grazie di aver tradotto !–cara Donatella D’Imporzano, se volessi tradurlo, noi poi lo mangiamo.. DA —Marco Mauro– Facebook, 15 luglio 2018 _- visto da Roberto Rododendro

 

 

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15 luglio 2018

FACEBOOK MARCO MAURO

– dove vi consiglio di buttarvi subito se vi interessate di questa nosra provincia imperiese: è una miniera !

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…e oggi un bel cundiun…. ( da Armanacu sanremascu a cura di Luisa e Aldo Bottini )

 

 

 

 

 

DONATELLA D’IMPORZANO — POESIE RACCONTI E TRADUZIONI E..GOTTI !– dal
lat. guttus, forse dal gr. kṓthōn–

 

foto 2014

 

 

 

immagine da : https://www.asmallkitcheningenoa.com/it/cundigiun/

 

 

 

 

 

…e oggi un bel condiglione ( non me la sento di tradurlo con “insalata” )
da ” Almanacco sanremese” a cura di Luisa e Aldo Bottini

 

 

foto dallo stesso link- ricetta di Enrica

 

Le ricette segrete di zia Pierina

Il condiglione ( non voglio, per sensibilità linguistica, tradurlo con “insalata”).

Quelli a fianco ( o in coda in questo caso) sono gli ingredienti di cui non si può fare a meno, poi ciascuno può aggiungervi quello che gli pare ( per esempio uova sode, tonno o capperi salati) ma senza esagerare altrimenti non è più il vero condiglione. L’abbiamo scritto senza indicare le quantità perché tutto dipende anche dai gusti, dal numero delle persone e dall’appetito. Basta lavare e tagliare a pezzi i pomodori, affettare peperone, cipolla e cetriolo, sminuzzare il basilico e le acciughe, condire e mescolare bene in una insalatiera. L’aglio, se dà fastidio, si può sfregare nell’insalatiera.

Ci va:
pomodori
peperoni
cetriolo
una piccola cipolla
aglio
basilico
acciughe sotto sale
olive in salamoia
olio extravergine
aceto o vino
sale

La zia diceva che quando falciavano i prati a Bignone ci mettevano anche mele e/o pere.

 

grazie cara Donatella, sai benissimo il dialetto !- spero che tu possa trovare il tempo di andare sul Facebook di Marco Mauro perché .. troveresti la felicità di una ” ponentina ligure nonché sanremasca “.

Mi permetto di fare un’aggiunta:

nel link della signora Enrica, nel fare il condiùn, danno l’opzione di mettere
qualche galletta o, in alternativa, due fette di pane. Mi ha ricordato che mia mamma, quando d’estate andavamo tutti al mare, preparava una ciotola abbastanza grande di condiglione a strati: le fette di pane di San Romolo, passate bene con l’aglio, erano poi intermezzate con il pomodoro ecc. e in cima metteva un uovo o due uova sode in quattro spicchi, Poi lo metteva in frigo e tornando dal mare, dopo qualche ora, il pane era imbevuto di sughetto del condiglione condito con sale olio e, un po’ di aceto, a volte sì a volte no. Vicino al pane si mettevano le foglie del basilico..

 

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2 risposte a grazie di aver tradotto !–cara Donatella D’Imporzano, se volessi tradurlo, noi poi lo mangiamo.. DA —Marco Mauro– Facebook, 15 luglio 2018 _- visto da Roberto Rododendro

  1. DONATELLA scrive:

    …e oggi un bel condiglione ( non me la sento di tradurlo con “insalata”
    da ” Almanacco sanremese” a cura di Luisa e Aldo Bottini
    Le ricette segrete di zia Pierina
    Il condiglione ( non voglio, per sensibilità linguistica, tradurlo con “insalata”).
    Quelli a fianco ( o in coda in questo caso) sono gli ingredienti di cui non si può fare a meno, poi ciascuno può aggiungervi quello che gli pare ( per esempio uova sode, tonno o capperi salati) ma senza esagerare altrimenti non è più il vero condiglione. L’abbiamo scritto senza indicare le quantità perché tutto dipende anche dai gusti, dal numero delle persone e dall’appetito. Basta lavare e tagliare a pezzi i pomodori, affettare peperone, cipolla e cetriolo, sminuzzare il basilico e le acciughe, condire e mescolare bene in una insalatiera. L’aglio, se dà fastidio, si può sfregare nell’insalatiera.
    Ci va:
    pomodori
    peperoni
    cetriolo
    una piccola cipolla
    aglio
    basilico
    acciughe sotto sale
    olive in salamoia
    olio extravergine
    aceto o vino
    sale

    La zia diceva che quando falciavano i prati a Bignone ci mettevano anche mele e/o pere.

  2. DONATELLA scrive:

    Penso che l’espressione ” cand’i segava e deixene de Bignun” non voglia dire letteralmente ” quando falciavano i prati di Bignone”. Forse vuole dire “in tempi antichi”, quando i prati e i boschi erano di proprietà comune e i contadini potevano beneficiarne, almeno per una parte (le ” decime” cioè “e deixene). Chi ne sa di più parli e scriva.

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