11 DICEMBRE 2013 ORE 08:26 OLTRE L’OCCIDENTE RITROVIAMO IL FIATO PER SPERARE—-18 – 02 – 2010 Lucia e Ivonne: ex-tupamaras. Topolansky e Passada nominate presidenti di Senato e Camera

2011 L’URUGUAY E’ CAMPIONE DEL SUDAMERICA

 

2011 

LUCIA TOPOLANSKI CON IVONNE PASSADA

News per Miccia corta

18 – 02 – 2010

Lucia e Ivonne: ex-tupamaras. Topolansky e Passada nominate presidenti di Senato e Camera

(il manifesto)
Maurizio Matteuzzi

 


Il primo marzo prossimo, José Pepe Mujica, il candidato del Frente Amplio di centro-sinistra che nella due tornate di ottobre e novembre ha vinto le elezioni, sará  «incoronato» presidente della repubblica orientale dell’Uruguay, succedendo a Tabaré Vazquez, il popolare presidente socialista del primo governo del Frente. Mujica è uno dei fondatori del Movimiento de liberacion nacional-Tupamaros – il gruppo che praticó la guerriglia urbana a cavallo degli anni ’60-’70 -, e per questo passó 15 anni nelle galere militari in condizioni subumane.
Giá  questa traiettoria personale-politica racchiude una forte carica simbolica. Ma il simbolismo non finisce qui. Lunedí facevano 25 anni dal giorno in cui, il 15 febbraio 1985, l’Uruguay tornava al sistema democratico dopo 12 anni di dittatura militare (con appendici civili di facciata). E proprio lunedí si è inaugurata la nuova legislatura che, per la prima volta nella storia del paese, vede in entrambi i rami del parlamento, in cui il FA ha la maggioranza assoluta, due donne alla testa, entrambe ex-tupamaras e ora del Movimiento de Partecipacion Poular, il gruppo politico degli antichi guerriglieri che è il piú forte del Frente Amplio. Lucia Topolanski al senato eIvonne Passada alla Camera.
Sono state Lucia e Ivonne a ricevere nelle loro mani il giuramento di fedeltá  alla costituzione di ciascuno dei 30 senatori e dei 99 deputati. Lucia Topolansky, che ha 65 anni ed è anche la moglie di Pepe Mujica, ha ascoltato il giuramento fra gli altri di Pedro Bordaberry, leader del Partido colorado ed ex candidato presidenziale in ottobre. Ma soprattutto figlio di quel Juan Maria Bordaberry che era presidente della repubblica nel ’73 quando i militari, scatenata la caccia ai tupamaros, diedero il colpo di stato e ci rimase fino al ’76, quando non servendo piú ai generali, fu deposto. Arrestato nel 2006, Bordaberry padre, ora piú che ottantenne, è stato finalmente condannato a 30 anni (arresti domiciliari) solo qualche giorno prima che Bordaberry figlio giurasse fedeltá  alla costituzione nelle mani dell’ex-tupamara Lucia Topolansky.
Lucia, che è stata eletta presidente del senato non perché donna o moglie di Mujica ma perché è stata la candidata piú votata di tutti il 25 ottobre, fu arrestata la prima volta nel ’70, fuggí ma fu ripresa nel ’72 e restó in prigione – fra inenarrabili torture che fra l’altro le impedirono per sempre di avere figli – fino all’85, lo stesso anno in cui entro nei tupamaros Ivonne, che oggi ha 54 anni e prima di entrare in parlamento è stata alla direzione del Pit-Cnt, la centrale sindacale uruguayana.
«Sono giorni carichi di simbolismo», ha detto Lucia Topolansky. Ma dal momento che l’Uruguay è sempre stato, in America latina, «un paese sui generis», ha assicurato di aver potuto «perfettamente e senza alcun rancore» prendere il giuramento del figlio dell’uomo che le ha causato infinite sofferenze e l’ha marcata per tutta la vita. «Questo è l’Uruguay, non so se potrebbe verificarsi in altre parti del mondo».
Dopo Pedro Bordaberry, il primo marzo Lucia fará  giurare anche suo marito, Pepe che, secondo il protocollo uruguayano, riceverá  l’investitura non dal suo predecessore e compagno di coalizione Tabaré (i due non si amano, troppo diversi) ma dal presidente del senato. Altro simbolismo. Topolansky restará  alla testa del senato solo per due settimane, perché una volta insediati nella residenza presidenziale di Suarez y Reyes il marito e il suo vice, l’ex-ministro dell’economia Danilo Astori, quest’ultimo diverrá  automaticamente anche presidente del senato. Per cinque anni resterá  solo senatrice e primera dama, una prima dama molto particolare come il presidente Pepe.
Resta il fatto che, 25 anni dopo la fine della dittatura, le tre massime cariche dello stato, in Uruguay sono nelle mani di tre ex-tupamaros. Nemesi della storia.

 

 

 

 

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