SIMON SCHAMA, Il volto di un impero – MONDADORI, 2022 +++ Simon Schama, Il primo ritratto della storia, REPUBBLICA DEL 9 DICEMBRE 2022 + altro

 

 

Il volto di un impero - Simon Schama - copertina

 

Il volto di un impero

di Simon Schama (Autore)
Massimo Parizzi(Traduttore)

Mondadori, 2022

 

 

Per Jonathan Richardson, pittore e teorico delle arti visive del XVIII secolo, il principale requisito del ritratto è quello di raccontare la storia del soggetto rappresentato sulla tela – il suo vero io, l’essenza nascosta dietro la maschera del potere e della fama – al fine di tramandarne il ricordo. Perché il ritratto, se da un lato cristallizza un istante del presente, dall’altro si proietta nel futuro, a beneficio dello sguardo di coloro che verranno dopo, continuando a vivere nel giudizio del pubblico. Nell’era della fretta e dei selfie, lo storico Simon Schama, docente alla Columbia University, osserva dunque con attenzione dipinti e fotografie dei secoli passati.

Vi legge personalità ed emozioni: risolutezza, amore, ambizione, coraggio, dolore. E, unendo storia e arte, attraverso una serie sorprendente di immagini conservate alla National Portrait Gallery di Londra, ripercorre la storia dell’Inghilterra, dai Tudor ai giorni nostri. Immagini che hanno permesso ai britannici di ricordare «chi erano», contribuendo così alla costruzione di un’identità culturale collettiva, di una tradizione e di una memoria condivisa. Quei volti di re e regine, di politici e letterati, di filosofi e cortigiane, di suffragette e popstar, rivivono così in queste pagine, in un fluire appassionato e incessante di personaggi, aneddoti, vicende, interpretazioni, ricordi. Da Winston Churchill, nel tormentato dipinto di Graham Sutherland, a John Lennon, fotografato da Annie Leibovitz solo cinque ore prima di essere assassinato; da Enrico VIII, raffigurato nella sua aura di invincibilità da Holbein il Giovane, alle cartes de visite della regina Vittoria in lutto; dalle esilaranti stampe satiriche di James Gillray, che nel Settecento trasformarono la politica in intrattenimento, agli strazianti autoritratti di Gwen John, Schama invita il lettore a trovare il proprio legame personale con questi volti e la loro storia, a stabilire con essi un contatto visivo, che è «l’inizio dell’etica, la condizione indispensabile dell’empatia, la capacità di sperimentare il mondo attraverso qualcosa di più della nostra persona isolata».

 

 

REPUBBLICA DEL 9 DICEMBRE 2022

https://www.repubblica.it/cultura/2022/12/09/news/simon_schama_breve_storia_del_ritratto-378277956/

 

Il primo ritratto della storia

Joseph Wright of Derby, The Corinthian Maid (1782-1784)Joseph Wright of Derby, The Corinthian Maid (1782-1784)

Secondo Plinio il Vecchio, il genere di pittura più diffuso nacque grazie alla paura dell’amore perduto. Come riporta qui un grande studioso

 

Secondo Plinio il Vecchio, la ritrattistica ebbe inizio dalla paura dell’amore perduto. Nel libro 35 della sua Storia Naturale, racconta la vicenda della figlia di Butade, un vasaio di Sicione che “per primo trovò l’arte di foggiare ritratti in argilla, e questo a Corinto, per merito della figlia che, presa d’amore per un giovane, dovendo quello andare via, tratteggiò i contorni della sua ombra, proiettata sulla parete dal lume di una lanterna; su queste linee il padre impresse l’argilla riproducendone il volto; fattolo seccare con gli altri oggetti di terracotta, lo mise in forno”.

Ora la figlia di Butade poteva conservare il suo amore perduto o, comunque, il suo doppio, il suo ritratto, ovunque egli andasse. Poteva averne il volto sotto gli occhi giorno e notte, per sempre.

Quale scopo più nobile potrebbe avere la ritrattistica?

Quando nel XVII secolo generazioni sentimentali e romantiche fecero propria la favola delle sue origini, diedero a Butade e sua figlia meriti ancora maggiori. Con quel momento di resistenza alla perdita, si disse, non nacquero solo la modellazione in rilievo, il profilo o il ritratto, ma tutta la pittura, tutta l’arte: fissazione di una visione fuggitiva. I nomi furono cambiati; a volte la fanciulla malata d’amore divenne una pastorella.

Charles Perrault, architetto di Luigi XIV oltre che inventore e raccoglitore di favole, scrisse della giovane come se fosse un personaggio di una delle sue fiabe: “Se solo rimanesse qualche immagine imperfetta… l’odiosa partenza, per quanto crudele, sarebbe meno dolorosa”.

Quello che lei voleva era una traccia dell’amante vivente, svanito. Fare un ritratto voleva dire raggirare l’abbandono, colmare la distanza, trionfare sulla separazione, trasformare l’assenza in presenza. In molte versioni del mito, incise e dipinte, s’intromette Amore, Cupido: è lui il vero artista, che guida fisicamente la mano della fanciulla mentre disegna alla luce tremolante, a volte di una lampada, a volte di una semplice candela.

Nel tardo XVIII secolo si volsero al soggetto molti pittori, specialmente in Francia, Inghilterra e Scozia. Per alcuni il cuore della storia era la genesi dell’immagine, e l’accento cadeva sulla serietà con cui la giovane affrontava il suo lavoro.

Joseph Wright of Derby, letto un poema sull’argomento di William Hayley, pensò di dipingerne una propria versione; sempre con il pensiero che il suo amico Josiah Wedgwood, il supremo vasaio dei suoi tempi nonché un’autorità in fatto di gusto classico, potesse recitare la parte di Butade e trarre dal dipinto un profilo in diaspro, o magari due, della fanciulla e dell’amante: una delizia per ogni intenditore.

Wedgwood diede a Wright consigli in materia di abiti e ornamenti antichi, ma il pittore era combattuto tra il desiderio di dare sfogo all’emozione della scena e quello di contenerla all’interno della severità classica, degna dell'”Origine della pittura”. Per averne un consiglio scrisse al poeta Hayley. “Prima pensavo che l’espressione da dare alla Fanciulla (nel momento in cui nel cuore e negli occhi le sorge l’arte dell’ombra) fosse di stupore estatico, ma ora penso che sia una cosa troppo violenta… lascio a te dirmi che cosa dovrebbe essere il suo volto”.

A giudicare dal risultato, La fanciulla di Corinto di Wright, Hayley consigliò moderazione. Il giovane è assopito, una lancia appoggiata alla rozza parete, e il segugio (non meno elegante degli altri due protagonisti), che sarà il suo unico compagno di viaggio, sonnecchia accanto alla sua sedia. C’è una piccola nota di improbabilità ottica nella scena, perché la testa del ragazzo, pur appoggiata al muro, riesce ugualmente a gettarvi la propria ombra. Ma la fanciulla, per non perdere l’equilibrio e chinarsi in avanti, si appoggia con il ginocchio sinistro alla sedia. Una mano regge la matita e, in uno squisito piccolo esempio di linguaggio corporeo, Wright le fa sollevare l’altra mano, le dita aggraziate tese come per fissare il momento, desiderare che il ragazzo rimanga cosi com’è.

Ma c’era un altro modo per dipingere la scena. Al diavolo la moderazione. Nella versione più ardente e commovente, quella del pittore scozzese David Allan, i due innamorati, proprio mentre il simbolo della loro separazione viene prodotto, non riescono a non toccarsi. Sono entrambi seminudi, i corpi perfettamente coordinati. La fanciulla siede in grembo all’amante, una gamba sopra quella di lui. Il braccio del giovane la cinge alla vita; lei gli tiene fermo il mento. Lo tocca per il lavoro cui è dedita, ma non solo per questo. L’espressione di lui e improntata alla massima serietà, a metà fra il sorriso e le lacrime. I loro avambracci poggiano l’uno sull’altro. Al bagliore della lucerna, tutto cede alla tenerezza. Ma la tenerezza è ad appena un passo dal dolore.

 

 

DAVID ALLAN (1744-1796) — L’ORIGINE DELLA PITTURA ( LA RAGAZZA DI CORINTO )
– National Galleries of Scotland

 

 

 

L’AUTORE : SIMON SCHAMA

 

Simon Schama: a man always making history | Simon Schama ...

Simon Schama  —1945, Londra

 

David Shankbone – lavoro proprio

 

Simon Schama,  (Londra13 febbraio 1945) è un saggista e storico dell’arte britannico, professore all’Università Columbia, New York.

Per la BBC ha realizzato un’importante serie di documentari sulla storia della Gran Bretagna e sui grandi capolavori dell’arte. Tra i suoi libri Cittadini (1989), Paesaggio e Memoria (1995), Gli occhi di Rembrandt (1999), La storia degli ebrei. In cerca delle parole. Dalle origini al 1492 (2014), La storia degli ebrei. L’appartenenza. Dal 1492 al 1900 (2019).
Inoltre è stato critico d’arte e culturale per la rivista The New Yorker

Figlio di seconda generazione di immigranti ebrei con ascendenza lituana e turca, Schama è nato a Londra. A metà degli anni quaranta la famiglia si trasferisce a Southend-on-Sea, Essex prima di tornare a Londra. Lavora qualche tempo all’università di Cambridge e di Oxford dove si specializza in rivoluzione francese. Scrive il suo primo libro, Patriot and Liberators che ottiene il premio Wolfson History Prize nel 1977.

Nel 1980 accetta un incarico alla cattedra dell’università di Harvard ( Stati Uniti ). Nel 1989 pubblica Citizens, scritto velocemente per rispettare un accordo con un editore; esso tratta della Rivoluzione francese, di cui meditava una pubblicazione da diversi anni, e ottiene il «NCR Book Award» nel 1990.

Nel 2000 Schama torna nel Regno Unito, ingaggiato dalla BBC per la produzione di una serie TV/documentario sulla storia del Regno Unito, nell’ambito della celebrazione del millenario. La serie s’intitola A History of Britain, ed è presentata dallo stesso Schama; con una durata di tre anni, è composta di 15 episodi e descrive la storia britannica fino all’anno 1965. La serie è diventata uno dei più grandi successi in DVD per un documentario della BBC.

Nel 2006 la BBC trasmette Simon Schama: il potere dell’arte: otto episodi viene presentato un artista attraverso un suo capolavoro: 

Davide con la testa di Golia di Caravaggio,
l’Estasi di Santa Teresa di Bernini,
la Congiura di Giulio Civile di Rembrandt,
La morte di Marat di David,
La nave negriera di Turner,
Campo di grano con corvi di van Gogh,
la Guernica di Picasso e
la serie per il Seagram Building di Rothko

Nell’ottobre 2008 la BBC presenta una serie TV in quattro parti dal titolo The American Future: A History, scritta e presentata da Schama.

La serie ” Il potere dell’Arte ” di Simon Schama è andato in onda nel 2016 su Rai 5- Adesso su Rai.Play  -o anche dal Facebook di Rai 5

DA :
wikipedia  : https://it.wikipedia.org/wiki/Simon_Schama

 

 

IBS –qui trovate le opere in italiano dell’autore, mi pare che tutti siano pubblicati dalla Mondadori, anche i corsi per la BBC

https://www.ibs.it/libri/autori/simon-schama

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1 risposta a SIMON SCHAMA, Il volto di un impero – MONDADORI, 2022 +++ Simon Schama, Il primo ritratto della storia, REPUBBLICA DEL 9 DICEMBRE 2022 + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Grazie per tutto questo che non conoscevo.

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