ore 09:17 BRASILE—COPPA DEL MONDO STA PER COMINCIARE—1. UN INVIATO DI REPUBBLICA–2. LA FOLHA DE SAO PAULO, SE NON SBAGLIO SECONDO QUOTIDIANO DOPO L’ “ESTADO DI SAO PAULO” 3. Lula dall’estado di sao paulo

1. .. REPUBBLICA
SPORT
Le proteste.
Lo spettacolo sta
per cominciare, ma non si placa la rabbia della gente. Anche l’ex tennista Kuerten si schiera “Per il Paese non è stato fatto niente”
A San Paolo dichiarato “illegale” lo stop alla metro. Ma continua
Scioperi e promesse il Brasile allo sprint un biglietto costa più del salario minimo
EMANUELA AUDISIO
DAL NOSTRO INVIATO
RIO DE JANEIRO
dilma rousseff (belo horizonte-sud brasile-1947)—membro del PT (partido trabalhadores), successora designata da lula ed eletta-

POVERA Dilma. Torturata dai dittatori negli anni 70, quando il Brasile vinse il mondiale, e oggi presa a pallonate, dal suo Brasile che ospita la Coppa. Ha meno gradimento lei (34%) che non il ct Felipao Scolari (68%). Un vero maracanazo sociale. Ma Felipao non corre per la presidenza come la Rousseff. Si vota ad ottobre e il disperato contropiede di Dilma per arginare le proteste è questo: includere i senzatetto nel programma Minha Casa. Vale a dire: procedere alla distribuzione di 3-4 milioni di abitazioni per tenere buono l’Mtst (Movimento dos Trabalhabores Sem-Teto) che sta bloccando una metropoli come San Paolo. Per non parlare dello sciopero del trasporto pubblico che sta congestionando 252 chilometri di città. Il governo offre un aumento salariale del 9%, il sindacato chiede almeno il 12%. Giovedì c’è la partita inaugurale Brasile-Croazia davanti a 60 mila spettatori, a undici capi di stato, e a 20 milioni di cittadini bloccati in strada. «Sciopero benzina legale», tuona la giustizia brasiliana, riunita in sessione straordinaria. «Non decidono loro, mai noi: si va avanti a oltranza» è la risposta dei lavoratori. Prima il pallone teneva tutto in gioco, ora è quasi sempre in fuorigioco. L’altra notte in rua Maxwell, a Rio, dei condomini hanno visto arrivare cinque ufficiali della Marina. La strada è a 600 metri dal Maracana. «Vogliamo vedere e requisire le vostre terrazze. Dobbiamo installare un batteria di missili per la difesa antiaerea». Nessuno li ha fatti accomodare, anzi sono stati invitati a sloggiare. «Dimostrateci che è una misura contro il terrorismo e non contro il popolo». Via, sciò, come dice il cartello «Fifa go home».
Ormai l’hanno capito tutti cos’è un mondiale: ti obbligano a pulire il tuo salotto per gli altri, devi pure metterci le cose che piacciono a loro, e tu finisci nel sottoscala con i topi. Sessantaquattro anni dopo il Brasile sperava in qualcosa di più. Per questo è rabbioso e non molla. Pure l’ex tennista Guga Kuerten, vincitore per tre volte del Roland Garros, si dichiara: desiludido. «Per il vero paese non è stato fatto niente, la politica non ha avuto interesse a promuovere una trasformazione». Che gli vuoi ribattere? C’è un nuovo Brasile, con vecchie abitudini, ma pretese cambiate. Nel ’50 il biglietto più caro del mondiale costava l’equivalente di 154 reais. Con il salario minimo ne potevi comprare due e ti avanzavano anche i soldi per il popcorn. Oggi il biglietto più alto costa 1.980 reais e il salario minino non copre nemmeno la metà del prezzo. Nel ’50 il best-seller letterario era «O cao sem Plumas » del poeta pernambucano Joao Cabral, oggi a vendere di più è l’autore americano John Green con il libro «Colpa delle stelle». Allora l’obesità non preoccupava, il gelato si pubblicizzava come «alimento completo », ora il 39% della gioventù brasiliana è in sovrappeso. La  benzina costava 1,98 real al litro e il petrolio veniva importato. Ora il Brasile produce 1,9 milioni di barili di petrolio al giorno, ma la gasolina, come si dice qui, costa il 50% in più. Perché? Il Brasile con 126, 7 milioni di fedeli era il paese più cattolico del mondo, un blocco monolitico al 93,4%. Ora è sceso al 65%, sono cresciute altre fedi, soprattutto gli evangelici. Allora i calciatori della nazionale avevano un fisico da uomo comune: 68 chili per 1.74, quelli odierni sono più alti, 1.81 e più pesanti, 75 kg. La popolazione è quadruplicata: 51,9 milioni allora, 210 milioni l’anno scorso. Prima il 64% della gente viveva in campagna, oggi il 90% si è trasferita in città. Una cosa non è cambiata: nel ’50 il Maracana fu inaugurato appena una settimana prima del mondiale. Lo stadio di Itaquerao di San Paolo, dove verrà dato il via a questa Coppa, non è stato completamente testato. Colpa della lenta fretta. Si giocherà con la delega dei bombeiros (vigili del fuoco) che vogliono rivederlo, il settore nord non ha abbastanza vie di fuga. La capienza è scesa da 68.000 a 61.600. E al Maracanà, la sopraelevata pedonale, una passerella coperta, è solo per i vip della Fifa. Divieto a tutti gli altri. Ospitate, gente, ospitate.
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NON POTENDO COPIARE UN PEZZO DI TESTO NEANCHE QUI DAL BLOG, dove ho riprodotto il link,  TRADUCO UN PO’ A SENSO:
“Alla vigilia dei mondiali, il brasiliano non si sa decidere: è a favore o contro? Se questo campionato avvenisse in un altro paese sarebbero entusiasti, anche se non sperano troppo dalla loro squadra nazionale che risente del modo di giocare del club cui appartiene senza forse potersi amalgamare tutti insieme.  Siamo felici di come ci rappresenta il nostro futebol nel campo: preciso, competente, il migliore del mondo. Ma fuori dal campo, abbiamo a che fare con tutto il contrario: incompetenza e corruzione, sfiducia nello Stato (“desanimo” è di piu’: costernazione, abbattimento, tristezza, insomma tutto quello che ci toglie una spinta ad andare avanti a lottare) e in tutto quello che lo rappresenta: politici, organizzatori ecc.  Due lati della setssa moneta: da un lato il sogno, il futebol che ci rappresenta; dall’altro la realta’: la tristezza, la delusione, l’incapacita’ di rappresentarci cui i nostri politici sono arrivati. ” (alla fine, è letterale)
nota di chiara: non voglio contraddire l’inviato di Repubblica, ma abbassare un po’ i toni…non siamo nell’ imminenza di una rivoluzione. I brasiliani hanno vissuto quattrocento anni come colonia ( qui, dovreste  immaginare qualcosa: lavoro-lavoro-lavoro, le donne belle sono del padrone della piantagione, per far figliare le negre, uno schiavo aveva una vita privilegiata, mangiava riposava e passava il  tempo a ingravidare le donne, tutte le vostre ricchezze alla madrepatria, le tasse, i padroni portoghesi che hanno per es. sterminato gli Indios, mettendoli a lavorare nei campi, “storie e mentalita’ diverse, s’intende, che non possono incontrarsi perché una non esiste e l’altra domina tutto, dal corpo alla testa, anche la loro religione l’hanno potuta mantenere facendo i doppioni, se si puo’ dire: Jemanjà  la loro dea suprema, la dea del mare, ma è anche Maria, la schiavitù ‘ stata abolita ai primi del Novecento, ultimo paese persino dopo la Prussia. Quando andavo nei negozi con una amica, signora “bene”, si notava benissimo- e glielo dicevo-che veniva da un passato storico di schiavitù: ricordo una volta in un negozio di golfini—letteralmente al commesso ha fatto tiar giu’ ogni golfino dagli scaffali piu’ bassi ai piu’ alti, con la massima tran quillita’, e lui sempre gentilissimo, una volta che sono stati posti tutti e quanti sulla tavola, ha detto: “Mi dispiace, ma non ho trovato niente”. Lei personalmente è stata allevata come balia, poi rimasta in casa come cuoca, da una signora negra- vi evito le magnificenze, figlia di una schiava che per caso ho conosciuto un giorno che è venuta a trovare la figlia: ervamo ovviamnete in cucina, la figlia un tipo ben rotondo esuberante allegro, la madre che era lì in visita, un cosino mingherlino piccolissima tutta vestita di nero magrissima e come dire? accasciata in se stessa, un mucchietto, non diceva una parola, né alzava la testa,  almeno per i pochi minuti che sono rimasta …forse questa persone, non è solo la stanchezza, lo sfinimento di solo sopportare, ma forse sono presi anche da una grande vergogna…chiudo perché non so.
chiara: “Sono stata dieci anni in Brasile e tra corsi e ricorsi, ero sempre ammalata con periodi di depressione gravissima e anche di mania-delirio (il primo ricovero è durato tre mesi, non che abbia importanza, ma Natale compreso. avevo diritto di visite tre ore al giorno)–L’unico modo di curarsi da una malattia mentale e’ dilatare al massimo le vostre capacita’ di sopportazione—Volevo solo dire che, da questo popolo, dalle persone che veniva a lavorare in casa, dalle inservienti soprattutto degli ospedali psichiatrici, ma anche dalla gente in genere, ho imparato la sopportazione vera che cos’è–E come assimilarla piano piano: l’apprendimento c’è stato, e anche veloce, perché mi-era necessario a ritrovare un equilibrio nella vita. E’ inutile dire che le ricordo una per una e che a loro va costante la mia gratitudine”
3.   dall’Estado de Sao Paulo, il princiipale quotidiano del paese, solo una foto e un titolo—-poi corro..a correre in bici
dall’ex Presidente Lula, la seconda critica in due settimane  alla politica economica di Dilma—Fra poco ci sono le elezioni, tra l’altro—

Com as declarações, Lula escancara as divergências coma ´política econômica do governo Dilma - Fernando Gomes/Agência RBS

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