un bambino milanese con un nonno paterno macedone…
Jannacci con la sua prima Vespa ai tempi del liceo- Archivio Paolo Jannacci
pubblicata da Repubblica
Enzo Jannacci al piano nel periodo jazz (1957). Archivio Paolo Jannacci
Il libro. Jannacci arrenditi! – Fotoricordi di contrabbando (Rizzoli Lizard, 2023 pagg. 288, euro 35) a cura di Guido Harari, prefazione di Paolo Jannacci.
https://www.repubblica.it/robinson/2023/11/18/news/fotoricordo_di_enzo_jannacci_mio_padre-420693915/
**** Enzo Jannacci, all’anagrafe Vincenzo Jannacci (Milano, 3 giugno 1935 – Milano, 29 marzo 2013), è stato un cantautore, cabarettista, pianista, attore e sceneggiatore italiano, tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana del dopoguerra.
Vincenzo Jannacci nacque a Milano il 3 giugno 1935, figlio di Giuseppe Jannacci, un maresciallo dell’Aeronautica Militare Italiana impiegato all’Aeroporto Enrico Forlanini, che partecipò alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale, distinguendosi in particolare nella difesa della sede dell’Aviazione milanese di piazza Novelli (i racconti del padre ispireranno canzoni come El portava i scarp del tennis, Sei minuti all’alba e La sera che partì mio padre), e di Maria Mussi, una sarta comasca; il nonno paterno, Vincenzo Jannacci (suo omonimo), era un macedone emigrato in Italia, in Puglia, poco prima della Grande Guerra (dove si italianizzò il nome), mentre la nonna paterna era originaria di Bisceglie (all’epoca in provincia di Bari, oggi in quella di Barletta-Andria-Trani).
Dopo aver terminato nel 1954 gli studi liceali presso il liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”, si diploma in armonia, composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
Successivamente, nel 1969, si laurea in medicina all’Università di Milano. La scelta fu influenzata dal padre, che voleva imparasse cosa fosse la sofferenza e lo stare vicino alla gente. Per ottenere la specializzazione in chirurgia generale, si trasferisce in Sudafrica, entrando nell’équipe di Christiaan Barnard, primo cardiochirurgo a realizzare un trapianto cardiaco. La sua formazione ha compreso anche studi presso la Columbia University di New York (dove si è occupato anche di terapia intensiva e chirurgia toracica) e successivamente al Queens College. Nonostante si fosse diplomato al Conservatorio e avesse iniziato a pubblicare lavori discografici ancor prima di laurearsi in medicina, Jannacci ha sempre esercitato la professione medica, sia come cardiologo sia come medico di famiglia, a lato dell’attività musicale, fino alla pensione.
Tra i suoi primi pazienti vi furono i colleghi e amici Teo Teocoli, Massimo Boldi e Renato Pozzetto. Riflettendo sulla sua esperienza professionale, Jannacci ha dichiarato di essersi sentito sempre un medico prima che un artista del mondo dello spettacolo, di essere un sostenitore della sanità pubblica – posizione che non trovava il favore di alcuni suoi colleghi, che lo etichettavano con il soprannome di “comunardo” per le sue posizioni di sinistra – e di aver sempre limitato il numero dei suoi pazienti al fine di garantire loro un servizio adeguato.
Il 23 novembre 1967 si sposa con Giuliana Orefice; il 5 settembre 1972 nasce l’unico figlio della coppia, Paolo, che seguirà le orme paterne diventando musicista e compositore.
Il 1º gennaio 2003, primo giorno di pensione come medico per Jannacci, muore l’amico Giorgio Gaber. Ai funerali di due giorni dopo (nell’abbazia di Chiaravalle), Enzo partecipa, riuscendo a dire soltanto «ho perso un fratello».
i due alla fine dei Cinquanta – Ricordi
Phyrexian
Jannacci sul palco del Derby insieme a Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto.
foto-Sconvolpi74
Jannacci nel 65
Cavarrone
Testo
Aveva un taxi nero che andava col metano
Con una riga verde allo chassis La notte posteggiava nel centro di Milano Cercando di scordare il suo dolorEra un taxista con la mamma vedova
E un fratellastro biondo senza scrupoli Ladro di ruote di scorta di micromotore Che poi vendeva per fare la vita del signoreMentre la mamma prega nella camera
Il figlio suo percorre la metropoli Fonda è la notte, ma c’è dei lampioni il chiarore Scoppia la mamma e piange in singhiozzi il motoreIl suo fratellastro passò con una donna
Dentro al suo tassì Ma mentre l’auto andava, lui gli rubò una gomma Fingendo di parlare dell’amorEra una gomma bianca molto elastica
Che lui usava solo la domenica Era una gomma, ma più che una gomma, un ricordo Era il regalo che la mamma gli fece a natal Che natale!Mentre la mamma prega nella camera
Ruba la gomma il figlio suo degenere Senza una gomma quel taxi faceva fatica Era in discesa eppure sembrava in salitaIl tassista ora ha un dubbio, sospetta dell’inganno
Disperato sprona il suo motor Ridotto ad un triciclo, il taxi si ribalta E manda il fratellastro al creatorMentre la mamma prega nella camera
Fuori fa freddo e come sempre, nevica Scoppia la gomma e muore anche il figlio normale Per quella gomma che mamma gli diede a natale Per quella gomma che mamma gli diede a nataleFonte: Musixmatch
Compositori: Fiorenzo Carpi (musica); testo di Dario Fo
Enzo Jannacci in teatro è il primo album dal vivo del cantante italiano Enzo Jannacci, pubblicato nel 1965 dalla Jolly.
L’album è stato ristampato dalla Joker sei anni più tardi.
Tracce
- Lato A
- Ohè sunt chi (testo di Dario Fo; musica di Enzo Jannacci)
- Qualcosa da aspettare (testo e musica di Fausto Amodei)
- Sopra i vetri (testo di Dario Fo; musica di Fiorenzo Carpi)
- Aveva un taxi nero (testo di Dario Fo; musica di Fiorenzo Carpi)
- Un foruncolo (testo di Dario Fo; musica di Fiorenzo Carpi)
- La forza dell’amore (testo di Dario Fo; musica di Enzo Jannacci)
- Lato B
- Veronica (testo di Dario Fo e Sandro Ciotti; musica di Enzo Jannacci)
- Prete Liprando e il giudizio di Dio (testo di Dario Fo; musica di Enzo Jannacci)
- Il primo furto non si scorda mai (testo di Dario Fo; musica di Enzo Jannacci)
- Sfiorisci bel fiore (testo e musica di Enzo Jannacci)
- Niente (testo e musica di Enzo Jannacci)
- L’Armando (testo di Dario Fo; musica di Enzo Jannacci)
Enzo Jannacci, 1964
qualche dato su FIORENZO CARPI – ( Milano, 1918-. 1997 )
Fiorenzo Carpi de’ Resmini (Milano, 19 ottobre 1918 – Roma, 21 maggio 1997) è stato un compositore italiano.
Fiorenzo Carpi ( sinistra ) e Giorgio Strehler
foto sconosciut0
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«… Il mio teatro è tenuto insieme dalle note di Fiorenzo Carpi. Molto spesso la sua musica ha dato, all’inizio o durante il lavoro, la “chiarificazione” interna di cui avevo bisogno, l’illuminazione di un “tutto” che non riuscivo ad afferrare…»
Negli anni collaborerà con Dario Fo per il quale scriverà le musiche per quasi tutti gli spettacoli, con Vittorio Gassman, Il Teatro dei Gobbi (Valeri, Caprioli, Bonucci, Salce, Franco Parenti, Giustino Durano), e si troverà a lavorare per spettacoli innovativi come Il dito nell’occhio (1952-1953) e Sani da legare (1954-1955). Collaborerà anche con i registi Patrice Chéreau, Eduardo De Filippo, Klaus Michael Grüber, Angelo Corti, Lamberto Puggelli, Carlo Battistoni, Andrée Ruth Shammah e Luigi Squarzina per citarne alcuni.
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Collabora anche con la televisione, per varietà come Il Mattatore (Daniele D’Anza, 1959, con Vittorio Gassman), Canzonissima (Vito Molinari, 1962, con Dario Fo e Franca Rame), Scarpette rosa (Vito Molinari, 1966, con Carla Fracci), Una bella domenica di…a Gavirago al Lambro (Vito Molinari, 1976, con Nanni Svampa e Lino Patruno), Ma che cos’è questo amore (Ugo Gregoretti, 1979), Mistero buffo (Dario Fo, 1977, Rai 2)
Ha scritto le musiche di fortunati sceneggiati televisivi tra cui il celebre Le avventure di Pinocchio (di Luigi Comencini, 1972), Melissa (di Daniele D’Anza, 1966), La mano sugli occhi (di Pino Passalacqua, 1979), Diario di un maestro (di Vittorio De Seta, 1973), Accadde a Lisbona (di Daniele D’Anza, 1974), I promessi sposi (di Sandro Bolchi, 1967), La storia (di Luigi Comencini, 1986)
Tra il 1957 e il 1958, Fiorenzo Carpi si trovò coinvolto con Giorgio Strehler, Gino Negri, Dario Fo e altri autori nella scrittura delle canzoni della mala, un’operazione ideata dallo stesso Strehler, che volle costruire un repertorio di canzoni che dovevano sembrare della tradizione popolare per un recital di Ornella Vanoni. Questa operazione si configura come uno dei più famosi falsi storici della canzone italiana. Alcune di queste canzoni sono diventate dei classici.
Di questo repertorio sono da ricordare:
- Ma mi (testo di Giorgio Strehler)
- Le Mantellate (testo di Giorgio Strehler)
- Hanno ammazzato il Mario (testo di Dario Fo)
- Sentii come la vusa la sirena (testo di Dario Fo)
Canzoni varie
Tra le altre canzoni più conosciute sono da ricordare:
- La brutta città (testo di Dario Fo), Milly, Dario Fo
- El me ligéra (testo di Dario Fo), Milly
- La luna è una lampadina (testo di Dario Fo), Enzo Jannacci, Dario Fo
- Ma che aspettate a batterci le mani (testo di Dario Fo), Dario Fo
- Su cantiam (testo di Dario Fo), sigla iniziale di Canzonissima 1962, Dario Fo
- Stringimi forte i polsi (testo di Dario Fo), sigla finale di Canzonissima 1962, Mina (cantante)
- Sopra i vetri (testo di Dario Fo), Dario Fo, Enzo Jannacci
- Il foruncolo (testo di Dario Fo), Dario Fo, Enzo Jannacci
- Miracolato del ceto medio-basso (testo di Dario Fo), Dario Fo
- Aveva un Taxi nero (testo di Dario Fo), Enzo Jannacci, Dario Fo
- Quella cosa in Lombardia (testo di Franco Fortini), Laura Betti, Enzo Jannacci
- La canzone del bel tempo (testo di Franco Fortini), Milly
- Ti butto via (Roberto Lerici (editore)-Carpi), Ornella Vanoni, Rosalina Neri, presentata nel programma televisivo Fatti e fattacci (regia di Antonello Falqui, 1975)
- Storia di Pinocchio (Manfredi-Patrizi-Carpi), Nino Manfredi, sigla finale di Le avventure di Pinocchio (miniserie televisiva)
- Regent’s Park (Daniele D’Anza-Carpi), Connie Francis, sigla finale dello sceneggiato Melissa (miniserie televisiva)
- On the morning after, Annie Ross, dal film Salon Kitty
Tra gli autori d’eccezione che prestarono i loro versi a Carpi (insieme ad altri autori e compositori) per lo spettacolo di Laura Betti Giro a vuoto (regia di Filippo Crivelli, 1960) sono da ricordare:
- Franco Fortini: Quella cosa in Lombardia
- Alberto Moravia: Amare vuol dire mentire
- Ennio Flaiano: Dimenticata
- Italo Calvino: Sul verde fiume Po
- Alberto Arbasino: Seguendo la flotta
- Camilla Cederna: Social climber
- Fabio Mauri: Venere tascabile, Vera signora
molto di più nel link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Fiorenzo_Carpi
Non si può non amare Enzo Iannacci. Il video in cui canta del taxi nero che andava col metano, esprime, anche con il corpo, tutta la sua benedetta “pazzia”.