12 GENNAIO 2014 ORE 22:11 ANNA PROCACCINI, L’ULTIMA MOGLIE, CI PARLA DI ARNOLDO FOA

“È stato un amore grande accanto a lui sono rinata”
ANNA BANDETTINI
ROMA — Schivo, pungente, intimamente terrorizzato da ogni forma di esibizionismo e futilità, questo è l’uomo di cui sedici fa si era innamorata. «Con Arnoldo ci siamo conosciuti in libreria, ci presentò il suo editore. Fu proprio un colpo di fulmine. Capimmo all’istante che qualcosa era successo. Non passò molto tempo che già vivevamo assieme. Due anni dopo, nel Duemila, decidemmo di sposarci. Era al quarto matrimonio. Aveva 46 anni più di me. È stato un amore grande, non siamo mai stati lontani, abbiamo condiviso tutto. Fino a ieri». Anna Procaccini, la moglie di Arnoldo Foà, alterna commozione e voglia di raccontare. «Aveva un fisico forte — dice — in questi ultimi mesi ha avuto problemi respiratori, fino alla crisi di ieri».
Come è stato vivere accanto a un uomo come lui?
«È come essere nata un’altra volta. Mi ha dato la libertà, libertà di pensiero. Solo un uomo che ha vissuto quello che ha vissuto lui, le persecuzioni razziali, può avere un tale rispetto per gli altri da considerare la libertà il primo valore. Era un uomo libero, forse proprio per questo è stato, diciamo così, “danneggiato”».
Perché? Aveva avuto qualche delusione?
«Per il grande attore che era — Strehler lo aveva indicato come uno dei cinque più grandi del Novecento — avrebbe potuto avere, specie al cinema, molte più occasioni. Ma lo dico io. Lui non si è mai lamentato. La sua dote più grande forse era proprio l’onestà intellettuale. Se aveva dubbi, erano su di sé prima che sugli altri».
Come viveva il fatto di essere molto più vecchio di lei?
«Giustamente non gliene importava nulla».
Con lei cosa ricordava del periodo delle persecuzioni razziali?
«Le tragedie che tutti sappiamo ma anche che lì aveva imparato una lezione: nella vita ciò che conta sono gli affetti».
Come ha vissuto questi ultimi due anni lontano dalle scene?
«Ascoltava musica, leggeva, a volte glieli leggevo io, Leopardi, Shakespeare, Dante. Di loro conosceva l’intera opera. Diceva che quello bastava per riempire una vita».
Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *