Gaja Cenciarelli ( Roma, 1968 ) — Domani interrogo, Marsilio, sett. 2022, pp. 240– 17.00 euro

 

 

Domani interrogo

Domani interrogo

pp. 240, 1° ed.
2022
MARSILIO, 2022

La periferia romana dove sorge la scuola che è al centro di questo romanzo è la Rebibbia raccontata da Zerocalcare. Nel liceo si parla romano, e le aule sono abitate da strani esseri viventi: alcuni disegnati sui muri, alcuni umani ma dalle cui bocche escono suoni incomprensibili alla professoressa, che non ha mai pensato di avere la vocazione all’insegnamento e invece ce l’ha, solo che non è una vocazione, è un mestiere. La professoressa, infatti, non ama la vocazione, ama l’inglese. La professoressa è un’intellettuale. La professoressa ha studiato in Italia e all’estero. La professoressa cammina, cammina, cammina perché Roma è grande e perché camminando pensa. Gli studenti e le studentesse, invece, non camminano, vanno in motorino o in macchina, e non studiano. Gli studenti e le studentesse – e tutti lo siamo stati – sanno valutare, pesare le persone che siedono dietro la cattedra e, nonostante non abbiano voglia di aprire i libri, sentono, piano piano, il desiderio di capire la professoressa, e di esserne capiti.

Danilo Dolci ha scritto che si cresce solo se sognati, e l’autrice di questo romanzo chiosa che si può crescere anche se sei l’incubo di qualcuno. Tra i professori di Frank McCourt e Domenico Starnone, passando per gli studenti in piedi sul banco nell’Attimo fuggente, sta la professoressa di Gaja Cenciarelli, convinta sì che la cultura sia qualcosa di quotidiano, convinta sì che certe parole dialettali o certe squadre di calcio, certe sigarette fumate insieme agli studenti prima che la lezione cominci facciano parte del lavoro di chi insegna e di quello di chi impara, ma disillusa che l’istruzione possa – come si sente dire spesso – salvare il mondo. Ciò nonostante, in questo romanzo di Shakespeare e spaccio, la professoressa il mondo lo salva. Perché il mondo è le persone che incontriamo. Specialmente a scuola.

 

Premio Annibal Caro 2022, Gaja Cenciarelli è la prima finalista

FOTO – Vivere Civitanova

Gaja Cenciarelli ( Roma, 1968 )

scrittrice e traduttrice, vive e lavora a Roma. Ha scritto romanzi, racconti, interventi critici. Fa parte dei “Piccoli Maestri” e ha pubblicato, fra gli altri, Extra omnes. L’infinita scomparsa di Emanuela Orlandi (Zona 2006), Sangue del suo sangue (nottetempo 2011), ROMA. Tutto maiuscolo come sulle vecchie targhe (Ventizeronovanta 2015), Pensiero stupendo (Lite Editions 2015). Per Marsilio, nel 2019 è uscito La nuda verità. Insegna lingua e letteratura inglese a Roma.

 

 

ANSA.IT — 5 SETTEMBRE 2022

https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unlibroalgiorno/2022/09/05/gaja-cenciarelli-limmortale-quinta-a_715b2241-8ac8-48f9-9470-7f672f20d1ab.html

 

Gaja Cenciarelli, l’immortale Quinta A.

‘Domani interrogo’, una dichiarazione d’amore per la scuola

 

di Elisabetta Stefanelli

 

”Io l’ho sempre saputo, fin dal primo momento che vi ho guardato negli occhi, chi di voi si sarebbe salvato dalla neve.

Io lo so chi di voi di salverà”, dice la professoressa d’inglese protagonista di ” Domani vi interrogo ‘, alla sua immortale Quinta A. Un libro, un romanzo, un po’ saggio per la saggezza e per il racconto della scuola dal suo interno, che è un vero atto d’amore da parte di un’insegnante non solo per una classe ma per il suo mestiere. E che in questa vigilia di ripresa dell’anno scolastico – il libro è disponibile da 6 settembre – regala un commovente spaccato di questo piccolo universo in cui si formano uomini e donne nel confronto e nello scontro con chi, ogni giorno, ha la forza e il coraggio di sedersi in cattedra davanti a loro e contribuire a scriverne il destino. La storia appunto è quella di una prof. supplente d’inglese che a novembre viene catapultata senza passare dal via in una classe al quinto anno in una scuola della periferia romana, Rebibbia, giusto vicino al carcere. Lei, che è nata al centro e vive a Garbatella – come Gaja Cenciarelli che insegna inglese ed è anche una bravissima traduttrice – approda come in un altro continente nelle vite di questi ragazzi, un po’ geni, un po’ malandrini, alle prese con le loro mille problematiche generazionali, sociali, economiche, morali e non solo. A muovere la ‘professore”, come la chiamano loro, è un amore infinito per il suo lavoro ma soprattutto per la dimensione umana più che didattica, come fossero uno direttamente e proporzionalmente legato all’altro. ”Ha litigato con la sua classe. E’ come una lite tra innamorati. Si sente tradita, incompresa. Amore. Una parola troppo complessa, con infinite implicazioni sentimentali che lei detesta, e che non c’entrano con questa situazione”.

Lei è legata profondamente a quel gruppo di cui penetra giorno dopo giorno la vita, entrando nella loro anima come lei entra nella loro. ” Perché da tanta importanza a questi ragazzi? Perché sono così fondamentali, per lei? Perché non riesce a fare il suo lavoro e vivere la sua vita come tutti gli altri, senza dover vivere anche la loro? Perché è sempre una questione di salvezza? Perché vorrebbe abbracciarli tutti e dirgli: voi non avete idea di quanto siete importanti per me?”. In quella periferia i ragazzi, tutti, uno per uno, combattono quella che lei chiama la battaglia per la salvezza, che è il senso che a suo avviso dovrebbe dare la scuola, capire quale strada intraprendere per difendersi dalle insidie, dalle scorciatoie, dai dolori, dalla violenza che troppo spesso spezzano le vite sul nascere. Loro, in quella giungla in cui fanno lo slalom tra spacciatori e altre consuete illegalità, tendono a risolvere i problemi con le mani. Ragazzi e ragazze. Eppure poi si innamorano di Joyce e di questa donna così imprevedibile che li abbraccia tutti con commovente tenerezza e con la sapienza del suo voler e saper combattere la banalità del male con la dolcezza dell’alternativa. Lei, la professoressa d’inglese, affronta il mondo a piedi, cogliendone lentamente il volto reale. Con questo spirito ogni mattina varca la soglia di quella classe che le rimarrà legata tutta la vita. Ma lei questo ancora non lo sa. (ANSA).

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