TOMASO MONTANARI, Voce del verbo “rimuovere”: la Costituzione di don Milani — IL FATTO QUOTIDIANO — 18 DICEMBRE 2023 —

 

 

Tomaso Montanari, Il Fatto Quotidiano

Tomaso Montanari (Firenze, 15 ottobre 1971) è uno storico dell’arte e saggista italiano, rettore dell’Università per stranieri di Siena dal 2021. ( wikipedia )

il 2 dicembre questo spettacolo teatrale è stato a Modena, il 25 dicembre sarà a Cagliari al Teatro Massimo ( dal Facebook del Prof. )

 

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO — 18 DICEMBRE 2023 —https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/12/18/voce-del-verbo-rimuovere-la-costituzione-di-don-milani/7386353/

 

 

Michele Gesualdi con don Lorenzo Milani
a Barbiana negli anni Sessanta
da : https://www.quinewsvaldicornia.it/campiglia-marittima-don-lorenzo-milani-barbiana-libro-gesualdi.htm

 

 

Don Lorenzo Milani. L'esilio di Barbiana - Michele Gesualdi - ebook

San Paolo Edizioni, 2016 – se vuoi, vedi notizie al fondo sull’autore

 

 

PIETRE&POPOLO

 

 

Voce del verbo “rimuovere”: la Costituzione di don Milani

 

 

LA LEZIONE DEL PRIORE DI BARBIANA – La missione che il Vangelo affida oggi a un buon cristiano è la stessa che la Carta ha affidato alla Repubblica: cancellare la sottomissione dei poveri

 

 

 

Nel dibattito su don Lorenzo Milani favorito dal centenario che va chiudendosi, non si è forse abbastanza sottolineato il viscerale legame tra il priore di Barbiana e la Costituzione della Repubblica.

 

Nel suo L’esilio di Barbiana, Michele Gesualdi scrive che Milani, “in una delle ultime notti che ero con lui ad un tratto mi disse: … ‘non si tratta di produrre una nuova classe dirigente, ma una massa cosciente. Il buon cristiano, oggi non si limita a fare l’elemosina ma s’impegna a lottare per rimuovere le cause che tengono i poveri in condizione di sottomissione e di miseria’”. Un vero testamento spirituale, capace di concentrare in poche righe il nucleo incandescente del pensiero del Priore. Una spia lessicale inconfondibile (quel “rimuovere”, all’infinito, nell’ultima frase) rinvia in modo assai trasparente al celeberrimo secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione:

 

“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

 

Né è solo la scelta della parola: è la struttura concettuale e sintattica della frase a coincidere, significando che il compito che il Vangelo affida oggi al buon cristiano è lo stesso che la Costituzione affida alla Repubblica: cancellare la sottomissione dei poveri costruendo un’eguaglianza non formale, ma sostanziale.

 

 

Esperienze pastorali - Lorenzo Milani - copertina
Libreria Editrice Fiorentina, 1997

 

 

 

Il rapporto tra Milani e la Carta appare strettissimo fin folgorante definizione che ne dà nella Lettera a don Piero (1953-54) pubblicata come seconda appendice di Esperienze pastorali:

“La Costituzione … una legge che un popolo s’è data? Che un popolo ha pagato così cara: sangue, fame, guerra civile, elezioni tanto sofferte da ogni parte. E poi non è una legge qualsiasi. E quella che il Cristo attendeva da noi da secoli, perché è l’unica che ridia al povero un volto quasi d’uomo. Non gli riconoscerà ancora il potere sopra le cose. Ma almeno sul suo lavoro: di darlo o non darlo quando gli pare”.

In quell’“ancora” c’è la profonda comprensione del valore progettuale della Carta: vista qui letteralmente come “una rivoluzione promessa”, per usare una celebre espressione di Calamandrei.

 

Sono notissimi i passi della Lettera ai Cappellani, e poi della Lettera ai Giudici (siamo nel 1965), in cui l’articolo 11 ( ” L’Italia ripudia la guerra .. ” )  diventa la misura e la lente con cui guardare all’intera storia delle guerre italiane dall’unità in poi e a quelle del futuro (e, ahimé, di oggi).

Ma è nella Lettera a una professoressa (comparsa, in extremis, nel maggio 1967) che il movente costituzionale di don Milani diventa centrale.

Un testo che si può leggere come un atto di «resistenza individuale e collettiva agli atti dei poteri pubblici che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione»:sono parole del famoso articolo sul diritto di resistenza che Giuseppe Dossetti propone alla Costituente il 21 novembre 1946, e che pur essendo approvato e accompagnando per lungo tratto il progetto di Costituzione viene infine cancellato.

Quella resistenza, continuava il testo, “è diritto e dovere di ogni cittadino”: la feroce critica pubblica della Lettera va intesa in questo quadro, come un pubblico e collettivo atto di resistenza alla violazione dei diritti di tutti i ragazzi “scartati” da una scuola che non aveva capito il progetto della Carta.

Nella Lettera si trova anche il più specifico – e quanto geniale! – contributo di Milani all’esegesi costituzionale. Fingendo di non sapere che, quando l’articolo 3 primo comma elenca tra le distinzioni che non devono precludere l’eguaglianza anche quelle “di lingua”, ciò si riferisce alla non discriminazione delle minoranze linguistiche (dalla Val d’Aosta all’Alto Adige), egli scrive:

“Lo so anch’io che Gianni non si sa esprimere. Battiamoci il petto tutti quanti. Ma prima voi che l’avevate buttato fuori di scuola l’anno prima. Bella cura la vostra. … Ma intanto non potete cacciarlo dalla scuola: ‘Tutti i cittadini sono eguali senza distinzione di lingua’. L’ha detto la Costituzione pensando a lui. Ma voi avete più in onore la grammatica che la Costituzione”.

Parlando “con autorità” (Marco, 1, 27) don Milani interpreta la Costituzione: le distinzioni di lingua sono ora per lui (e poi inevitabilmente per tutti noi) il grado in cui le cittadine e i cittadini possiedono la lingua italiana, quasi in una prolessi ( = anticipazione ) di quelle “condizioni personali e sociali” che in clausola di comma alludono, ma solo implicitamente, anche alla scolarizzazione e alla cultura. Immaginare oggi don Milani, significa immaginarlo a fare scuola di italiano ai figli dei migranti (quelli che la cristiana Giorgia vorrebbe segregare in Albania): nuovi poveri da emancipare, nuovi italiani cui restituire dignità ed eguaglianza. In nome di quella stessa Costituzione: finché c’è.

 

 

AVVENIRE – venerdì 19 gennaio 2018– MICHELE GESUALDI

 di Michele Brancale

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/morto-michele-gesualdi

 

Michele Gesualdi

MICHELE GESUALDI –Allievo e testimone di don Milani in politica, malato di Sla. Impegnato per il biotestamento. Il ricordo di Betori

 

No, su don Milani ‘non si sdottora’. Si può essere solo testimoni e figli del priore del ‘nulla’ di Barbiana che apriva gli occhi al mondo con alfabeto e Vangelo. Michele Gesualdi, che si è spento ieri pomeriggio a 75 anni nella sua casa, posta ai piedi di San Donato a Calenzano, altro luogo decisivo nella vita e nella geografia di don Milani, è stato testimone vero di don Lorenzo.

Fratello di Francuccio, collaboratore di Avvenire, ha continuato a rincorrere l’icona del ‘santo scolaro’ che figura nella chiesa di Sant’Andrea a Barbiana. I suoi occhi erano quelli del figlio e dell’allievo che don Lorenzo aveva voluto accanto a sé negli ultimi momenti di vita.

La Sla che lo aveva colpito alcuni anni fa è avanzata in modo inesorabile. Manifestò i primi sintomi mentre presentava una mostra di quadri del priore, inciampando talvolta nelle parole e lui disse: «Ho avuto tanto. Quel che mi pesa è che la malattia è cominciata proprio da qui – e indicava la gola – capisci? Noi che grazie a don Lorenzo s’ha il culto della parola». Ma la parola si può scrivere e Gesualdi mandava e riceveva messaggi e lettere e, soprattutto aveva voluto portare a termine Don Lorenzo Milani. L’esilio di Barbiana, con la prefazione di Andrea Riccardi e la postfazione di don Luigi Ciotti. Michele non aveva ‘sdottorato’–

La malattia lo aveva portato a prendere posizione sui temi del fine vita e delle cure palliative con una lettera a cui aveva lavorato a lungo.

continua nel link del quotidiano all’inizio 

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