UMBERTO ECO, SATOR AREPO ECCETERA – nottetempo 2006 ++ altro sul ” Quadrato di Sator “

 

 

Umberto Eco

Sator arepo eccetera

pp. 80

7 euro

Nottetempo, 2006

 

Il grande scrittore, semiologo, saggista di fama planetaria, ci propone un libretto di giochi linguistici, che prende il nome dal famoso quadrato magico leggibile in qualsiasi verso e direzione. Ma ci sono giochi ancora piú abili e sottili, come la divertente scrittura rovesciata di alcuni canti della Commedia. E ancora quartine fatte di omonimi, omofoni e omografi (parole uguali per suono ma con significati diversi, o parole con grafia diversa che suonano allo stesso modo), acronimi scherzosi, consigli di buona scrittura (trasgrediti dal consiglio stesso), e via dicendo. In questo gransasso ( Collana di Nottetempo ) originale e divertente, che ha tutta l’intelligenza e l’umorismo di Umberto Eco, c’è la leggerezza di un sasso in volo.

 

 

Il quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta dalle cinque seguenti parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS. La loro giustapposizione, nell’ordine indicato, dà luogo a un palindromo, vale a dire una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra e viceversa. La stessa frase palindroma si ottiene leggendo le parole del quadrato dal basso verso l’alto purché ogni riga sia letta da destra verso sinistra.

Quadrato del SATOR sul fianco nord del Duomo di Siena

L’iscrizione è stata oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici, sia in epigrafi lapidee sia in graffiti, ma il senso e il significato simbolico rimangono ancora oscuri, nonostante le numerose ipotesi formulate.

 

Il curioso quadrato magico è visibile su un numero sorprendentemente vasto di reperti archeologici, sparsi un po’ ovunque in Europa. Gli esemplari più antichi e più celebri sono quello incompleto rinvenuto nel 1925 durante gli scavi di Pompei, inciso su una colonna della casa di Paquio Proculo e quello trovato nel novembre del 1936 su una colonna della Palestra Grande, sempre a Pompei. Quest’ultimo ha avuto grande importanza negli studi storici relativi alla frase palindroma poiché esso è completo e arricchito da altri segni interessanti che non si sono trovati altrove e fu certamente inciso prima dell’eruzione del 79 d.C.  A partire da questi ritrovamenti, il quadrato del Sator viene anche detto “latercolo pompeiano”.

Ne sono stati rinvenuti esempi a Roma, nei sotterranei della basilica di Santa Maria Maggiore, nelle rovine romane di Cirencester (l’antica Corinium) in Inghilterra, nel castello di Rochemaure (Rhône-Alpes), a Oppède in Vaucluse, a Le Puy-en-Velay, nella corte della Cappella di Saint-Claire, sulla parete del Duomo cittadino di fronte al Palazzo Arcivescovile a Siena, sulla facciata della Chiesa di Santa Lucia a Magliano de’ Marsi, nella Certosa di Trisulti a Collepardo, a Santiago di Compostela in Spagna, nelle rovine della fortezza romana di Aquincum in Ungheria, a Riva San Vitale in Svizzera, solo per citarne alcune.

 

Il film Tenet, per la regia di Christopher Nolan, fa numerosi riferimenti al quadrato. Il titolo riprende la parola centrale Tenet; l’antagonista del film si chiama Sator e agisce attraverso una compagnia chiamata Rotas; la scena iniziale del film ha luogo al Teatro dell’Opera di Kiev, e il falsario da cui Sator acquista il quadro di Goya viene chiamato Arepo. Numerose scene del film sono girate in modo palindromo dal punto di vista temporale: dapprima dal passato verso il futuro secondo la prospettiva di un personaggio, poi dal futuro verso il passato secondo quella di un altro personaggio o del personaggio stesso.

 

trailer italiano

 

  • La canzone Tenet, del gruppo folk norvegese Heilung. – 2022

 

 

molti più dati nel link :

https://it.wikipedia.org/wiki/Quadrato_del_Sator

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1 risposta a UMBERTO ECO, SATOR AREPO ECCETERA – nottetempo 2006 ++ altro sul ” Quadrato di Sator “

  1. DONATELLA scrive:

    Curioso davvero il quadrato del sator, che apre un mondo di magia contenuto nelle parole. In fondo, ogni parola che pronunciamo, ha dentro di se’ una storia di cui molte volte si sono perse le radici: in questo senso ogni parola è misteriosa e magica.

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