video, 8.05/ LUCIO CARACCIOLO — Italia – Francia, la crisi permanente. L’approfondimento di Lucio Caracciolo – 6 maggio 2023 + 3 note

 

 

 

NOTA 1 —

 

L'entrata in guerra

L’entrata in guerra

di Italo Calvino(Autore)
Fabrizio Rocchi(Narratore)

ARNOLDO MONDADORI EDITORE, 2022

 

«Questo libro tratta insieme d’un trapasso d’adolescenza in gioventù e di pace in guerra: per il protagonista “entrata nella vita” e “entrata in guerra” coincidono. Qui la guerra è una cosa di cui ancora poco si sa: sono i primi tempi dell’intervento italiano; e il protagonista è un ragazzo sotto vari riguardi privilegiato, sottratto al dramma dei problemi urgenti, e che poco sa ancora di se stesso. Ma i fatti narrati già contengono prefigurata e implicita in sé molta parte del futuro; e già in essi opera, col suo ritmo discontinuo, l’eterna interferenza tra le spinte della storia collettiva e il maturarsi delle singole coscienze.»

Italo Calvino

 

NOTA 2 — 

 

TRATTATO DEL QUIRINALE ITALIA-FRANCIA

DATE : 26 NOVEMBRE 2021 .. FIRMA — 1 FEBBRAIO 2023 — IN VIGORE

DA : 

ESTERI.IT 

https://www.esteri.it/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2023/02/entrata-in-vigore-del-trattato-del-quirinale-1-febbraio-2023/

 

Entrata in vigore del Trattato del Quirinale (1 Febbraio 2023)

 

Oggi, 1° febbraio 2023, entra ufficialmente in vigore il Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese per una cooperazione bilaterale rafforzata, il c.d. Trattato del Quirinale.

A poco più di un anno dalla sua firma il 26 novembre 2021, il Trattato suggella il rapporto strategico tra l’Italia e la Francia, un rapporto che ha radici profonde nella nostra storia comune e lo sguardo volto al futuro. Le difficoltà, passate e presenti, hanno insegnato che il rafforzamento del nostro dialogo bilaterale è lo strumento migliore per tutelare gli interessi della nostre comunità nazionali in Europa e nel mondo.

La collaborazione tra le amministrazioni italiane e francesi, già ben avviata, potrà ora dispiegarsi in nuove iniziative congiunte e in un rafforzato lavoro comune nella UE, in linea con la speciale responsabilità dell’Italia e della Francia come Paesi fondatori.

Il loro comune impegno nella UE consentirà all’Italia e alla Francia di far valere in Europa le sinergie tra le rispettive posizioni e al contempo di prevenire o risolvere possibili divergenze.

Attraverso questo Trattato, l’Italia e la Francia intendono quindi imprimere nuovo slancio al progetto europeo, per rispondere alle tante sfide che sono in cima alle preoccupazioni dei nostri cittadini e che solo un’Europa più integrata può affrontare.

 

SEGUE IL TESTO IN FRANCESE

 

 

NOTA 3 

 

ALEXANDRE KOJEVE 

 

RICERCA.REPUBBLICA, 15 MARZO 2013

DA :. https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/03/15/se-un-impero-latino-prendesse-forma-nel.html

 

SE UN IMPERO LATINO PRENDESSE FORMA NEL CUORE D’ EUROPA

 

GIORGIO AGAMBEN 

 

Nel 1947 un filosofo, che era anche un alto funzionario del governo francese, Alexandre Kojève, pubblicò un testo dal titolo L’ impero latino, sulla cui attualità conviene oggi tornare a riflettere. Con singolare preveggenza, l’ autore affermava che la Germania sarebbe diventata in pochi anni la principale potenza economica europea, riducendo la Francia al rango di una potenza secondaria all’ interno dell’ Europa continentale. Kojève vedeva con chiarezza la fine degli stati-nazione che avevano segnato la storia dell’ Europa: come l’ età moderna aveva significato il tramonto delle formazioni politiche feudali a vantaggio degli stati nazionali, così ora gli stati-nazione dovevano cedere il passoa formazioni politiche che superavano i confini delle nazioni e che egli designava col nome di “imperi”. Alla base di questi imperi non poteva essere, però, secondo Kojève, un’ unità astratta, che prescindesse dalla parentela reale di cultura, di lingua, di modi di vita e di religione: gli imperi – come quelli che egli vedeva già formati davanti ai suoi occhi, l’ impero anglosassone (Stati Uniti e Inghilterra) e quello sovietico dovevano essere «unità politiche transnazionali, ma formate da nazioni apparentate». Per questo, egli proponeva alla Francia di porsi alla testa di un “impero latino”, che avrebbe unito economicamente e politicamente le tre grandi nazioni latine (insieme alla Francia, la Spagna e l’ Italia), in accordo con la Chiesa cattolica, di cui avrebbe raccolto la tradizione e, insieme, aprendosi al mediterraneo. La Germania protestante, egli argomentava, che sarebbe presto diventata, come di fatto è diventata, la nazione più ricca e potente in Europa, sarebbe stata attratta inesorabilmente dalla sua vocazione extraeuropea verso le forme dell’ impero anglosassone. Ma la Francia e le nazioni latine sarebbero rimaste in questa prospettiva un corpo più o meno estraneo, ridotto necessariamente al ruolo periferico di un satellite. Proprio oggi che l’ Unione europea si è formata ignorando le concrete parentele culturali può essere utile e urgente riflettere alla proposta di Kojève. Ciò che egli aveva previsto si è puntualmente verificato. Un’ Europa che pretende di esistere su una base esclusivamente economica, lasciando da parte le parentele reali di forma di vita, di cultura e di religione, mostra oggi tutta la sua fragilità, proprio e innanzitutto sul piano economico. Qui la pretesa unità ha accentuato invece le differenze e ognuno può vedere a che cosa essa oggi si riduce: a imporre a una maggioranza più povera gli interessi di una minoranza più ricca, che coincidono spesso con quelli di una sola nazione, che sul piano della sua storia recente nulla suggerisce di considerare esemplare. Non solo non ha senso pretendere che un greco o un italiano vivano come un tedesco; ma quand’ anche ciò fosse possibile, ciò significherebbe la perdita di quel patrimonio culturale che è fatto innanzitutto di forme di vita. E una politica che pretende di ignorare le forme di vita non solo non è destinata a durare, ma, come l’ Europa mostra eloquentemente, non riesce nemmeno a costituirsi come tale. Se non si vuole che l’ Europa si disgreghi, come molti segni lasciano prevedere, è consigliabile pensare a come la costituzione europea (che, dal punto di vista del diritto pubblico, è un accordo fra stati, che, come tale, non è stato sottoposto al voto popolare e, dove loè stato, come in Francia,è stato clamorosamente rifiutato) potrebbe essere riarticolata, provando a restituire una realtà politica a qualcosa di simile a quello che Kojève chiamava l’ Impero latino.

 

Giorgio Agamben contro l'uomo solo "biologico" - ilGiornale.it

Giorgio Agamben (Roma, 22 aprile 1942), è un filosofo italiano di famiglia abruzzese, forse di origini armene.

TIENE UN BLOG SUL SITO DELLA CASA EDITRICE QUODLIBET
https://www.quodlibet.it/una-voce-giorgio-agamben

Da : wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Agamben

 

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1 risposta a video, 8.05/ LUCIO CARACCIOLO — Italia – Francia, la crisi permanente. L’approfondimento di Lucio Caracciolo – 6 maggio 2023 + 3 note

  1. DONATELLA scrive:

    Molto interessante questo approfondimento di Caracciolo. Avrei bisogno di capire di più sulle politiche economiche e monetarie. Mi ha incuriosito l’inizio dell’articolo in cui Caracciolo si rifà ad un racconto di Calvino, “L’entrata in guerra”. In casa mia ricordavano l’entrata in guerra contro la Francia come un tradimento contro i ” cugini” e dicevano che qualcuno aveva approfittato della guerra per impadronirsi di beni francesi, a Nizza e a Mentone.

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