NEUE GALERIE A NEW YORK
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IL GIORNALE DELL’ARTE
foto : IL GIORNALE DELL’ARTE
FOTO SOPRA : NEUE GALERIE NEW YORK
Il Neue Galerie New York (tedesco di: “Nuova Galleria New York”) è un museo d’arte e disegno degli inizi del XX secolo di opere tedesche e austriache, collocato a Manhattan, New York, Stati Uniti d’America. Fondato nel 2001, è una delle aggiunte più recenti al rinomato “miglio dei musei”, che va dalla 83ª alla 105ª strada su Fifth Avenue nella Upper East Side di Manhattan.
La collezione della Neue Galerie è suddivisa in due sezioni. Il secondo piano del museo ospita opere d’arte e decorativismo austriaco dei primi Novecento, inclusi i dipinti di Gustav Klimt, Oskar Kokoschka e Egon Schiele, insieme ad oggetti decorativi eseguiti da artigiani della Wiener Werkstätte e altri contemporanei. Il terzo piano esibisce varie opere tedesche dello stesso periodo, inclusi quei movimenti artistici come Der Blaue Reiter (“Il cavaliere azzurro” o “Il cavaliere blu”), Die Brücke (“Il Ponte”) e la Bauhaus. Gli artisti qui rappresentati comprendono Wassily Kandinsky, Paul Klee, Ernst Ludwig Kirchner, Lyonel Feininger, Otto Dix e George Grosz
VIDEO DELLA MOSTRA DI KIRCHNER ALLA NEUE GALKERIE N.Y. — 6,56
Ernst Ludwig Kirchner (Aschaffenburg, 6 maggio 1880 – Davos, 15 giugno 1938) è stato un pittore e scultore tedesco.
In gioventù mostrò particolare interesse per l’arte primitiva e africana, la pittura tedesca del Cinquecento, le stampe giapponesi, la scultura nera e polinesiana, e per autori contemporanei come Paul Gauguin e Vincent van Gogh, di cui lo colpirono l’immediatezza espressiva e l’uso simbolico e psicologico dei colori. Ha una formazione che attinge all’incisione del cinquecento.
Dal 1901 al 1905 studiò architettura a Dresda.
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Dopo la presa del potere dei nazisti in Germania, decine di sue opere furono sequestrate e rimosse dai musei; molte di queste furono dapprima mostrate nella mostra diffamatoria Entartete Kunst (“arte degenerata“, in tedesco) del 1937 e poi distrutte. Questi avvenimenti, a cui si aggiunse anche un forte aggravarsi delle condizioni fisiche, provocarono in lui un forte shock. Kirchner si suicidò il 15 giugno 1938 a Davos.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ernst_Ludwig_Kirchner
Per vie incognite. Dal diario di Davos
MUSEO KIRCHNER A DAVOS
MUSEO D’ARTE DI KIRCHNER A DAVOS
DAVOS E’ NEI GRIGIONI, SOPRA ST. MORITZ
4 gennaio 2020
CAMMINARE SUL FILO, 1908-10
L’arte senza gerarchie di Ernst Ludwig Kirchner. A New York
Maurita Cardone
LA GRANDE MELA RENDE OMAGGIO A UNO DEI PROTAGONISTI DELL’ESPRESSIONISMO TEDESCO, CON LA MOSTRA DEDICATA DALLA NEUE GALERIE A ERNST LUDWIG KIRCHNER.
È stata un percorso di ricerca la carriera (e la vita) di Ernst Ludwig Kirchner (Aschaffenburg, 1880 ‒ Davos, 1938).
E non si tratta di pura ricerca intellettuale, semmai di lavoro sul campo: quello che l’artista vedeva intorno a sé entrava di prepotenza nella sua arte.
In corso alle Neue Galerie di New York fino al 13 gennaio, la retrospettiva a cura di Jill Lloyd e Janis Staggs mette ordine nella vasta produzione di Kirchner dal 1907 al 1937.
Utilizzando i luoghi in cui visse l’artista come filo conduttore, la mostra raccoglie dipinti, disegni, stampe e una scultura in legno che mettono in evidenza come il suo lavoro si sia trasformato in relazione all’ambiente circostante, agli eventi storici e alle evoluzioni della società del tempo. Il focus principale della mostra è sull’innovativo uso del colore, di cui l’artista si serve in modi diversi a seconda dei soggetti prescelti ma anche dei diversi media con cui si cimenta nel corso della sua carriera. Kirchner amava infatti sperimentare con diversi mezzi espressivi e aveva una visione organica e complessiva dell’arte, che rifiutava le gerarchie tradizionali. Per dare conto di questa complessità di stimoli e risposte creative, le circa cento opere esposte sono organizzate in cinque sezioni, una per ognuna dei luoghi che ospitarono l’artista (Dresda, Berlino e Davos), più una dedicata agli anni della guerra e un’altra in cui sono raccolte le stampe.
RAGAZZA IN PIEDI, 1909-10
LUOGHI E SOGGETTI
La curatrice Janis Staggs, director of curatorial e manager of publications della Neue Galerie, ci ha spiegato: “Capita che queste divisioni geografiche e cronologiche corrispondano anche a spostamenti di focus nei suoi soggetti. A Dresda c’era una forte enfasi sulle opere figurative, compresi i nudi, per lo più ritratti nel suo studio o nella natura. A integrare queste opere figurative c’erano scene della quotidianità locale in cui si immergeva nel tempo libero, con particolare attenzione alla vita notturna e vedute dell’area intorno ai laghi di Moritzburg. Quando Kirchner si trasferì a Berlino alla fine del 1911, i ritratti e gli studi di figure rimasero importanti, ma la città stessa prese un ruolo più forte. Era incantato dal richiamo delle strade della città, la sua attenzione era sull’architettura, sul grande afflusso di persone verso la capitale e sull’influenza delle trasformazioni tecnologiche sulla vita quotidiana. Più in là, le vacanze nell’isola baltica di Fehmarn finirono per controbilanciare la vita urbana, offrendogli una tregua, come negli anni precedenti avevano fatto i laghi Moritzburg. In seguito al crollo psicologico durante la Prima Guerra Mondiale e dopo il suo trasferimento nella zona di Davos nel 1918, i paesaggi assunsero un significato crescente nella sua opera. Il paesaggio alpino rurale era decisamente estraneo alla sua esperienza e allo stesso tempo molto affascinante, e negli ultimi vent’anni della sua carriera Kirchner rivolse lo sguardo a questi luoghi e ai loro abitanti”.
Ernst Ludwig Kirchner, Berlin Street Scene, 1913 14. Neue Galerie, New York & Private Collection
LA VITA DI CITTÀ
Arrivato a Dresda nel 1901 per studiare architettura, Kirchner cominciò subito a frequentare il mondo dell’arte e nel 1905, insieme a Fritz Bley, Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff, fondò il movimento Die Brücke, che si muoveva nell’ambito dell’Espressionismo tedesco, rifiutando gli stili accademici, con l’obiettivo di creare un ponte tra passato e presente. La chiave del lavoro di Kirchner in questo periodo è il colore, che l’artista stesso definì come mattone fondamentale dei suoi quadri.
Uno dei primi dipinti in mostra in questa sezione, il Ritratto di Hans Frisch (1907), offre un brillante esempio di un particolare uso del colore che si muove su una linea di confine tra Post-impressionismo e arti decorative. L’uomo appare pensieroso nella sua figura scura, ma il fondo su cui siede, un divano dai colori vivaci, sembra riflettere ciò che dell’interiorità di Frisch non ci viene mostrato, stimolando un coinvolgimento psicologico dello spettatore che è chiamato a completare la narrazione con l’aiuto della descrizione, come in un romanzo ottocentesco.
DANZATRICI DI PANAMA, 1910-11
TOWER ROOM FEHRMAN, 1913
Nel 1911, il trasferimento nella capitale, con la sua energia, la sua crudezza, il suo ritmo dinamico e l’alienazione delle sue folle, diede il via a una trasformazione repentina nello stile e nei soggetti di Kirchner. Il blu è il colore dominante del periodo berlinese e la relazione tra realtà e arte il tema che l’artista cerca di sviscerare ritraendo scene di strada velate di malinconia e inquietudine. Sono di questo periodo alcuni dei suoi più famosi dipinti di vita sociale, in cui domina il contrasto tra spazi vibranti di colore e figure scure: affascinato dall’introduzione della luce elettrica nelle strade cittadine, Kirchner sembra trovare una rappresentazione esteriore delle luci e ombre tipiche di una vita urbana che lo attraeva e respingeva allo stesso tempo.
LA GUERRA E LA MONTAGNA
Dopo qualche anno a Berlino, Kirchner era provato dallo stress della vita urbana, acuito dagli abusi di assenzio, alcol e droghe. Quando nell’estate del 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale, temendo di essere chiamato al fronte, si arruolò volontario sperando di evitare il campo di battaglia. Ma durante l’addestramento ebbe un crollo psicologico e trascorse gli anni del conflitto entrando e uscendo dai sanatori. La sua paura più grande era quella di perdere la propria identità artistica e di essere risucchiato dalla macchina tritacarne della guerra.
1915, COPERTINA
Sono da interpretare attraverso questa lente le incisioni su legno della serie Storia straordinaria di Peter Schlemihl (1915), ispirata alla novella di Adelbert von Chamisso, in cui il personaggio del titolo vende la propria ombra al diavolo.
1915 AUTORITRATTO DA SOLDATO
La serie è una sorta di autoritratto diffuso all’interno del quale l’Autoritratto da soldato (1915), in cui Kirchner si mostra in uniforme e privo della mano destra che usava per dipingere, apre una finestra sui peggiori incubi dell’artista.
CASA BIANCA NELLA VALLE DEL SERTIG, 1926
Passata la tempesta della guerra, Kirchner iniziò sempre più ad apprezzare le gioie della vita rurale che trovava nei suoi frequenti periodi in Svizzera.
RITRATTO DI DONNA, 1911
L’aria salubre, le attività semplici, una comunità ristretta e coesa erano ciò di cui aveva bisogno per rimettersi, ma il rapporto con i locali, che non erano abituati alle stranezze della vita bohémienne, non fu sempre idilliaco.
SPOSTAMENTO DELLE MANDRIE NELLE ALPI, 1926
Nelle sue opere, tuttavia, Kirchner idealizza la montagna di Davos, evocando una vita sognata più che vissuta.
Nel trittico Vita sulle Alpi (1917-19) l’artista dà forma a una struttura narrativa che attraversa l’intero arco della giornata, mitizzando l’immagine bucolica di una esistenza fatta di lavoro manuale, in armonia con la natura.
Ernst Ludwig Kirchner, The Russian Dancer Mela, 1911. Private Collection
1929
AUTORITRATTO, 1925-26
BASILEA E IL RENO, 1928
FOTO, FLICKR
MONSTEIN, VILLAGGIO VICINO A DAVOS, 1927
DAVOS, LA STAZIONE
DAVOS , KUNSTMUSEUM – BASEL
VALLE DI SERTIG IN AUTUNNO, 1925
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ernst-Ludwig-Kirchner-Sertig-Valley-in-Autumn.jpg
KIRCHNER E LE DONNE
Fin dagli anni di Dresda, i soggetti femminili e i nudi ricorrono nelle opere di Kirchner. Al cambiare delle città, cambiano le sue donne, all’inizio più sensuali e materne, poi più moderne, dinamiche e in controllo della situazione. Ancora una volta, il mondo di Kirchner reagisce al contesto sociale, ma la rappresentazione che l’artista ne fa è intrisa del suo personale sentire, come appare evidente in Toilette (Donna davanti allo specchio) (1913, con successive modifiche del 1920), della collezione del Centre Pompidou.
DUE NUDI, 1907
DONNA ALLO SPECCHIO, 1013-20
“Questo studio di figura”, ha commentato la curatrice, “è un ritratto di Erna Schilling, la sua ragazza all’epoca e compagna di una vita. Kirchner la mostra seduta davanti a uno specchio con indosso una sottoveste e scarpe a tacco alto. Si guarda in modo contemplativo, con la mano sinistra appoggiata sulla guancia. Eppure dal punto di vista dello spettatore o dell’artista stesso, la posa è diversa: le sue mani, entrambe dietro la testa, si estendono in modo più provocatorio. Questa divergenza tra ciò che l’artista immagina e ciò che realmente è suggerisce qualcosa dell’ambivalenza e della contraddizione tra il modo in cui lui vedeva la donna e il modo in cui lei vedeva se stessa e il suo ruolo nella loro relazione. Le forme della donna richiamano il legno e suggeriscono che Kirchner cercasse qualcuno da modellare nelle sue fattezze preferite, ponendo quindi se stesso in una posizione dominante. Il fatto che lei non rispecchi la visione di lui indica una sorta di lotta nel modo in cui definivano gli equilibri di potere tra di loro”.
‒ Maurita Cardone
Bellissime, espressive, dolci ed aggressive allo stesso tempo le opere di questo grande artista.