Un dissidente kazako spacca il governo
Moglie e figlia estradate a forza dall’Italia. Bonino: “Figura miserabile”. Letta richiama Alfano
Sono queste le domande che il primo ministro Enrico Letta e il ministro degli Esteri Emma Bonino si sono ripetuti di nuovo ieri, quando si sono incontrati per discutere di Egitto. All’inizio di giugno, quando la storia venne fuori grazie agli avvocati del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, ex banchiere accusato di aver intascato milioni di dollari, la Bonino si lamentò — umiliata e imbarazzata — col primo ministro ma anche con il ministro degli Interni Angelino Alfano: «Ho saputo di questa espulsione dai giornalisti inglesi e dai militanti dei gruppi per la difesa dei diritti civili che mi chiedevano notizie». «Questo non era un caso di immigrazione clandestina», ha detto ai suoi collaboratori, «è un caso che danneggerà il governo italiano, faremo una figura miserabile, quella di chi si è venduto due possibili ostaggi a un governo straniero». Enrico Letta ha chiesto spiegazioni una prima volta in privato ad Alfano, ma venerdì è stato costretto a farlo in pubblico, quando Ablyazov gli ha chiesto conto della deportazione di moglie e figlia con un’intervista alla Stampa.
«La verità potrebbe essere istituzionalmente più imbarazzante», dice un’alta fonte al ministero degli Esteri: «Alfano potrebbe non essere neppure stato informato della gravità e delicatezza del provvedimento, il che per lui e il governo sarebbe gravissimo: sarebbe stato aggirato dal suo apparato, mentre agenti del Kazakhstan sarebbero riusciti a raggiungere i livelli medio-alti del nostro sistema di sicurezza per chiedere un’espulsione che nei modi e nel merito è gravissima».
Non è chiaro in che maniera il premier Letta abbia chiesto informazioni al ministro dell’Interno sul caso di Alma Shalabayeva e della piccola Alua, 6 anni, la moglie e la figlia del leader dell’opposizione in Kazakhstan Mukhtar Ablyazov. Ieri anche il Financial Times ha dedicato una lunga, imbarazzante ricostruzione della violenta irruzione della notte fra il 29 e il 30 maggio Alma e Alua si trovavano nella villetta della sorella di Alma, Venera, nella zona di Casal Palocco. La polizia fece irruzione, uno degli agenti urlò ad Alma «puttana russa», un altro con un catenone d’oro al collo disse qualcosa del tipo «io sono la Mafia». Un dirigente della polizia conferma che il loro incarico era arrestare Ablyazov, dichiarato “latitante” da 4 stati europei. Il quotidiano britannico pubblica anche una foto del dittatore kazako con Silvio Berlusconi, sottolineando la loro amicizia.
Letta ha annunciato di avere ordinato un’inchiesta interna. È molto probabile anche la magistratura aprirà un’inchiesta, facendo sempre la stessa domanda: chi ha “venduto” la moglie e la figlia di Mukhtar Ablyazov al governo del Kazakhstan?