grazie a Donatella ! NAGIB MAHFUZ ( Cairo, 1911 – 2006 ) è – nel 1988 – il premio Nobel della Letteratura ( e unico egiziano fino al 2023 ), è tra i più importanti scrittori della letteratura araba + un link su consiglio Donatella + altro

 

 

APHORISM.IT  –foto e introduzione
https://www.aphorism.it/autori/nagib-mahfuz/

 

 

Nei miei romanzi ho descritto la realtà quotidiana cairota. Le storie che ho narrato conservano, come i vicoli della città, l’odore del caffè, i rumori del suq e le contraddizioni del mio amato paese.
Sono stato il primo – e finora l’unico [2015] – scrittore arabo a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1988.

 

Nagib Mahfuz

Nagib Mahfuz  ( Cairo (Egitto), 11 dicembre 1911- Cairo (Egitto), 30 agosto 2006 )

è stato uno scrittoregiornalista e sceneggiatore egiziano.
Insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1988, Mahfuz diede forma ad una narrativa araba di portata universale. Al 2023, è stato l’unico egiziano ad essere insignito di tale premio.

Nato nel quartiere di Gamāliyya della capitale egiziana, proveniva da una famiglia piccolo-borghese. Si laureò in filosofia presso l’Università del Cairo (allora “Università chediviale Fuʾād I”) e  venne assunto nell’amministrazione pubblica.

Dopo aver esordito nel romanzo storico, seguendo la moda letteraria (ma dai profondi risvolti etico-filosofici) del cosiddetto “Faraonismo“, Mahfuz subì l’influenza politica del grande pedagogo egiziano Salama Musa, un socialista vicino al pensiero del Fabianesimo e inaugurò il filone narrativo del realismo sociale, ambientando le sue opere nei luoghi più tradizionali del Cairo.  A tal proposito vanno citati Khan el-Khalili (nome dell’antico bazar della città) e Zuqāq al-Midaq (il “Vicolo del mortaio”, da cui prende il titolo un suo romanzo). Nel 1956 pubblicò il primo volume della trilogia: Bayn al-Qaṣrayn (Tra i due palazzi), Qaṣr al-Shawq (Il palazzo del desiderio) e al-Sukkariyya (nome di una strada del Cairo). Al 1959 risale Figli del nostro quartiere; al 1967 Mīrāmār. Nel 1975 pubblicò Storie del nostro quartiere, il suo romanzo più autobiografico.

 

Dal 1971 continuò la sua prolifica attività di scrittore e di editorialista del celebre quotidiano Al-’Ahrām.

 

 

Miramar - Nagib Mahfuz - copertina

Miramar

 

 

“Alessandria alla fine. Alessandria pioggia di rugiada, eruzione di nuvole bianche. Culla di raggi lavati in acqua di cielo, cuore di ricordi bagnati di miele e di lacrime.” Inizia così la storia del Miramar, la pensione di un’eleganza un po’ decaduta che conserva le tracce di un passato grandioso sotto le macchie d’umidità. Ma la vera protagonista è Alessandria, che offre un ritratto complesso e profondo dell’Egitto, della sua anima contraddittoria e problematica, con un senso di nostalgia che sa tuttavia mescolarsi al sorriso.

Siamo nel 1966. Al Miramar i clienti sfilano, incarnando le diverse anime della società egiziana. In un continuo altalenare tra passato e presente, di voce narrante in voce narrante, scorrono le storie dei diversi ospiti: Amor Wagdi, vecchio giornalista in pensione che ha militato nel partito nazionalista liberale e ora fa ritorno dopo vent’anni al Miramar per stabilirvisi e non ripartire più, l’anziano esponente dell’aristocrazia Tolba Marzuq, il giovane conquistatore Sarhan al-Buheiri, il proprietario terriero Hosni Allam, l’annunciatore di Radio Alessandria Mansur Bahi, oltre alla padrona della pensione, Mariana, e alla sua domestica, Zahra, una bella giovane contadina le cui relazioni con gli altri rispecchiano simbolicamente le principali realtà politiche e sociali del paese.

 

 

Libri di Nagib Mahfuz

Nagib Mahfuz — 1911, Il Cairo

 

Laureato in Filosofia, giornalista e sceneggiatore, Nagib Mahfuz è considerato unanimemente tra i più importanti scrittori arabi di tutti i tempi. Nel 1957 ha ricevuto il premio di Stato per la Letteratura, e nel 1988 è stato il primo autore arabo ad essere insignito del Premio Nobel per la Letteratura. Parallelamente alla sua attività narrativa, Mahfuz ha lavorato come dipendente del Ministero degli Affari Religiosi e ha ricoperto l’incarico di direttore del Dipartimento del cinema presso il Ministero della Cultura. Nel 1994 ha subito un attentato ad opera di fondamentalisti islamici. Nonostante la semiparalisi del braccio destro, Mahfuz non ha comunque mai interrotto il suo lavoro di scrittore. Tra le sue opere, sempre incentrate sulla cultura egiziana e sul rapporto affettivo dello scrittore con la città del Cairo e con la vita popolare dei suoi quartieri, si ricordano: Vicolo del mortaio”, “Il ladro e i cani” e la “Trilogia del Cairo”. La Newton Compton ha pubblicato anche La battaglia di Tebe“; “Akhenaton. Il faraone eretico; “La maledizione di Cheope”; “Rhadopis. La cortigiana del faraone”; “Racconti dell’antico Egitto”; “Il giorno in cui fu ucciso il leader”; “Un uomo da rispettare” e “Il viaggio di Ibn Fattouma” (2011), il viaggio di un uomo in un Medio Oriente mitico e senza tempo, alla ricerca del segreto della società perfetta.

 

volendo, qui trovate molti suoi libri pubblicati in italiano
https://www.ibs.it/libri/autori/nagib-mahfuz

 

 

 

MIRAMAR

 

Miramar (in arabo ميرامار) è un romanzo dello scrittore egiziano Nagib Mahfuz del 1967. Insieme a La quaglia e l’autunno (al-Summan wa’l-kharif) del 1962 è l’unico romanzo di Mahfuz che non si svolge al Cairo. In questa sua opera narrativa l’autore adotta una tecnica di racconto particolare, già usata soprattutto nel cinema; le vicende sono infatti narrate a turno da quattro protagonisti della storia che, di volta in volta, danno una loro visione dei fatti, spesso in contrasto l’uno con l’altro, rivelando simpatie, antipatie e sentimenti a volte esasperati.

Miramar è il nome di una piccola pensione di Alessandria d’Egitto, un tempo elegante e ricercata, ora solo un ricordo fatiscente del bel tempo passato. La proprietaria, la signora Marianna, matura vedova di origine greca, ai suoi tempi bella e felice, vive nel ricordo degli anni migliori e cerca ostinatamente di mandare avanti la sua piccola attività. Anche la città di Alessandria non è più quella di una volta, ormai abbandonata dai tanti europei che l’avevano scelta; è il ritratto di un luogo malinconico, freddo, battuto dai venti e dalla pioggia invernale. È la fine del 1966 e gli echi degli avvenimenti politici della dittatura di Nasser, con gli espropri e le nazionalizzazioni, sfiorano solo la vita della pensione e si ritrovano in parte negli avvenimenti che hanno colpito l’esistenza dei vari personaggi che mano a mano entrano a far parte del romanzo.

Un giorno arriva al Miramar Amer Wagdi, anziano giornalista in pensione, ex militante del Wafd, partito nazionalista liberale, che ritorna dopo molti anni da Marianna, la donna che aveva amato, in cerca un posto tranquillo dove passare il resto della sua vita. Alla pensione Amer conosce Zahra, la cameriera, che è fuggita dalla campagna del Delta perché il nonno voleva che sposasse un vecchio del paese. Zahra è bella e determinata e con il vecchio giornalista, che ne è affascinato, si instaura un rapporto di amicizia e rispetto. Poco dopo un altro cliente viene accolto da Marianna: è Tolba Marquz, maturo ex uomo politico ed ex proprietario terriero a cui lo Stato ha confiscato i beni. Il terzo ospite della pensione è Sharan al-Buheyri, un giovane di bell’aspetto e dallo sguardo penetrante, ragioniere in una compagnia tessile; Sharan aveva incontrato per caso Zahra, rimanendone affascinato a tal punto che, nonostante vivesse da tempo con Safiya, aveva deciso di abbandonare casa e compagna e stabilirsi al Miramar per starle vicino.

Una settimana dopo un ulteriore ospite si aggiunge: è un giovane proprietario terriero, Hosni Allam, che si rivelerà un essere dissoluto e donnaiolo al punto di molestare pesantemente Zahra. A lui segue Mansur Bahi, giovane annunciatore di Radio Alessandria, persona negativa e problematica, tormentato dalla colpa di aver tradito il suo miglior amico portandogli via la moglie. La vita del Miramar si svolge normalmente e gli ospiti spesso si ritrovano per ascoltare alla radio la cantante Umm Kulthum. Sharan, dopo molte insistenze, riesce a far breccia nel cuore di Zahra e vorrebbe farne la sua amante; ma la giovane desidera di più dalla vita, un matrimonio e un’esistenza decorosa e decide quindi di istruirsi facendo venire alla pensione una giovane maestra, Aleya. Sharan, che è un arrivista, abbandona Zahra per fidanzanzarsi con l’insegnante, cosa che potrebbe dargli una posizione rispettabile; una scenata di Zahra presso i futuri suoceri del giovane gli fanno però perdere questa occasione. Nel contempo, non pago del suo lavoro di contabile, Sharan progetta con un collega il furto di un camion di filati da vendere al mercato nero, ma, quando la cosa viene scoperta, egli, sconvolto, si allontana e si abbandona all’alcool; in preda alla disperazione, finisce per tagliarsi le vene in strada. Mansur Bahi, sempre più tormentato dalla sua incapacità di vivere, segue quella sera stessa Sharan che egli disprezza profondamente, per cercare di vendicarsi su di lui di tutto ciò che odia in se stesso; lo trova infine a terra in quell’angolo di strada e lo riempie di calci al punto di credere di averlo ucciso. Mansur si autodenuncia, ma ovviamente non verrà incriminato mentre Zahra è costretta a lasciare la pensione e, risoluta più che mai, si avvia ben decisa a prendere in mano la propria vita.

1a edizione – 1967
2a edizioni – 1989

  • Miramar, trad. di Isabella Camera d’Afflitto, Roma, Edizioni Lavoro, 1989

 

 

Su consiglio della grande Donatella, chi vuole poter seguire il libro dovrebbe conoscere un po’ la storia dell’ Egitto, consigliamo questo link perché trovate lì dentro una scheda dei movimento dei Fratelli Musulmani- Non è molto quello che abbiamo trovato, ma è  un’introduzione. Si parla  dei Fratelli Musulmani all’interno della storia generale del paese.

https://it.insideover.com/schede/politica/chi-sono-i-fratelli-musulmani.html

 

 

 

QUALCHE FOTO DI ALESSANDRIA 

 

 

29.302 Alessandria Stock Photos, High-Res Pictures, and Images - Getty Images | Agrigento, Bolzano, Genova

 

 

 

Riva di Alessandria. Egitto

 

 

ALESSANDRIA : LE CATACOMBE DI KOM EL-SUQAFA

 

EGYPT-ARCHAEOLOGY-TOURISM

Le catacombe di Kom el-Suqafa (trad. “collina di rottami”) si trovano nella città di Alessandria d’Egitto, tra i quartieri di Karmus e Mini el-Basal.

La memoria storica del sito si è persa durante il regno di Mehmet Ali, quando le catacombe furono utilizzate come cave di pietra e talvolta come magazzino per le munizioni. Il sito è stato riscoperto per caso a metà del ‘900. Il nome del sito fa riferimento alle migliaia di resti ceramici trovati nell’area, probabilmente riconducibili ai corredi funerari delle catacombe.

Situata nei pressi della colonna di Pompeo, Kom el-Shoqafa è la necropoli greco-romana più grande dell’Egitto. Arriva ad una profondità di oltre 30 m e si articola in tre livelli. L’accesso è possibile grazie a una scala che scende a spirale intorno al pozzo centrale nel quale venivano calati i corpi mummificati dei defunti. Dal pozzo si accede alle tombe, che sono disposte su tre livelli sovrapposti, completamente scavati nella roccia. L’ultimo livello è attualmente allagato. Le tombe più lussuose avevano nicchie con i sarcofaghi, decorate con bassorilievi e pitture di gusto sincretistico.

 

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ENTRATA DELLE CATACOMBE
Jerrye & Roy Klotz, MD – Opera propria

 

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Leon petrosyan – Opera propria

 

 

 

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ALCUNE IMMAGINI DA COMMONS. WIKIPEDIA :

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FOTO SOPRA DA : Following Hadrian

 

LE IMMAGINI DELLE CATACOMBE CONTINUANO NEI LINKS:

1.https://it.wikipedia.org/wiki/Catacombe_di_Kom_el-Suqafa#

+++ 2. https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Kom_el-Shoqafa?uselang

 

 

 

Site of Pharos lighthouse

La Cittadella di Qaitbay, costruita dove sorgeva l’antico faro di Alessandria, è una fortezza difensiva del XV secolo situata sulla costa del Mar Mediterraneo, ad Alessandria d’ Egitto . Fu costruita dal 1477 al 1479 d.C. ) dal sultano Al-Ashraf Sayf al-Din Qa’it Bay ; è situata sul lato orientale della punta settentrionale dell’isola di Pharos alla foce del porto orientale .

 

*** L’ISOLA DI FARO  –  (in greco anticoφάρος?pháros, in arabo منارة?) era un’isola egizia posta all’imboccatura del porto di Alessandria, ora diventata una penisola. L’isola ha ospitato il celebre faro e per questo motivo tale manufatto ha preso il nome di tale località.

IL FARO DEL 279 a.C.  una sette meraviglie era costruito sull’isola di Faro ( da cui viene il nome in molte lingue europee ) nel porto di Alessandria. E’stata  una delle realizzazioni più avanzate ed efficaci della tecnologia ellenistica, rimase in funzione fino al XIV secolo, quando venne distrutto da due terremoti.

La storia del Faro di Alessandria:
https://it.wikipedia.org/wiki/Faro_di_Alessandria#

 

 

 

The symbol wall of the Bibliotheca Alexandrina Library by the Mediterranean in Alexandria, Egypt

 

 

LA STORIA DI COME SI E’ ARRIVATI ALLA NUOVA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA

https://timeforafrica.it/la-nuova-biblioteca-alessandria/

 

 

 

Reflection of a mosque in a puddle in Alexandria, Egypt

Il riflesso di una moschea di Alessandria in un pozzanghera abbastanza grande

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1 risposta a grazie a Donatella ! NAGIB MAHFUZ ( Cairo, 1911 – 2006 ) è – nel 1988 – il premio Nobel della Letteratura ( e unico egiziano fino al 2023 ), è tra i più importanti scrittori della letteratura araba + un link su consiglio Donatella + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Ora ho capito un po’ di più “Miramar” che sto leggendo.

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