Il bellissimo David Garret suona per noi la Csarda di Monti – Milano 30 maggio 2005– Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly + Milan Řehák – accordion

 

 

 

Violin: David Garrett
Conductor: Riccardo Chailly
Orchestra: Filarmonica del Teatro alla Scala, Milan, Italy

 

APRI QUI

https://www.youtube.com/watch?v=u5Z9GeNcUXY

Diavolo di un violinista: David Garrett solista alla Filarmonica della Scala

Di tasca sua «Ho fatto il modello per Armani e Vogue: mi è servito per pagarmi gli studi alla Julliard»

 

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«David? Di solito suona negli stadi perché i suoi fan non ci stanno in un teatro». Riccardo Chailly spiega così la presenza di David Garrett nell’attesissimo concerto che la Filarmonica della Scala tiene sabato sera in piazza Duomo per incontrare la città e aprirsi a un pubblico sempre più ampio. Il 34enne teutonico sarà solista nel primo Concerto di Bruch, nell’ultimo dei 24 «Capricci» di Paganini e nella «Czardas» di Monti, incastonati tra le ouverture dal Guglielmo Tell rossiniano e dai «Vespri Siciliani» di Verdi.
Signor Garrett, Paganini è stranoto, Monti molto meno: una scelta insolita.
«Tutto nasce dall’incontro con Chailly un anno fa: a entrambi piaceva l’idea di Bruch, intenso, romantico, spettacolare. Lui poi voleva qualcosa di italiano: facile pensare a Paganini, ma cercavamo anche un brano a sorpresa. E potrebbe essercene qualcuna anche fuori programma, qualcosa di diabolico, magari ancora Paganini».
Secondo Toscanini la classica deve essere eseguita solo al chiuso: perché portarla in piazza?
«Ormai ho una certa esperienza e so come calibrare il suono in modo che risulti bello, vero e vibrante pur amplificato. Ma soprattutto basterebbe salire sul palco e guardare la gente: famiglie con bambini, gruppi di teenager e di ventenni, gente che fuggirebbe da una musica classica confezionata in modo altezzoso e sacrale, e che invece accorre a questi eventi, scopre che Brahms e Verdi sono belli e poi torna ad ascoltarli, anche in teatro».
Che cosa risponde a chi la critica per il suo look da modello?
«Rispondo che ho fatto davvero il modello, per Armani e Vogue, ma per pagarmi gli studi. Da piccolo mio padre mi costringeva a suonare sei, sette ore al giorno; era severissimo e voleva che facessi carriera: obiettivo raggiunto, ma i modi potevano essere più umani. Per questo a 17 anni andai a New York, con la scusa di trovare mio fratello; invece feci un’audizione alla Julliard School. Mio padre non era d’accordo, pensava che non avessi più nulla da imparare, invece lì insegnava un certo Perlman…Capii di doverci andare, ma dovevo pagare di tasca mia».
Giovane e bello, ricco e famoso: deve pur esserci un rovescio della medaglia?
«Trecentoquaranta giorni all’anno in albergo, ritmi folli e l’impossibilità di vivere una vita normale. Puoi avere una fidanzata o una moglie che ti segue in giro per il mondo; ma i figli no: non possono cambiare scuola due volte a settimana. D’altronde le regole del sistema sono queste: non puoi fare quello che faccio limitandoti a 30, 40 concerti l’anno. Allo stesso tempo non riesco a immaginare di continuare così per i prossimi trent’anni».
Qualche pausa se la concede?
«L’ultima vacanza è stata a Natale: sono andato alle Maldive. Con mia mamma».

Czardas – V. Monti | Milan Řehák – accordion

https://www.youtube.com/watch?v=NrFe5HatQ-o

 

CH. — mi sembra suonata bene

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