PRIMO GIUGNO 2013 ORE 10:33 “NON E’ TEMPO DI NOSTALGIA…” E’ L’INIZIO DELLA LUNGA INTERVISTA DI JOSEPH FARREL A FRANCA RAME—EDITRICE DELLA PORTA—ESCE LA PROSSIMA SETTIMANA CON IL TITOLO “NON AVREI MAI SCELTO DI FARE L’ATTRICE”

“Non avrei mai scelto di fare l’attrice”
il libro-confessione di Franca Rame

Uscirà nei prossimi giorni il volume di Joseph Farrell in cui l’attrice si è raccontata in una lunga intervista registrata lo scorso febbraio nella sua casa milanese. La volta che disse no a Visconti, la volta che andò in carcere a parlare ai brigatisti…

di LAURA MONTANARI

Seduta sul divano bianco della sua casa milanese, era febbraio e lei già malata: “Ad un certo punto della mia vita mi sono accorta che il lavoro di attrice non mi faceva impazzire, che non lo amavo poi così tanto. La gente non ci crede, pensa che siano bugie. Invece è vero, non avrei mai scelto questa professione che richiede un tipo di carattere che io non ho: presenzialismo, arroganza e buoni gomiti. Quando mi sono accorta che non amavo questo mestiere, era troppo tardi, ero già sposata con Dario e avevamo la nostra compagnia”. Comincia così “Non è tempo di nostalgia”, la lunga confessione di Franca Rame a Joseph Farrell, docente di italianistica in Scozia e amico dell’attrice. Il libro, in uscita la prossima settimana per la casa editrice toscana Della Porta è il resoconto di una lunga intervista avvenuta qualche mese fa e che ripercorre la vita, il teatro, le battaglie civili e l’amore per Dario Fo.

Guarda le immagini

Franca Rame racconta i suoi inizi, la famiglia di teatranti, gli Anni del Fascismo, i primi film e la volta che disse no a Luchino Visconti che la voleva in “Senso”: “Incontrare Visconti mi intimoriva (…) e alla fine dissi: “No, non vado”. E Dario: “Sei pazza…”. “no, poi sono strabica”… Il film era senso, con Alida Valli. Alla fine per fare la mia partevenne scelta una bellissima ragazza bruna con gli occhi azzurri, Marcella Mariani. Bella, bellissima. Il film, come tutte le produzioni importanti sarebbe andato a Cannes. Marcella Mariani prese l’aereo, l’aereo cadde e lei morì. “Ma tu puoi predire il mio futuro?” mi disse Dario sgomento. Perchè era una cosa da pazzi dire no a Visconti”.

La vita guardata dai ricordi è fatta di mille aneddoti, storie che si ritrovano nelle pagine di “Non è tempo di nostalgia”, l’amicizia con Strehler, i problemi con la censura: “tutte le sere veniva in teatro un poliziotto, poverino (dico poverino perchè aveva il copione in mano e doveva seguire degli attori che andavano all’improvvisa) e noi tutte le sere andavamo fuori copione, ogni volta prendendoci una bella denuncia”. E poi Canzonissima, il Sessantotto, dai teatri alle case del popolo. Sono ricordi addolciti dalla distanza che lascia il tempo passato quelli che Franca Rame ha cosegnato a Farrell, anche le battaglie più dure hanno gli angoli smussati, si perde nella memoria qualche dettaglio, ma resta chiarissimo il senso di un percorso: “Portavamo il teatro dove la gente non andava a teatro perchè il teatro tradizionale voleva dire pagare il biglietto, vestirsi, andare dal parrucchiere”. Era il tempo di “L’operaio conosce 300 parole, il padrone 1000: per questo lui è il padrone, della “Nuova scena”, del “Collettivo teatrale La Comune” e del celebre “Morte accidendale d un anarchico”. Poi gli anni della Palazzina Liberty a Milano, ma anche gli Anni di Piombo, la volta che andò nel cercere di Torino a parlare con alcuni brigatisti per il sequestro di Aldo Moro: “Allora ministro della Giustizia era Bonifacio,il suo secondo il dottor Selvaggi a cui io scrivevo spesso per l’attività nelle carceri (l’esperienza di Soccorso Rosso ndr). Lui era gentile mi dava anche del tu, franoi c’era un rapporto di confidenza. Quando ci fu il sequestro Moro, mi telefonò. Te la sentiresti di andare in carcere? Io vado, ma non credere che mi dicano qualche cosa…”. L’attrice incontrerà Curcio, Franceschini e Ognibene che l’accolsero così: “Arrivi come portavoce del braccio che ci sta ammazzando?”.E lei:  “No, sono venuta per l’opportunità e il piacere di vedervi, il piacere che vediate una faccia che non sia quella di un poliziotto…”. Poi Curcio si mise a farmi una lezione di guerriglia armata nonostante tutti i microfoni che c’erano!” . Naturalmente nel libro edito da Della Porta emerge molto Dario Fo, fra le parole dette e quelle non dette, la sera del Nobel e quel “è li'” che dice Franca Rame a Farrell indicando un mobile su cui c’è il premio.

C’è anche l’incontro con il compagno di una vita, Dario Fo, la sua diversità: “Gli attori fanno sempre delle risate oceaniche, Dario rideva in modo normale. Gli attori gesticolano, Dario non gesticolava mai. Gli attori si specchiano anche nei posaceneri quando ne hanno la possibilità, Dario non faceva mai nulla per attirare l’attenzione, era vestito in modo normale, anzi malvestito, indossava sempre lo stesso paio di pantaloni e un maglione. Era talmente diverso dagli altri attori che non potevi fare a meno di notarlo. Così cominciai a valutarlo, a pesarlo. E lui ogni volta che lo guardavo girava la testa e viceversa. In amore, queste, si chiamano ‘le lontananze’. Pensavo: mi guarda, non mi guarda, mi guarda…ma perchè non mi invita a prendere un caffé, a cenare insieme dopo lo spettacolo?’. Allora una sera lo buttai contro un muro dietro le quinte, come di solito fanno gli uomini con le donne e gli diedi un gran bacio”. Come gli amori che lasciano il segno lungo gran parte della vita, non sono mancate le battaglie, gli addii e i ritorni. Una volta appese in casa un cartello con su scritto: “Da oggi chi vuole mangiare, dormire, avere la biancheria pulita e stirata si arrangi” e non si deve faticare di fantasia per immaginare chi fosse il destinatario di quell’avviso.

(30 maggio 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *