13 gennaio 2014 ore 22:22 TRE FILM SUL MONDO DEL LAVORO ANALIZZATI DAL PROF. PIETRO PIRO DI ROMA TRE E DELL’ACCADEMIA.EDU DI…SAN FRANCISCO?

 

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Pietro Piro  FILOSOFO  (Università degli studi di Roma Tre, Dipartimento di Scienze dell’educazione) just uploaded a paper on Academia.edu:

 

 

Tre film su lavoro, alienazione, marginalità: Riff Raff, Bubble, Non è ancora domani (la pivellina)

“Quello che emerge prepotentemente da queste pellicole – tutte da vedere a nostro avviso – è che anche nelle condizioni materiali più disagiate e marginali, la forza della solidarietà, la speranza data dalla condivisione degli affetti, la prospettiva offerta dall’aiuto e dal prendersi cura, aprono… (Pietro Piro)

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Pietro Piro (Università degli studi di Roma Tre, Dipartimento di Scienze dell’educazione) just uploaded a paper on Academia.edu:

 


In una società a rischio, caratterizzata da biografie di questo tipo, la possibilità di scivolare e cadere sono sempre in agguato, nonostante la sicurezza e il benessere apparenti. Di qui derivano l’ansia e il timore che pervadono anche i ceti sociali più elevati, tendenzialmente benestanti.

URLICH BECK —Costuire la propria vita

 

RIFF RAFF   —KEN LOACH

 

Riff Raff è un film del 1991 diretto da Ken Loach, uscito in Italia con il sottotitolo “Meglio perderli che trovarli“.

Il regista attraverso le vicende dello scozzese Stevie, un ex detenuto per furto che sotto falso nome lavora come operaio in un cantiere edile della Londra della ristrutturazione economica, della sua ragazza disoccupata e degli altri protagonisti offre uno spaccato della vita del proletariato nel suo paese nell’era Thatcher.

Il film è stato premiato con Premio critica internazionale al Festival di Cannes e l’European Film Award (Felix) nel 1991.

 

 

BUBBLE —Steven Soderbergh

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=YnQDBbf1WCM

 

ANNO: U.S.A. 2006

GENERE: Thriller

REGIASteven Soderbergh

CASTDecker Moody, Misty Dawn Wilkins, Debbie Doebereiner, Dustin James Ashley, Amanda Massey, Joyce Brookhart, Dawn Hall, Katherine Beaumier, Scott Smeeks, Steve Deem, Kyle Smith, David Hubbard, Laurie Lee, Omar Cowan, Madison Wilkins, Steven Soderbergh, Phyllis Workman, Ross Clegg, Jeffrey R. Morris, Adam C. Anderson, Leonora K. Hornbeck, Thomas R. Davis, Daniel R. Christian, A. Paul Brooks Jr.

DURATA: 73 ‘

TRAMA: In un piccolo paese dell’Ohio quasi tutti gli abitanti sono occupati in una fabbrica di bambole. La quarantenne Martha (Debbie Doebereiner) ed il giovane Kyle (Dustin James Ashley) lavorano lì da vari anni e, nella solitudine totalizzante della provincia degradata, tra i due nasce una relazione meccanica, quasi anaffettiva. Il loro rapporto un giorno, però, viene sconvolto dall’arrivo di una nuova operaia, Rose(Misty Dawn Wilkins), una ragazza madre che nessuno conosceMartha inizia sin da subito a sospettare di lei perché nota delle piccole ambiguità, e quando capisce che tra la nuova arrivata e Kyle sta nascendo una relazione, rimane sconvolta. I tre tentano di stabilire tra loro un nuovo equilibrio, tollerandosi senza ferirsi, finché un giorno, inevitabilmente, la tragedia arriva a devastare le loro vite

CRITICA a cura di Paola BernardiCon stile scarno e minimalista, quasi documentaristico, Soderbergh offre un inquietante ritratto della provincia americana.
Sul desolante appiattimento esistenziale di alcuni abitanti di una cittadina sperduta nel Midwest, la notizia di un omicidio è solo una breve scossa prima che tutto torni alla normalità, all’alienante e malinconica routine quotidiana.

La vittima dell’omicidio è Rose, appena assunta nella locale fabbrica di bambole. Fin troppo facile e scontato, da parte della polizia capire chi è l’assassino. Questo film non si presenta infatti come un thriller, non è l’intreccio che interessa a Soderbergh. Non racconta nulla; mostra semplicemente delle cose e dei volti, utilizzando un cast di attori non protagonisti, ripresi sempre in primo piano. E’ una regia quasi televisiva, per questo scioccante nell’insieme. E’ un film girato in tre settimane; i volti, gli interni, il mobilio ordinario, sono ripresi così come sono. Proprio il realismo delle immagini che disorienta e crea senso di disagio; per il resto, alla misera routine di queste persone, non è nemmeno concesso il brivido della suspence, in questo contesto persino un omicidio diventa prevedibile e scontato. Paola Bernardi

 

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NON E’ ANCORA DOMANI (LA PIVELLINA)—2009

DI TIZZA COVI E RAINER FRIMMEL, DUE DOCUMENTARISTI E FOTOGRAFI PROFESSIONISTI

 

 

Non è ancora domani-La Pivellina è il nuovo film diretto dalla coppia di registi Tizza Covi e Rainer Frimmel, due documentaristi e fotografi professionisti.
Narra la storia di Patti, un’artista circense che gestisce spettacoli di strada con il marito Walter; un giorno, cercando il proprio cane in un parco vicino al camper in cui vive nella zona di San Basilio a Roma, si imbatte in una bambina di circa due anni. Asia, così si chiama: è stata lasciata lì dalla madre con indosso un biglietto in cui la donna afferma che tornerà a prenderla. Da quel momento la donna, con l’aiuto del marito e di Tairo, un adolescente che vive in un altro camper con la nonna, prenderà ad occuparsi della bimba senza rinunciare a cercarne la madre.

 

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