ORE 22:09 LETTERA DEL POLIZIOTTO FRANCO MACCARI AL CAPO DELLA POLIZIA ALESSANDRO PANSA

CRONACA
LA GIORNATA
Reato di tortura, poliziotti in rivolta
ROMA .

La Polizia è in ebollizione e i giorni dell’ira scatenati dall’applauso di Rimini alimentano una nuova tempesta sul suo capo Alessandro Pansa.
L’occasione è ancora il caso Aldrovandi e le sue ricadute. A cominciare dall’annunciato impegno delle forze politiche che sostengono il governo di approvare la troppo a lungo rinviata introduzione nel nostro codice penale del reato di tortura. La norma la cui assenza, dal G8 di Genova in poi, ha impedito di chiamare con il loro nome e giudicare di conseguenza gli abusi fisici e psicologici commessi da pubblici ufficiali su cittadini privati della loro libertà.
L’affondo arriva ancora da “destra”, anche se questa volta porta la firma di Franco Maccari, segretario generale “Coisp”, sigla sindacale vicina al “Sap” cui contende parole d’ordine e iscritti.

In un comunicato e in una lettera indirizzata allo stesso Pansa, il capo della Polizia viene messo in mora. Per le parole spese con Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi («Sui poliziotti responsabili della morte di suo figlio ho le mani legate…»), per la “mancanza di in iniziativa” nel dibattito parlamentare sul reato di tortura. «Egregio signor capo della Polizia — si legge nella lettera di Maccari a Pansa — Lei e il suo Dipartimento vi siete accorti del disegno di legge sulla tortura solo adesso che è alla Camera, mentre ve ne siete incredibilmente disinteressati quando era al Senato. Ci compiaciamo che Lei abbia finalmente compreso la pericolosità di interpretazioni estensive della futura figura di reato per la funzionalità dell’apparato di sicurezza del Paese. In futuro, si ricordi prima che è il capo dei Poliziotti! Altrimenti, i poliziotti smetteranno di lavorare». Quanto alle parole usate con la Moretti, «Pansa — scrive il Coisp — deve chiarire le proprie posizioni, perché sulla carta è ancora il capo di 94mila poliziotti e portare una maschera con loro è grave oltraggio non troppo a lungo sopportabile».
( c. b.)
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Il Coisp scrive al capo Pansa: “Se passa la legge smettiamo di lavorare”
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