DUE QUADRI DI BRUEGHEL IL VECCHIO DAL MUSEO DI CAPODIMONTE A NAPOLI + altro

 

 

 

 

IL MUSEO DI CAPODIMONTE A NAPOLI CHE OSPITA LA GALLERIA FARNESE A CUI APPARTENGONO I DUE QUADRI DI BRUEGHEL

 

Risultato immagini per museo nazionale di capodimonte a napoli

 

 

 

 

 

 

Il misantropo, Pieter Bruegel il Vecchio

 

 

Il Misantropo è un dipinto a tempera su tela (86×85 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, datato 1568 e conservato nel Museo nazionale di Capodimonte di Napoli. È firmato “BRVEGEL 1568”.

In basso una scritta in fiammingo chiarisce il soggetto della piccola tela: in italiano:
«Poiché il mondo è così infido / Mi vesto a lutto»

 

L’opera, assieme alla Parabola dei ciechi, si trovava nella collezione del conte Giovanni Battista Masi a Parma, ma non si sa come vi fosse pervenuta. Nel 1611 venne confiscata dai Farnese in seguito a una congiura e nel 1734 giunse a Napoli con tutta l’eredità farnesiana.

Riguardo ad alcuni dettagli della scena, quali la data e l’uomo nel globo di cristallo, vi è incertezza sull’autenticità della mano del Bruegel. A tal punto, vi potrebbe essere la possibilità che questi elementi siano frutto del lavoro di un aiuto.

 

A differenza della maggior parte delle opere di Bruegel sono qui mostrate sinteticamente due figure principali, in primo piano e isolate dal paesaggio di sfondo. Un uomo anziano, dalla lunga barba bianca, procede silenzioso e mesto con le mani incrociate, indossando una cappa scura con cappuccio. Dietro di lui un ometto vestito da straccione, dal volto grottesco e dentro un globo trasparente con la croce sulla sommità, chiarissima metafora del Mondo, gli sta tagliando via una borsa per derubarlo; ma il sacco ha l’evidente forma di un cuore umano, simboleggiando quindi la delusione e l’inaridimento dei sentimenti che la vita nella società comporta. Le spine e il fungo velenoso che poi si trovano davanti all’uomo simboleggiano il pericolo del suo cammino. Ne esce quindi una visione molto pessimistica della vita e dell’umanità, un po’ come nella Parabola dei ciechi che si trova nello stesso museo e che ne condivide, oltre che la storia e la tecnica esecutiva, l’ipotesi di datazione.

La figura del misantropo svetta al centro del tondo, costituendo un solido volume che stacca rispetto al paesaggio dai colori caldi. Qui si vedono un pastore tra il suo gregge e un mulino a vento tra campi e zone boschive.

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Misantropo_(Bruegel)

 

 

La Parabola dei ciechi (in olandese: De parabel der blinden) è un dipinto a tempera su tela (86×154 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, databile al 1568 circa e conservato nel Museo nazionale di Capodimonte di Napoli.

 

 

«Attraverso quest’opera Pieter Bruegel si propose di dimostrare quanto di equivoco vi sia nell’esistenza umana.» A. Hauser

 

 

 

arnold-hauser - Storia dell'Arte

Arnold Hauser   (Temesvár/ oggi Romania, 8 maggio 1892 – Budapest, 28 gennaio 1978) è stato uno storico dell’arte ungherese attivo soprattutto in Gran Bretagna.

 

 

ARNOLD HAUSER, STORIA SOCIALE DELL'ARTE (Volume 4). Ed Einaudi 1990 | eBay

 

 

 

 

 

 

 

Цифровая репродукция находится в интернет-музее Gallerix.ru

 

 

 

 

 

Il dipinto raffigura sei uomini ciechi e sfigurati, che camminano in un percorso delimitato da un fiume da un lato e da un villaggio con una chiesa dall’altro. Il primo uomo è già caduto con la schiena in un fossato e, essendo tutti aggrappati l’uno all’altro con i bastoni, sembra trascinare i propri compagni con lui. A guardare la scena, inoltre, vi è un mandriano sullo sfondo.

L’opera di Bruegel traduce in immagini la parabola evangelica del cieco che guida un altro cieco, riportata da Matteo 15:14, in cui Cristo si rivolge ai Farisei.

«Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!» (Matteo apostolo ed evangelista)

 

Bruegel, tuttavia, rinnova questo concetto portando il numero di ciechi da due a sei; sono tutti ben vestiti, e non presentano l’abbigliamento da contadino, caratteristico delle opere della tarda maturità di Bruegel. La faccia del primo uomo, rovesciato sulla schiena, non è visibile: il secondo gira il capo durante la caduta, forse per evitare di ruzzolare con la faccia per terra. Il terzo uomo condivide il bastone con il secondo, dal quale verrà trascinato. Gli altri devono ancora inciampare, ma seguiranno inevitabilmente lo stesso destino: è solo questione di pochi attimi, di pochi passi. La posizione assunta dal primo uomo già caduto, tra l’altro, evidenzia la padronanza di Bruegel nella tecnica prospettica dello scorcio. Si noti che, sebbene le ambientazioni di Bruegel in genere sono fittizie, quella della Parabola dei ciechi è stata identificata: si tratta del villaggio fiammingo di Sint-Anna-Pede.

Il tono austero dell’opera viene enfatizzato dall’uso di colori spenti e freddi: la tavolozza di Bruegel comprende infatti il grigio, il verde, il nero, il marrone e il rosso. La linea obliqua creata dai corpi, un po’ sfasata rispetto al primo piano, taglia diagonalmente la composizione e accentua la loro fragilità e il loro drammatico isolamento. Il paesaggio sullo sfondo è tipicamente fiammingo, al contrario del resto dei dipinti di Bruegel, che era solito introdurre in paesaggi locali anche elementi estranei tratti da altri paesi-

Bruegel in questa composizione riprende l’oggettività empirica tipica del Rinascimento. Nei dipinti precedenti, i ciechi erano in genere raffigurati con gli occhi chiusi.

Qui, invece, a ogni uomo viene assegnata una patologia oculare diversa; ciò avviene con un realismo così crudo da aver permesso l’identificazione delle loro malattie da esperti successivi, anche se continua a persistere qualche disaccordo diagnostico

 

 

 

 

Bruegel dimostra tutta la sua competenza nello scorcio con la raffigurazione del primo uomo cieco.

Pieter Bruegel il Vecchio – Web Gallery of Art

 

 

 

Dettaglio del secondo uomo, in procinto di cadere. Gli oftalmologi hanno confermato che i suoi occhi sono stati rimossi.

 

 

Gola, Bruegel, 1558. Quest’opera segue la ricchezza inventiva delle opere di Bosch.

 

 

 

 

 

Bruegel già raffigura gli uomini ciechi nei suoi Proverbi fiamminghi (1559), ammonendo chi usa come guida una persona ignorante.

 

 

 

Proverbi olandesi , 1559, olio su legno di quercia- il quadro intero.. con un culetto che spunta da una finestra sulla destra…

 

 

 

il dettaglio ingrandito
da : https://commons.wikimedia.org/wiki/Commons:Picture_of_the_Year/2011/Results

 

 

 

La chiesa di Sint-Anna nell’odierna città belga di Dilbeek- è stata eretta nel XIII secolo

 

Baudelaire compone una poesia ( I fiori del male ) su questo quadro:

(FR)

«Contemple-les, mon âme; ils sont vraiment affreux! Pareils aux mannequins; vaguement ridicules; Terribles, singuliers comme les somnambules; Dardant on ne sait où leurs globes ténébreux.

Leurs yeux, d’où la divine étincelle est partie, Comme s’ils regardaient au loin, restent levés Au ciel; on ne les voit jamais vers les pavés Pencher rêveusement leur tête appesantie.

Ils traversent ainsi le noir illimité, Ce frère du silence éternel. Ô cité! Pendant qu’autour de nous tu chantes, ris et beugles,

Eprise du plaisir jusqu’à l’atrocité, Vois! je me traîne aussi! mais, plus qu’eux hébété, Je dis: Que cherchent-ils au Ciel, tous ces aveugles?»

(IT)

«Guardali, anima mia: fanno proprio spavento! Simili ai manichini; vagamente ridicoli; come i sonnambuli strani, terribili come loro; mentre dardeggiano chissà dove quelle palle di buio.

I loro occhi, abbandonati dalla fiamma divina, restano levati, come fissi a una distanza, al cielo: mai, mai verso il selciato li si vede chinare pensosi la testa appesantita.

In questo modo attraversano il nero illimitato, che del silenzio eterno è fratello. O città! mentre intorno a noi tu canti, ridi e sbraiti

atrocemente presa dal piacere, guarda! Anche io mi trascino! ma, più ebete di loro, dico: cosa mai cercano, tutti questi ciechi, in Cielo?»

 

 

Wikipedia, Parabola dei ciechi
https://it.wikipedia.org/wiki/Parabola_dei_ciechi

 

 

 

segue da : https://www.loquis.com/it/loquis/2638031/Itterbeek

 

 

Sint-Anna nell’odierna città belga di Dilbeek

 

 

Dilbeek è un comune belga di 43 763 abitanti (dati gennaio 2001 )nelle Fiandre (Brabante Fiammingo), nato nel 1997 dall’unione di varie città.
In passato era molto conosciuto per le sue cave di pietra arenaria bianca, utilizzata copiosamente per erigere i grandi monumenti fiamminghi soprattutto in epoca gotica secondo lo stile locale del gotico brabantino. ( wikipedia )

Nel Belgio, esattamente in provincia del Brabante Fiammingo, si trova Itterbeek, una storica località che dal 1977 è diventata una frazione di Dilbeek. Questo luogo vanta origini antiche, risalenti almeno al XII secolo, quando veniva citato con il nome di “Itrebecche”. La sua storia è legata al potere del Capitolo di Colonia nel IX secolo e alla sua evoluzione come parte del Nieuw Land van Gaasbeek nel XIII secolo, assieme a Dilbeek e Sint-Martens-Bodegem. Tra le gemme di Itterbeek spicca la chiesa gotica di San Pietro del XIII secolo e la chiesa romanica di Sint-Anna in Sint-Anna-Pede, resa famosa dal quadro “I ciechi” di Pieter Brueghel il Vecchio. Non manca l’arte con il Bruegelmuseum che espone riproduzioni delle opere del pittore. Per gli amanti della birra, la birreria Timmermans, fondata nel 1781, offre una vera esperienza con la sua lambic. Questo luogo, quindi, racchiude storia, arte e tradizioni da scoprire.

 

 

 

 

Dilbeck, il castello De Viron, sede del Municipio
Guywets – Opera propria

 

 

 

IL BRABANTE FIAMMINGO

Le città principali, oltre a Bruxelles, una specie di isola circondanta dal Brabante Fiammingo– vedi cartina sotto– sono  Lovanio,  Bruges, Gand ( Gent ) e Anversa.

 

 

Brabante Fiammingo – Localizzazione

Brabante Fiammingo –
TUBS– Questo flusso è stato trasferito da Commonist.

 

 

 

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Il Brabante Fiammingo ha per capitale Lovanio; circonda da ogni lato la capitaleBruxelles.

 

 

 

QUALCHE IMMAGINE DI LOVANIO

 

 

TESTO E IMMAGINI DA  WIKIPEDIA

 

 

 

una foto di Lovanio
Johan Bakker – Opera propria

 

La Chiesa che si vede è la COLLEGGIATA DI SAN PIETRO,  uno dei massimi capolavori dello stile gotico brabantino. Sorge sul centrale Grote Markt, la piazza del mercato grande. Dal 1999 è patrimonio Unesco. La prima chiesa su questo luogo fu eretta in legno intorno al 986. Distrutta da un incendio nel 1176 venne rimpiazzata da un edificio romanico in pietra con la facciata fiancheggiata da due rotonde torrette sul tipo della basilica di Nostra Signora a Maastricht; la sola parte restante di quest’edificio è la cripta, sotto al coro dell’attuale chiesa che viene edificata  tra il 1425 e il 1503.

 

 

undefinedLa facciata incompiuta del sec. XVI
Athenchen

 

 

 

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L’interno
Parsifall – Opera propria

 

 

 

 

NOTIZIE SULLA FAMOSA UNIVERSITA’ E SUL ” GOTICO BRABANTINO ” ( dalla regione del Brabante )

Nel 1425 Giovanni IV di Brabante vi fonda la più grande e più antica università dei Paesi Bassi, l’Università Cattolica di Lovanio, che rappresenta anche la più antica università cattolica esistente. Quest’istituzione l diede un impulso tale che la città costruì i suoi principali monumenti in questo periodo, fra i quali soprattutto l’impressionante Municipio che, come un gigantesco reliquiario, rappresenta uno dei più belli e ricchi palazzi comunali mai costruiti.

Il 1425 segna anche la data di ricostruzione della Collegiata di San Pietro.

Lovanio divenne il centro principale di irradiamento nei Paesi Bassi di quello stile particolare, evolutosi dal gotico francese, conosciuto come gotico brabantino. Lavora in città il grande maestro Dirk Bouts. Inoltre vi iniziano a sorgere sempre più istituti universitari, in particolare fra il XVI e XVII secolo.

 

Nota:

Dieric Bouts (1415 circa – 1475) è uno dei grandi Primitivi Fiamminghi, Maestro di Lovanio. La sua storia e le sue opere sono legate alle Fiandre.

 

 

due immagini di suoi quadri famosi

 

Vergine e il Bambino, 1465 ca- National Gallery, Londra

 

 

File:Dieric Bouts Virgin and Child NY.jpg

Madonna col Bambino, 1455/ 60- Metropolitan Museum, NY

 

altro su Lovanio nel link di wikipedia

 

 

foto  di Lovanio –da Wikipedia

 

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Distruzione della Biblioteca Universitaria nel 1914
Photo by N. J. Boon, Holland

 

 

 

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Il Municipio gotico  di Lovanio
Eddy Van 3000 from in Flanders fields – Belgiquistan – United Tribes ov Europe

 

 

 

 

Il Beghinaggio GrandeIl Beghinaggio grande
Marieke Kuijjer – Flickrstreet in the groot begijnhof

 

 

 

 

 

Il Museo M  -Lovanio
Sally V – Opera propria

 

 

 

 

Qualcosa sulla suddivisione del Belgio– 

 

Il Belgio, nato come stato fortemente centralizzato e in seguito trasformato in stato regionale, è divenuto nel 1993 uno stato federale caratterizzato da organismi interni (3 regioni e 3 comunità) che hanno competenze specifiche.
( wikipedia- suddivisioni del Belgio-  )

 

 

 

 

 

segue da :   coe = Consiglio d’Europa
https://www.coe.int/it/web/portal/belgianchairmanship-federalstate#:

 

“Il Belgio è uno Stato federale che si compone di comunità e regioni”. È con questa frase che comincia il primo articolo della Costituzione belga. Detto diversamente, in Belgio, il potere decisionale non è centralizzato bensì distribuito tra le seguenti entità:

  • Lo Stato federale;
  • Le tre comunità: la comunità francese, la comunità fiamminga e la comunità germanofona;
  • Le tre regioni: la regione vallona, la regione fiamminga e la regione di Bruxelles-Capitale.

Il livello federale ha competenze che riguardano tutti i belgi e che sono esercitate in tutto il territorio. Si tratta in particolare degli affari esteri, della difesa, della giustizia, delle finanze, della sicurezza sociale, di una parte della salute pubblica e degli affari interni

Le tre comunità sono definite lungo basi linguistiche e culturali. Le principali competenze delle comunità sono l’insegnamento, la cultura, l’assistenza ai giovani e alcuni aspetti della politica sanitaria.

Le tre Regioni sono competenti in materie legate alla nozione di territorialità. Queste competenze sono, ad esempio, i lavori pubblici, l’agricoltura, l’occupazione, la pianificazione urbanistica e l’ambiente.

Ogni entità ha poteri legislativi ed esecutivi.

 

 

 

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