ore 18:59 OGGI FORSE RIESCO A FARVI UNA SORPRESINA….1. SERGIO ENDRIGO, CAMMINANDO E CANTANDO (1968-69)—2. GERALDO VANDRE’–P’RA NAO DIZER QUE NAO FALEI DE FLORES (“PER NON DIRE CHE NON HO PARLATO DI FIORI, 1968…” Ma la vera “sorpresa” IMPORTANTE CHE VI PROPONGO E’ ESSERE VENUTA A SCOPRIRE CHI E’ STATO GERALDO VANDRE’ DOPO IL 68.

https://www.youtube.com/watch?v=A5TMlLl2j9Q

 

LA TRADUZIONE E’ DI SERGIO ENDRIGO  (una cosa un po’ tanto diversa dal testo -sotto una traduzione piu’ decente cui ho aggiunto due versi che mancavano)

Camminando e cantando la stessa canzone
Siamo tutti uguali chi è d’accordo e chi no
Nelle fabbriche, a scuola, nei campi, in città
Camminando e cantando la stessa canzone

Fa chi vuole fare e chi vuole andare va
Chi è stanco di aspettare una strada troverà
Fa chi vuole fare e chi vuol sapere sa
Che la speranza è un fiore ma frutti non ne dà

Il soldato armato, amato o no
Con in mano il fucile non sa cosa fa
In caserma si insegna una antica lezione
Di morir per il re e non sapere perché

Fa chi vuole fare e chi vuole andare va
Chi è stanco di aspettare una strada troverà
Fa chi vuole fare e chi vuol sapere sa
Che la speranza è un fiore ma frutti non ne dà

Nelle fabbriche, a scuola, nei campi, in città
Siamo tutti soldati armati o no
Camminando e cantando la stessa canzone
Siamo tutti uguali chi è d’accordo e chi no

Nella mente l’amore e negli occhi la gioia
La certezza nel cuore, nelle mani la storia
Camminando e cantando la stessa canzone
Imparando e insegnando una nuova lezione

Fa chi vuole fare e chi vuole andare va
Chi è stanco di aspettare una strada troverà
Fa chi vuole fare e chi vuol sapere sa
Che la speranza è un fiore ma frutti non ne dà

 

 

GERALDO VANDRE’   “P’RA NAO DIZER QUE NAO FALEI DE FLORES” (CAMINHANDO E CANTANDO)

 

 

“sono un criminale, un exiliato, non sono ancora tornato”-

 

 

 

GERALDO VANDRE’ E’  MORTO NEL 2009, 11 novembre, di una complicazione cerebrale: era talmente “sparito” dal mondo che in certi giornali brasiliani, alcuni dicono che viveva in Sao Paulo, altri a Rio, altri ancora fuori dal Brasile.. E riportano su Yahoo una domanda: “chi e’ Geraldo Vandre?”

E’ stato molto difficile sapere se era ancora vivo, la stessa wiki brasil che vi ho citato, metteva solo la  data di nascita—

 

Sparito dalla vita comune a 38 anni, nessuno sembra interessarsene, ed è quasi certo che e’ stato un eroe della liberazione del Brasile dalla dittatura.

 

 

 

Su you tube si trova una sua presunta intervista montata a spettacolo, di un’ora, in cui racconterebbe effettivamente cosa è accaduto– Non ho ancora avuto tempo di sentirla.

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=6oGlRrJLiiY

 

 

Caminhando e cantando e seguindo a canção
Somos todos iguais braços dados ou não
Nas escolas, nas ruas, campos, construções
Caminhando e cantando e seguindo a canção

Vem, vamos embora que esperar não é saber
Quem sabe faz a hora não espera acontecer
Vem, vamos embora que esperar não é saber
Quem sabe faz a hora não espera acontecer

Pelos campos a fome em grandes plantações
Pelas ruas marchando indecisos cordões
Ainda fazem da flor seu mais forte refrão
E acreditam nas flores vencendo o canhão

Há soldados armados, amados ou não
Quase todos perdidos de armas na mão
Nos quarteis lhes ensinam uma antiga lição
De morrer pela pátria e viver sem razão

Nas escolas, nas ruas, campos, construções
Somos todos soldados armados ou não
Caminhando e cantando e seguindo a canção
Somos todos iguais braços dados ou não

Os amores na mente, as flores no chão
A certeza na frente, a historia na mão
Caminhando e cantando e seguindo a canção
Aprendendo e ensinando uma nova lição

Versione italiana di Luigi

Camminando e cantando e seguendo la canzone

Siamo tutti uguali, che ci siamo dati la mano o no
Nelle scuole, nelle strade, campi, edifici
Camminando e cantando e seguendo la canzone

Vieni, andiamo via che aspettare non è sapere
Chi sa agisce e non attende l’accadere

Per i campi la fame in grandi piantagioni
Per le strade marciando indecisi cordoni
Ancora fanno dei fiori il loro più forte ritornello
E credono nei fiori vincendo il cannone

Vieni, andiamo via che aspettare non è sapere
Chi sa agisce e non attende l’accadere

Ci sono soldati armati, amati o no
Quasi tutti persi con le armi in mano
Nelle caserme gli insegnano antiche lezioni
Di morire per la patria e vivere senza ragioni

Vieni, andiamo via che aspettare non è sapere
Chi sa agisce e non attende l’accadere

Nelle scuole, nelle strade, campi e edifici
Siamo tutti soldati armati o no
Camminando e cantando e seguendo la canzone
Siamo tutti uguali, dati la mano o no
Gli amori in mente, i fiori per terra
La certezza davanti, la storia in mano
Camminando e cantando e seguendo la canzone
Imparando e insegnando una nuova lezione

Vieni, andiamo via che aspettare non è sapere
Chi sa agisce e non attende l’accadere

inviata da Luigi – 7/3/2006 – 16:09


(ANCHE QUESTA TRADUZ. PURTROPPO, SOLO IN CERTI PUNTI, E’ DA RIFARE)—

COSI’ MI PARE NON SI CAPISCA L’IRONIA TRAGICA DEL TITOLO–“PER NON DIRE CHE NON HO PARLATO DI FIORI”,

SI CAPISCE DA QUESTI VERSI CHE, IN QUESTA TRADUZIONE DEL BRAVISSIMO LUIGI, SONO STATI SALTATI:

 

 

Pelos campos a fome em grandes plantações+
per i campi la fame nelle grandi piantagioni

Pelas ruas marchando indecisos cordões
nelle strade marchando  in cordoni indecisi

Ainda fazem da flor seu mais forte refrão
addirittura fanno del fiore il loro piu’ forte ritornello

E acreditam nas flores vencendo o canhão
E hanno fede nei fiori vincendo il cannone

 

 

GERALDO VANDRE’ NASCE NEL NORD, “TERRA DELLA SECCA E DELLA MORTE”, NEL 1935

 

TRADUZIONE di CHIARA del pezzo sotto (wiki brasil): “La composizione (para nao dizer…)  divenne un inno della resistenza del movimento civile e degli studenti che si opponevano alla dittatura durante il governo militare e fu censurata. Il ritornello:  “Vieni, andiamo via, che sperare non e’ sapere, (traduco letteralmente), chi sa l’ora la fa lui, non aspetta che succeda”, fu intesa come una chiamata alle armi (alla lotta armata) contro i dittatori.

Nel festival la musica  prese il secondo posto dopo “sabià di chico buarque e tom jobim.  Il pubblico fischio’ “Sabià”  e gridava a gran voce pretendendo che a vincere fosse Geraldo Vandré.

 

A composição se tornou um hino de resistência do movimento civil e estudantil que fazia oposição à ditadura militar durante o governo militar, e foi censurada. O Refrão “Vem, vamos embora / Que esperar não é saber / Quem sabe faz a hora, / Não espera acontecer” foi interpretado como uma chamada à luta armada contra os ditadores. No festival, a música ficou em segundo lugar, perdendo para Sabiá, de Chico Buarque e Tom Jobim. A música Sabiá foi vaiada pelo público presente no festival, que bradava exigindo que o prêmio viesse a ser da música de Geraldo Vandré.

 

Subito nel 68, per l’ AI5, Gerando Vandre’ dovette andare in esilio dopo essersi nascosto per un certo tempo nella casa del grande scrittore di “Grandes Sertao. Veredas” (tradotto in italiano da Ruggero Jacobi che, abitando in Brasile pote’ far supervisionare la traduzione dall’autore-una vera rarita’. Feltrinelli economica, 11, 90);  ando’ prima in Cile, in Germania e poi in Francia.

+E’ tornato nel 73 sempre vigilato a vista. Si ritira da tutti vivendo isolato.   Molti credono che Vandre’ sia impazzito a causa di supposte torture che avrebbe sofferto. Si dice che una delle aggressioni che ha subito sia stata l’estirpazione dei testicoli, dopo aver fatto uno show, da parte dei poliziotti addetti alla repressioni. Il musicista nega di essere stato torturato e dice che non si presenta  per la sua immagine di “Che Guevara Cantor” soffoca la sua opera.  (wiki, brasil)

 

 

 

 

 

 

 

 

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