foto : Sanremo Real Estate
foto : Biorticello
foto : Puntarella Rossa
Dato che qui si parla di Leopardi, mi è sembrato il posto giusto per scrivere la mia “Ode alla Sardinara”, però alla maniera di Sanremo, in cui mi vanto di essere nata ( non sarà certo peggio di Recanati):
Noi lo sappiamo ben: la sardinara
è di per sé cosa gentile e rara.
La farina di grano mescolata
con lievito di birra e lavorata,
un pizzico di sale ed acqua fresca,
dopo un po’ di manesca terapia,
ha bisogno di tepore ed alchimia.
La pasta, a suo tempo smaneggiata,
riposata, gonfiata ed appagata,
occorre nuovamente strapazzarla,
con la forchetta e coi bordi limitarla,
nella teglia che le fa da cuna,
con dell’oliva l’olio
come un cuscin di piuma.
Ci va poi sopra il pomodoro: a pezzi,
pelato, spalmato, crudo o cotto,
per fare con la pasta un gran bel botto,
per unire l’Italia al Nuovo Mondo,
ma in modo pacifico e rotondo.
Delle acciughe il machetto va mischiato,
per unir con la terra il mar salato.
Infine l’aglio vestito, i capperi, le olive
per ribadire con la” curnioera”
che il legame tra la terra e il mare,
da sempre saldo, ben stretto dura “ancoera”.
Si mette in forno già caldo e poi si aspetta
venti minuti all’incirca senza fretta,
che dal tepore sorga,
come dal mare Venere,
questa olimpica ricetta.
chiara : dentro la tua poesia in genere, come dentro la tua sardinara, che ogni volta cambia come un giorno di marzo, c’è tutto il tuo amore – contradditorio – per la vita, un abbraccio, ch.
complimenti oltre a far bene la sardinara fai bene anche le poesie
Grazie per questo gradimento! Mi piacerebbe mangiarne una fetta ( o un intero testo) insieme a voi!
Buona ! La poesia naturalmente. La sardinara è ottima.
ERRATA COCCIGE: Il commento precedente è mio e di mia esclusiva responsabilità.
Naturalmente volevo dire:
Se la sardinara è buona, la poesia è ottima. Volevo anche illustrarla ( si fa per dire), ma non so come fare.
Tuo imbranatissimo mario.