LO ZAFFERANO E ALCUNE DELLE SUE VALLI ( FIORITE ) DALL ABRUZZO AL FRIULI — + 3 note curiose e 1 poesia con video

 

 

 

 

 

 

Altopiano di Navelli

 

LO ZAFFERANO DI NAVELLI

La polvere di zafferano si ricava, per essicazione degli stimmi, dal fiore del Crocus sativus; questa pianta è coltivata tradizionalmente sull’altopiano di Navelli in provincia de L’Aquila, (incuneato fra i parchi del Gran Sasso e del Sirente Velino) e nella Valle Subequana, dove ha trovato l’habitat ideale per il clima asciutto e ventoso e i terreni molto permeabili (un’umidità eccessiva farebbe marcire la pianta).

La raccolta è effettuata manualmente nelle prime ore del mattino, quando la corolla è ancora chiusa. I fiori recisi sono raccolti in canestri di vimini e aperti con le unghie uno alla volta, separando gli stimmi dallo stilo che deprezza il prodotto.

 

 

zafferano - zafferano foto e immagini stock

 

 

 

Finita la sfioratura si adagiano i pistilli in un setaccio che si appende sulla cenere calda del camino. La tostatura deve essere lentissima ed uniforme. Lo zafferano è poi commercializzato in parte macinato e racchiuso in bustine e in gran parte così com’è, in vasetti da un grammo. La qualità è la stessa, ma i fili sono più pregiati perché oltre ad aromatizzare decorano il piatto.

 

da : FONDAZIONE SLOW FOOD
https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/zafferano-di-navelli/

 

 

La fioritura dello zafferano è spettacolare: ecco dove possiamo ammirarla

foto SiViaggia

 

 

La pianta della famiglia delle Iridaceae si coltiva principalmente nei territori dell’Asia minore, ma anche in molti Paesi del Mediterraneo. Tra questi troviamo la Francia, la Svizzera, e l’Inghilterra, ma anche le Valli del Natisone, la regione geografica posta a cavallo di Friuli e Slovenia.

 

Purple carpet of crocus flowers in mountains

le sette laghi di Rila, parco nazionale di Rila ( per escursionisti ), Bulgaria

 

In Italia, invece, le colture più estese si trovano nelle Marche, in Abruzzo, in Sicilia e in Sardegna.

Tra le fioriture più famose, tuttavia, spicca quella nella terra dell’Abruzzo. Infatti, lungo la piana di Navelli si coltiva lo Zafferano dell’Aquila D.O.P., considerato tra i migliori al mondo.

Questa incredibile fioritura si può ammirare proprio ai piedi del Gran Sasso, regalando un panorama incredibile.

 

In Search of Spring

 

I fiori, circondati da paesaggi naturali incantevoli, si estendono per infiniti campi viola dai contrasti rossi. Durante questo periodo i coltivatori locali, i cittadini e i turisti si recano per ammirare i fiori violacei con questi lunghi stigmi rossi.

La raccolta dello zafferano si tiene ogni anno tra metà ottobre e inizio novembre e dura circa due settimane.

A farmer separating stigmas from the saffron flower on a small farm in central France

una donna che separa i pistilli dai fiori in una casa di campagna nel centro della Francia

 

In occasione della raccolta dei pistilli vengono organizzate diverse iniziative, tra cui laboratori e degustazioni per conoscere da vicino la spezia più utilizzata in cucina.

Negli ultimi anni questo spettacolo sta coinvolgendo sempre più viaggiatori e turisti che si recano nei luoghi delle coltivazioni per ammirare lo splendido spettacolo dei fiori che stanno per schiudersi.

Casa Verde, nel borgo di Civitaretenga, si può visitare l’agriturismo dell’Abruzzo fondato nel 1976, dove poter trascorrere le giornate proprio come i nonni e le nonne erano soliti fare, partecipando alla raccolta.

Scritto da Ilenia Albanese

DA :
VIAGGIAMO.IT
https://www.viaggiamo.it/dove-vedere-la-fioritura-dello-zafferano/?refresh_ce

 

Spring has sprung

Zafferano ( fiori di ) in un parco di Amsterdam

 

https://borghipiubelliditalia.it/borgo/navelli/

 

 

 

Mappa della Valle

MAPPA DELLA VALLE:: Mappa dei comuni della provincia dell’Aquila ricadenti all’interno dell’altopiano di Navelli, con indicazione dei nomi
Fra00 – Opera propria

 

Vista posteriore di donne senior che fa escursioni e fotografa su tappeti viola di zafferano ed erba verde su platou Velika planina, Slovenia

Slovenia

 

 

 

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Navelli, provincia dell’Aquila
Zitumassin – Opera propria

 

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San Pio delle Camere, il castello triangolare di San Pio
Ra Boe – selbst fotografiert DigiCam C2100UZ

 

 

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Tratturo Magno. Peltuinum, Prata d’Ansidonia (AQ) – Panorama

 

 

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Mappa dei principali tratturi con evidenziato il regio tratturo L’Aquila-Foggia.

 

 

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Il castello Piccolomini di Capestrano
Pietro – Moto Itinerari

 

 

L'Aquila: Basilica di Santa Maria di Collemaggio

L’Aquila: Basilica di Santa Maria di Collemaggio, facciata occidentale
Ra Boe – selbst fotografiert DigiCam C2100UZ

 

 

Una delle tante chiese sul tratturo abruzzese, la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Navelli

Una delle tante chiese sul tratturo abruzzese, la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Navelli- Civitarenga – Navelli, L’Aquila

 

 

wikipedia _- Tratturo Aquila – Foggia
https://it.wikipedia.org/wiki/Tratturo_L%27Aquila-Foggia

 

 

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campi di zafferano a Navelli
Giancarlo Vetrone – Flickr

 

 

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Castello di San Pio delle Camere

 

 

 

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Interno romanico della chiesa dell’Abbazia di Santa Maria Assunta (Bominaco)
Pietro – Moto Itinerari

 

 

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Chiesa di Santa Maria dei Cintorelli nel Comune di Caporciano (AQ) sulla piana di Navelli. Foto personale
Inviaggiocommons

 

 

wikipedia – altopiano di Navelli
https://it.wikipedia.org/wiki/Altopiano_di_Navelli

 

Saffron Harvest In Castilla La Mancha Region

un cesto di fiori di zafferano nella regione della Mancia in Spagna

 

Ci spostiamo un minuto in Friuli nelle Valli del Fiume Natisone-

Gabrovic ( già Capodistria ) è un borgo in Slovenia di 76 abitanti ( nel 2020 )
situato a ridosso dello spartiacque tra la valle del Rio Ospo e quella del Risano, al confine geografico tra l’Istria settentrionale ed il Carso, a 3,3 Km dal confine italiano presso Crociata di Prebenico.
Dal dopoguerra, con la costruzione della nuova strada (più a ovest di quella storica) che porta alla valle del Risano, è sorto un nuovo insediamento (Nova Gabrovica) che si è affiancato a quello storico (Stara Gabrovica) ormai quasi abbandonato.
Dal paese si vede l’ardito Viadotto di San Sergio dell’Autostrada A1 della Slovenia.

 

Nova Gorica
domjisch from Graz, Austria – Nova Gorica

 

© 1971markus@wikipedia.de / Cc-by-sa-4.0

 

 

IL FIUME NATISONE

 

  Il fiume Natisone è per ampiezza, caratteristiche geomorfologiche, collocazione e fauna ittica uno dei più interessanti corsi d’acqua del Friuli Venezia Giulia. E’ caratterizzato da un bacino totale di 322 kmq, nasce a 415 metri sul livello del mare e deriva dalla confluenza del Rio Bianco e del Rio Nero che scendono dalle falde del Monte Maggiore e dal Gabrovig ( vedi sopra ). Indi il corso d’acqua a regime torrentizio scorre in direzione sud-est in una valle ristretta fino a quota 325.  Il suo percorso accidentato e tortuoso attraversa valli profondamente incise e terreni prevalentemente marnosi, a tratti calcarei. Avvolge l’abitato di Longo, si allarga per poi restringersi al livello del Monte Mia e del Monte Matajur.  A valle di Robig il fiume punta verso sud, descrive un’ampia curva intorno alle pendici del monte Mia, poi entra in territorio sloveno dove scorre con frequenti cambiamenti di direzione fino alla Sella di Caporetto ove, piegando a sud, rientra in territorio italiano raggiungendo l’abitato di Stupizza e puntando a sud sino a quota 190 metri s.l.m. dove termina l’alto corso. Con una modesta portata supera l’abitato di Pulfero, quindi si allarga nella vasta zona arenacea che gravita su San Pietro al Natisone giungendo al Ponte di San Quirino a valle del quale riceve, in riva sinistra, l’apporto di alcuni affluenti come l’Alberone, l’Erbezzo e il Cosizza, poi raggiunge Cividale, dove termina il corso medio del fiume.  A sud di Cividale inizia il corso più caratteristico e selvaggio del fiume che entra nella caratteristica forra, poi la sponda si abbassa fino a Manzano, ai ponti della linea ferroviaria Udine-Trieste e alla SS 56. Raggiunto Trivignano scompare completamente nella falda alluvionale e dopo un percorso di circa 32 Km avviene la confluenza con il Torre, una confluenza virtuale, in realtà.
Pare che in tempi antichi il Natisone si dirigesse verso il mare nei pressi di Aquileia e che il subalveo abbia mantenuto l’originaria direzione, mentre l’alveo si è spostato verso Est. Per questo motivo quando il fiume è in piena sfocia nel Torre, mentre in condizioni normali le acque assorbite dalle ghiaie dell’Alta Pianura friulana scorrono in subalveo seguendo il letto antico. Il regime torrentizio del Natisone e la morfologia dell’alveo provocano una notevole variabilità della portata, che registra massimi autunnali e primaverili di 380 mc/s e minimi estivi di alcuni mc soltanto.
Per quanto attiene la fauna ittica il corso del fiume può essere sostanzialmente suddiviso in due zone principali. Una prima comunità tipica del tratto montano e pedemontano popola l’area compresa fra la località Arpit e Perovizza e conta la presenza della trota marmorata (Salmo [Trutta] marmoratus), il temolo (Thymallus thymallus), la trota fario (Salmo [Trutta] trutta), lo scazzone ( Cottus gobio) ed altri Ciprinidi reofili. In questa zona è stata immessa anche la trota iridea. La seconda zona, compresa fra Premariacco e la località Case di Manzano, si differenzia nettamente dalla precedente e conta la presenza di specie come il barbo (Barbus plebejus), il cavedano (Leuciscus souffia), l’alborella (Alburnus alburnus alborella), i gobidi (Padogobius martensii) e il naso, o savetta (Chondrostoma nasus nasus) specie alloctona di recente immissione. Fra le precedenti esiste una zona intermedia nella quale permane una certa sovrapposizione delle specie.
L’ambiente fluviale rappresenta un luogo ideale per gli uccelli che vi trovano riparo e cibo in abbondanza e che percorrono questo “corridoio” nel corso delle loro migrazioni. Vi si trovano quindi, in tali occasioni, numerosi uccelli di passo come anatre, cicogne ed aironi. L’area di confluenza con il Torre, inoltre, ospita l’occhione (Burthinus oedicnemus) che depone le uova in piccole conche fra i ciottoli, ma anche il corriere piccolo (Charadius dubius) e il raro succiacapre (Caprimulgus europaeus). Si rimarca anche la presenza del topino (Riparia riparia) e del gruccione (Merops apiaster). Nelle zone ghiaiose sono diffusi anche il calandro  Anthus pratensis), il martin pescatore (Alcedo atthius) la cappellaccia (Galeridie cristata) e, nelle zone prative, l’averla minore (Lanius minor).
  Le formazioni vegetali sono caratterizzate dalla presenza di specie erbacee a notevole capacità di attecchimento che caratterizzano le superfici rivestite da materiale grossolano di ciottoli e ghiaie. Vi sono formazioni arbustive che proteggono le sponde in aree meno esposte alla frequente azione del fiume, identificabili con il salice (Salix purpurea), sambuco (Sambucus nigra) e amorfa. Le formazioni arboree che dominano gli argini sono caratterizzate dalla presenza del pioppo nero (Populus nigra) e del salice (Salix alba) , ma anche dell’olmo (Ulmus minor) , la robinia (Robinia pseudoacacia) e l’acero campestre (Acer campestre)
(A.Ceschia)

da : https://www.natisone.it/0_store/natisone/natisone03.htm

Cividale del Friuli, Valli del Natisone e del Torre

Cividale del Friuli
foto Turismo FGV

Le Valli del Natisone - Cividale.com

Valli del Natisone

Cividale.com


QUALCHE NOTA CURIOSA :  — tre

I. Un’altra volta vedremo — se qualcuno ce lo ricorda  — le ” Krivapete “ di queste valli dove scorre il Natisone:

anticipiamo qualcosa —

Multiforme e ambigua come le Baba Yaga, come le Melusine, come la Belle Dame sans Merci e  tanto tempo prima Lilith, nella lontana Korea la potente dea creatrice Mago nelle sue forme popolari degradate viene descritta in termini analoghi:

“dispettosa con gli uomini, sapiente in gravidanze e parti, capace di assumere l’aspetto di una volpe o di un gatto, vecchia cisposa e subito dopo donna bellissima, ‘coi capelli arruffati, un naso a becco e i talloni unghiati d’uccello’”(Luciana Percovich, Colei che dà la Vita, Colei che dà la Forma, p.61–Venexia Editrice – Roma 2009; ). Insomma, streghe dai piedi rovesciati, donne selvagge o selvatiche, perché prima donne sacre, sagge e sapienti, libere e “infedeli”.

“Nello spazio e nel tempo, sono associate ad altre figure mitiche quali le torke, babe, russalke, vile, bradoviceduje zene, duje babe, anguane, bregostane, ninfe, sirene, ondine, melusine, erinni, streghe.”

(Aldina De Stefano, Le Krivapete delle Valli del Natisone. Un’altra storia  -p. 29-Kappa Vu – Udine 2003)

 

tutto da : 

Le Krivapete delle Valli del Natisone (UD)

 

 

2. Lilith

 

Esiste una storia omessa o poco raccontata nei miti della Genesi che parla della prima donna creata da Dio, il cui nome è Lilith e non Eva.
Una leggenda antica narra che la prima moglie di Adamo fosse proprio Lilith creata dalla stessa sostanza del compagno e a questi contemporaneo nella nascita.

Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò.
Genesi, 1:27; 10

Nel secondo capitolo si ripete poi, con parole diverse, prima la creazione dell’uomo con polvere del suolo, Genesi 2:7, e poi, dalla costola di Adamo, Genesi 2:22, la creazione della donna chiamata Eva.

Prima ancora che nell’Antico Testamento, il mito di Lilith compare nelle antiche religioni mesopotamiche ed ebraiche.

Di Lilith si sa che preferì fuggire dal Paradiso Terrestre piuttosto che sottomettersi alla volontà di Dio e di Abramo. Non volle giacere sotto al suo compagno in senso fisico e simbolico e così andò via.

La cultura Medioevale non ci si mise molto a trasformare la sua figura in quella di un demone.

Si legge ne ‘L’alfabeto di Ben-sira’, di autore anonimo, scritto nel X secolo dopo Cristo:

Ella disse ‘Non starò sotto di te’, ed egli disse ‘E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra’.

 

segue nel link:

Lilith la prima donna, tra Angelo e Demone

 

 

3. MAGO HALMI – COREA  DEL NORD

Mago halmi (마고 할미?麻姑–?) è un mito della creazione della regione di Kwanbuk nella provincia del Hamgyeong Settentrionale, situata nell’attuale Corea del Nord.

Il mito parla di una dea-gigantessa di nome Mago, la quale creò tutte le formazioni geologiche presenti sulla terra usando fango, rocce, urina ed escrementi. A differenza dei miti della creazione sulle divinità maschili, questo mito è stato tramandato solo oralmente e non è stato incluso in registri o rituali formali

 

DA :

MITOLOGIA COREANA : https://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_coreana

 

 

 

Pair of saffron crocus flowersfiore di croco che produce lo zafferano

 

 

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

 

EUGENIO MONTALE, Ossi di seppia (Torino, Piero Gobetti Editore 1925).

 

legge questa poesia   Vittorio Gassman — ( si può sentire.. )

 

testo e video da :

https://www.libriantichionline.com/divagazioni/eugenio_montale_non_chiederci_la_parola

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1 risposta a LO ZAFFERANO E ALCUNE DELLE SUE VALLI ( FIORITE ) DALL ABRUZZO AL FRIULI — + 3 note curiose e 1 poesia con video

  1. DONATELLA scrive:

    Che meraviglia, quanto è ricco il mondo!

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