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SEGUE DA :
FINESTRE SULL’ARTE – 1 LUGLIO 2024
https://www.finestresullarte.info/opere-e-artisti/torso-del-belvedere-gioiello-dei-musei-vaticani
Il Torso del Belvedere, gioiello dei Vaticani che conquistò anche Michelangelo
Camminando per gli interminabili corridoi dei Musei Vaticani, ormai colmi di visitatori anche nei martedì mattina invernali, non è semplice concentrarsi sulle opere più straordinarie, cogliere la differenza tra meraviglia e capolavoro, tra il particolare e il generale. E la cartellonistica che (con grande cura, senza intaccare allestimenti ormai storicizzati) ha pur recentemente evidenziato 100 opere notevoli, contribuisce solo in parte ad orientare l’occhio del visitatore poco avvezzo all’arte moderna, contemporanea e, ancor più, antica. Ma certo non si corre il rischio di non notare, nel mezzo del corridoio centrale del complesso Pio-Clementino, datato alla fine del XVIII secolo, un mozzicone di statua che per qualche motivo catturerà il nostro interesse, spingendo a chiedersi di che si tratta, a piegarsi a leggere la didascalia: una domanda che percorre la storia dell’arte e di Roma da più di 500 anni.
Quel frammento anonimo è il cosiddetto Torso del Belvedere, e nel nostro sguardo curioso e stupito c’è lo sguardo di tanti prima di noi.
Il Torso del Belvedere è, in estrema sintesi, una statua mutila, un busto e una parte delle gambe. Rappresenta un uomo nell’atto di torcersi, appoggiato su una roccia, seduto su una pelle di felino (leone?), piegato in avanti. Datata al I secolo avanti Cristo, è firmata, in greco, da Apollonio di Atene: una firma che doveva essere un marchio di qualità (di bottega, più che d’artista nel senso moderno) che in effetti la […]
Dottore di ricerca in archeologia all’Università di Bristol (Regno Unito), collabora con Il Fatto Quotidiano ed è attivista dell’associazione Mi Riconosci.
segue da wikipedia_ link al fondo
Opera autografa dallo stile neoattico, la scultura ha una notevole importanza nella ricezione culturale dell’arte greca in età moderna, per l’influenza esercitata (insieme al Gruppo del Laocoonte e all’Apollo del Belvedere) sullo sviluppo della storia dell’arte europea del ‘ 5/600 in epoca successiva alla sua scoperta, grazie alla fortuna e alla fama di cui godette presso scultori e pittori di varie età, a partire dall’arte rinascimentale.
Ce lo attestano le parole dei contemporanei e alcune figure di Michelangelo, specie nella Cappella Sistina, che senza essere copie della scultura del Belvedere, ne rivelano la discendenza. La fortuna del pezzo continua nel ‘6oo (per il Bernini l’opera, insieme al Pasquino, è “di più perfetta maniera del Laocoonte stesso”) e nel 700, specialmente per opera del Winckelmann, concorde col giudizio dell’amico Mengs, il quale trovava riunite in questa “tutte le bellezze delle altre statue”.
La lunga permanenza nei giardini all’interno del Cortile del Belvedere nel ‘500 gli valse il nome di “Torso del Belvedere“.
Photography: F. Bucher
Veduta posteriore della scultura
– Opera propria
Il marmo è firmato sul piedistallo come “opera di Apollonio, figlio di Nestore, ateniese” ed è da datarsi intorno al I secolo a.C. Al tempo ritenuto originale, è oggi considerato una copia di un bronzo del II secolo a.C.
https://it.wikipedia.org/wiki/Torso_del_Belvedere
Opera propria
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Belvedere Torso in Museo Pio-Clementino.
– Opera propria
Opera propria
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https://www.flickr.com/photos/joaomaximo/192939502/
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la firma di Apollonio, figlio di Nestore
Marie-Lan Nguyen (2009)
Opera propria
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Opera propria
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Torso del Belvedere. Museo Pio Clementino, Musei Vaticani (Roma)
immagini da :
COMMONS.WIKIMEDIA.ORG
https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Belvedere_Torso?uselang=it
Formidabile questo torso d’uomo che emana energia. Penso che la mancanza della figura intera gli aggiunga fascino e forza perché l’attenzione si concentra tutta su quel che rimane, rimanendone ancora più ammaliata.