grazie a Donatella ! SAM SAVAGE, FIRMINO, EINAUDI – 2010 ( 1a edizione ) ++ commenti e racconti immagini e un piccolo video + l’autore —

 

 

Firmino | Sam Savage - Il Crivello

 

 

Incipit #Firmino #Savage #lettoria | A "Firmino" di Sam Savage è dedicato l'incipit del lunedì. Considerato un inizio "miracoloso" quello del romanzo dell'autore americano che racconta in... | By Lettoria | Facebook

 

 

 

 

#Incipit #Firmino #Savage #lettoria – link Facebook

 

A “Firmino” di Sam Savage è dedicato l’incipit del lunedì.

Considerato un inizio “miracoloso” quello del romanzo dell’autore americano che racconta in prima persona un divoratore di libri, “colto e pensante, dentro, ma inesorabilmente ratto fuori”

Lo avete letto?

video, 1.55 

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segue da :

Vite da Lettore

Una, qualcuna e centomila

Firmino – Sam Savage

 

Titolo: Firmino – Avventure di un parassita metropolitano
Autore: Sam Savage
Titolo originale: Firmin. Adventures of a Metropolitan LowLife
Lingua e paese d’origine: Inglese, Stati Uniti d’America
Anno di pubblicazione originale: 2006
Casa editrice originale: Coffee House Press

Edizione in mio possesso
Anno di pubblicazione italiana: 2011
Casa editrice italiana: Giulio Einaudi Editore s.p.a
Traduttore: Evelina Santangelo
Pagine: 179
Genere: Romanzo


Dedica dell’autore

A Nora


- Firmino – Avventure di un parassita metropolitano - Sam Savage


Pensieri

 

I libri per bambini sono spesso popolati da creature antropomorfe, ma dubito che gran parte di loro saprebbero definire questa parola. Molti animali che abitano l’immaginazione infantile sono effettivamente umani in tutto tranne che nell’apparenza. Interagiscono come noi, usano nomi, hanno precise abitudini e le vicende di Firmino seguono la medesima linea logica .

Egli ha una madre, Flo, e dodici fratelli: SweenyChuckyLuweenaFeenieMutt,
PeeweeShuntPuddingElvisElvinaHumphrey Honeychild. Eppure Firmino, tra i tanti è considerato il rifiuto della sua specie,  un topo cosciente della sua natura da roditore ma sospettoso del fatto di non essere realmente tale.

Firmino, fur-man: uomo dalla pelliccia. Curioso non trovate? Dato alla luce in quello che risulta essere il seminterrato di una libreria di Boston, in un nido improvvisato da piccoli coriandoli tagliuzzati di quelle che un tempo erano le pagine di Finnegans Wake di J. Joyce.

 

Firmino | centolibri

immagini di Centolibri

 

 

Trascurato dalla madre alcolizzata dai liquami bevuti per le strade, vittima di bullismo da parte dei suoi fratelli, il giovane Firmino deve nutrire e allevare se stesso e in assenza d’altro inizia ad addentare la loro “biancheria da letto” fatta di ritagli di Dostoevskij , Strindberg e Balzac.

Questo cambiamento nella dieta colpisce il cucciolo in modo inaspettato: all’inizio un boccone di un autore è simile a quello di un altro, ma col passare del tempo i suoi sensi si fanno più acuti e ben presto il sapore di ogni pagina porta con sé rappresentazioni mentali di ciò di cui non ha esperienza  nel cosiddetto mondo reale. Egli impara a leggere intorno al bordo dei suoi pasti fatti di carta ed inchiostro, trovandosi di volta in volta a masticarne sempre meno.

Flo, dopo aver brevemente mostrato alla sua progenie come procurarsi un sufficiente sostentamento, li abbandona e presto anche i fratelli di Firmino si congedano dal nido famigliare.

 

 

Firmino e la libreria.jpg

 

 

Firmino è finalmente solo e libero di assecondare le sue passioni. Comincia ad esplorare il suo mondo e si rende conto tuttavia, non può vivere solo con le parole e così una fame non unicamente letterale lo induce ad avventurarsi nelle strade fuori. Qui scopre il Rialto, cinema aperto per ventiquattro ore al giorno, più economico di una stanza e più caldo di una strada, ospitante un  pubblico perlopiù impegnato a dormire. Firmino viene catturato dall’atmosfera dell’ambiente ma non per questo decide di abbandonare la sua prima dimora, la libreria  ed il suo primo affetto umano, il proprietario, custode di tutti quei preziosi volumi ingialliti. Egli lo esalta e desidera profondamente poter comunicare con lui, ma come se impossibilitato dalla diversità di espressione del linguaggio?

Firmino è un topo dalla grande sensibilità ma teme che il libraio possa non essere all’altezza delle sue aspettative.

Questo piccolo topo dalle fattezze esili, è un essere intrappolato nella sua stessa testa. Egli possiede una  vivida immaginazione che gli permette di idealizzare la propria esistenza e viverla  tranquillamente. Sebbene non scriva le cose come tali, diventa uno scrittore, “scrivendo nei suoi sogni” diurni o notturni che siano.

Come i viaggi intrapresi tra i libri, sarà un viaggio sconsiderato in un parco a fargli incontrare il possibile compagno perfetto con la quale condividere quel tipo di fame non può mai essere soddisfatta, lo scrittore  Jerry Magoon.

L’autore Savage, ha ricreato qualcosa di veramente unico: un narratore che avrebbe potuto essere insopportabile nei suoi cliché, si rivela uno degli antieroi tra i più toccanti mai incontrati. Meno di centocinquanta pagine per specchiarsi poco sopra il  lavandino del bagno della libreria, e guardare noi stessi senza riconoscerci, a balbettare frasi rudimentali.

 

Firmino e lo specchio.jpg

 

Come i topi scacciati dalle proprie case, si diviene metafora dell’esclusione della società,  stato alterato dal desiderio di diventare visibile e finalmente umano fosse anche solo agli occhi  di pochi.
Firmino lascia che sia l’arte a compiere in lui la sua metamorfosi.

 

Cosa salva la vostra persona, cosa vi rende umani?


Citazioni

  • Chi può rimanere impassibile dinnanzi a frasi di questo tipo? Sono così pregne di significato, così, oserei dire, commoventi sino all’inverosimile da contenere in sé tutti i capitoli non scritti – non scritti ma lì. Già lì! Ahimè, in realtà non erano altro che bolle di sapone, illusioni, Ciascuna di quelle frasi meravigliosamente cariche di promesse era come un pacco regalo stretto tra le mani di un bambino impaziente. Un pacco in cui non c’erano altro che sassolini e un po’ di cianfrusaglie. Ma, oh come è allettante quel tintinnio. Lui pensa che siano caramelle! Io pensavo fosse letteratura.
  • All’inizio mi avventavo senza andare troppo per il sottile, in modo indifferenziato, abbandonandomi a un’ orgia insaziabile – un boccone  di Faulkner era come un boccone di Flaubert, per quel che mi riguardava. Ma presto cominciai a notare delle sottili differenze. Notai, prima di tutto, che ogni libro aveva un sapore diverso: dolce, amaro, aspro, agrodolce, rancido, salato, agro. Notai, anche, che ciascun gusto – e, con il passare del tempo e l’acuirsi dei sensi, il sapore di ciascuna pagina, frase e infine parola – portava con sé e suscitava nella mente un insieme di immagini e rappresentazioni di cose di cui non sapevo nulla a causa della mia limitata esperienza del mondo cosiddetto “reale”: grattacieli, porti, cavalli, cannibali, un albero in fiore, un letto disfatto, una donna annegata, un ragazzo volante, una testa mozzata, braccianti che alzano lo sguardo al verso di un idiota che urla, il fischio di un treno, un fiume, una zattera, il sole che filtra obliquo in un bosco di betulle, una mano che accarezza una coscia nuda, una capanna nella giungla, un monaco che muore.
  • Ancora oggi devo continuamente ricordare a me stesso, talvolta dandomi una botta in testa, che Eisenhower è reale, mentre Oliver Twist no.
  • Ridete. Fate bene a ridere. Un tempo fui – malgrado il mio aspetto sgradevole – un inguaribile romantico, la più assurda e ridicola delle creature. E un umanista anche, egualmente inguaribile. E tuttavia, nonostante, o forse grazie a queste debolezze, durante la mia prima formazione, fui in grado di conoscere una gran quantità di figure leggendarie e di persone di genio. Riuscii a conversare con tutti i Grandi. Dostoevskij e Strindberg, per esempio. Subito riconobbi in loro dei compagni di strada afflitti, isterici come me. E da loro appresi un insegnamento prezioso: per quanto piccolo e insignificante tu possa essere, nulla vieta che la tua follia sia tra le più grandi.
  • Avrebbero dovuto seppellire i libri insieme ai loro proprietari, come gli egiziani – solo così sì sarebbe potuto evitare che la gente, dopo ci mettesse su le mani in modo oltraggioso -, avrebbero dovuto dar loro, ai defunti, qualcosa da leggere nel lungo viaggio attraverso l’eternità.

 

  • Guardai la gente che passeggiava, quel che faceva con le mani. Stavano forse conversando? Per tutta la mattina osservai mani oscillare lungo i fianchi, nascondersi nelle tasche, dare colpetti sui capelli arruffati dal vento, agitarsi in cenni di saluto, indicare scoiattoli, chiudersi a pugno, lanciare noccioline, … […] Le mani, nessuna esclusa, si dedicavano laboriose a tutte queste faccende senza mai pronunciare una sola parola.

 

PDF] Firmino di Sam Savage, versione eBook | Perlego

immagine di : perlego 

 

Informazioni sull’autore

 


foto El Pais – pubblicata da :
Stato quotidiano.it

 

Sam Savage nasce a Cadmen nel sud della Carolina  il 9 novembre del 1940. Lasciato il posto da insegnante di discipline filosofiche a Yale, nel 1980 torna a sud, a McClellanville, dove trascorre i successivi ventitré anni lavorando come falegname, pescatore commerciale e tipografo. Secondo le notizie riportate, la maggior parte delle sue opere non sono sopravvissute e nel 2003, si sposta verso nord, questa volta a Madison, nel Wisconsin, dove ora vive. La sua seconda opera più nota è “The Cry of the Sloth” (Il lamento del bradipo) del 2009, ambientato negli anni durante il mandato elettorale di Nixon.

 

 

CORRIERE — 19 GENNAIO 2018

https://www.corriere.it/19_gennaio_18/morto-sam-savage-papa-topo-firmino-f7cf3ec6-1b50-11e9-a392-0b2e66f10fec.shtml

 

Morto Sam Savage
Il papà del topo Firmino

Scomparso a 78 anni lo scrittore americano protagonista nel 2006 di un caso editoriale
con il suo piccolo roditore divoratore di libri, portato in Italia da Einaudi Stile libero

Sam Savage
Sam Savage
shadow

Era entrato nel cuore dei lettori grazie a Firmino, sfortunato topolino divoratore di libri diventato in un attimo un fenomeno editoriale, e da allora ha continuato a scrivere. È morto a 78 anni nella sua casa di Madison, Wisconsin, Sam Savage, romanziere. Era nato a Camden, in South Carolina, nel 1940: laureato in filosofia a Yale, per breve tempo in cattedra nello stesso ateneo poi per scelta meccanico di biciclette, falegname, pescatore e tipografo — ma sempre aspirante scrittore — aveva dovuto aspettare i 65 anni per diventare famoso, all’improvviso. Merito di Firmino, roditore messo al mondo da una madre ubriaca in una libreria di Boston, il 9 novembre del 1960. Privato del beneficio del latte materno dai dodici fratelli prepotenti, il topo si risolveva a cibarsi di quello che in quel momento aveva a disposizione in maggior quantità: libri. E da cibo per il corpo a cibo per la mente il passo era breve.

Pubblicato nel 2006 per Coffe House Press, piccolo editore indipendente di Minneapolis, Firmino era stato portato in Spagna da Seix Barral e, da lì, nel mondo, diventando subito un bestseller, anche grazie alle illustrazioni di Fernando Krahn. Più di un milione di copie vendute, di cui circa la metà in Italia dove a dare dignità di stampa al topolino mangiapagine è stata Einaudi Stile libero, nella traduzione di Evelina Santangelo. Fenomeno per caso, da allora Savage ha continuato a scrivere, rimanendo lontano dai circuiti della vita culturale. Dei suoi successivi romanzi, Einaudi Stile libero ha tradotto Il lamento del bradipo, storia di Andrew Whittaker,direttore di una rivista letteraria che versa in cattivissime acque, lasciato dalla moglie e grafomane.

Il lamento del bradipo - Sam Savage - copertina

Tanti lettori sui social hanno reso omaggio a Sam Savage e al suo Firmino, ancora oggi un piccolo ma resistente simbolo dell’amore per i libri e del potere che ha la lettura di farci viaggiare in mondi sconosciuti, molto lontani dal seminterrato di una libreria di Boston.

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