TESTO E IMMAGINI DA :
TRULLI D’ANGIO’
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I Trulli hanno una storia molto antica, sembra risalgano addirittura alla protostoria, prendendo origine dalle antiche Tholos (dal greco cupola), anche se i trulli pugliesi sono probabilmente del XVI secolo essendo stati i precedenti quasi tutti abbattuti e ricostruiti.
I trulli sono antiche strutture in pietra a secco a forma di cono realizzati con la sovrapposizione di “Chiancole”, pietre locali presenti in tutto il substrato roccioso della zona; secondo diversi storici, questa tecnica edilizia fu favorita proprio dalle condizioni geologiche del posto che consentono la formazione di una pietra particolarmente calcarea e stratificata. Inizialmente sorti come ricoveri temporanei per pastori e attrezza agricoli, successivamente divenuti dimore permanenti.
Oggi sono principalmente destinati per uso ricettivo, come nel caso del Trulli d’Angiò che fa parte dello splendido scenario “Rione Aia piccola”.
I Trulli sono presenti in tutta la Valle d’Itria, ma per lo più concentrati ad Alberobello, di cui se ne contano 1500 circa.
Il nome della struttura Trulli d’Angiò, trae spunto da Roberto D’Angiò, Principe di Taranto intorno al 1340 e poi Re del Regno di Napoli, il quale, per alcuni compensi bellici, fu il primo a consegnare ai conti Acquaviva di Conversano la proprietà della selva (Silva de Albero belli), una terra all’epoca del tutto boscosa.
Sembra che proprio a partire da quel periodo, iniziò in modo costante il popolamento di quelle zone, spostando gente da territori vicini, allo scopo di coltivarle per poi ricavare la decima. Cosi si consenti di ereggere grezzi casolari chiamate “casedde” o “Trulli”come alloggio agli agricoltori, ma senza riconoscerne mai la proprietà, obbligando loro ad utilizzare tecniche edili a secco in modo da abbatterle in qualsiasi momento.
Per i conti Acquaviva la zona abitata di Alberobello doveva rimanere nell’ombra agli occhi del Re in modo da eludere le tasse.
Trullio D’Angiò
di Girolamo Palma
C.F. GRLPLM77B53A149Y
Una stranezza costruttiva ( almeno per noi) che probabilmente risaliva alle necessità della popolazione del luogo, per il riparo degli uomini e degli animali, con i materiali che erano a disposizione.