I. video, 3,59– CRISTIANO TIUSSI, archeologo- LE MERAVIGLIE DELLA CASA DI TITO MACRO, AQUILEIA. ARTE.IT 28 MAGGIO 2023 // II. video, 4.32 –CRISTIANO TIUSSI -UN NUOVO EDIFICIO MUSEALE : Domus e Palazzo Episcopale– AQUILEIA. ARTE.IT –martedì, 18/06/2023 + Basilica di Aquileia, immagini

 

I. 

AQUILEIA. ARTE.IT

28 MAGGIO 2023

https://aquileia.arte.it/guida-arte/aquileia/notizie/le-meraviglie-della-domus-di-tito-macro-2045

Il direttore della Fondazione Aquileia, l’archeologo Cristiano Tiussi Erica ci conduce a scoprire la Domus di Tito Macro, la più grande domus ‘pompeiana’ e i suoi incredibili mosaici, scoperta nel Nord Italia.

video, 3.59

 

LE MERAVIGLIE DELLA DOMUS DI TITO MACRO

 

 

Tito Macro e la Domus Tito Macro rappresentano un unicum per una serie di motivi, il primo dei quali è senz’altro l’estensione di questa casa di circa 1.500 metri quadri, una delle più grandi case che siano state rinvenute in Italia settentrionale. E poi perché è l’unica casa di età romana che sia stata integralmente scavata proprio qui ad Aquileia e questo ha fatto sì che il progetto che poi si è sviluppato, il progetto di valorizzazione, abbia puntato anche alla ricostruzione dei volumi che contraddistinguevano una domus rendendo quindi l’idea di come dovesse articolarsi la casa, di quali fossero gli spazi che essa comprendeva anche attraverso le coperture in laterizio che sono state realizzate.

La casa di Tito macro è una casa tipicamente pompeiana per quanto riguarda la sua articolazione: abbiamo un atrio abbiamo, il tablino – cioè il luogo in cui il padrone di casa riceveva i suoi ospiti – abbiamo una grande sala di rappresentanza di quasi 100 metri quadrati. Abbiamo un giardino retrostante che evidentemente dava frescura d’estate all’intero ambiente.

Chi era poi Tito Macro non lo sappiamo con esattezza. Il suo nome compare su un peso di pietra che è stato trovato durante gli scavi all’interno dell’abitazione. Supponiamo che possa trattarsi di un mercante, quindi di una persona che si era arricchita con quei traffici commerciali che ponevano Aquileia veramente al centro della Mediterraneo, in particolare come luogo di scambio tra il Mediterraneo e l’Adriatico e l’entroterra danubiano e balcanico che ancora oggi definiamo mitteleuropa.

Una posizione quindi privilegiata che fece fare un boom ad Aquileia proprio in quel periodo. I mosaici che noi ritroviamo nella Domus di Tito Macro sono mosaici che rappresentano un po’ il campionario dell’artigianato musivo di Aquileia in quel periodo. Siamo intorno all’inizio del primo secolo dopo Cristo o al più presto alla fine del primo secolo avanti Cristo e quindi ci danno tutta una serie di indicazioni su quali fossero le caratteristiche e i gusti all’epoca degli aquileisi facoltosi. Quindi abbiamo veramente l’idea di come si sviluppasse in quel periodo questa importante forma di artigianato che effettivamente dà ad Aquileia poi il titolo dicittà dei mosaici“.

 

 

II.

ALLA SCOPERTA DI AQUILEIA.  DOMUS E PALAZZO EPISCOPALE

 

 

 

AQUILEIA.ARTE.IT —

martedì, 18/06/2023

 

 

 

CRISTIANO TIUSSI –

 

Il direttore della Fondazione Aquileia, l’archeologo Cristiano Tiussi ci racconta il Palazzo e la Domus Episcopale, un’altro luogo straordinario che testimonia la storia della antica città romana attraverso i secoli.

Ci troviamo all’interno della Domus e Palazzo Episcopale che è un complesso museale di nuova realizzazione che contiene al proprio interno un vero e proprio spaccato di quella che è la storia di Aquileia su più strati sovrapposti dandoci un po’ il senso di quello che il sottosuolo di questa grande città romana ancora ci può riservare. Qui troviamo infatti tre stratificazioni, tre pavimenti musivi che coprono un arco cronologico di circa tre secoli e che per l’appunto sono sovrapposti l’uno all’altro su un’altezza di quasi due metri e mezzo.

Il livello più basso è quello di una domus, di una casa romana, costruita probabilmente all’inizio del primo secolo dopo Cristo ed è un semplice pavimento in tessere di cotto ma ha una caratteristica che ad Aquileia troviamo poche volte: cioè di conservare una parete affrescata cosa che non avviene appunto molto spesso in questa città.

Il livello intermedio è quello di una grande sala absidata del IV secolo dopo Cristo che è stato scoperto in parte ma che rivela dei tratti sorprendentemente vicini a quelli dei pavimenti della Basilica di Aquileia nella sua prima fase, nella fase risalente all’epoca di Costantino, è quasi un frammento del pavimento della Basilica portato qui all’interno di una casa privata il che probabilmente ci porta a supporre che le stesse maestranze all’opera nella Basilica fossero impegnate anche in sontuose case di abitazione nelle vicinanze della Basilica stessa.

Alla quota superiore abbiamo invece il pavimento del palazzo episcopale. Intorno all’inizio del V secolo dopo Cristo il vescovo di Aquileia che era ormai una figura molto importante e autorevole della città decise di acquistare tutto ciò che c’era nei paraggi della Basilica per costruirsi un sontuoso edificio, un sontuoso palazzo e questo pavimento, il pavimento superiore e il pavimento in cubetti di cotto che lo affiancano, sono proprio i resti della dimora del vescovo di Aquileia.

È un luogo di particolare suggestione proprio perché in questo luogo quasi si penetra all’interno della storia di Aquileia, ci si può veramente, si affonda nella storia di Aquileia.

È un luogo a cui sono particolarmente legato perché le indagini fatte nel 2010 proprio in maniera quasi inaspettata ci hanno portato delle scoperte eccezionali e da quel momento la Fondazione Aquileia ha iniziato un’iter progettuale che poi è terminato sei anni fa con la realizzazione di questo edificio museale a cui devo dire ho contribuito nel mio ruolo di direttore della Fondazione Aquileia.

 

https://aquileia.arte.it/guida-arte/aquileia/notizie/il-palazzo-e-la-domus-episcopale-20511

 

 

 

BASILICA DI AQUILEIA 

 

 

 

 

 

 

ALTRE IMMAGINI – ANCHE STORICHE

BASILICA DI AQUILEA

https://www.basilicadiaquileia.it/code/14979/foto

 

video sulla Basilica– 4 min. ca

Basilica of Aquileia in 4K – Drone View

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  1. DONATELLA scrive:

    Trovo che nelle navate, per le colonne, i capitelli e gli archi, assomiglia molto alla cattedrale di San Siro a Sanremo. Bellissima anche la cattedrale vista nel suo insieme: dà un’idea di quello che doveva essere l’autorità religiosa, forse l’unica in quel periodo storico a cui facevano capo gli abitanti del luogo.

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