La Pastasciutta Antifascista di Casa Cervi 2024 — 25 luglio 2024
mauro biani 2024
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Nel Manifesto della cucina futurista del 1930 Filippo Tommaso Marinetti invocava l’abolizione della pasta, definendola assurda religione gastronomica italiana, cibo da cui derivavano fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo. Nella dieta del perfetto fascista si preferiva il riso, o la polenta.
Insomma, fu messa al bando dal regime: poco corroborante, per niente italica e inadatta a nutrire sia i soldati che la popolazione. Ecco il motivo per cui il 25 luglio del 1943 la famiglia Cervi – determinata a celebrare la destituzione e l’arresto di Mussolini, con la conseguente fine della dittatura – decise di offrire a tutto il paese – Campegine, provincia di Reggio Emilia – un piatto di pasta al burro, emblema di una libertà a lungo desiderata e apparentemente ritrovata.
Ecco, questo è un bellissimo giorno per essere felici e mettere su una pastasciutta.
foto e testo da :
https://www.orticalab.it/pastasciutta-antifascista-25-aprile-liberazione-storia-italia
Campegine, Reggio Emilia
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Scuola di Paesaggio «Emilio Sereni» 2024 – XVI edizione
La scuola si svolge nell’ Istituto Alcide Cervi a Gattatico (Reggio Emilia), dove è conservato anche il patrimonio librario e archivistico di Sereni.
La “pastasciutta antifascista” è una delle iniziative più significative e “divertenti” della Resistenza. La pastasciutta, piatto considerato poco adatto ad un popolo di guerrieri come quello italico-fascista, diventa un mezzo arguto di lotta rispetto alle sciocchezze futuriste del regime. Anche nel mezzo di una guerra sanguinosa c’è spazio per esprimere la gioia per la caduta di una mortifera tirannia.