QUARTETTO CON GIOVANNA MARINI, PATRIZIA NASINI, PATRIZIA BOVI, FRANCESCA BRESCHI
onico canto per dileggiare un certo tipo di discorsi insulsi pieni di vuoti concetti tipici di alcuni politici nostrani contemporanei.
Insieme a Giovanna Marini cantano da sinistra Patrizia Nasini, PAtrizia Bovi e Francesca Breschi.
Registrazione effettuata al Teatro della Tosse di Genova il 9 marzo 2009
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- CALABRIA: crema reggina di ROSA ED IO
- SICILIA: biancomangiare di CUCINA CHE TI PASSA
- TOSCANA: panna cotta all’amarena di NON SOLO PICCANTE
- LOMBARDIA: crema del Lario di L’ANGOLO COTTURA DI BABI
- VENETO: rosada veneta di SEMPLICEMENTE BUONO
- FRIULI VENEZIA GIULIA: palatschinken di NUVOLE DI FARINA
- PIEMONTE: crema frèida e amaret di LA CASA DI ARTU’
- EMILIA ROMAGNA: zuppa inglese di ZIBALDONE CULINARIO
- TRENTINO ALTO ADIGE: budini alle albicocche di A FIAMMA DOLCE
- PUGLIA: coppette di ricotta e amarene di BREAKFAST DA DONAFLOR
- UMBRIA: crema pasticcera al caffè di 2 AMICHE IN CUCINA
- ABRUZZO: lattacciolo di IN CUCINA DA EVA
In Liguria siamo avari di dolci, non c’è niente da fare. Siamo gente dura, abituata da secoli ad andare per mare e a strappare alla terra, stretta fra le montagne e l’acqua, ciò che produce. Non abbiamo tempo per le coccole! Nei ristoranti i dessert sono presi da altre tradizioni, come quello che vi propongo, il budino biancomangiare, che si fa anche in altre regioni e che noi abbiamo copiato dai vicini francesi, le blanche manger.
Ed ecco la mia poesia.
Bunèt e Bunettu
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Richiesta di Franca, Torino: “bunèt” è un dolce tipico piemontese ma ho visto che alcuni budini liguri vengono chiamati “bunettu”
I termini bonet [bunèt], piemontese, e bonetto [bunétu], ligure, non indicano tanto un dolce “tipico”, quanto la preparazione che in italiano viene genericamente chiamata ‘budino’: il fatto che questo dolce sia sentito come “tipico” della cucina piemontese non ne riflette una particolare specificità regionale, anche se, in Piemonte come altrove, possono esistere ricette specifiche e modalità originali di preparazione del budino: è chiaro quindi che la voce non è di per sé “tipicamente” piemontese come “tipicamente” piemontese non è neppure il dolce, e quindi non c’è da stupirsi se la si ritrova anche in altre regioni, dove il budino ovviamente esiste pur senza essere ritenuto particolarmente “tipico”. L’origine della voce potrebbe risalire banalmente all’aggettivo bon ‘buono’ in forma diminutiva, e indicare quindi ‘una cosetta buona, un dolcino buono’; è però possibile risalire (non senza l’influsso comunque presente di bon ‘buono’) alla parola ‘bonetto’ che significa ‘berretto’, attribuita a un dolce che per la forma può richiamare in certi casi un copricapo: allo stesso modo lo ‘zuccotto’ è un dolce così chiamato con riferimento alla sua forma che richiama lo ‘zuccotto’ appunto o ‘zucchetto’, ossia il noto copricapo ecclesiastico a calotta. L’origine remota della parola ‘bonetto’ per berretto è germanica, ma come antecedente diretto occorre fare riferimento al latino medievale ‘abonnis’, che indicava appunto un copricapo. In italiano si ritiene comunemente che bonetto (attestato dal sec. XVI) sia un prestito del francese, lingua nella quale il derivato di ‘abonnis’, ‘bonnet’ col significato di ‘berretto’ è presente dal sec. XII e tuttora d’uso comune. Va tuttavia sottolineato che il latino medievale ligure offre la forma ‘bonetus’ per ‘berretto’ già nel 1250 e che la parola ‘boneto’, ancora per ‘berretto’ compare in genovese nel 1488 ed è documentata continuativamente nei lessici liguri fino ad oggi. Il nome del copricapo è quindi precocemente diffuso in Liguria, rispetto al resto d’Italia, o come prestito dal francese o come forma autonoma e contigua rispetto a quest’ultima lingua. Mancando la documentazione storica relativa al dialetto piemontese, tuttavia, è difficile dire se il passaggio dal significato di ‘copricapo’ a quello di ‘budino’ si sia verificato prima in area ligure o in area pedemontana.