GIULIANO ALUFFI, Storia straordinaria delle materie prime -REPUBBLICA/ IL VENERDI’ – 17 GIUGNO 2019 + ALTRO LIBRO, 2022 + VIDEO, 9 minuti ca : Giraudo ci parla del chinino

 

REPUBBLICA/ IL VENERDI’ – 17 GIUGNO 2019

https://www.repubblica.it/venerdi/2019/06/17/news/storia_straordinaria_delle_materie_prime-300791005/

 

 

 

 

 

 

Storia straordinaria delle materie prime

Allume, seta o tabacco, in Europa erano richiestissime. Per non dire della noce moscata, che nel 1667 spinse gli olandesi a una scelta clamorosa..

 

 

ALESSANDRO GIRAUDO,  PALERMO REPUBBLICA – 16 OTTOBRE 2019

 

 

Il paese della Cuccagna, dove “più si dorme più si guadagna”, è esistito davvero, in Francia, ed era tutto blu. La cocagne era la palla di foglie schiacciate e compattate prodotta dai coltivatori della pianta del guado (Isatis  tinctoria), ricercatissima a partire dal XII secolo, per le tinture blu e celesti.

E l’ozio era quello dei coltivatori di questa pianta nelle regioni di Tolosa, del Lauragais e dell’Albigeois, mentre attendevano il lungo tempo di fermentazione delle foglieprima di ridurle in poltiglia ed estrarne il colore che veniva esportato in Inghilterra, nelle Fiandre e in Spagna. Lo racconta Alessandro Giraudo, docente di storia economica presso l’Institut Superieur de Gestion di Parigi, in Storie straordinarie delle materie prime (Add Editore, pp. 235, euro 16), saggio che ricostruisce il modo in cui il mondo è stato trasformato dalle sostanze più desiderate e commerciate della storia: spezie, metalli preziosi e pigmenti colorati.

“Tra questi anche il rosso carminio ha un passato affascinante” dice Giraudo. “Arriva in Europa pochi anni dopo lo sbarco dei conquistadores di Cortès in Messico.

Gli spagnoli scoprono che si ottiene schiacciando le femmine di cocciniglia, insetto parassita del Nopal, cactus della regione messicana di Oaxaca”.

E intorno alla tecnica di produzione del carminio – servono ben 15 mila insetti per avere un etto di colorante – si scatena un vero  spionaggio industriale: “Gli spagnoli diffondono false informazioni e vietano le visite nei campi di cactus agli stranieri. Francia e Inghilterra mandano nei Caraibi, in Messico e in Guatemala le loro spie sotto le mentite spoglie di religiosi e medici, per corrompere i contadini addetti alla cura dei cactus, e la Royal Society inglese riesce a procurarsi gli insetti e a portarli a Londra. Ma il capo giardiniere del giardino botanico li scambia per comuni parassiti e li stermina”.Alla fine sono gli olandesi a riuscire nell’impresa, avviando un allevamento di cocciniglie a Giava.

Oggi l’85 per cento della produzione mondiale del carminio è in Perù.

“E noi usiamo ancora questo colorante sia per rendere più invitanti i salumi e i formaggi sia per i rossetti: prodotto naturale, è infatti meno nocivo dei rossi sintetici. In un certo senso gli insetti non sono soltanto “il cibo del futuro”: li stiamo mangiando già oggi, usati come colorante, per esempio nella mortadella”.

Fu oggetto di intenso spionaggio anche un’altra materia prima cruciale per lo sviluppo globale del commercio: la seta.

“La sua produzione rimane monopolio cinese per vari secoli. A Roma nel I secolo d.C. le matrone vogliono vestirsi con questo tessuto che costa quanto l’oro e dissangua le finanze dell’impero” racconta Giraudo. “Ma la sua origine per i romani è un mistero. Plinio il Vecchio è convinto che si tratti di una sostanza derivata dalla corteccia di piante che crescono solo presso il popolo dei Seri, nell’Asia Centrale, da cui il termine “sericoltura”.

Intanto la Cina, con leggi e ordinanze tra cui la condanna alla pena capitale, vieta di rivelare agli stranieri il segreto del Bombyx mori, il bombice del gelso.

L’imperatrice Teodora svela però l’arcano nel 552, grazie a due monaci che tornano a Costantinopoli dalla Cina portando nei loro bastoni uova di bombice”. Con un grammo di uova si ottengono oltre mille bachi che trasformano una trentina di chili di foglie di gelso (di cui si cibano) in duecento grammi di seta: ogni baco, per costruire il bozzolo che lo proteggerà durante la trasformazione in crisalide, secerne un filo lungo da trecentocinquanta a oltre duemila metri.

Fu invece una geniale intuizione a fare dell’Italia un Paese produttore di un’altra importante materia prima, l’allume, sale di potassio e alluminio usato nell’industria tessile per fissare i colori, nella concia delle pelli, nella farmacopea come emostatico e soprattutto nella fabbricazione del vetro.

“Nel XIII secolo lo si estraeva in Anatolia e Siria e, dopo il 1453, anno della caduta dell’Impero bizantino, da noi non arrivava più. A risolvere il problema fu un mercante, Giovanni da Castro.

Avendo notato che nella regione della Tolfa, a settanta chilometri da Roma, la vegetazione ricordava quella delle zone dell’allume in Turchia, il mercante ipotizzò che lì il suolo potesse esserne altrettanto ricco”. Così era, e l’allume divenne un monopolio che arricchì il Papato, possessore di quei terreni.

Più internazionale e gravida di conseguenze fu la lotta per la noce moscata.

“È il seme di un albero, Myristica fragrans, tipico delle Molucche, dell’Indonesia occidentale.

Nel XII secolo il suo consumo in Europa esplode: si usa per insaporire il cibo, come profumo e come farmaco digestivo e afrodisiaco” spiega Giraudo.

“Nel 1615 gli olandesi invadono l’isoletta di Run – una delle dieci isole vulcaniche al centro dell’Indonesia, dotate di un microclima ideale per la noce moscata – e inviano la spezia ad Amsterdam, dove il prezzo si moltiplica fino a trecento volte. E nel 1667 l’isoletta sarà materia di scambio tra Olanda e Inghilterra: pur di mantenerne il possesso, gli olandesi accetteranno di cedere agli inglesi l’unico loro possedimento nordamericano, la penisola di Manhattan, e gli inglesi cambieranno nome alla città di Nieuw Amsterdam in New York“.

Una delle supposte virtù della noce moscata, fornire protezione contro la peste – in realtà poteva effettivamente agire da insetticida contro le pulci che trasmettevano la peste ai topi – la avvicina idealmente a un’altra pianta protagonista della farmacopea antica: la china.

 

“La corteccia di quest’albero (Cinchona), ridotta in polvere, è un potente antipiretico e antimalarico. Ne scoprono le virtù gli Inca in Perù, che la tengono nascosta ai conquistadores. Sarà il gesuita italiano Agostino Salumbrini a fare arrivare la chinina in Italia, dove dal 1631 la “polvere dei gesuiti” viene usata contro la malaria che colpisce le popolazioni nelle regioni paludose attorno a Roma”.

 

Anche la nicotina era sconosciuta in Europa prima della scoperta del Nuovo Mondo.

“Cristoforo Colombo fu il primo a notare indigeni che inalavano il fumo di una strana erba, di cui arrotolavano le foglie, come raccontarono i suoi compagni di viaggio Luis de Torres e Rodrigo de Jerez” osserva Giraudo.

“I primi a importare il tabacco in Europa, dall’isola di Tobago, da cui il nome, furono però i portoghesi. L’umanista Damião de Góis nel 1559 regalò all’ambasciatore francese in Portogallo, Jean Nicot, i semi di tabacco. Nicot si spaccerà come colui che ha introdotto il tabacco in Francia e in suo onore i botanici francesi battezzeranno la pianta Nicotiana tabacum. Il merito invece spetta al francescano André Thevet, che curò le emicranie della regina Caterina con questa pianta”. Perché alla fine c’è una materia inesauribile e con una diffusione superiore a quella di tutte le sostanze nominate finora: la bugia.

 

 

Storie straordinarie delle materie prime - Alessandro Giraudo - copertina

Storie straordinarie delle materie prime

ADD Editore, 2022

 

Quando si parla di materie prime, pensiamo all’oro, all’argento, al ferro e al petrolio. Eppure anche spezie, cereali, soia e mercurio, torba e granturco, sale e seta, diamanti e lana hanno partecipato a fare e disfare la storia. Un’oncia di seta costava un’oncia d’oro nella Roma imperiale, e lo stesso accadeva per il sale. Il duello nel Mediterraneo fra papiro e pergamena è vinto dalla cartapecora che viene poi sconfitta dall’arrivo della carta. Dietro le quinte del gusto estetico che sceglie il blu o il rosso c’è un violento duello per il controllo delle materie coloranti. La storia dello zucchero di canna è iniziata in Nuova Guinea e Polinesia da dove si diffuse in India, tanto che Greci e Romani lo chiamavano “sale indiano”. L’Olanda vendette Manhattan agli inglesi per ottenere il controllo della noce moscata prodotta sull’isola di Run in Indonesia. La battaglia del pepe fra Venezia e Lisbona è durata un secolo… Quaranta piccole e grandi storie di elementi che hanno preso parte alla costruzione del mondo come lo conosciamo oggi in una sarabanda di guerre, complotti, congiure e misteri.

 

 

ALTRO LIBRO DEL 2022 DELLO STESSO AUTORE :  ALESSANDRO GIRAUDO

 

Altre storie straordinarie delle materie prime - Alessandro Giraudo - copertina

Altre storie straordinarie delle materie prime

ADD Editore, 2022

Dagli albori della civiltà le materie prime sono state essenziali per lo sviluppo delle nostre società. Hanno alimentato fortune e guerre sanguinose, azioni di spionaggio e contrabbando. Mercanti e banchieri, spie e scienziati, esploratori e navigatori, tutti in lotta per scoprirne il segreto e controllarne il mercato. Miele, ambra grigia, perline di Venezia, stracci, cotone indiano o americano. Cadaveri, corallo, talco, girasoli, le pietre nere di Marco Polo (il carbone). Lana della salamandra (l’amianto), cola e angelica… Manie e mode creano e distruggono fortune sconvolgendo gli equilibri economici, sociali e politici. Dopo “Storie straordinarie delle materie prime”, Alessandro Giraudo prosegue nel racconto della storia del mondo con 40 nuove materie che compongono un affresco pieno di avventure e colpi di scena. Postfazione di Giuseppe Parigi.

 

 

QUALCOSA SULL’ AUTORE – DA IBS

 

Libri di Alessandro Giraudo

Alessandro Giraudo

 

Economista, ha studiato a Torino, Genova, Berkeley (con Carlo M. Cipolla) e Salisburgo; ha lavorato a Torino, Milano, New York, Ginevra, Zurigo, Amsterdam e Parigi, dove era Chief Economist del gruppo internazionale Tradition. Insegna Finanza internazionale e Storia Economica della Finanza in una delle Grandes Ecoles di Parigi. E` autore di molti saggi di storia economica e di una trilogia di romanzi, La courtisane du Rialto che ha ottenuto il Premio Citta` di Pontremoli per il miglior romanzo storico in lingua straniera. Nel 2019 esce Storie straordinarie delle materie prime (Add Editore).

 

 

+++  VIDEO, 9.00 ca — 

ALESSANDRO  GIRAUDO CI PARLA DEL CHININO — un capitolo del suo primo libro

#Losguardoavanti | Eugenio Giannetta con Alessandro Giraudo

 

Il chinino, anche detto erba dei gesuiti, è il prodotto di un frutto che è stato ampiamente utilizzato in passato per curare le febbri. In quest’ultimo periodo è tornato di grande attualità e si è parlato molto dei rimedi naturali per guarire dalle malattie. In questo video Alessandro Giraudo ci racconta la storia di questo interessante prodotto fino ai suoi impieghi moderni.

 

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1 risposta a GIULIANO ALUFFI, Storia straordinaria delle materie prime -REPUBBLICA/ IL VENERDI’ – 17 GIUGNO 2019 + ALTRO LIBRO, 2022 + VIDEO, 9 minuti ca : Giraudo ci parla del chinino

  1. DONATELLA scrive:

    Queste storie sono davvero affascinanti!

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