sono così contenta di aver trovato un articolo così chiaro che viene da un esperto da me conosciuto per la sua ponderatezza e serietà, che, al nostro caro Giovanni, mettiamo Yehudi Menuhin che suona Paganini. Concerto for Violin no 1 in D major, Op. 6: 3rd movement, Allegro spirituoso
immagino che sulla legge spagnola saprà “tutto” la nostra amata mg. ma ci vedrà? E’ quasi spagnola (barcellona) e giurista.
giovanni sartori cosi’ lo vedete oggi in Tv magari anche meno ingrugnito…
ma è stato anche un gran bel giovane: GUARDATE VOI!
Giovanni Sartori (Firenze, 13 maggio 1924) è un politologo italiano. È considerato uno dei massimi esperti di scienza politica a livello internazionale, con all’attivo diverse collaborazioni e cariche in università estere.
dal Corriere della sera di ieri—
Il nostro Gian Burrasca, pardon, volevo dire il nostro vivacissimo Matteo Renzi, al momento minaccia burrasca sulla legge elettorale. Ha ragione. Una cinquantina di anni fa scrivevo che il sistema elettorale è lo strumento più manipolabile, e allo stesso titolo più decisivo, di tutto l’armamentario politico delle democrazie.
L’originalità del nostro Renzi è di proporre ben tre sistemi elettorali (l’uomo è generoso) che hanno un solo inconveniente: di essere tutti e tre sbagliati. Ma Renzi ha la parlantina facile, troppo facile per dargli il tempo di leggere e di informarsi. Però si è scelto un guru, Roberto D’Alimonte (24 ORE), che è guru perché vuole essere primo e anche solo, tra tutti i politologi italiani. Beninteso, lui è il più bravo. Sarà, ma forse non sarà. E veniamo alla sostanza.
Il primo sistema proposto da Renzi è il sistema spagnolo: piccole circoscrizioni che eleggono 5-6 rappresentanti il che implica di fatto un’alta soglia di sbarramento. I nostri specialisti propongono, in aggiunta, un premio di maggioranza che gli spagnoli non hanno e che insospettisce perché il troppo è troppo. Comunque è vero che il sistema spagnolo ha prodotto, fino a poco fa, un sistema bipartitico. Ma è così perché la contrapposizione a due c’era già: era una eredità della guerra civile che contrappose sanguinosamente una sinistra crudelmente dominata dai comunisti, a una destra franchista anch’essa macchiata di molto sangue, e si intende, anti-comunista.
Dunque alla morte del generale Franco una struttura bipartitica era fortemente radicata nella memoria storica della Spagna. Il che equivale a dire che non fu un prodotto del sistema elettorale. Pertanto non è vero che il sistema spagnolo importato in Italia produrrebbe un sistema bipartitico. Se il Grillismo reggerà, i partiti dominanti risulterebbero tre e così saremmo in uno stallo.
La seconda proposta sarebbe un ritorno al Mattarellum, cioè ad un sistema proporzionale puro, corretto però da un premio di maggioranza. Ma oramai abbiamo raggiunto un livello di frammentazione partitica che forse potrebbe non fare scattare nessun premio.
Resta la terza proposta che distingue il professor D’Alimonte da quasi tutti i cultori della materia e che il nostro inventore chiama «doppio turno di collegio». La denominazione fa confusione e confonde anche me. Comunque il punto che deve essere fermo e chiaro è che il doppio turno funziona a dovere solo se non consente coalizioni, solo se al primo turno ogni partito si deve presentare da solo. Detto per inciso questo è anche l’unico sistema che consente preferenze genuine degli elettori e che allo stesso tempo assicura in ogni caso governabilità. Di questo ho già scritto in un libro e varie volte sulle colonne del Corriere . Non mi posso sempre ripetere. Ma vedi per tutti l’articolo Tanto semplice che non si farà del 20 ottobre 2012.
Ma se Renzi mi leggesse (solo su questo punto, per carità) forse eviterebbe gli errori che sta per fare o far fare. Un buon sistema elettorale non è un sistema approvato da tutti. Questa è pura demagogia. È un buon sistema quello che riduce i piccoli partiti e che ovviamente i piccoli partiti avversano fino all’effusione del sangue. Come, per esempio, il doppio turno possibilmente collegato ad un semipresidenzialismo come da tempo praticato con successo in Francia. Ancora un punto. Tutti ripetono che la legge elettorale non basta. Sì e no. Può bastare a produrre governabilità, certo non basta a produrre buoni governi che governino bene. Come è ovvio.
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Cara Chiara, mi spiace, ma non ho mai approfondito la questione “sistema elettorale”, che, confesso, non mi appassiona più di tanto.
Però chiamata in causa sulla Spagna, mi sento di dire:
– Non credo si possa affermare che in Spagna la radicale e netta contrapposizione destra/sinistra sia “un’eredità della guerra civile”. Evidentemente tale contrapposizione preesisteva già alla guerra civile, ne è stata la causa e non viceversa. Le ragioni possono essere varie, tra queste (diciamolo pure) forse anche il superiore impegno civico del popolo spagnolo. Condizioni storiche molto diverse, certo, ma in Italia, mentre in Spagna si combatteva la guerra civile, la maggioranza della popolazione sosteneva il fascismo e la resistenza nacque non già dalla contrapposizione tra destra/sinistra, ma come guerra di liberazione dal nazifascismo, dopo l’armistizio.
– Il sistema spagnolo non necessariamente garantisce il bipolarismo.
Questo è vero. Infatti vedi i risultati delle ultime elezioni in Spagna.
http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_legislative_spagnole_del_2011
Il bipolarismo forse richiede anche una certa dose di maturità e/o onestà politica da parte degli elettori.
– L’appiattimento che viene fatto nell’articolo, con riferimento alla guerra civile spagnola, tra una “sinistra crudelmente dominata dai comunisti” e una “destra franchista anch’essa macchiata di molto sangue”, mi riesce difficile da accettare.
E così vorrei ricordare:
le fosse comuni di Franco
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/estero/estero290120033.htm
2.246 le fosse comuni della guerra civile spagnola, la mappa delle fosse comuni
http://mapadefosas.mjusticia.es/exovi_externo/CargarInformacion.htm
88.000 vittime del franchismo restano ancora sepolte in fosse comuni
http://www.publico.es/441527/al-menos-88-000-victimas-del-franquismo-continuan-sepultadas-en-fosas-comunes
La Spagna, con più di 114.000 “desaparecidos”, è il secondo paese al mondo, dopo la Cambogia, con il maggior numero di persone vittime di sparizioni forzate i cui resti non sono stati recuperati né identificati.
http://politica.elpais.com/politica/2013/10/09/actualidad/1381322308_843838.html
– Per finire vorrei segnalare e condividere questo articolo:
“Per il bene dell’umanità qualcuno fermi Giovanni Sartori”
http://www.valigiablu.it/per-il-bene-dellumanita-qualcuno-fermi-giovanni-sartori/