DONATO DETTO ” DONATELLO ” ( Firenze, 1386 -Firenze, 1466 ) — ” La Maddalena penitente “, 1453/55

 

 

Firenze - Museo Opera del Duomo, Maddalena.jpg

La Maddalena di Donatello nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze

Luca Aless – Opera propria

 

 

Maria Maddalena è una scultura in legno parzialmente dorato (altezza 188 cm), realizzata dallo scultore fiorentino Donatello e datata tra il 1453 e il 1455. Eseguita per il Battistero fiorentino, suscitò scalpore e ammirazione a causa dello scabro realismo.

 

 

La documentazione pervenutaci è estremamente scarna. Il Vasari la cita come un’opera dall’anatomia perfettamente studiata senza alcuna pecca. Nata nella fase matura dell’artista (eseguita all’età di settant’anni), fu commissionata forse per il Battistero di Firenze nel 1453, anno in cui Donatello tornava nella città natale dopo aver trascorso un fruttuoso decennio a Padova (1443-1453). Donatello all’epoca era ormai anziano e la sua malattia e decadimento fisico per la vecchiaia sicuramente favorì la concentrazione su temi legati all’aldilà e all’espressione dei sentimenti davanti alla morte incombente, difficilmente alla portata di artisti giovani.

 

 

 

Dettaglio

I, Sailko

 

 

Disseccata e ascetica, la scultura influenzò non poco la sensibilità dei fiorentini. Già nel 1455 ce ne fu un’altra, chiaramente ispirata a quella di Donatello, della bottega di Neri di Bicci (Museo della Collegiata di Empoli), che segna il termine ante quem per il completamento dell’opera. Da lì in poi furono numerose le repliche ed imitazioni, che testimoniano la profonda impressione dell’esile e raccapricciante vecchia esercitata sui cittadini.

 

 

Dettaglio

I, Sailko

 

Non si sa esattamente quale fosse la destinazione originale, è noto solo che nel 1500 si trovava in Battistero, come attesta un pagamento da parte dell’Arte di Calimala, patrona del luogo di culto, all’orafo Jacopo Sogliani per un diadema per la Maddalena. Forse però era già stata vista in questa collocazione da Carlo VIII di Valois, che, secondo Del Migliore, offrì un’ingente somma per acquistarla mentre era accampato con il suo esercitò nei dintorni della città. Nel tempo venne spostata più volte, poiché probabilmente non era originariamente destinata a una collocazione precisa.

Sopravvissuta alla catastrofica alluvione di Firenze del 1966, ha riportato danni alla policromia, il che ha conferì alla figura un carattere più essenziale. Nel 1972, al termine di un capillare restauro, è stata esposta nel Museo dell’Opera del Duomo.

 

 

 

Dettaglio

I, Sailko

 

 

«Di mano di Donato [è] una Santa Maria Maddalena di legno in penitenza, molto bella e molto ben fatta, essendo consumata dai digiuni e dall’astinenza, intanto che pare in tutte le parti una perfezione di notomia, benissimo intesa per tutto.»

(Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, edizione giuntina, 1568.)

 

 

 

Donatello, maria maddalena 06.JPG

I, Sailko– wikimedia commons

 

 

La Maria Maddalena è rappresentata negli anni della vecchiaia, quando pellegrinò incessantemente digiunando nelle foreste nel sud della Francia, come scritto sulla Legenda Aurea. Già famosa per la sua bellezza, essa venne infine completamente avvolta dai suoi capelli sempre più lunghi. La sua storia era il migliore esempio di redenzione e ascesi ottenuta attraverso il rifiuto del mondo, la mortificazione della carne, il pentimento e la preghiera.

 

 

 

 

Maddalena di Donatello Opera Duomo Florence n02.jpg

Marie-Lan Nguyen e un altro autore – Opera propria

 

 

 

 

Donatello fece a meno di quasi tutti gli attributi iconografici tradizionali, quali il cranio, la croce, il vasetto di unguenti. L’esile figura è rappresentata in piedi, con una leggera rotazione della testa che permette una pluralità di punti di vista.

 

 

 

Maddalena di Donatello Opera Duomo Florence n03.jpg

Marie-Lan Nguyen e un altro autore – Opera propria

 

 

 

Il volto è scavato, gli occhi sono infossati nelle orbite, la magrezza rivela i muscoli e tendini a fior di pelle. I lunghissimi capelli, ispidi e appiccicaticci, sono intrecciati intorno ai fianchi a mo’ di macabro indumento e rendono il corpo scheletrito una massa informe. Le mani sono quasi giunte, in segno di preghiera, ma non si toccano, come se ella fosse colta nell’atto di iniziare un’umile supplica.

 

 

Donatello, maria maddalena 08.JPG

I, Sailko

 

 

La fisionomia della donna è deturpata e rinsecchita dai lunghi digiuni, dalle privazioni e autofustigazioni. I capelli attorno al volto e le incavature degli occhi disegnano ombre profonde, che evidenziano e incorniciano espressivamente il cranio e il collo rugoso. La bocca è dischiusa e lascia intravedere la chiostra dei denti; lo sguardo è fisso e attonito, in una angosciata immobilità.

 

 

 

 

Magdalene Penitent by Donatello (6848913620).jpg

Erik Drost

 

 

 

Ancora oggi la visione della statua crea in alcuni visitatori un senso di straniamento e latente disagio, soprattutto fissandola negli occhi: vi si legge infatti tutta una serie di sentimenti profondi dell’animo umano (fatica, dolore, animo stanco), che non possono non muovere a compassione. Sembra di percepire nella Maddalena la vicinanza della morte e il degrado fisico portato fino alla soglia della decomposizione.

 

 

 

Maria Magdalena, Donatello, Florencia, Italia, 2019 02.jpg

Benjamín Núñez González – Opera propria

 

 

 

Maria Magdalena, Donatello, Florencia, Italia, 2019 03.jpg

Benjamín Núñez González – Opera propria

 

 

Capolavoro del naturalismo più vero, privo di idealizzazioni, la Maddalena segnò la crisi e il superamento espressionistico del classicismo di cui Donatello era stato il principale rappresentante in gioventù. La negazione della bellezza fisica privilegia vibranti valori drammatici e patetici, arrivando ad essere quasi “spettrale” (Rosenauer parlò di “mummia vivente”).

 

 

Donatello, maria maddalena 07.JPG

I, Sailko

 

 

L’opera è intagliata in legno di pioppo bianco. Il legno era un materiale difficile da scolpire in quanto, a differenza della pietra o del marmo, non consente sfumature e passaggi morbidi: per questo, dopo essere stato in auge nel Medioevo, l’uso del legno in scultura divenne via via più raro nel Rinascimento.

In questo caso Donatello lo scelse perché doveva trattare un tema inconsueto, dove i contrasti e lo schematismo dell’intaglio si adattavano bene al soggetto drammatico e patetico. Donatello scelse quindi il materiale in funzione degli effetti di luce che intendeva ottenere, proprio come aveva fatto molti anni prima con la cantoria del Duomo.

 

 

 

Donatello, maria maddalena 10.JPG

I, Sailko

 

 

 

Donatello dipinse la scultura (tracce più significative si trovano oggi sulle spalle) e la integrò con stoppa nei capelli e gesso in altre finiture. Anche la scelta di questi materiali poveri rivela l’anticlassicismo dell’ultimo Donatello, attraversato da profonde inquietudini, che solo nel Cinquecento maturo del Manierismo si inizierà a comprendere ed apprezzare. Solo nel barocco poi l’idea del memento mori e del corpo che si avvia verso l’aldilà verrà ripresa e sviluppata.

 

Nel restauro concluso nel 1972 vennero riscoperte filettature d’oro nei capelli, che dovevano pallidamente ricordare l’originaria bellezza del soggetto, sfigurato dall’ascesi e dalla vecchiaia.

 

 

Donatello, santa maria maddalena penitente, 1450 ca. 02.JPG

Sailko – Opera propria

 

 

 

 

 

Donatello - Wikipedia

Ritratto di Donatello, Paolo Uccello XVI secolo, Louvre

 

 

 

Donatello, il maestro scultore del Rinascimento

fonte : Getty Images

 

 

 

Possibile ritratto di Donatello (a destra) nella Cappella Brancacci

Masaccio –

 

 

 

Donatello, vero nome Donato di Niccolò di Betto Bardi (Firenze, 1386 – Firenze, 13 dicembre 1466), è stato uno scultore, pittore e architetto italiano.

 

Con la sua lunghissima carriera fu uno dei tre padri del Rinascimento fiorentino, assieme a Filippo Brunelleschi e Masaccio, oltre che uno dei più celebri scultori di tutti i tempi. Diede un contributo fondamentale al rinnovo dei metodi della scultura, facendo accantonare definitivamente le esperienze del tardo gotico e superò i modelli dell’arte romana classica. Inventò la tecnica dello “stiacciato”, basato su minime variazioni millimetriche degli spessori, che non impedisce la creazione di uno spazio illusorio, e padroneggiò le più disparate tecniche e materiali (marmo, pietra serena, bronzo, legno, terracotta). Si dedicò anche al disegno, fornendo i modelli ad esempio per alcune vetrate del Duomo di Firenze.

Particolare fu la sua capacità di infondere umanità e introspezione psicologica alle opere, spesso con accenti drammatici o di energia e vitalità trattenute ma perfettamente visibili.

 

Nacque a Firenze nel 1386, figlio di Niccolò di Betto Bardi, cardatore di lana non imparentato con la famiglia comitale dei Bardi. La sua era una famiglia modesta: il padre, irrequieto, condusse una vita tumultuosa, avendo partecipato prima alla rivolta dei Ciompi del 1378 e poi ad altre azioni contro Firenze, che lo portarono a essere condannato a morte e poi perdonato con il condono della pena; un carattere molto diverso da quel suo figliolo così minuto, signorile, elegante e delicato tanto da essere vezzeggiato con il nome di Donatello.

 

segue :

https://it.wikipedia.org/wiki/Donatello

 

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1 risposta a DONATO DETTO ” DONATELLO ” ( Firenze, 1386 -Firenze, 1466 ) — ” La Maddalena penitente “, 1453/55

  1. DONATELLA scrive:

    Bellissima e terribile la scultura della Maddalena.

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