LIMESONLINE — 4 GIUGNO 2019
LE GUERRE DEGLI ALTRI IN SIRIA
Le ultime 72 ore dimostrano come lo scontro tra potenze regionali e internazionali sovrasti le dinamiche locali di un conflitto che appare senza fine.
Attacchi aerei israeliani contro basi iraniane, rinforzi militari turchi sulla linea del fronte con la Russia. Americani e curdi che si accordano con i russi per l’espatrio di centinaia di uzbeki da un campo profughi al confine con l’Iraq.
Nella frase precedente la parola “Siria” non è mai stata scritta. Eppure tutto questo sta avvenendo sul suo suolo. Certo, non è una novità che il conflitto si svolga su un livello regionale e che quest’ultimo abbia un impatto significativo sulle questioni interne e locali siriane.
A leggere i media siriani, e ad ascoltare quel che si dice in Siria in questi giorni di fine Ramadan, l’elemento esterno, straniero, appare sempre più preponderante. E i siriani appaiono oggi più vittime che padroni del proprio destino.
IDLIB
CARTA DI LAURA CANALI — LIMESONLINE 18 FEBBRAIO 2021
https://www.limesonline.com/dossier/strillone-beirut-rassegna-mediorientale/ricostruzione-e-potere-in-siria-il-caso-di-idlib-14709049/
Centinaia di migliaia di sfollati, siriani, in fuga nella regione di Idlib. Circa duecento morti solo nella zona di Idlib in poche settimane. E ancora, decine di migliaia di profughi in attesa di essere liberati nei campi-lager al confine con la Giordania e l’Iraq (Rukban e al-Hol). VEDI CARTINA AL FONDO
GOLAN
https://lmo.wikipedia.org/wiki/Alture_del_Golan#/media/Archivi:Golan_Heights_Map.PNG
Israele ha prima rivendicato, tra sabato e domenica scorsi, una serie di attacchi nella regione sud-occidentale, tra Damasco e il Golan, contro postazioni per il lancio di missili e depositi di armi probabilmente appartenenti all’Iran e ai suoi alleati regionali.
Poi ha compiuto, senza rivendicarlo, un attacco missilistico nella Siria centrale, tra Homs e Palmira, contro una base militare governativa siriana e iraniana. Secondo fonti non ufficiali, nei due attacchi del fine settimana si registrano almeno 15 vittime tra militari di Damasco e stranieri, forse iraniani.
Nelle stesse ore e mentre si scrive, forze turche hanno rafforzato le loro basi militari lungo la linea del fronte tra Hama e Idlib, proprio mentre le forze lealiste siriane ( ASSAD ) sostenute dalla Russia avanzano lentamente, ma con successo, nel fianco meridionale della “Grande Idlib”, la zona fuori dal controllo governativo e sotto influenza turca.
Qui sono ammassati secondo l’Onu circa tre milioni di civili, tra abitanti locali e sfollati provenienti da altre zone del paese. Qui ci sono anche decine di migliaia di miliziani anti-regime, tra cui molti che hanno aderito alla galassia qaidista.
A Mosca e a Damasco importa proseguire la loro lotta al terrorismo. E la Russia ha risposto seccata al tweet con cui il presidente americano Donald Trump chiedeva di fermare la “macelleria” di Idlib.
Anche perché Washington e Mosca si coordinano militarmente sulla Siria. E pure sul piano logistico hanno rapporti, per quanto riguarda le azioni che avvengono a cavallo del fiume Eufrate. Il corso d’acqua divide il paese in due macro-zone di influenza e controllo: a est gli americani a sostegno delle forze curde; a ovest i russi e gli iraniani a sostegno dei governativi.
Negli ultimi giorni circa 200 civili uzbeki, donne e bambini, familiari di miliziani Is e fuggiti nei mesi scorsi dalla battaglia di Baghuz, ultima roccaforte dell’Is nel sud-est della Siria, sono stati rimpatriati passando per la Russia. Hanno lasciato il campo di al-Hol, gestito dalle forze curde. Hanno attraversato posti di blocco americani.
E all’aeroporto di Qamishli, nel nord-est siriano, sono entrati nella zona formalmente in mano alle forze di Damasco (ma all’aeroporto ci sono anche soldati russi). Da Qamishli hanno volato fino alla base russa di Hmeimim, sulla costa siriana. E da lì via verso Tashkent, passando per Mosca.
CARTINA RIFUGIATI PALESTINESI MA NON SOLO PALESTINESI
LIMESONLINE 7 DICEMBRE 2023 —
https://www.limesonline.com/carte/carta-rifugiati-palestinesi-14719002/
CARTA: RIFUGIATI PALESTINESI
Una carta sui campi profughi palestinesi.
DI LAURA CANALI
La mappa illustra la capillare diffusione dei campi profughi palestinesi nella martoriata Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata [riquadri blu], prima del conflitto scatenato da Ḥamās (Hamas) contro Israele il 7 ottobre 2023. Sono inoltre rappresentati i numerosi centri per rifugiati in Libano, Siria e Giordania [pallini rossi], molti dei quali tramutatisi nel corso dei decenni in vere e proprie città.
La cartografa di Limes e della Scuola di Limes: Laura Canali racconta come è nata la mappa:
” La carta qui pubblicata segnala la presenza di 58 campi profughi ufficiali e 6 non ufficiali, rispettivamente in Siria e in Giordania. Le cifre sono pubblicate dal sito dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ma riguardano il 2018.
La mappa si espande dalla Striscia di Gaza fino ad arrivare alla Turchia per comprendere il campo più a nord che si trova a tredici chilometri a est di Aleppo. I campi profughi, segnalati con un pallino rosso, sono sorti soprattutto tra il 1948 e il 1967. Vicino ad Amman invece, il 30 aprile del 2014 è stato inaugurato un nuovo campo a causa del grande flusso di profughi che scendevano dalla Siria dal marzo 2011, mese d’inizio della guerra.
Oggi quasi tutti i campi profughi sono delle vere e proprie città e non ospitano più solo palestinesi, ma anche molti siriani e iracheni. Per esempio, nel campo di Shātīlā che si trova a sud del porto di Beirut vicino allo stadio Sport City – sorto nel 1949 per ospitare la diaspora palestinese – l’Unrwa registra 9.842 rifugiati, ma dal 2014 si stima un aumento della popolazione compreso tra le 10 mila e 22 mila persone. Le case sono cresciute in altezza senza però avere adeguate strutture portanti. L’area del campo è alle sue origini un chilometro quadrato circa. Fazioni palestinesi hanno il controllo del territorio, sia per la sicurezza sia per l’amministrazione.
Diversa la situazione nel campo di al-Nayrab a est di Aleppo. Questo campo nasce dalle caserme costruite dall’esercito delle forze alleate della seconda guerra mondiale, prevalentemente francesi. Furono lasciate ai rifugiati palestinesi che cercarono di adattarle alle loro esigenze. Prima dell’inizio della guerra di Siria, ospitava circa 20 mila rifugiati. Nel 2000, l’Unrwa ha avviato un piano di ristrutturazione urbanistica del campo e nel 2007 ha cominciato l’abbattimento di alcuni edifici. La ricostruzione di questa prima parte è stata completata, ma l’inizio della guerra del 2011 ha reso l’area estremamente esposta a causa della vicinanza con un aeroporto militare. Molti profughi hanno quindi abbandonato il campo.
Con la guerra sono aumentati i meccanismi negativi tra la popolazione, come i matrimoni precoci, l’uso di stupefacenti, problemi psicologici e un considerevole aumento della violenza.
CAMPO DI AL-HOL ( AL-HAWL CAMP )
SOLO PER DARVI UN’IDEA HO COPIATO DAL LINK SOTTO
DAL TITOLO ” CAMPI PROFUGHI PALESTINESI ” L’ELENCO dei campi :
https://it.wikipedia.org/wiki/Campi_profughi_palestinesi
N.B. – Lo status di profughi palestinesi è diverso da quello di tutti gli altri profughi del mondo in quanto è ereditario-
Il numero dei rifugiati palestinesi registrati è pertanto cresciuto dalla cifra di 914.000 nel 1950 a quella di oltre 5 milioni stimati nel 2012.
al 2023 /24 ?
Giordania
Esistono 10 campi profughi ufficiali con 304.430 rifugiati:
-
- 1955, ahmed el ghazi (Wihdat), 49.805
- 1968, Biqa’, 80.100
- 1968, Husn (Martire Azmi al-Mufti), 19.573
- 1968, Campo di Irbid, 23.512
- 1952, Campo al-Husayn, 27.674
- 1968, Campo di Jerash, 15.696
- 1968, Marka, 41.237
- 1967, Suf, 14.911
- 1968, Talbiyye, 6.970[3]
- 1949, Campo di Zarqa, 17.344
Libano
Il numero complessivo di rifugiati registrati è di 409.714.
Vi sono 12 campi profughi ufficiali con 225.125 rifugiati:
-
- 1955, Baddawi, 15.695
- 1948, Burj al-Barajna, 15.000 ca.[5]
- 1955, Burj al-Shamali, 18.134
- 1956, Dbaya, 4.223
- Dikwana, distrutto
- 1948, ‘Ayn al-Hilwe, 44.133
- 1948, al-Buss, 9.840
- Jisr al-Basha, distrutto
- 1952, Mar Elyas, 1.406
- 1954, Miyye Miyye, 5.078
- Campo di Nabatiyya, distrutto nel 1973
- 1949, Nahr al-Bared, 28.358, distrutto nel 2007
- 1963, Rashidiyya, 24.679
- Campo-profughi di Sabra, distrutto
- 1949, Campo-profughi di Shatila, 11.998
- 1948, Wavel, 7.357
Siria
Esistono 10 campi profughi ufficiali con 119.776 rifugiati:
-
- 1950, Dira’a, 5.916
- 1967, Dira’a (Emergency), 5.536
- 1950, Hama, 7.597
- 1949, Homs, 13.825
- 1948, Jaramana, 5.007
- 1950, Khan Dunun, 8.603
- 1949, Khan Ashia, 15.731
- 1948, Nayrab, 17.994
- 1967, Qabr Assit, 16.016
- 1948, Sbayna, 19.624
Ulteriori campi ufficiosi in Siria:
-
- 1955-6, Campo di Latakia, 6.534 rifugiati registrati
- 1957, Yarmuk (Damasco), 112.550 rifugiati registrati
- 1962, Ayn al-Tal, 4.329 rifugiati registrati
Cisgiordania
Vi sono 24 campi profughi ufficiali con 176.514 rifugiati:
Striscia di Gaza
Vi sono 8 campi profughi ufficiali con 478.854 rifugiati:
Mappe | Governatorati della Regione della Striscia di Gaza |
Campi profughi | Anno | Residenti | Note |
---|---|---|---|---|---|
Governatorato di Gaza | Beach camp (Shati) | 1948 | 76.109 | ||
Governatorato di Dayr al-Balah | Bureayj | 1949 | 30.059 | ||
Governatorato di Dayr al-Balah | Campo di Dayr al-Bala | 1948 | 20.188 | ||
Governatorato di Gaza Nord | Jabaliya | 1948 | 93.455 (nel giugno 2006)[8] | ||
Governatorato di Khan Yunis | Khan Yunis | 1949 | 60.662 | ||
Governatorato di Dayr al-Balah | Maghazi | 1949 | 22.536 | ||
Governatorato di Dayr al-Balah | Nusayrat | 1949 | 64.233 | ||
Governatorato di Rafah | Campo di Rafah | 1949 | 90.638 |
Totale degli abitanti dei 62 campi citati: 1.612.701- mi pare che i dati dell’UNRWA si fermino al 2012– almeno quelli citati qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Campi_profughi_palestinesi
chiara: se siete un po’ simili a noi, e se avete avuto la forza di scorrere il testo, alla fine avrete le idee più confuse su questo Medio Oriente e oltre, ma sarà molto più forte il vostro odio contro la guerra, l’assoggettamento fosse solo dell’aria e anche di questa orrenda società.. A chi sostiene che c’è stato un progresso, forse se fossimo stati a birra e una specie di pane a costruire le piramide– a guardarsi intorno stavamo meglio, non per la fatica, questo no. Bisognerà stabilire in che cosa c’è stato progresso: ” nel diminuire la fatica ” ? Sì, ma bisogna stabilire in che pezzo di mondo vale questo premio. Dico soprattutto per Donatella e Mario.
Forse non c’è una risposta possibile, in senso assoluto, soprattutto in questo momento storico in cui anche le civiltà più avanzate sembrano tornare indietro di millenni. L’Europa, che ha fatto e subito due guerre mondiali terribili, sembra avere dimenticato gli ideali e la speranza che avevano accompagnato la sua nascita anche come soggetto politico. Rimane dentro a molti di noi umani una speranza, forse un sogno, che però vale la pena di coltivare. In questo momento mi sento molto Snoopy, che non rinuncerebbe per tutto l’oro del mondo al sentimento di amicizia e di amore che prova per Woodstok.
chiara: cara Donatella, hai ragione, ma è difficile non farsi ingoiare da una ” tale ” realtà che ci piega fin in fondo, ma hai ragione, un comunista o un socialista- come si preferisce dire per parlare di chi è per un progresso dell’umanità ” ma per tutta l’umanità nessuno escluso “, anche se così formulato è più un principio cristiano ( da Cristo ) più che un impegno politico- Comunque riprendo il filo : hai ragione per tutto quello che sei e siamo stati, ognuno a modo proprio: se uno non ha la forza di coltivare dentro di sé una fiammella di speranza che sostenga – fosse anche alla nostra età un impegno individuale – una speranza che ci sarà un domani ” un pochino ” migliore.. Non pensiamo ad una magnfiicenza, vedi quegli annni in cui ce l’avevamo tanto con tutti e con ragione, per carità, sono stati – almeno per l’Europa, anni di pace… Vedi come gira la vita : adesso credo che ci metteremo una firma pur se provvisoria. Chiudo perché sto andando ” pi gevi ” ma fin dall’inizio. un abbraccio, chiabrù