ORE 06:55 IL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO E’ QUASI ALLA FINE…

aggiornato al 29 maggio 2014

 

 

STELLUTIS ALPINIS–IL CANTO MUSICALMENTE  PIU’ BELLO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE—COMPOSTO DAL MUSICISTA ARTURO ZARDINI quando era profugo a Firenze durante la prima guerra mondialeIN FONDO IL TESTO IN FRIULANO CON TRADUZIONE.Si richiama nella forma alla villotta friulana, in cui due parti superiori (tenori primi e secondi) procedono per moto parallelo e una o due parti inferioni (bassi e baritoni) “contrappuntano” sui gradi fondamentali della scala, in questo caso di Re maggiore (WIKIPEDIA).

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2014/06/Lars-Edegran-New-Orleans-Jazz-Band-Concerto-3_3-Stelutis-alpinis.mp3|titles=Lars Edegran New Orleans Jazz Band – Concerto 3_3 Stelutis alpinis]

 

ALTRI EVENTI CONTEMPORANEI AL FESTIVAL                  

I PROGRAMMI CON LE INFORMAZIONI-

UN FESTIVAL IN PIAZZA

http://2014.festivaleconomia.eu/altri-eventi

 

PROGRAMMI DETTAGLIATI CON AUTORE E ARGOMENTO IN POCHE RIGHE

https://polser.files.wordpress.com/2014/06/trento.pdf

 

 

Festival dell'Economia 2014

 

 

CLASSI DIRIGENTI, CRESCITA E BENE COMUNE    2014

 

 

NONA EDIZIONE

 

 

TV                                                       LIVE IN TVLive

 

Multimedia

 

 

Live
Multimedia
Festival in Piazza
Interviste
Sintesi intervento Matteo Renzi

Classi dirigenti, crescita e bene comune

Editoriale di Tito Boeri

Ricordo ancora una riunione abbastanza grottesca di genitori della scuola materna di mia figlia, rue d’Hauteville, Parigi. Erano inviperiti perché il preside aveva deciso di spostare all’anno successivo il “laboratorio di matematica” inizialmente previsto per i bambini di 3 anni. Le madri chiedevano a delle insegnanti in evidente imbarazzo: ma come faranno adesso i nostri figli ad entrare all’ENA? Ogni genitore vorrebbe che suo figlio entrasse a far parte della classe dirigente, ma nessuno sa esattamente cosa sia. Le classi dirigenti sono spesso invisibili ai più. Chi comanda preferisce che siano altri ad esporsi. E le regole d’ingresso nelle classi dirigenti sono tutt’altro che ben definite. In Francia storicamente la laurea in una delle grandes écoles , e soprattutto all’ENA, l’École Nationale d’Administration, è stata una condizione necessaria per avere posizioni di vertice nell’amministrazione dello Stato. Ma se guardiamo alle coorti più recenti di alti…“La qualità di una leadership va misurata sulla capacità di governare le situazioni nel vivo delle cose che accadono, dentro le loro contraddizioni, dentro i loro condizionamenti”. Quando avevo fissato questo concetto fra le linee guida del programma di governo non mi ero reso conto di quanto fosse vicino al tema che il Festival dell’Economia ha deciso di indagare quest’anno. E ne sono particolarmente felice perché l’esigenza di garantire ai territori una qualità di governo che sappia coniugare sviluppo e responsabilità è una priorità imprescindibile. Vale ovviamente anche per un territorio piccolo ma particolare come il nostro, depositario di un bene comune dal valore inestimabile che si chiama “Autonomia” che è sempre stata presente nel nostro modo di pensare e di agire. Per questo l’impegno per far capire che le prerogative che esercitiamo non sono privilegi, ma il frutto di una storia e di un’attitudine al fare da sé, non conosce soste; a partire dai comportamenti e dalle scelte che siamo chiamati a fare. Quello che più conta per chi, come me, appartiene alla classe dirigente politica, è agganciare ciò che crea futuro, collegarsi ai cambiamenti più fertili, cercando di perseguire gli interessi generali con rigore e sobrietà, mantenendo sempre un atteggiamento trasparente nel rapporto con le persone. Mai come in questo momento il cittadino ha bisogno di capire come funzionano le istituzioni che lo governano, come lavorano per garantire il presente e soprattutto un futuro per i propri figli. La tematica scelta quest’anno dal Festival è dunque di estrema attualità e tocca contemporaneamente due questioni fondamentali: da un lato, quella della selezione della classe dirigente, e quindi della sua legittimazione, da tempo ormai uno snodo problematico per tutte le democrazie mature, investite dai venti dell’antipolitica; dall’altro, quella della crescita, dello sviluppo, una categoria che abbiamo dato per scontata, nei decenni seguiti al secondo dopoguerra, e che oggi, invece, scontata non è più, specie per i paesi dell’Occidente industrializzato, che crescono, se crescono, a ritmi molto meno sostenuti rispetto a quelli delle economie emergenti dell’Asia e in futuro, pare, anche dell’Africa. Avere stabilito un legame fra questi due fattori – le classi dirigenti e la crescita economica – è già di per sé una scelta di campo importante. Sta ad indicare che, nonostante tutto, attribuiamo ancora un ruolo di primo piano alla politica, alla sua capacità di mettere in moto e di governare i cambiamenti. A patto, com’è ovvio, che il personale politico sia all’altezza di questo ruolo. Le riflessioni che scaturiranno da questa edizione del Festival dell’Economia sono dunque destinate ad essere, come sempre del resto, di stimolo per tutti: per gli amministratori della cosa pubblica, per gli attori economici, per le comunità, per tutti i cittadini, a cui spetta, non dimentichiamo, il compito fondamentale di selezionare i decisori. Il mio augurio è che, ancora una volta, a fare tesoro di queste giornate possa essere un pubblico ampio e variegato, capace di stimolare relatori e ospiti con le sue domande, le sue osservazioni, finanche le sue critiche.
 

Tito Boeri

responsabile scientifico
del Festival dell’Economia

 

ALTRI EVENTI CONTEMPORANEI AL FESTIVAL

http://2014.festivaleconomia.eu/altri-eventi

 

Presidente della Provincia autonoma di Trento, aggiornato al 29 maggio 2014   COMUNE DI TRENTO
Alessandro Andreatta Sindaco di Trento
In un paese come il nostro dove si fatica ad incetivare e accettare i cambiamenti, in cui il peso del merito e delle competenze vale sempre un po’ di meno delle appartenenze, aprire il dibattito sulla classe dirigente e, soprattutto, porlo in relazione ai concetti di crescita e bene comune, è la dimostrazione della lungimiranza di chi da nove anni lavora alla programmazione e realizzazione del Festival dell’Economia. Un evento che ci ha abituati a dibattiti di grande respiro, alla qualità delle riflessioni e all’acutezza degli approfondimenti. Quest’anno, però, il tema scelto offre un supplemento di interesse in quanto punta al cuore delle opportunità di futuro e di sviluppo che una comunità ha avuto e potrà ancora avere. Tutto ruota intorno alla qualità degli uomini e delle donne che hanno guidato e guidano un paese, le sue istituzioni politiche, la dimensione economica e finanziaria. I meccanismi di selezione e di scelta della classe dirigente, la sua reale capacità di guidare una comunità. Un tema che pone tutti di fronte a precise responsabilità: chi è dentro la stanza dei bottoni e chi da fuori esercita il potere di scelta, o peggio, si limita ad osservare con rassegnazione. Se è vero che ogni paese ha la classe dirigente che si merita, è altrettanto vero che scontiamo la scelta di non avere investito in formazione ad alti livelli, in pari opportunità, in ricambio della classe politica, preferendo, spesso, lasciarci convincere da maquillage di facciata, che non intaccano la sostanza o ritenendo più vantaggioso non sacrificare grandi e piccoli privilegi personali sull’altare del cambiamento, o peggio, criticando senza costruire. La nostra storia nazionale è piena di questi esempi e ancora oggi paghiamo il conto dell’assenza di una visione di sviluppo e perseveriamo in questi modi. Oggi più che in passato, però, non è più possibile rimandare: è necessario invertire la rotta per assicurarsi uno spazio reale di sopravvivenza e non rimanere relegati ai margini. Trento ospita con grande soddisfazione la nuova edizione del Festival nella certezza che anche quest’anno le giornate dell’evento trasformeranno la nostra città in un dinamico laboratorio di idee e conoscenze, da cui trarre utili spunti e nuova energia per ritagliarsi uno spazio di protagonismo nel divenire del nostro paese e dell’Europa. Alessandro Andreatta Sindaco di Trento  aggiornato al 29 maggio 2014
FRIULANO
(FUR)
« Se tu vens cà sù ta’ cretis,
là che lôr mi àn soterât,
al è un splàz plen di stelutis:
dal miò sanc ‘l è stât bagnât. 

Par segnâl une crosute
jé scolpide lì tal cret:
fra chês stelis nàs l’erbute,
sot di lôr jo duâr cuièt.

Ciol sù, ciol une stelute:
je ‘a ricuarde il néstri ben,
tu ‘i darâs ‘ne bussadute,
e po’ plàtile tal sen.

Quant che a cjase tu sês sole
e di cûr tu preis par me,
il miò spirt atòr ti svole:
jo e la stele sin cun té. »

(IT)
« Se tu vieni quassù tra le rocce,
laddove mi hanno sepolto,
c’è uno spiazzo pieno di stelle alpine:
dal mio sangue è stato bagnato. 

Come segno una piccola croce
è scolpita lì nella roccia:
fra quelle stelle nasce l’erbetta,
sotto di loro io dormo sereno

Cogli cogli una piccola stella:
a ricordo del nostro amore.
Dalle un bacio,
e poi nascondila in seno.

Quando a casa tu sei sola
e di cuore preghi per me
il mio spirito ti aleggia intorno
io e la stella siamo con te. »

(Stelutis alpinis)

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *