MOSTRE MUSEI SANDOMENICO.IT / ARTE DELLA MODA
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MUSEO CIVICO SAN DOMENICO – FORLI’
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L’arte della moda
dal 18 Marzo 2023 al 2 Luglio 2023
Museo Civico San Domenico Forlì
VITTORIO GHISLANDI, DETTO FRA GALGARIO- RITRATTO DI CAVALIERE DELL’ORDINE COSTANTINIANO, 1740, OLIO SU TELA, MILANO, POLDI PEZZOLI
GIOVANNI BOLDINI, RITRATTO DELLA SIGNORA SPERANZA, 1899,
OLIO SU TELA. coll. privata
La moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata dai grandi artisti. L’abito che modella, nasconde, dissimula o promette il corpo. L’abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta. Cifra distintiva di uno stato sociale o identificativa di una generazione. La moda come opera e comportamento. L’arte come racconto e come sentimento del tempo.
JOHN LAVERY, SIGNORA IN ROSA, 1901, FONDAZ. MUSEI CIVICI DI VENEZIA,
GALLERIA INTERNAZ. D’ARTE MODERNA DI CA’ PESARO
Come in uno specchio, l’esposizione forlivese del 2023 mette in rapporto l’arte con la moda: dalla Rivoluzione Francese alla Pop Art, fino alla nostra contemporaneità. Oltre 200 capolavori d’arte e 100 abiti dialogano in una mostra imponente, con un allestimento unico al Museo Civico San Domenico di Forlì.
LEO PUTZ, SIGNORA IN BLU, 1908- OLIO SU TELA, COLL. UNTERBERGER
La sintesi tra opera d’arte e moda l’ha definita Oscar Wilde: «O si è un’opera d’arte o la si indossa». Tutta l’arte ha sottolineato l’intimo legame che da sempre c’è con la moda, entrambe sono unite dalla volontà di riformare la natura e trasformare il reale.
FRANCESCO HAYEZ, RITRATTO DI SELENE TACCIOLI RUGA, 1852–COLL.PRIVATA
Se il legame tra abito e ruolo sociale è proprio di tutte le civiltà organizzate, il principio di cambiamento costante della moda è l’effetto di un lungo processo storico e segna l’avvio della modernità. Mostrare i segni della ricchezza e del potere, farsi vedere ed essere visti assume già con l’Ancien Régime e poi, con le Rivoluzioni nell’età borghese, un significato programmatico e comunicativo. La moda si colloca al centro del potere e della sua comunicazione, della società e dei suoi segni simbolici. Sinonimo di lusso e seduzione, essa è specchio delle contraddizioni contemporanee, travestimento e arte dell’apparire, ma anche maschera e riflesso della crisi dell’io.
JAMES TISSOT, IL BALLO ( EVENING ), 1878 ca- OLIO SU TELA
PARIGI, MUSEE D’ORSAY
Cambiano gli stili e cambiano i materiali. Si aprono nuove produzioni. La ricerca dei materiali rivoluziona il mondo produttivo e quello commerciale fino alle attuali soluzioni tecnologiche. E con la diffusione cambiano i linguaggi e la comunicazione.
Ma è proprio la diffusione della moda che crea socialmente e culturalmente quella sua caratteristica bipolare che la caratterizzerà di lì in poi. Si tratta di elementi qualificanti che nelle forme dello stile sottolineano continuamente il passaggio tra trasgressione e omologazione, rottura e consenso, lineare e sontuoso, policromo e monocromo, natura e artificio, organico e inorganico, superfice e profondità, differenza e identificazione, per riprendere alcune delle antinomie di pensatori come Georg Simmel e Walter Benjamin.
VITTORIO CORCOS, RITRATTO DI ADOLFO BELIMBAU, 1897
COUTESY SOCIETA’ DI BELLE ARTI- VIAREGGIO
L’arte ne è lo specchio e l’ispirazione, l’espressione e la diffusione dei modelli. Spesso la creazione stessa. Dalla fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento il rapporto tra artisti e moda si fa più intenso: artisti che oltre a ritrarre l’eleganza, disegnano abiti e gestiscono la comunicazione della moda, stilisti che collezionano opere d’arte e ne fanno oggetto di ispirazione o il simbolo della propria contemporaneità.
Il rapporto tra arte e moda va da quel momento incrementandosi in un gioco delle parti che porterà la moda stessa a diventare un’arte, uno sguardo sulle cose del mondo come la filosofia, la letteratura, il cinema, e a ispirarsi all’arte stessa, in rimandi che dal secondo Novecento fanno dell’intera storia dell’arte, un riferimento costante, imprescindibile, soprattutto per il made in Italy.
JEAN BERAUD, 1878, OLIO SU TELA, UNA SERATA ( UNE SOIREE ), PARIGI, MUSEE DORSAY
Come ha sostenuto Mondrian, “La moda non è soltanto lo specchio fedele di un’epoca, bensì anche una fra le espressioni plastiche più dirette della cultura umana”.
Ideata e realizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazionecon il Comune di Forlì e il Museo Civico San Domenico, la mostra diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca, si avvale altresì del lavoro del prestigioso comitato scientifico presieduto ad honorem da Antonio Paolucci e composto da Marco Antonio Bazzocchi, Silvia Casagrande, Simona Di Marco, Fabriano Fabbri, Mario Finazzi, Gioia Mori, Francesco Parisi, Paola Refice, Giorgio Restelli, Stefania Ricci, Ines Richter, Chiara Squarcina, Ulisse Tramonti.
ROMAINE BROOKS, LA PRIMAVERA, 1911-13 –
OLIO SU TELA, COLL. LUCILLE AUDOUY
HENRI MATISSE, DONNE E ANEMONI ( FEMME ET ANEMONES ), 1920-21
OLIO SU TELA, PIGNACOTECA AGNELLI
FORTUNATO DEPERO, GILET -PANCIOTTO DI MARINETTI- 1923-24
TARSIE DI STOFFE COLORATE IN PANNO DI LANA, COLL. UGO NESPOLO
GIUSEPPE CAPOGROSSI, SUPERFICE 76 BIS, 1954-58, OLIO SU TELA
ROMA, GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
RENATO BALESTRA, PRINCESS COLLECTION. ISPIRATO A CAPOGROSSI, AI/ 2917-18, crepe in seta, raso, ritagli di velluto, paillettes in cristallo Swarovski. Archivio R. Balestra
MASSIMO CAMPIGLI, SCALINATA, 1954, OLIO SU TELA- CASSA
GERMANA MARUCELLI, ABITO DA GIORNO ” LINEA ASSIRA “, 1961
SHANTUNG DI SETA. COLLEZ. PRIVATA, COURTESY ARCHIVO GERMANA MARUCELLI.
PIET MONDRIAN, GRANDE COMPOSIZIONE A CON NERO ROSSO GRIGIO GIALLO E BLU, 1919 OLIO SU TELA- GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
DAMIEN HIRST, 2008, LEVI’S 501, SPIN PAINTING, COLLEZ. PRIVATA
SALVATORE FERRAGAMO, TIRASSEGNO, 1958
DECOLLETE’ IN CAMOSCIO E APPLICAZIONI IN CAPRETTO, FIRENZE
COURTESY MUSEO FERRAGAMO
FORLI’
FORLI’
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Weekend a Forlì. Cosa fare e vedere in città e nei dintorni
Coloratissimo e affascinante questo Museo della Moda!