CHRISTOPHER GLUCK ( Erasbach, 1714 – Vienna, 1787 ) — ORFEO E EURIDICE, VIENNA, 5 OTTOBRE 1872 – 2 brani famosi + Rilke, dai ” Sonetti ad Orfeo ” ( 1926 ) tradotto da Jaime Pintor, 1942

 

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Gluck: Orfeo ed Euridice, Wq. 30 / Act 2 – Arioso: “Che puro ciel, che chiaro sol”

Grace Bumbry

· Radio-Symphonie-Orchester Berlin ·

diretta da Janos Kulka

 

 

Orfeo ed Euridice (1889 edition) | Open Library

Orfeo ed Euridice (versione francese: Orphée et Euridice) è un’opera lirica composta da Christoph Willibald Gluck intorno al mito di Orfeo, su libretto di Ranieri de’ Calzabigi. Appartiene al genere dell’azione teatrale, in quanto opera su soggetto mitologico, con cori e danze incorporati. Fu rappresentata per la prima volta Vienna il 5 ottobre 1762, su impulso del direttore generale degli spettacoli teatrali (Generalspektakeldirektor), conte Giacomo Durazzo, ed aprì la stagione della cosiddetta riforma gluckiana – proseguita con Alceste e Paride ed Elena – con la quale il compositore tedesco ed il librettista livornese (e, insieme a loro, il genovese direttore dei teatri) si proponevano di semplificare al massimo l’azione drammatica, superando sia le astruse trame dell’opera seria italiana, sia i suoi eccessi vocali, e ripristinando quindi un rapporto più equilibrato tra parola e musica. Le danze furono curate dal coreografo italiano Gasparo Angiolini, che si faceva portatore di analoghe aspirazioni di riforma nel campo del balletto, in un’epoca che vide la nascita della nuova forma coreutica del “ballet d’action“.

Dodici anni dopo la prima del 1762, Gluck rimaneggiò profondamente la sua opera per adeguarla agli usi musicali della capitale francese, dove, il 2 agosto 1774, nella prima sala del Palais-Royal, vide la luce Orphée et Euridice con libretto tradotto in francese, ed ampliato, da Pierre Louis Moline, con nuova orchestrazione commisurata ai più ampi organici dell’Opéra, con parecchia musica completamente nuova, con imprestiti da opere precedenti e con un più largo spazio dato alle danze.

L’opera è passata alla storia come la più famosa tra quelle composte da Gluck, e, nell’una edizione o nell’altra, o, più spesso ancora, in versioni ulteriori, ampiamente e variamente rimodellate, è stata una delle poche opere settecentesche, se non addirittura l’unica non mozartiana, a rimanere sempre, fino ad oggi, in repertorio nei principali teatri lirici del mondo[

 

 

Orfeo : ” che puro ciel ”  atto 2-

 

 

Che puro cielo!
che chiaro sol!
che nuova luce è questa mai!
Che dolci lusinghie risuoni
dei bei cantori alati
s´odon qui in questa val!
Dell´aure il susurrar,
Il mormorar de rivi,
al riposar eterno
tutto invita quì.
Ma la quiete che qui tanto regna
non ma da la felicità!
Soltanto tu, Euridice, puoi far
dal tristo cuore mio l´affano.
I tuoi soave accenti,
gli amorosi tuoi sguardi,
un tuo sorriso,
sono il sommo ben che chieder voglio.

 

 

 

ORFEO ED EURIDICE ‘Che farò senza Euridice?’ Gluck – Irish National Opera

. Orfeo (Sharon Carty)
Directed by Emma Martin

conducted by Peter Whelan.

2 maggio 2019

Che farò senza Euridice ? ” — atto 3

 

 

Che farò senza Euridice?

Dove andrò senza il mio ben?

Che faro, Dove andrò

Che faro senza il mio ben?

Dove andrò senza il mio ben?

Euridice! Euridice!

Oh Dio! Rispondi!…Rispondi!

Io son pure il tuo fedel!

Io son pure il tuo fedel!

Io tuo fedel!

Che farò senza Euridice?

Dove andrò senza il mio ben?

Che faro, Dove andrò

Che faro senza il mio ben?

Dove andrò senza il mio ben?

Euridice! Euridice!

Ah! non m’avanza

Più soccorso, più speranza,

Nè dal mondo, nè dal ciel!

DA :

https://testicanzoni.rockol.it/testi/christoph-willibald-gluck-feat-dame-janet-baker-raymond-leppard-english-98208568

 

 

 

RAINER MARIA RILKE, POESIE–Dai ” Sonetti ad Orfeo ” ( 1926 )

TRADOTTE DA JAIME PINTOR ( 1942 ),
fratello di Luigi Pintor, fondatore de Il Manifesto

 

 

Ma ora seguiva il gesto di quel dio,

turbato il passo dalle bende funebri,

malcerta, mite nella sua pazienza.

Era in se stessa come un alto augurio

e non pensava all’uomo che era innanzi,

non al cammino che saliva ai vivi.

Era in se stessa, e il suo dono di morte

le dava una pienezza.

Come un frutto di dolce oscurità

ella era piena della grande morte

e cosí nuova da non piú comprendere.

Era entrata a una nuova adolescenza intoccabile:

il suo sesso era chiuso come i fiori di sera,

le sue mani cosí schive del gesto delle nozze

che anche il contatto stranamente tenue

della mano del dio, sua lieve guida,

la turbava per troppa intimità.

Ormai non era piú la donna bionda

che altre volte nei canti del poeta era apparsa,

non piú profumo e isola dell’ampio letto e proprietà dell’uomo.

Ora era sciolta come un’alta chioma,

diffusa come pioggia sulla terra,

divisa come un’ultima ricchezza.

Era radice ormai.

E quando a un tratto il dio la trattenne

e con voce di dolore pronunciò le parole: si è voltato –,

lei non comprese e disse piano: Chi?

Ma avanti, scuro sulla chiara porta,

stava qualcuno il cui viso non era da distinguere.

Immobile guardava come sull’orma di un sentiero erboso

il dio delle ambasciate mestamente

si volgesse in silenzio per seguire

lei che tornava sulla stessa via ,turbato il passo dalle bende funebri,

malcerta, mite nella sua pazienza

 

da : 

https://it.wikisource.org/wiki/Poesie_(Rilke)/Orfeo_Euridice_Hermes

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1 risposta a CHRISTOPHER GLUCK ( Erasbach, 1714 – Vienna, 1787 ) — ORFEO E EURIDICE, VIENNA, 5 OTTOBRE 1872 – 2 brani famosi + Rilke, dai ” Sonetti ad Orfeo ” ( 1926 ) tradotto da Jaime Pintor, 1942

  1. DONATELLA scrive:

    Che belli i versi di Rainer Maria Rilke!

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