una foto di julio iglesias del 1970– E’ nato A Madrid nel 1943
Eric Koch per Anefo
ME OLVIDE’ DE VIVIR
la canzone è di : Julio Iglesias, Jacques Abel Jules Revaud, Pierre Jean Maurice Billon
Me olvidé de vivir
De tanto correr por la vida sin freno
Me olvidé que la vida se vive un momento
De tanto querer ser en todo el primero
Me olvidé de vivir los detalles pequeños.
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Ho dimenticato di vivere
A forza di correre per la vita senza freni
ho dimenticato che la vita la si vive in un momento.
A forza di voler essere il primo in tutto
ho dimenticato di vivere i piccoli dettagli.
A forza di giocare con i sentimenti
vivendo di applausi avvolti in sogni,
a forza di gridare le mie canzoni al vento
non sono più come ieri, non so più quel che sento.
Ho dimenticato di vivere
Ho dimenticato di vivere
Ho dimenticato di vivere
Ho dimenticato di vivere
A forza di cantare all’amore e alla vita
un giorno son rimasto senza amore di notte.
A forza di giocare con chi tanto amavo
senza volerlo ho perso il meglio che avevo.
A forza di nascondere la verità con le bugie
mi sono fregato senza capire che ero io che perdevo.
A forza di aspettare, io che non offrivo niente
oggi devo piangere, io che ridevo sempre.
Ho dimenticato di vivere
Ho dimenticato di vivere
Ho dimenticato di vivere
Ho dimenticato di vivere
A forza di correre per strappare tempo al tempo
volendo rubare il sonno alle mie notti,
a forza di fallimenti e di tentativi
per scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo.
A forza di giocare con i sentimenti
vivendo di applausi avvolti in sogni,
a forza di gridare le mie canzoni al vento
non sono più come ieri, non so più quel che sento.
Ho dimenticato di vivere
Ho dimenticato di vivere
Ho dimenticato di vivere
Ho dimenticato di vivere
Volver —
La canzone è di Carlos Gardel, Alfredo Le Pera & Jose Manuel Zapata
– Volver (testo e traduzione)
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Testo.
“Yo adivino el parpadeo
de las luces que a lo lejos
van marcando mi retorno
son las mismas que alumbraron
con sus palidos reflejos
hondas horas de dolor
Y aunque no quise el regreso,
siempre se vuelve al primer amor
la vieja calle donde el eco dijo
tuya es su vida, tuyo es su querer
bajo el burlon mirar de las estrellas
que con indiferencia hoy me ven volver
Volver con la frente marchita
las nieves del tiempo platearon mi sien
sentir que es un soplo la vida
que veinte años no es nada
que febril la mirada, errante en las sombras
te busca y te nombra
vivir con el alma aferrada
a un dulce recuerdo
que lloro otra vez
Tengo miedo del encuentro
con el pasado que vuelve
a enfrentarse con mi vida
tengo miedo de las noches
que pobladas de recuerdos
encadenan mi soñar
Pero el viajero que huye
tarde o temprano detiene su andar
y aunque el olvido, que todo destruye
haya matado mi vieja ilusion
guardo escondida una esperanza humilde
que es toda la fortuna de mi corazón.
Volver con la frente marchita
las nieves del tiempo platearon mi sien
sentir que es un soplo la vida
que veinte años no es nada
que febril la mirada, errante en las sombras
te busca y te nombra
vivir con el alma aferrada
a un dulce recuerdo
que lloro otra vez…”.
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Traduzione.
“Ritornare, indovino lo sbattere delle palpebre
delle luci che in lontananza
sottolineano il mio ritorno
sono le stesse che illumirarono
con il loro pallidi riflessi
ore profonde di dolore…
E anche se non ho voluto il ritorno
sempre si ritorna al primo amore
la strada vecchia dove l’eco disse
tua è la sua vita, tuo è il suo amare
sotto lo sguardo beffardo delle stelle
che con indifferenza oggi mi vedono ritornare
Ritornare, con la fronte appassita
le nevi del tempo argentarono la mia tempia
Sentire che è un attimo la vita
che vent’anni non sono niente
che febbrile lo sguardo, errante nelle ombre
ti cerca e ti nomina
Vivere con l’anima aggrappata
a un dolce ricordo
che piango un’altra volta
ho paura dell’incontro
con il passato che ritorna
ad affrontare la mia vita
Ho paura delle notti
che popolate di ricordi
incatenano il mio sognare
Però il viaggiatore che fugge
prima o poi arresta il suo andare
E anche se il dimenticare, che tutto distrugge
avesse ucciso la mia vecchia illusione
guardo nascosta una speranza umile
che è tutta la fortuna del mio cuore.
Ritornare con la fronte appassita
le nevi del tempo che argentarono la mia tempia
Sentire che è un attimo la vita
che vent’anni non sono niente
che febbrile lo sguardo, errante nelle ombre,
ti cerca e ti nomina
Vivere con l’anima aggrappata
a un dolce ricordo
che piango un’altra volta…”.
(Traduzione a cura di Francesco Komd)
https://www.infinititesti.com/2012/10/16/carlos-gardel-volver-testo-e-traduzione/
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YIRA .. YIRA
il tango è per la musica di: Enrique Santos Discepolo, per il testo è di Hugo del Carril- Famosa la versione di Carlos Gardel
Yira Yira
https://lyricstranslate.com/it/yira-yira-gira-gira.html
Gira Gira
Quando la sorte puttana,
ti frega più volte
e ti pianta lì …
Quando sei in mezzo a una strada,
distrutto e disorientato,
quando non hai più né fede,
né mate di ieri
al sole a seccare…
Quando consumi le scarpe
cercando quel tanto
per poter mangiare,
l’indifferenza del mondo
che è sordo e che è muto
allor sentirai.
Vedrai che tutto è menzogna,
vedrai che amore non c’è,
che al mondo niente gli importa:
gira … gira …
Se pur la vita ti schianta,
se pur ti morde un dolore,
non aspettarti un aiuto,
né una mano, né un favore.
.
Quando si spengon le pile
a ciascun campanello
al quale hai suonato
per riabbracciare un fratello,
e sul suo petto morire;
Quando ti mollan per terra
dopo averti puppato,
come han fatto con me,
Quando, sentendoli accanto
provarsi i vestiti
che stai per lasciare,
ricorderai questo fesso,
che un dì, esasperato,
si è messo a latrare.
Vedrai che tutto è menzogna,
vedrai che amore non c’è,
che al mondo niente gli importa:
gira … gira …
Se pur la vita ti schianta,
se pur ti morde un dolore,
non aspettarti un aiuto,
né una mano, né un favore.
https://lyricstranslate.com/it/yira-yira-gira-gira.html
NOTA SU ” YIRA YIRA “– in spagnolo
«Yira, yira» es un tango escrito con letra y música de Enrique Santos Discépolo en 1929. Este famoso tango ha sido interpretado por diversos artistas en distintos géneros musicales. La versión más famosa de esta canción fue hecha por Carlos Gardel, que la grabó también en 1930 para el cortometraje que lleva el mismo nombre, dirigido por Eduardo Morera.
Carlos Gardel le preguntó en público a Enrique Santos Discépolo que qué había querido hacer con esta canción. Enrique le respondió que quiso hacer una canción de soledad y desesperanza; trata de un hombre que ha vivido la bella esperanza de la fraternidad durante 40 años y de pronto, a esa edad, se desayuna con que los hombres son unas fieras. La canción lo expresa con cosas amargas.
A partir de 1943 en el marco de una campaña iniciada por el gobierno militar que obligó a suprimir el lenguaje lunfardo, como así también cualquier referencia a la embriaguez o expresiones que en forma arbitraria eran consideradas inmorales o negativas para el idioma o para el país obligó a reformar algunos títulos y letras para permitir su difusión radiofónica y así Yira, yira pasó a llamarse Camina, camina.
Las restricciones continuaron al asumir el gobierno constitucional del general Perón y en 1949 directivos de Sadaic le solicitaron al administrador de Correos y Telecomunicaciones en una entrevista que se las anularan, pero sin resultado. Obtuvieron entonces una audiencia con Perón, que se realizó el 25 de marzo de 1949, y el presidente —que afirmó que ignoraba la existencia de esas directivas— las dejó sin efecto.
https://es.wikipedia.org/wiki/Yira,_yira_(canci%C3%B3n)#Referencias
E’ interessante come le canzoni si intreccino alla storia di un Paese. Bellissime e indimenticabili queste cantate da Iglesias.