17 GENNAIO 2014 ORE 20:08 ++++ VI SEGNALO IL PREZIOSO CONTRIBUTO –DOCUMENTI ALLA MANO CHE CI METTE A DISPOSIZIONE—CHE CI VIENE DA “mg” / A PRETESTO DELL’ARTICOLO DI CHRISTIAN RAMO GIA’ PUBBLICATO. VEDETE RAGAZZI, I LAVORO SERI, METTONO LE QUESTIONI CON I PIEDI PER TERRA E CI TIRANO GIU’ ANCHE LA TESTA DALLE NUVOLE DOVE DIVENTA UNA BABELE DISCUTERE PERCHE’ -INESORABILMENTE- “TUTTI HANNO RAGIONE” PERCHE’ – DI FONDAMENTATO- NESSUNO NE SA. GRAZIE!

 

per gioco: questo sono due volti possibili di mg…

 

in realtà è:

 

Georgia O’Keeffe al tempo dell’università

Georgia O’Keeffe (Sun Prairie15 novembre 1887 – Santa Fe6 marzo 1986) è stata una pittrice statunitense.

 

vista da mario bardelli…e dal blog che, ogni tanto, “tira” le immagini. Ci è già capitato, poi aveva smesso…sarà per rimanere all’altezza di mg?

 

DAL BLOG ZANZIBAR (INTERESSANTE E ANCHE MOLTO A VOLTE!

Europa Quotidiano

Il femminicidio e il sessismo benevolo

Perché il frame utilizzato finora per comunicare la lotta contro la violenza di genere non è quello giusto, osserva Christian Raimo. Un saggio sui maschi e la lezione del femminismo

di Christian Raimo

.

leggi QUI l’articolo di raimo

 

RICEVIAMO DALLA CARA  “mg”

 

Cara Chiara, mi sembra che l’articolo che sarebbe da prendere in considerazione non sia tanto quello qui pubblicato, ma l’altro di cui fornisci il link: “il femminicidio e il sessismo benevolo”.

Quest’ultimo, a mio giudizio, per il suo piglio scientifico e per l’ampiezza delle problematiche che pone esce dall’asfissia e povertà che caratterizzano, in linea generale, il dibattito mediatico italiano sul tema della violenza di genere (ridotta poi al solo femminicidio).

Le sollecitazioni e gli interrogativi sono tanti.
Alcuni trovano argomenti e risposta nei dibattiti avvenuti in occasione delle quattro Conferenze Mondiali sulle donne che a partire dal 1975 hanno visto l’insorgere sulla scena internazionale dei movimenti femminili ed hanno consentito, attraverso l’incontro delle donne NORD/SUD- EST/OVEST, di prendere coscienza dell’universalità della violenza, del suo radicamento nelle strutture di potere (il patriarcato che si esprime anche nel colonialismo, razzismo, classismo etc.) e della necessità di definire progetti politici a vasto raggio per una strategia globale in difesa dei diritti fondati sull’eguaglianza e sullo sviluppo.

Come dice l’autore: ”il femminismo nutriva (ed era nutrito da) altre correnti parallele…Il femminismo nasce come apertura ermeneutica, dialoga con le letture marxiste, strutturaliste…”; bisogna “problematizzare la questione della violenza tout-court”.

In tali dibattiti si sono fissate le basi dei principi cardine del pensiero femminista e delle sue battaglie in diversi ambiti, legali, sociali e istituzionali: il concetto di genere come costruzione culturale, la valorizzazione della diversità e l’empowerment femminile, l’incorporazione della prospettiva di genere, il vincolo e il circolo vizioso esistente tra violenza e discriminazione di genere:

“…la violenza contro la donna costituisce una manifestazione delle relazioni di potere storicamente diseguali tra uomini e donne che hanno condotto alla dominazione e alla discriminazione della donna da parte dell’uomo e impedito il suo pieno progresso, (e che la violenza contro la donna) è uno dei meccanismi sociali fondamentali con cui si forza la donna ad una situazione di subordinazione rispetto all’uomo”(Dichiarazione sulla eliminazione della violenza contro la donna, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite-1993)
“La violenza di genere è il risultato della discriminazione e agisce come moltiplicatore della discriminazione” (Racc. Gen. Comitato Cedaw n.19, 1992)

Le battaglie del movimento femminile globale hanno messo in piedi strumenti internazionali contro la violenza di genere, in Sudamerica (1995), Africa (2003) ed Europa (la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e lotta contro la violenza contro le donne, adottata ad Istanbul nel 2011, ratificata dall’Italia nel 2013, è stata quella che ci ha costretto ad adottare in fretta e furia la brutta legge per il contrasto alla violenza di genere).

 

 

Ma perchè parlare solo di violenza domestica?

 

Ma siamo sicuri che la violenza si è spostata dalla piazza alle mura domestiche? E allora la tratta? E allora gli stupri di guerra nelle operazioni di pace…anche da parte dei nostri soldati? E allora la pornografia dura? E allora le molestie sessuali sul posto di lavoro. E allora…allora…allora. Per non dire degli efferati crimini contro le donne fuori da casa nostra (Ciudad Juarez in Messico…Colombia, Perù, Cile, Rwanda, Ex Jugoslavia etc. etc.)

Ci sarebbe ancora molto da riflettere e da dire.

 

 

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