UNA PAROLA AL GIORNO.IT
10 aprile 2015
https://unaparolaalgiorno.it/significato/S/stizzito
Stizzito
stiz-zì-to
SIGNIFICATO :: Irritato, indispettito
participio passato di stizzire, da stizza, forma antica di tizzo, carbone ardente, pezzo di legno che sta bruciando.
Una parola eccezionalmente importante; infatti nella nostra lingua esistono centinaia di espressioni che descrivono una rabbia violenta – espressioni che, quando usiamo, non fanno che montare quella rabbia. Invece, lo stizzito, pur essendo arrabbiato, lo è in maniera moderata: è più che altro infastidito, indispettito. Anche l’etimologia rema in questo senso: non ci rappresenta il fuoco che divampa iracondo, ma il calore senza fiamma del tizzone. Lo stizzito prova quindi un sentimento acceso ma moderato, controllato, in cui scontentezza e contrarietà si traducono in un’irritazione visibile, secca, e scontrosa, ma mai violenta.
Insomma, prima di esprimere il proprio sentimento di rabbia, è bello ponderare se non sia riconducibile a una specie più innocua quale la stizza – perché il sentimento provato prende forma con la definizione che gli diamo: quando il conoscente finge di non vederci, si può restare stizziti; esci dal negozio stizzito quando qualcuno ha cercato di passarti avanti nella fila; e quando è ben più alto di quanto preventivato, si paga il conto stizziti.
da PINTEREST
STIZZA –VOCABOLARIO TRECCANI
http://www.treccani.it/vocabolario/stizza/
stizza s. f. [der. di stizzo, forma ant. di tizzo (cfr., per il sign., prendere fuoco per «incollerirsi»)]. – Irritazione non violenta ma improvvisa e scontrosa, che nasce soprattutto da scontentezza, contrarietà, fastidio: provare s. di qualche cosa; un gesto, un moto di s.; la richiamai indietro e piena di s. gliele tolsi di mano (Boccaccio); alla passione e alla picca di prima s’era aggiunta anche la s. d’essere stato prevenuto e deluso (Manzoni). ◆ Dim.stizzétta: «Ma non parlarne subito a tua madre!» disse Agnese con una certa stizzetta temperata d’amorevolezza e di pietà (Manzoni); non com., stizzerèlla, stizzina; pegg., non com.,stizzàccia.
ultima immagine
” divertentemente stizzito “
Pergolesi: La Serva Padrona – “Stizzoso, mio Stizzoso” · Teresa Berganza · Orchestra of the Royal Opera House, Covent Garden · Sir Alexander Gibson
Un ricco e attempato signore di nome Uberto ha al suo servizio la giovane e furba Serpina che, con il suo carattere prepotente, approfitta della bontà del suo padrone. Uberto, per darle una lezione, le dice di voler prendere moglie; Serpina gli chiede di sposarla, ma lui, anche se è molto interessato, rifiuta. Per farlo ingelosire Serpina gli dice di aver trovato marito, un certo capitan Tempesta, che in realtà è l’altro servo di Uberto (Vespone il muto) travestito da soldato. Serpina chiede a Uberto una dote di 4000 scudi; Uberto, pur di non pagare, sposerà Serpina, la quale da serva diventa finalmente padrona.
La serva padrona (Pergolesi), 1733 – Serpina
“Stizzoso, mio stizzoso”
di Gennarantonio Federico (fl. 18th century)
Stizzoso, mio stizzoso,
Voi fate il borioso,
Ma nò, ma non vi può giovare;
Bisogna al mio divieto
star cheto, cheto,
E non parlare,
Zitt! … Zitt!…
Serpina vuol così.
Zitt! … Zitt!…
Serpina vuol così.
Cred’io che m’intendete, si,
che m’intendete, si,
Dacchè mi conoscete
son molti e molti dì.
I gatti arrabbiati danno bene l’idea della stizza, una rabbia che non si riesce a sfogare se non artigliando con le unghie il malcapitato, senza ucciderlo.
In dialetto “stissa” vuole dire “poco più di niente”: “L’oro di Nissa che non vale una stissa”. In effetti la “stizza” non dà grandi risultati e si ritorce contro chi la prova.