per manifestare contro le trivellazioni in profondità in uno dei posti più belli e al tempo stesso fragili del pianeta. Molti governi occidentali hanno già protestato per questa situazione, ma ora Ana Paula e Greenpeace stanno chiedendo aiuto direttamente alla comunità di Avaaz per rendere davvero globale la protesta.
Assieme possiamo rivolgerci ad alcuni dei più importanti partner commerciali e politici della Russia, come Brasile, India, Sud Africa e Unione Europea, per chiedere la liberazione dei 30 dell’Artico. Il nostro obiettivo è il milione di firme per Ana Paula e i suoi compagni. Raggiunto quel traguardo, Avaaz proietterà i loro volti in luoghi simbolici, per mantenere la vicenda sotto i riflettori dei media:
La sorella di Ana Paula la descrive così: “Sotto molti punti di vista, mia sorella è una normale ragazza brasiliana: estroversa, amichevole, piena di vita. Ma è anche straordinaria nella sua semplicità, fin da piccola capace di appassionarsi per la natura e la sua difesa, anche a rischio della sua stessa incolumità.”
Ora Ana Paula e gli altri membri dell’equipaggio potrebbero perdere 15 anni delle loro vite solo per aver tentato di appendere un manifesto sull’impianto Gazprom, il primo della storia nell’Artico. E’ sicuramente una reazione spropositata contro chi si batte per difendere l’ambiente di tutti: fermare le trivellazioni artiche significa proteggere la più grande area naturale della Terra, dove eventuali perdite di petrolio sarebbero quasi impossibili da arginare.
Gli avvocati di Greenpeace hanno fatto notare che i 30 sono stati arrestati in acque internazionali, e che quindi sarebbe stata la Russia a violare il diritto internazionale del mare. Ma essere dalla parte della ragione potrebbe non bastare per ottenere la loro scarcerazione, il loro destino potrebbe già essere segnato, a meno che la comunità internazionale non faccia capire alla Russia di non essere disposta a passare sopra a questo scandalo.
La voce di Avaaz è particolarmente forte in molti di questi Paesi dove è presente in grandi numeri (5 milioni di membri solo in Brasile!). Se ci impegniamo tutti quanti raggiungendo il milione di firme, gli avaaziani di Brasile, Sud Africa, India e dell’Unione Europea possono far salire la pressione internazionale. Firma subito e aiutaci a raggiungere questo traguardo per contribuire a salvare i 30 dell’Artico:
Queste 30 persone hanno avuto il coraggio di sfidare le multinazionali del petrolio in uno degli ultimi posti incontaminati del pianeta. E per questo li vogliono zittire e intimidire. La nostra comunità si è sempre impegnata in difesa degli attivisti di tutto il mondo: ora è il momento di salvare i 30 dell’Artico.

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DAL MONDO AVAAZ, ECCO TUTTO QUELLO CHE I MEDIA NON DICONO

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Vogliono mettersi al di sopra della legge

chi fermarà il prossimo genocidio?

Tra soli due giorni i leader di tutta l’Africa potrebbero fare a pezzi una delle più importanti istituzioni internazionali, rendendo il mondo un luogo molto più pericoloso.
La Corte Penale Internazionale è il primo e solo tribunale a livello globale a giudicare crimini contro l’umanità. Ma i capi di stati come Sudan e Kenya, colpevoli di spargere terrore nei loro stessi paesi, stanno cercando di convincere l’Africa a lasciare questo tribunale internazionale, e avere così la libertà di uccidere, stuprare, e istigare odio senza poi doverne subire conseguenze.
Sono sicuro che assieme possiamo impedire che questo succeda. E lo possiamo fare lanciando un appello alle voci più ragionevoli&! nbsp;nell’Unione Africana – Nigeria e Sud Africa – affinché si facciano sentire e facciano in modo che si assicuri giustizia ai perseguitati tramite la Corte Penale Internazionale. Unisciti a me aggiungendo ora il tuo nome alla petizione e poi condividila con tutti: non appena raggiungeremo 1 milione di persone, consegneremo la nostra petizione nel bel mezzo della sala conferenze dove si stanno riunendo i leader dell’Unione Africana ad Addis Abeba:  Nei miei anni di lavoro, viaggi, vita vissuta, la lotta per la giustizia è stata lunga e difficile. Ho visto davvero il peggio in Darfur e Rwanda, ma anche il meglio nella riconciliazione in Sud Africa. Durante questo viaggio, ho visto grandi passi in avanti per p! roteggere i deboli dai forti. La Corte Penale Internazionale è uno dei nostri fari di speranza. Questa minaccia alla Corte Penale Internazionale è iniziata precisamente perché quel tribunale stava facendo il suo lavoro. Ha accusato il vice-presidente del Kenya di aver ucciso uomini che manifestavano contro di lui durante le elezioni e il presidente del Sudan per aver ucciso donne e bambini in Darfur. Ora il Kenya e il Sudan stanno facendo pressione sul resto dell’Africa affinché si abbandoni questo tribunale distruggendo le sue possibilità di successo.
Ma in Darfur, Congo, Costa d’Avorio e Kenya la Corte Penale Internazionale ha giocato un ruolo chiave nel portare speranza a tutti quelli che erano stati terrorizzati da eserciti, milizie e folli che facevano stragi di innocenti. E’ stata una luce che illuminato il buio e non ! possiamo permettere che la spengano. Il principale argomento di alcuni di questi leader con la coscienza sporca è che la Corte Penale Internazionale è un tribunale dell’inquisizione occidentale visto che molte delle indagini sono avvenute in Africa. Ma non potrebbero avere più torto. Si tratta di una istituzione creata tra gli altri da 20 paesi africani, 5 dei 18 giudici della corte sono africani e addirittura il capo dell’accusa è africano.
Questo fine settimana sarà il giorno del giudizio. I leader africani decideranno di stare dalla parte della giustizia o dell’ingiustizia? Con i sopravvissuti e le vittime cadute delle guerra o con i tiranni e gli oppressori? E’ il momento di fare una scelta. Unisciti a noi nel chiedere ai leader africani di stare dalla parte della giustizia e sostenere la Corte Penale Internazionale:Ho visto alcuni dei più luminosi momenti nella storia dell’umanità, in cui abbiamo portato speranza davvero a moltissime persone. Questa è una possibilità unica di farlo di nuovo, assieme.
Con speranza e profonda stima per questa comunità,
Desmond Tutu

CLICCA sul  Link che segue E FIRMA LA PETIZIONE

https://secure.avaaz.org/it/justice_for_africa_icc/?bOXNbdb&v=30070

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“Che cosa succede dopo che firmo una petizione?”

La verità è che succedono davvero MOLTISSIME di cose! Ogni campagna di Avaaz nasce da un’enorme mandato globale dal basso, che poi si concentra sul modo migliore per vincere i cittadini.

Eccovi due delle varie vittorie ottenute da Avaaz nelle scorse settimane.

Vi ricordate quando due milioni di nostri membri si sono uniti per impedire la fustigaz!ione di una quindicenne vittima di stupro nelle Maldive? La sua sentenza è stata annullata! Ecco che cos’ha fatto il nostro team per   “vincere”:

1 – ha dialogato per ore sia con il Procuratore generale delle Maldive che con i ministri ed ha scritto all’account personale del Presidente;

2 – ha commissionato sondaggi che hanno dimostrato il forte sostegno a favore delle riforme per la tutela delle ragazze, pubblicando anche un editoriale su uno dei principali giornali nazionali;

3 – ha convinto un illustre islamista a pronunciarsi contro la fustigazione;

4 – ha minacciato di pubblicare una pagina a pagamento (sulla destra) su riviste turistiche, andando a colpire la principale industria del paese;

5 – ha visitato le Maldive e il luogo dove la ragazza era stata rinchiusa, facendo direttamente pressione sulle autorità.

Ahmed Shaheed, ex Ministro degli Esteri delle Maldive, ha dichiarato: “Il contributo di Avaaz è stato fondamentale per il rovesciamento della sentenza di fustigazione; una petizione firmata da milioni di persone, una visita di stato, un’attenzione costante e un sondaggio dell’opinione pubblica si sono rivelati strumenti invincibili”.

Maldives ad

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SE VOLETE LEGGERE TUTTO, LO TROVATE NEL LINK “CARLOZZO ECC. ALL’INIZIO

 

 

 

I nostri annunci hanno messo a rischio i guadagni di alcuni membri del governo proprietari di parti dell’industria del turismo

Un altro esempio: vi ricordate quando quasi due milioni di nostri membri si sono impegnati a impedire che una tribù masai inTanzania fosse espropriata della terra che occupava per destinarla a una riserva di caccia? La scorsa settimana, il Primo Ministro ha annunciato che la tribù resterà dov’è! La petizione ha fornito una solida base per le successive azioni del nostro team:

1 – abbiamo ottenuto che CNNGuardian visitassero i Masai e raccontassero la loro storia al resto del mondo;

2 – fatto da consiglieri agli anziani masai per decidere la strategia della campagna;

3 – intasato le caselle postali di ministri e Presidente in modo da costringerli a discutere l’argomento in Parlamento e nel Governo;

4 – pubblicato un pagina a pagamento durissima su un giornale molto influente, dando chiaramente la responsabilità al governo;

5 – convinto diplomatici di tutto il mondo a sollevare la questione, mettendo in imbarazzo il governo;

6 – sostenuto economicamente le visite degli anziani masai nella capitale, dove hanno “occupato” per settimane l’area al di fuori dell’ufficio del  Primo Ministro, rifiutandosi di lasciarla finché non sono stati ricevuti.

masai

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Donne masai si riuniscono per protestare contro l’espropriazione. Foto di Jason Patinkin

La vittoria è del popolo masai, ma la nostra comunità li ha aiutati a vincere rendendo la loro causa una questione mondiale, che il governo non avrebbe più potuto ignorare. Questa vittoria, se tutto va bene, sarà il punto finale di vent’anni di lotte per la terra! Ovviamente, la nostra comunità fa MOLTO di più che promuovere petizioni. La settimana scorsa, nel giro di pochi giorni, abbiamo raccolto 1 milione di dollari di donazioni in pochi giorni per spingere i paesi donatori a dare una scuola ai bambini siriani rifugiati. Sono stato in grado di mettere sul tavolo l’assegno a un incontro delle Nazioni Unite, e far partire la sfida per conto di oltre 40.000 donatori di Avaaz. Il delegato ONU all’Educazione Gordon Brown, che presiedeva il meeting, ha definito l’impegno della nostra comunità “un intervento magnifico e significativo”, spingendo anche gli altri governi a dare il loro contributo. Spesso, poi, non è il team di Avaaz ma la nostra comunità a portare avanti l’opera di persuasione. Ad esempio, in Brasile, siamo a un passo dalla vittoria contro la discutibile pratica del “voto segreto” del Congresso. La nostra pressione costante ha permesso di vincere il voto alla Camera, e proprio in questo momento i telefoni dei senatori suonano senza sosta mentre membri di Avaaz in tutto il Brasile usano il nostro strumento online per le chiamate per chiedere di fermare quest’opera di corruzione. Secondo gli esperti, siamo a pochi giorni dalla vittoria!
E’ questa unica e magica mescolanza tra una enorme e vivace comunità di persone in grado di far sentire le proprie voci, donare, fare pressione e un piccolo team dei migliori attivisti, in grado di portare avanti azioni mirate e strategicheal più alto livello con una legittimazione democratica, che ci rende sempre più forti. Se continuiamo a credere in noi stessi, a crescere in dimensioni e nello sforzo, non ci sarà limite all’impatto positivo che potremo avere nel mondo. Grazie di cuore per concedermi l’onore e la gioia di servire e far parte di questa comunità. Quello che abbiamo è veramente qualcosa di unico: continuiamo a far crescere Avaaz.

Education cheque

Gordon Brown ha dichiarato: “E’ stato raccolto un milione di dollari in pochi

giorni grazie alla brillante campagna d i Avaaz.org”

 

 

 

 

 

 

 

Voto aperto in Brasile

Un influente senatore brasiliano si unisce ai manifestanti nudi della campagna “Voto trasparente”. Il loro messaggio: “Non abbiamo niente da nascondere”.

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Raccontate la verità sul clima

Oggi alcuni tra i maggiori scienziati al mondo presenteranno la più importante relazione degli ultimi decenni: verrà dimostrato una volta per tutte che il riscaldamento globale è una grave minaccia, ma anche che l’azione dei governi può fermare la catastrofe. Si tratta di un appello mondiale per salvare il nostro pianeta, ma le multinazionali del petrolio hanno messo in campo un potente alleato per evitare che la verità venga fuori.
Rupert Murdoch possiede centinaia dei principali canali d’informazione, compresi il Wall Street Journal e l’ultraconservatrice Fox News. Murdoch sta usando il suo potere mediatico per aiutare i suoi amici petrolieri a fermare i governi che tentano di limitarne i profitti. Basti pensare che nei soli Stati Uniti ben l’80% delle notizie sul riscaldamento globale pubblicate dai giornali di Murdoch fa disinformazione! Ora, Murdoch ha nel mirino questa relazione rivoluzionaria e il suo impero mediatico dominerà il dibattito pubblico, a meno che i cittadini di tutto il mondo non collaborino per sovrastarlo.
Davanti all’opinione pubblica, battaglie come questa si vincono o si perdono. Un’enorme petizione mondiale che sostenga la verità sul clima, lettere ai giornali, messaggi su Twitter e sulle reti sociali potrebbero essere le nostre armi vincenti. Mettiamo Murdoch con le spalle al muro ora per convincerlo a interrompere la sua crociata contro la scienza e a far conoscere la verità. Unisciti ora alla campagna e falla girare. Non appena raggiungeremo un milione di sostenitori, invieremo alcuni fra i massimi scienziati a spiegargli direttamente la realtà dei fatti.

CLICCA SUL LINK E FIRMA LA PETIZIONE

http://www.avaaz.org/it/murdoch_tell_climate_truth/?bOXNbdb&v=29612

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Fermiamo la legge bavaglio contro le donne(22.08.12)

Firma la petizionehttps://secure.avaaz.org/it/justice_for_afghan_women_loc/?bOXNbdb&v=28349

 

 

 

 

 

 

 

 

I conservatori del Parlamento afghano stanno cercando di far passare una legge che impedirà ai familiari di poter testimoniare nei processi. E’ un vero e proprio “via libera” per ancora più abusi domestici su donne e ragazze, ma alcuni politici coraggiosi stanno lottando contro tutto ciò e sono convinti che il nostro aiuto possa fare la differenza! Firma subito per stare dalla parte delle donne afghane e condividi questo appello con tutti quelli che conosci!

Venduta come sposa a 12 anni, Sahar Gul ha vissuto in una vera e propria casa degli orrori. I suoi parenti acquisiti la tenevano segregata in cantina, la picchiavano con tubi di ferro rovente, la affamavano, sono arrivati a strapparle tutte le unghie perché si rifiutava di prostituirsi per loro. E ora, la sentenza per i suoi aguzzini è stata ridotta a un solo anno e sono di nuovo liberi! E quel che è peggio è che la Camera bassa del Parlamento afghano ha appena approvato un progetto di legge che vuole vietare ai familiari degli imputati di testimoniare nei processi. Questo impedirebbe a innumerevoli donne e bambine di ottenere giustizia.
Abbiamo solo pochi giorni per fermare questo attacco ai diritti delle donne. Già in passato la Camera alta ha rigettato leggi contro le donne e oggi alcuni importanti funzionari dicono che la comunità di Avaaz potrebbe spostare gli equilibri e aiutare a fermare il progetto di legge prima che si arrivi al voto. Clicca qui sotto per firmare subito questa petizione urgente: appena raggiungeremo il milione di firme, lanceremo una massiccia campagna sui media locali per fare pressione sui senatori, finché il progetto di legge non verrà abbandonato:
Quando era ancora una bambina, Sahar Gul fu venduta da suo fratello per 5mila dollari ed è finita a vivere in una casa di orrendi abusi. Quando finalmente è stata liberata, era così debole per le torture ricevute che l’hanno dovuta portar fuori dalla cantina in cui era rinchiusa su una carriola. L’anno scorso i suoi aguzzini sono stati condannati a 10 anni di carcere, ma il giudice di una corte d’appello li ha già liberati.
Le organizzazioni afghane per i diritti delle donne, inorridite dall’attacco ai loro diritti, stanno sostenendo la battaglia di Sahar Gul e lavorano per garantire che i familiari possano testimoniare contro gli aggressori delle vittime. Se ci uniremo alla battaglia di queste donne coraggiose, potremo dimostrare ai politici afghani che il mondo intero le sostiene.
Ora che frequenta la scuola, Sahar Gul sta coraggiosamente ricostruendo la sua vita: sogna di guidare, un giorno, un’organizzazione per i diritti delle donne. La sua forza di spirito incarna la speranza per un futuro migliore per le donne e le ragazze non solo in Afghanistan ma in tutto il mondo: aiutiamola a realizzare il suo sogno, facciamo in modo che i leader del suo Paese difendano le donne, invece di perseguitarle:
Più di una volta, i difensori dei diritti delle donne in Afghanistan e le straordinarie persone sopravvissute agli abusi si sono fatti avanti per difendere i diritti umani. E negli anni i membri di Avaaz si sono sempre fatti sentire numerosi al loro fianco per sostenerli. Facciamolo anche questa volta

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Uccise perché andavano a scuola

Un gruppo di giovani donne pachistane stava tornando a casa da scuola quando alcuni terroristi hanno fatto esplodere il loro autobus, lasciando che in 14 bruciassero vive. Le sopravvissute furono portate di corsa in ospedale, dove esplose un’altra bomba, ferendo i loro amici e le infermiere che le avevano soccorse.
A volte dalle situazioni peggiori scaturiscono atti straordinari. Di fronte a tanto orrore Malala, a soli 15 anni, ha osato lottare per l’istruzione delle ragazze pachistane. Per questo, l’anno scorso le hanno sparato alla testa. Ma lei è sopravvissuta e, con il sostegno di quasi un milione di noi, è riuscita a ottenere una nuova legge che garantisce il diritto all’istruzione delle ragazze pachistane!
Ma il suo impegno non si è fermato lì. Venerdì Malala parlerà all’ONU per proporre un nuovo obiettivo globale: garantire l’istruzione a ogni bambino del mondo. La sua richiesta è incredibilmente a portata di mano: è un’operazione che costerebbe, secondo gli esperti, quanto due centrali nucleari! Entro le prossime 24 ore mostriamo ai leader mondiali che Malala, chiedendo loro di agire, parla anche a nome di milioni di noi. Trasformiamo l’orrore dei Talebani in una nuova speranza, l’istruzione per tutti:
Venerdì, Malala porterà la nostra campagna al Segretario Generale dell’ONU. Sta lavorando con un esercito di giovani delegati da tutto il mondo per fare pressione sul Consiglio di sicurezza dell’ONU perché approvi una risoluzione che riconosca la crisi mondiale dell’istruzione e stabilisca passi concreti per promuovere l’educazione per tutti. In seguito, li aiuteremo a portare il messaggio in tutte le capitali del mondo, finché i governi non firmeranno assegni e cambieranno le leggi.
Questi sono i punti principali del piano:

  • garantire uguaglianza per le ragazze e per i giovani emarginati cui è stata ingiustamente negata l’istruzione
  • prevedere una rigorosa formazione per gli insegnanti
  • aumentare i fondi destinati all’istruzione tramite aiuti più consistenti da parte di donatori e un maggiore controllo sulle spese da parte di tutti i paesi per arginare il problema e garantire a ogni bambino almeno 9 anni di istruzione

Garantire l’istruzione a ogni bambino può sembrare ambizioso, ma è un obiettivo del tutto raggiungibile. Con un modesto aumento del sostegno economico internazionale di 26 miliardi di dollari, potremo garantire un futuro di pace in tutto il mondo. Cogliamo questa opportunità e rendiamo tutto questo possibile:
Quando spararono a Malala, la nostra comunità è corsa in suo sostegno, aiutandola a costruire una strategia efficace per sviluppare la sua causa e lavorando a stretto contatto con Gordon Brown, inviato speciale dell’ONU per l’istruzione, per premere sul governo pachistano perché annunciasse un programma di fondi per garantire l’istruzione a tutti i bambini. Facciamolo ancora e diffondiamo la magia di Malala in tutto il mondo.

Ultime ore per mettere fine alla crisi dell’educazione

FIRMA LA PETIZIONE https://secure.avaaz.org/it/every_child_in_school_global/?bOXNbdb&v=26979

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IL PIU’ FOLLE SPRECO DI  $$$$$$$€€€€€€€!!! DANARO PUBBLICO DI SEMPRE


Tra 3 giorni il parlamento rischia di dare il via libera a uno dei più folli sprechi di denaro pubblico di sempre: 13 miliardi di euro per dei caccia americani che non ci servono a niente. Firma ora questa petizione urgente ai politici chiave e condividila con tutti per fare in modo che abbastanza parlamentari votino per fermare questa spesa assurda! Il voto finale del Senato è tra 3 giorni: firma ora questa petizione urgente a parlamentari e politici chiave come Renzi ed Epifani e condividila con tutti. Se arriveremo a 100.000 firme Avaaz porterà le nostre voci dentro al Senato tramite parlamentari chiave proprio prima del voto: Molti politici italiani hanno detto di essere contrari allo spreco di denaro pubblico per questi bombardieri, inclusi Renzi, Bersani, D’Alema, Monti e perfino Berlusconi! E gli esperti militari ci dicono che questi aerei hanno enormi problemi tecnici e non sarebbero di alcun beneficio al nostro esercito. La Difesa è talmente in difficoltà che ora sta provando a sostenere che il parlamento non può decidere come spendere questi 13 miliardi di denaro pubblico!
Sotto una simile pressione pubblica, alcuni governi tra cui quelli di Canada, Danimarca e Turchia stanno ritrattando gli investimenti negli F-35 e anche in italia il Ministro della Difesa sta cominciando ad accusare: per la prima volta la scorsa settimana ha ammesso che il governo potrebbe considerare un taglio del numero di F-35 che l’Italia comprerà. Se faremo salire ancora la pressione in queste ore potremo mettere fine a questo enorme spreco di denaro pubblico una volta per tutte.
Mancano solo 3 giorni al voto in Senato. Alcuni giorni fa la Camera ha votato una decisione ambigua per evitare l’indignazione pubblica, limitando il governo solo in “ulteriori” spese. I politici continuano a votare come se non fossimo in grado di comprendere i loro giochetti: mostriamo loro che un tale inganno al Senato danneggerebbe la loro reputazione e convinciamo abbastanza parlamentari del PD che è il momento di onorare la loro parola. Firma ora la petizione e condividila con tutti:

CLICCA QUI’  https://secure.avaaz.org/it/italy_no_f35_c/?bOXNbdb&v=26689

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BIRMANIA: FERMIAMO IL PROSSIMO RUANDA

Molti di noi non avevano idea di chi fossero i ruandesi fino a che è diventato troppo tardi e 800mila di loro erano già stati massacrati. In questo momento sul destino del popolo rohingya incombe una grave minaccia. Violenti gruppi razzisti hanno distribuito volantini in cui minacciano di spazzare via questa piccola minoranza birmana. Sono stati trucidati bambini e commessi delitti raccapriccianti. Tutti i segnali dicono che sta per succedere qualcosa di orribile, se non agiamo.
I genocidi accadono perché non ci preoccupiamo abbastanza finché non diventa troppo tardi. Il popolo rohingya è pacifico e molto povero. Sono odiati perché hanno la pelle più scura e la maggioranza teme che stiano “rubando posti di lavoro”. Sono 800mila e potrebbero sparire se non agiamo. Abbiamo fallito con troppi popoli, non falliamo di nuovo con i rohingya.
Il presidente birmano Thein Sein ha il potere, il personale e le risorse per proteggere i rohingya, basta una sua parola.
Tra pochi giorni, arriverà in Europa per sfruttare commercialmente la nuova immagine di apertura del suo paese. Se i leader dell’UE lo accoglieranno chiedendo con forza di proteggere i rohingya, probabilmente li ascolterà. Raccogliamo 1 milione di persone e ricopriamo l’intera area che circonda la sede dell’incontro con i capi di stato europei con immagini di quello che sta accadendo in Birmania:
Torture, stupri di gruppo e delle vere e proprie esecuzioni: le organizzazioni umanitarie usano ormai il termine “pulizia etnica” per descrivere la brutalità in Birmania. Già oltre 120mila rohingya sono stati costretti a scappare, molti in campi di fortuna vicino al confine, mentre altri sono fuggiti usando imbarcazioni di fortuna, per poi affondare, morire di fame o essere fucilati dalle guardie costiere dei paesi vicini. Tutti i racconti concordano sul fatto che le violenze stanno aumentando: nei mesi scorsi il presidente Thein Sein ha dichiarato lo stato d’emergenza dopo un’altra serie di attacchi omicidi, e un massacro di massa è ormai solo una questione di tempo.
I genocidi non avvengono se i governi vi si oppongono, ma il regime birmano fino a ora si è schierato dalla parte sbagliata. Recentemente, un portavoce del governo ha ammesso che le autorità stavano addirittura imponendo alla popolazione rohingya un limite di due figli e forzando le coppie che volevano sposarsi a richiedere un permesso speciale. Esperti dicono che le autorità governative sono state dalla parte o addirittura hanno partecipato ad atti di “pulizia etnica”. Il Presidente Sein è stato finalmente forzato a riconoscere quello che sta accadendo in Rohingya, ma fino a ora si è rifiutato di attuare piani per fermare la violenza e proteggere le persone in pericolo.
Finché non lo farà, il rischio di un genocidio incombe non solo sulla Birmania, ma sul mondo intero. Attraverso le loro relazioni commerciali, il primo ministro inglese Cameron e il presidente francese Hollande hanno un enorme potere contrattuale nei confronti di Sein: se gli faranno pressione affinché agisca quando lo incontreranno questo mese, si potrebbero salvare moltissime vite. Facciamo in modo che tutto ciò succeda. Abbiamo fallito con troppi popoli, non falliamo con i rohingya. Unisciti subito alla richiesta e condividi questo appello con tutti:
Innumerevoli volte la comunità di Avaaz si è schierata dalla parte del popolo birmano nella sua lotta per la democrazia. Quando il regime ha reagito brutalmente contro i monaci buddhisti nel 2007, gli Avaaziani hanno donato centinaia di migliaia di dollari/euro/sterline per fornire supporto tecnico e formazione per gli attivisti in modo da aiutarli a superare il blocco delle comunicazioni. Nel 2008 quando un ciclone devastante ha ucciso almeno 100.000 birmani, mentre il regime militare impediva l’ingresso a tutti gli aiuti internazionali ufficiali, la nostra comunità ha donato milioni come aiuto umanitario direttamente ai monaci.
La nostra comunità non esisteva quando fu commesso il genocidio in Ruanda, 20 anni fa. Avremmo fatto abbastanza per impedirlo? Mostriamo ai rohingya cosa possiamo fare ora, per loro.

CLICCA QUI’   https://secure.avaaz.org/it/burma_the_next_rwanda_loc/?bOXNbdb&v=26504

Firma la petizione_____________________________________________________________________________________________________________

30 mesi per salvare il pianeta

La scienziata Julienne Stroeve ha studiato il ghiaccio dell’Artico per decenni. Ogni estate si sposta verso nord per misurare lo scioglimento dei ghiacci. Sa che il cambiamento climatico sta accelerando lo scioglimento, ma durante il suo ultimo viaggio non poteva credere ai suoi occhi. Enormi aree del ghiaccio Artico erano scomparse, andando oltre le nostre peggiori aspettative.
Gli scienziati ci avevano avvertito che sarebbe successo. Man mano che la terra si surriscalda, si giunge a “punti di non ritorno” che accelerano il riscaldamento fino a portarlo fuori controllo. Il surriscaldamento genera lo scioglimento dei ghiacci nel Mare Artico, distruggendo il gigantesco “specchio” bianco che riflette il riscaldamento verso spazio, causando un enorme surriscaldamento dell’oceano e facendo scogliere ancora più ghiaccio, e così via. Fino a portare la situazione fuori controllo. Già quest’anno si sono verificati eventi climatici senza precedenti comprese bufere e temperature fuori controllo.
Ma, se agiamo uniti e in fretta, POSSIAMO fermare tutto questo. Una volta usciti dall’incubo dell’estinzione,potremo davvero lavovare per un futuro migliore per i nostri figli e nipoti: un futuro pulito, verde, in armonia con il pianeta che ci ha dato la vita.
Tra 30 mesi ci sarà la Conferenza di Parigi, l’incontro che gli stessi leader mondiali hanno deciso stabilirà le sorti delle nostre battaglie contro il cambiamento climatico. Potrebbe sembrarvi ancora lontana, ma non lo è. Abbiamo 30 mesi per scegliere i leader giusti, portarli all’incontro, dar loro un piano e poi fare in modo che mantengano le promesse. Siamo noi contro le compagnie petrolifere e il fatalismo. Possiamo vincere, dobbiamo vincere, ma dobbiamo iniziare da subito, con delle promesse di donazione di solo 1€ a settimana fino al vertice: addebiteremo le donazioni solo se raggiungeremo il nostro obiettivo. Per il mondo che tutti noi sogniamo, facciamo in modo che accada:
Quando si tratta di cambiamento climatico il fatalismo non è solo inutile, è anche incompetente. E’ già tardi, maabbiamo ancora il potere di fermare questa catastrofe, se riusciremo a convertire le nostre economie fondate su petrolio e carbone verso fonti di energia alternative. Un’obiettivo che porterà l’umanità a collaborare come mai prima d’ora e ci permetterà di creare il futuro per cui fin dall’inizio è nata Avaaz.
Per affrontare questa sfida c’è bisogno di passione, speranza e di tutte le nostre capacità. Ecco il piano:

  • 1. Diventare politici – eleggere Leader del Clima: nei prossimi 30 mesi, in 5 importanti paesi ci saranno elezioni. Assicuriamoci di far vincere le persone giuste, e di farle vincere con il giusto mandato. Avaaz è tra le poche organizzazioni di pressione a livello globale a poter essere politica. E visto che questa battaglia può essere vinta o persa solo su un piano politico, a un certo punto potrebbe essere uno scontro tra noi e le compagnie petrolifere a stabilire a chi i nostri leader daranno ascolto.2. Rendiamo Hollande un eroe: il presidente francese Francois Hollande presiederà il vertice, una posizione importantissima. Dobbiamo tentare ogni strategia e ogni canale (la sua famiglia, gli amici, il suo elettorato, i suoi consiglieri politici) per farlo diventare l’eroe di cui abbiamo bisogno per rendere la conferenza un successo.3. Facciamo fare un salto di qualità alla mobilitazione: la portata di questa crisi è tale che abbiamo bisogno di andare al di là di una normale campagna. E’ tempo di entrare in azione in modo potente, diretto e non violento, di colpire l’immaginazione, far emergere l’urgenza morale e spingere le persone ad agire. Pensate a Occupy.4. Via gli elementi di disturbo: miliardari come i fratelli Koch e le loro compagnie petrolifere sono i maggiori elementi di disturbo in tema di cambiamento climatico. Finanziano sedicenti scienziati per confonderci e spendono milioni in campagne di comunicazione fuorvianti, mentre comprano politici all’ingrosso. Con il giornalismo investigativo e oltre, abbiamo bisogno di far conoscere e reagire alle loro orribili e irresponsabili azioni.5. Definiamo gli accordi: persino di fronte a una catastrofe di proporzioni planetarie, 195 governi in una stanza possono rivelarsi semplicemente degli incompetenti. Abbiamo bisogno di investire nei migliori consulenti politici per sviluppare strategie vincenti e compromessi ben studiati in modo che, quando avrà luogo la conferenza, buona parte dei leader sarà già dalla nostra parte e nessuno potrà dire che non esiste una soluzione reale. Per potercela mettere tutta, abbiamo bisogno di decine di migliaia di promesse di donazione. Non importa tanto la cifra quanto la scelta di sperare e di agire:

Durante l’ultima conferenza sul clima a Copenaghen, nel 2009, abbiamo giocato un ruolo fondamentale nelle elezioni “verdi” di Germania e Giappone, nel cambiamento delle politiche del Brasile e nel raggiungimento di un importante accordo sul finanziamento, da parte dei paesi sviluppati, di 100 miliardi di dollari all’anno ai paesi in via di sviluppo per affrontare il cambiamento climatico. Allora, i membri di Avaaz erano 3 milioni. Dopo Copenaghen, abbiamo capito che dovevamo essere molti di più per affrontare la sfida del cambiamento climatico. Ora siamo in 22 milioni e cresciamo al ritmo di un milione al mese.
Il cambiamento climatico è il problema più grave a livello globale e per questo richiede la cooperazione di tutti i governi del mondo. Con milioni di membri uniti da uno stesso ideale e provenienti da tutti i paesi del mondo,Avaaz rappresenta la migliore soluzione per un’azione collettiva, con milioni di noi uniti da una visione che unisce ogni paese del pianeta. E’ la nostra occasione per costruire un mondo la cui bellezza raggiunge quella di quello che immaginiamo e vorremmo per i nostri figli. Diamoci da fare.
Con speranza e riconoscenza per questa straordinaria comunità,
Ricken e tutto il team di Avaaz

INFO QUI’  https://secure.avaaz.org/it/30_months_loc_nd/?bOXNbdb&v=26186

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UNA PETIZIONE CONTRO IL RIMPATRIO DEL PICCOLO GLEB

Lancia una campagna

I ragazzi di una classe di 5° elementare di Amburgo hanno appena salvato il loro compagno Gleb dal rimpatrio: è bastata una petizione e poche migliaia di firme.
Gleb era arrivato in Germania per curarsi dalla leucemia; qui ha affrontato un’operazione che gli ha salvato la vita. In seguito è tornato a frequentare la scuola, diventando il migliore della sua classe. Il governo però ha cercato di rimpatriarlo in Russia. I suoi compagni di classe hanno allora lanciato una petizione dal sito delle Petizioni della Comunità indirizzata al sindaco, per fermare tutto questo.
Quando la petizione ha raggiunto un alto numero di firme, il sindaco ha cominciato a prestare loro attenzione. In poche settimane Gled era salvo e libero di continuare il trattamento di cui aveva disperatamente bisogno. I suoi amici gli hanno salvato la vita e tutto è cominciato con un semplice passo: cliccate qui sotto per lanciare una campagna su un tema che vi sta a cuore o inviate quest’email a un vostro amico. Non si sa mai chi potrebbe lanciare la prossima grande campagna in grado di cambiare la vita di qualcuno o addirittura il mondo!
In pochi minuti, i compagni di classe di Gleb hanno avviato una straordinaria campagna che ha portato a una grande vittoria. Immaginate se tutti noi ci impegnassimo per quel poco tempo che serve a lanciare una campagna…non c’è limite ai risultati che potremmo ottenere!  Per lanciare una campagna bastano pochi minuti, ma i risultati possono durare per anni. Inoltre, se la petizione ottiene da sola un forte sostegno, lo staff di Avaaz potrebbe occuparsene, dando consigli strategici, aiuto mediatico e persino inviandola a un numero maggiore di membri. Abbiamo un sacco di consigli e suggerimenti per aiutarvi lungo il vostro percorso. Tutto quel che serve è cominciare, condividere la vostra passione, e sarete a un passo dall’ottenere i risultati per cui avrete lottato, a livello locale, nazionale o internazionale.
Inviate quest’email a tutte le persone che conoscete con grandi idee per rendere il mondo un posto migliore.

Molte delle campagne di Avaaz sono state lanciate dai suoi membri: abbiamo fatto tornare a casa sani e salvi migliaia di lavoratori indiani dal Bahrain e abbiamo permesso ai detenuti in New Mexico di rimanere in contatto con i loro cari. Per ottenere tutto questo, sono serviti solo pochi minuti. Diventiamo parte del cambiamento insieme e moltiplichiamo il nostro impatto.

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MANCA UNA PARTE CHE TROVATE QUI.

Maggiori informazioni http://www.carlozzo.it/dal-mondo/


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7 risposte a ORE 17:27 QUELLO CHE I MEDIA NON DICONO—-DAL BLOG DI CARLOZZO (LINK SUBITO SOTTO)—SE GUARDATE TUTTO QUELLO CHE HA PUBBLICATO CHIARA (UNA PARTE), VI PREGO DI NON SPARARVI! AMMETTO CHE FORSE E’ L’ETA’, MA E’ DIFFICILE SOPPORTARE UN MONDO COSI’ TERRIBILE, CHE PUR SAPPIAMO, TUTTO COSI’ INSIEME CADENZATO COME UN INCUBO–

  1. nemo scrive:

    Grazie, cara Chiara. Il lato ‘nero’ dell’ umanità dovremmo sempre ricordarlo prima di ritenerci, come il birillo rosso di Foligno, al centro dell’ Universo mondo.

  2. nemo scrive:

    Leggenda vuole che un tizio di Foligno, dopo calcoli e misurazioni, affermasse che il birillo rosso al centro del biliardo su cui giocava era il punto centrale dell’ universo, che ruotava attorno a esso.

  3. mrs perry scrive:

    Avete bisogno di un prestito urgente per affari o per pagare le bollette a tasso di interesse del 3%? Diamo fuori di prestito a individuo e cooperare organismi che vanno da $ 3.000 dollari a $ 20 milioni di dollari periodo massimo durata di 1 a 30 anni, se sì in contatto con con i dettagli di seguito.
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  4. Carlo scrive:

    Ciao Chiara, mi chiamo Carlo e sono il titolare del blog carlozzo.it, sono finito per caso in questo blog
    e mi sono accorto che i link che hai pubblicato non corrispondono con le pagine descritte, controlla e ricreali. Grazie Carlo.

    • Chiara Salvini scrive:

      ti ho mandato un messaggio nel tuo blog sotto ” contattami “, spero di aver aggiustato gli errori che hai riscontrato dovuti alle mie difficoltà con il computer, non a cattiva volontà. Avvisami se gli errori persistono, comunque darò un’altra occhiata più calma, grazie e accetta per favore le mie scuse più sincere, chiara

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