15 DICEMBRE 2013 ORE 19:30 MOSTRA “LA BELLA ESTATE E ALTRE STAGIONI” (1994) A SANREMO, RECENSIONE DI DONATELLA D’IMPORZANO

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2013/12/Los-Lobos-Gipsy-Kings-La-Bamba-With-Lyrics.mp3|titles=Los Lobos & Gipsy Kings – La Bamba (With Lyrics)]

 

 

 

 

 

 

LA  BELLA  ESTATE  E  ALTRE STAGIONI (1994)

 

Mostra di Mario Bardelli al “Des Etrangers”

 

 

RECENSIONE DI DONATELLA D’IMPORZANO

 

 

 

Qualche volta pensava che quell’estate

non sarebbe finita più, e insieme che

bisognava far presto a godersela

perché, cambiando la stagione, qualcosa

Doveva succedere.

 

(Cesare Pavese)

 

 

Dopo la mostra a Milano del febbraio ’93, Mario Bardelli si presenta a Sanremo per la terza volta (Mostra al Casinò Municipale di Sanremo – settembre 1990; Mostra all’Hotel “Des Etrangers” – febbraio/marzo ’92) con lavori prevalentemente del ’93.

Oso dire che questa è la sua mostra più nuova e che mi piace di più. Subito mi sono lasciata incantare dalla bellezza dei suoi quadri, come fossero degli “idilli”, delle liriche brevi ed intense, con una visione serena ed estatica della realtà: un mare immobile, una luce densa e dorata in cui sono immerse delle figure che sembrano dimenticate, un’estate che sembra coagulare tutte le stagioni della vita, una perfetta gioiosità che rimanda ad altro, un equilibrio così perfetto che comunica l’ansia di un imminente sconvolgimento.

 

 

 

 

Proprio quest’ansia mi pare che ci obblighi a soffermarci su ciò che il frammento di realtà, fissato dal pittore, non dice ma lascia trasparire. E nel far ciò, usciamo dall’idillio. Si tratta di una realtà strettamente delimitata, ma ampia, infinita come infinito è il nostro essere. Per i quadri di questa mostra si potrebbe parlare di una serie di immagini senza tempo, tutte apparentemente lineari, immerse in una solarità che ci sovrasta. Questa estaticità potrebbe sembrare molto lontana dalle rappresentazioni “deformate” (Gadda, 1974) a cui Mario Bardelli ci ha abituato in altre mostre, specialmente nei quadri della Mostra di Milano del febbraio ’92. In verità si tratta della stessa ricerca, “fantasmi” del mondo interno ed esterno, rappresentazioni nascoste che accettano di emergere e di apparire alla luce attraverso un “lavoro” che è molto simile al “lavoro del sogno” descritto da Freud (1900). Questo lavoro non è solo tecnica, è ri-creazione di quelle verità, in molti di noi ormai pietrificate, che l’io pittorico scopre ma depura per proteggersi, e noi insieme a lui. Parafrasando Lyotard (1993) “Nessuno sa dipingere. Ognuno, il più “grande” soprattutto, dipinge per afferrare con e nell’immagine qualcosa che non sa dipingere. Che non si lascerà dipingere. Lo sa”.

 

 

Il pittore Mario Bardelli ci mette di fronte a questo “non sapere”, a questo ignoto che ci attrae e nello stesso tempo ci spaventa, che è dentro di noi e fuori di noi.

Questa solarità finisce col destarci un’inquietudine, percepita o nascosta, che ci porterà a guardare queste immagini “con serietà”, come se ci guardassimo in uno specchio in cui subito non ci riconosciamo, in cui la realtà ci è estranea. Ci obbligherà a rifare un “lavoro”, ma a condizione di poterci sottrarre alle sollecitazioni che ci bombardano da ogni parte, con cui noi stessi ci “droghiamo” per esistere appena come gli altri, la società e i suoi valori, ci vogliono.

Mario Bardelli ha senz’altro intrapreso una ricerca, e severamente, lucidamente, direi con freddezza, una ricerca sull’apparire e non apparire dell’essere oggi (Heidegger); per questo si giustifica il suo “mettere tra parentesi il mondo” (Husserl): disciplina necessaria a un lavoro che tende a restituirci, attraverso le immagini della sua pittura, una realtà più consapevole, a lastre meno fragili perché meno spezzate, direi più “umana”, se è caratteristica specifica dell’essere umano fare concessioni, operare sintesi più “verosimili” o, come dice Gadda, “… più adeguate a conoscenza”.

Donatella D’Imporzano

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

3 risposte a 15 DICEMBRE 2013 ORE 19:30 MOSTRA “LA BELLA ESTATE E ALTRE STAGIONI” (1994) A SANREMO, RECENSIONE DI DONATELLA D’IMPORZANO

  1. nemo scrive:

    Bella recensione, belle le opere ( qui riprodotte ) di Mario Bardelli. Peccato che la mostra non l’ ho vista, a suo tempo.

    • Chiara Salvini scrive:

      purtroppo di una mostra di 20-30 opere, Mario ha le foto di…3! Comunque sono stata molto contenta di questo articolo perché per la prima volta le foto le abbiamo messe insieme, precedentemente le ha cercate nel suo archivio che chiamarlo “ginepraio”, per un povero altro, che poi sono io, è trattarlo troppo bene! Non ho il minimo dubbio che Mario abbia una “razionalità” altra rispetto alla mia…sarei tentata di dire rispetto a quella del senso comune…Avrai notato che per la prima volta ci sono i dati sulle opere: mi piacerebbe poterle pubblicare tutte con questi dati, ma mi sono inaccessibili. Eppure ancora adesso abitiamo nella stessa casa!Sono passati quasi trentanni giusti da quando gli ho detto (allora, con grande simpatia) : “Ormai ti conviene tentare la strada del genio, perché quella umana te la sei giocata tutta!”…Forse col nipotino, invece, sembra oggi di poter scorgere, a volte, sul suo viso un’espressione che ricorda quasi un’umanità che sente, prova emozioni comuni e-la cosa più straordinaria che non avevo mai visto- “puo’ apprendere”! Be’, sì, ho scelto la tua spalla (sempre possente!!) per piangere la mia sorte…mi hai fatto venire in mente una musica, vado a cercarla, ciao caro nemo, cerca di non mollare perché qui cade la casa…dopo di me! notte, chiara
      PS. lo so, Mario è sempre irriconoscibile nelle mie parole, il mio è un Mario privato, in pubblico lui è un’altra persona, appartiene a quella famosa tribu’ di gente, molto numerosa, in cui il comportamento pubblico è uno (sotto i riflettori, la brutta figura, la gente, l’immagine che mi devono rimandare, il pericolo di essere messo a fuoco e criticato ecc.) e quello in casa con vecchia ciabatta di cui ti sei convinto (e sbagli!) che “mai ti toglierà il suo amore-accettazione ecc “., è altro. Le solite “scene da un matrimonio”, direbbe il grande. Spero non averti annoiato, mi scuso per lo sfogo, chiara

  2. nemo scrive:

    Non provo mai ‘noia’ leggendoti. Spero di non apparirti ‘irriverente’ ma, anche quando racconti cose molto personali e molto ‘serie’, a me pare che le ‘impasti’ con una scrittura che contiene anche ironia … per me, una fondamentale qualità di ‘stile’ …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *