ISTANTANEE- Fernanda Ferraresso: La scrittura frattale di “Piccolo taccuino occasionale” di Davide Zizza – 28 aprile 2023 – un piccolo omaggio a Fernanda e uno straordinario blog

 

 

 

vi presento uno straordinario Blog 

e un omaggio ad un’autrice  

FERNADA FERRARESSO ( forse anche ” Fernirosso “, ma non so )

 

 

CHI SIAMO

Se avete tempo e voglia di leggere delle cose belle, vi invitiamo ad aprire il link sopra

 

 

QUESTA PERSONA CI HA FATTO L’ONORE ( non avrei a mano un’altra parola ) di scriverci chiedendo con molta gentilezza di collaborare con noi )

 

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 FERNANDA FERRARESSO-  curatrice di Leggendo e rileggendo.

E’ UNA DELLE COLLABORATRICI STABILI, PROBABILMENTE TRA LE FONDATRICI

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Nata a Padova nel 1954, laureata in architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, si occupa di progettazione architettonica, ama tutti i generi di espressione d’arte. Docente presso i licei e gli istituti d’arte della sua e altre città ha stretto amicizie con molti autori e poeti, ha collaborato in progetti di scenografia per il teatro e con Marco Munaro per la realizzazione di alcuni percorsi: La Bella Scola, Herbert, La memoria e i suoi giorni. Ha inoltre lavorato per il Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo in corsi di Disegno e rilievo dei reperti archeologici, ha collaborato in corsi estivi di restauro dei reperti archeologici. Ha svolto ruolo di coredattrice all’interno del blog VDBD, ed è presente con suoi articoli nella rivista on line dello stesso gruppo. Ha partecipato ad alcuni concorsi vincendone alcuni (Concorso Internazione di Poesia-Prata Sannita- L’iguana 2014 dedicato ad Anna Maria Ortese), primo premio per la raccolta Nel lusso e nell’incuria Edizioni Terra d’Ulivi 2014; nel 2015 primo premio al Concorso Internazionale Alda Merini-Brunate per la raccolta Voci oltre e altre cose storte– Edizioni Terra d’ulivi 2015.); In pochi attimi di vento– Edizioni Terra d’ulivi 2016, ha vinto il Premio speciale Giovanni Pascoli. Per i tipi de Il Ponte del Sale ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie dal titolo Migratorie non sono le vie degli uccelli. (2009) e ha partecipato alla Lettura dei primi nove canti del Purgatorio, proponendo un attraversamento del canto VIII, nella raccolta Ombre come cosa salda (2009). Con LietoColle Editore ha pubblicato MAREMARMO (2014-Menzione d’onore Premio Città di Sassari); Nel vano delle parole (2018) e appare nelle raccolte Luce e notte (2008), L’ustione della poesia (2010). Con Terra d’Ulivi edizioni ha pubblicato inoltre: L’isola e il cerchio (2022), Cartoline dalla casa del tempo (2021), L’inventario (2019), Alfabeti segreti (2018), Un vaporetto a fiati ( 2017), Dimmi se (2013). Suoi testi appaiono in CFR Ed. nelle raccolte Cuore di Preda (2012), Il ricatto del pane (2013), Cronache da Rapa Nui (2013), Keffiyeh- Intelligenze per la pace (2014); con Lucaniart: “Scrittori & Scrittura” Viaggio dentro i paesaggi interiori di 26 scrittori italiani (2012); con Edizioni L’Arca Felice Le trincee del grembo (collana Scritture clandestine a cura di Maria Pina Ciancio e Teresa Anna Biccai per Associazione Lucaniart-2014) ; con Rayuela Edizioni Sotto il cielo di Lampedusa (2014-progetto nato per volontà del gruppo di “1oomila poeti per il cambiamento di Bologna” -100 TPC- e della loro rappresentante bolognese Pina Piccolo. Il gruppo è parte dell’omonimo 100 thousand poets for change, creato da  Michael Rothenberg e Terri Carrio e all’iniziativa hanno contribuito anche Carte SensibiliVersante ripido e Il Golem Femmina. ). Si sono occupati della sua poesia: Sebastiano Aglieco, Luigia Sorrentino, Marco Scalabrino, Maria Pina Ciancio, Anna Maria Curci, Anna Maria Farabbi, Abele Longo, Francesco Marotta, Fabio Simonelli (Poesia-Crocetti Editore-Settembre 2009-N.241), Antonio Devicienti, Davide Castiglione, Milena Nicolini, Ugo Entità, Enzo Campi, Giulio Gasperini, Adriana Ferrarini e ancora altri critici. Numerosi suoi testi sono presenti in rete in molti siti che si occupano di letteratura e d’arte. Collabora alla collana Parole di cristallo per Terra d’ulivi Edizioni- http://www.edizioniterradulivi.it;  collabora con articoli per la rivista Menabò online e cartacea edite da Terre d’ulivi Edizioni- https://www.menaboonline.it

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link sotto, ma prima leggete !

Colui che non riesce a trovare spazio per gli altri manca di comprensione, e a chi manca di comprensione tutti risultano estranei.- Zhuāngzǐ

 

CARTESENSIBILI

https://cartesensibili.wordpress.com/author/fernirosso/

 

 

se volete collaborare : aprite sotto

COLLABORA CON NOI – link

 

 

 

 

ISTANTANEE- Fernanda Ferraresso: La scrittura frattale di “Piccolo taccuino occasionale” di Davide Zizza

 

 

                                   insieme di mandelbrot- particolare fortemente ingrandito 

 

 

 

Un puzzle o un mosaico in cui le tessere alla fine congiungendosi mostrano un disegno compiuto, similmente alla storia delle impronte lasciate in terra, riportate nella storia raccontata dall’autrice Karen Blixen. La storia, dice, è quanto le raccontavano da bambina. Un uomo che viveva presso uno stagno, una notte fu svegliato da un gran rumore. Uscì allora nel buio e si diresse verso lo stagno e nell’oscurità, correndo in su e in giù, a destra e a manca, guidato solo dal rumore, cadde e inciampò più volte. Finché trovò una falla da cui uscivano acqua e pesci: si mise subito al lavoro per tapparla e solo quando ebbe finito se ne tornò a letto. La mattina dopo, affacciandosi alla finestra vide con sorpresa che le impronte dei suoi piedi avevano disegnato sul terreno la figura di una cicogna. La domanda della Blixen è la stessa che ognuno di noi potrebbe farsi: «Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò o altri vedranno una cicogna?» E la cicogna, aggiungo, sarà il senso della vita?
Se penso ai frattali dell’equazione di Mandelbrot, che a lungo ho studiato da giovane e ho poi spiegato e insegnato ai miei studenti, dovrei escludere che l’intero sia la chiave per comprendere il senso compiuto dell’immagine, come del senso della vita, poiché in ogni punto infinitesimale che costituisce la rappresentazione di Mandelbrot c’è la stessa sequenza  verificabile nelle diramazioni che la costituiscono e cambia solo, come in una lente d’ingrandimento continua, la dimensione rappresentativa. Proprio come un soggetto, con difficoltà di messa a fuoco di una immagine minuscola, cercare d’ingrandirla per vederla meglio.
Da questo punto di vista allora, ogni testo, è di fatto un unità completa, che contiene lo stesso disegno prima non chiaro e difficilmente decifrabile e via via, nel suo svolgersi, attraverso molti punti che costituiscono l’equazione, la frammentarietà della percezione iniziale riesce a svolgere quel filo in cui sono coinvolti, attraverso modalità di scrittura diverse, le descrizioni del quotidiano e delle percezioni che ne conseguono, gli oggetti letterari che maneggiamo nello studio ma che comunque coinvolgono la percezione del mondo, interiore ed esterno e dove svanisce la cognizione usuale del tempo per cui la durata è legata all’intuizione, all’attimo in cui guardando i segni a disposizione, si forma il disegno della cicogna.
Non sono anche le parole segni? Quel filo di Arianna che tessiamo in una narrazione continua di storie, per non perderci nel labirintico nostro svolgerci, uno, in tutti, nel taccuino occasionale del vivere?


Fernanda Ferraresso

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insieme di mandelbrot

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Testi tratti da Piccolo taccuino occasionale di Davide Zizza

 

Rito

a L. Sciascia

La punta lacera in superficie,
quasi mordendo il petto –
pupazzo di carta nero pugnale,
rito vudù concertato fra la penna
e la mente, un antico giuramento
nel farsi male.

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La mano si apre.
Il passo del sangue rallenta.

Nel petto riesci a contenere un cielo.
O il cielo.
Si torna così come si esce
dalla cecità dolorosa e cosciente della notte.

«La luce entra lentamente» mi dici.

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L’ironia di Ulisse

La gomena levata via dall’ormeggio,
nella mente chimere ed esotismi.
Laggiù sogno o delusione?
Alfabeti ignoti, etimologie,
razze, lingue, colori diversi da qui,
abissi emersi dal ribollio delle acque,
richiami di sirene, altri approdi
per i sensi, àncore del corpo.

Il cuore è un portolano
che non vuole arrendersi
alla tela ricamata.

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Il mito di Filomela
                                                                a J.L. Borges

Le parole narrano da sempre
un antico errore: si sfaldano,
aprono un varco, una fossa nel recinto,
la loro sorte come pegno
al cieco che le ascolta – così ci insegna Milton.
Siamo condannati a cercare un suono
per imparare le rose della bussola,
orientarci nel bosco, in quel bosco
dove a Filomela fu tagliata la lingua.

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Cartolina di Mallarmé

la domenica
un acquerello dall’azzurro perfetto –
la pioggia di stanotte una preghiera
su tetti e lampioni:
la città odora di seppia

rifrazioni di luce sui lastricati
così il giorno accoglie la fiera

(carte geografiche, lampadari,
porcellane, libri di Camus,
ferri da stiro arrugginiti,
riviste di Skorpio, videocassette di Ben Hur
di fianco a film proibiti e, di là nascosta,
una Olivetti, forse dai tempi di Fortini)

l’occhio si rinfresca
la mente si abbandona ai rumori
il nitore dell’immagine si conserva
sull’ultimo rintocco del campanile

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Ricomporre

Ricomporre – hai scritto –
è della poesia (se sa
rimettere i cocci insieme).
Vede oltre le ombre dei nostri occhi
come la chiarità di un pomeriggio
in un cortile, rampicanti da muro e vie deserte,
l’aria gonfia della sera che verrà.
Ci tormentiamo ignorando il motivo
perché è dell’uomo fare senza capire –

poi un qualcosa ci ferma, la brama si placa,
ricongiunge pezzo per pezzo ogni cosa
e il velo davanti agli occhi cade:

ricomporre, hai scritto, è della poesia.

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NOTA SULL’AUTORE

Davide Zizza nasce a Crotone nel 1976. È dottore in lingue e letterature straniere con una tesi in filologia romanza. È redattore per il Litblog Poetarum Silva dove tiene la rubrica Bustinedizucchero. Nel 2000 diffonde la sua plaquette stampata privatamente, Mediterraneo. Nel 2012 per l’editore Rupe Mutevole pubblica la raccolta Dipinti&Introspettivee nel 2016 la raccolta di poesie Ruah (Edizioni Ensemble) con la prefazione di Enrico Testa. Il suo breve saggio La lettura la scrittura come etiche dell’ascolto è inserito nel volume collettaneo Ascolto per scrivere (Fara Editore, 2014). Alcuni suoi contributi critici su Salvatore Quasimodo, Jules Laforgue e Robert Lowell sono apparsi in Grecia sulla rivista di poesia e letteratura Koukoutsi. Suoi articoli e poesie sono presenti in rete su vari blog e riviste. La sua ultima raccolta pubblicata è Piccolo taccuino occasionale (Edizioni Ensemble, 2020).

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Davide Zizza, Piccolo taccuino occasionale, Ensemble 2020

 

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1 risposta a ISTANTANEE- Fernanda Ferraresso: La scrittura frattale di “Piccolo taccuino occasionale” di Davide Zizza – 28 aprile 2023 – un piccolo omaggio a Fernanda e uno straordinario blog

  1. Chiara Salvini scrive:

    chiara : forse sono la solita che ha una coda di paglia lunga quatre bras, ma dopo aver scoperto tutta questa grande bellezza e originalità, mi sono sentita un po’ presa per i fondi. C’è qualcuno che mi capisce ? Dica : ” sì “, anche senza spiegare, mi basta, è già tanto ! ” No ” può tenerselo.
    Trascrivo per chi avesse tempo e voglia di leggere il meraviglioso commento ( letteralmente: ” desta meraviglie ” a gente comune come chiara e l’entourage )

    ” ho settant’anni e non so di preciso come ci sono arrivata, viste le tante volte che ho provato il desiderio di farla finita. Lo dico senza vergognarmi perché penso sia una sensazione che molti sentono, soprattutto in un mondo in cui è obbligatorio socializzare, pensare positivo (cosa significa poi? illudersi cercando di nasconderselo?). Sono molto silenziosa anche se scrivo moltissimo cercando di guardarmi ma soprattutto di scoprire come sto guardando e cosa ne deriva creando quella che pensiamo sia interazione mentre per me e inter (intra) azione. Sono architetto, sono stata insegnante anche se mi chiedevo ogni volta cosa fosse importante imparare insieme e cosa offrire personalmente perché ognuno potesse fare il proprio cammino. Scrivo da moltissimo tempo e ho pubblicato abbastanza libri, di poesia, anche se non frequento gli incontri, anzi detesto le vetrinette, scriverete me significa spostarmi dentro di me e fuori come un altro dentro. Forse non posso esservi di nessun aiuto, non so ma mi metto a disposizione. Vi abbraccio tutte, tutti, questo grande teatro in cui la vita ci mette in scena trovo sia la cosa più spettacolare anche quando si fa oscura, credo comunque lo sia per natura e ciò che è in ombra è molto più profondo e ricco di quanto si aggira e dice di mostrarsi nella luce. La luce piena appiattisce. ”

    ferni

    risponde a questo testo nostro del 7 giugno 2011
    :https://www.neldeliriononeromaisola.it/2011/06/chi-siamo/

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