18 gennaio 2014 ore 11:27 DELRIO: BASTA CON I RICATTI DI CHI HA IL 2 PER CENTO—DI ALBERTO D’ARGENIO (DA REPUBBLICA DI OGGI)

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DELRIO: “BASTA CON I RICATTI DI CHI HA IL 2 PER CENTO” (Alberto D’Argenio)

 

Alberto D’Argenio, giornalista di Repubblica

 

 

18 gennaio 2014

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«Chi vuol far cadere il governo sulla legge elettorale abbia il coraggio di dire che agisce per salvaguardare il proprio partitino ». Graziano Delrio, ministro del Pd vicino a Renzi, non sposta di una virgola l’approccio del segretario. Si parla con tutti, anche con Berlusconi («che rappresenti Fi non l’abbiamo mica deciso noi») e poi si cerca un accordo più ampio possibile. Anche rinunciando al bipartitismo che pure favorirebbe il Pd.

Ministro, a che punto siete sulla legge elettorale?
«La riforma elettorale, quella del Senato e quella del Titolo V rappresentano il campo da gioco in cui poi i partiti si potranno confrontare e per questo è necessario cercare di farle insieme. Lo dico per il bene del Paese, non per la conservazione o l’interesse particolare di un qualche partito o partitino. Cerchiamo di dare al Paese regole del gioco chiare e all’altezza di una grande democrazia e per farlo bisogna uscire dagli interessi personali per trovare quella ottica comune che troppospesso è mancata».

I vostri alleati però vogliono prima un’intesa di maggioranza e poi allargare il campo, non viceversa.
«Un confronto serio con tanti esponenti di maggioranza c’è e c’è stato, ne sono testimone diretto. Ma forse il fatto che questo dibattito si svolga in modo trasparente è una novità sgradita a chi preferirebbe andare avanti con telefonate e incontri in oscuri salottini».

Fino ad ora però una proposta di maggioranza non è uscita.
«Bisogna trovare un modello che garantisca il funzionamento di questa Terza Repubblica che vogliamo far nascere e non credo che lo si possa fare con un proporzionale puro e con la garanzia di ricatto al governo da parte di partiti del 2%».

Come allora?
Serve un sistema che dia vita ad alleanze chiare e che permetta agli elettori di capire per chi stanno votando. Se poi si tratta di un turno, di due o di tre non è un problema, lascio ad altri il divertimento di disquisirne. L’importante è garantire la possibilità di dar vita a maggioranze solide e capaci di portare in fondo le proprie scelte. Il Pd ha anche messo in campo la possibilità che venga premiato non il partito con più voti ma la coalizione, salvaguardando il pluralismo e rinunciando al bipartitismo e con esso ad un premio al primo partito che pure potremmo aggiudicarci facilmente».

Ma il governo sulla legge elettorale rischia di cadere.
«Ragionare sulle regole del gioco non ha nessuna attinenza con l’azione dell’esecutivo alla quale, peraltro, Renzi non ha mai dato un limite temporale. Questa coalizione l’abbiamo accettata per senso di responsabilità, per portare il Paese fuori dalla crisi e per fare le riforme. Se ora raggiungere uno di questi obiettivi, le riforme, deve portare alla caduta del governo proprio non lo capisco. Chi invece lo pensa deve avere il coraggio di dire al Paese che agisce per l’interesse particolare del suo piccolo partito».

C’è tensione anche per la decisione di Renzi di incontrare Berlusconi.
«Renzi ha visto tutti gli esponenti dei partiti ed è fuori discussione che Berlusconi rappresenti Forza Italia. Il problema sarebbe se ci trovassimo di fronte all’inizio di uno scambio di segreti mentre qui si fa tutto alla luce del sole su punti già esposti all’opinione pubblica, non c’è nulla da temere. Le regole si fanno con tutti e se una squadra si fa rappresentare da Berlusconi è una scelta sua, non possiamo mica decidere che è il leader altrui».

Il patto di coalizione si farà?
«Sono fiducioso che Letta riuscirà a trovare la sintesi».

Ncd, Sc e popolari chiedono una riunione di maggioranza.
«Su questo risponderà Letta, ma ci sono state e ci sono molte occasioni per incontrarci. Più che tavoli servono accordi, se poi i tavoli servono a farli non vedo problemi a questo incontro».

Dopo il patto di governo servirà un rimpasto?
«È un tema che affronteranno il premier e il Capo dello Stato».

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SULLO STESSO ARGOMENTO LEGGETE ANCHE:
LA RIVOLTA DEI “PARTITINI” CONTRO RENZI
(di Giovanna Casadio)

 

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