8 gennaio 2014 ore 08:33 “E andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com’è tutta la vita e il suo travaglio/ in questo seguitare una muraglia / che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.” Bisogna leggerla a voce alta (ma “baixinho”, dirla solo per se’). C’è anche gente che tutta la vita, inconsciente coraggio-stupidità del mondo – oh questo sì!–anche non rassegnarsi all’esperienza—di fronte a perpetuare i sogni/ e anche “un’eccessiva curiosità sulla vita”—be’, insomma, ha creduto di poter passare la vita a scavalcarli quei muri con i cocci di bottiglia / neanche rompersi la testa contro il muro della realtà e scoprire che questo è più forte di qualunque ideale (la pazzia) non è stato sufficiente—la morte mi convincerà? “abbastanza desolatamente”, chiara

Redazione
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Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

 

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