Małgorzata Chodakowska ( 9 maggio 1965 (età 57 anni), Łódź, Polonia ) è una scultrice di origine polacca. Si è trasferita a Dresda, nella Germania sud-orientale nel 1991. Chodakowska e suo marito hanno abitato in campagna ai margini di Dresda dal 1995: ha ottenuto la cittadinanza tedesca dal 2018.
Łódź — dove nasce l’artista
Wroclaw ( Breslavia ), al fondo, la mostra al Palazzo Reale
Piccola Ballerina — FOTO : GreenMe
Abbondanza, 1965
foto sopra : PINTEREST
Sono molti gli scultori che anche in questo secolo si sono cimentati nella costruzione di monumenti non fini a se stessi ma atti ad enfatizzare quella che è uno degli elementi base dell’esistenza: l’Acqua.
Dalla famosissima “Fontana Di Trevi” a Roma, alla più contemporanea fontana di Folon a Firenze, alla maestosa, tecnologica fontana di Jaume Plensa o all’”Appennino” del Giambologna, le fontane sono state un polo d’attrazione che risaltano col loro fiotto, la scultura, qualunque essa sia.
Malgorzata Chodakowska è una scultrice polacca nata a Łódź.
Nel 1988 frequenta lo Studies of sculpting all’ Academy of Fine Arts di Vienna. Con alle spalle una carriera ventennale, nel 2015 inizia a dedicarsi esclusivamente allo studio della scultura in funzione di fontana e si inoltra nella materia cercando di sfruttare il getto d’acqua non solo come abbellimento del monumento ma come sua parte, che lo completi e che ne sia essenziale struttura portante.
Il materiale che usa solitamente è il bronzo.
Malgorzata Chodakowska – Angelo
Malgorzata Chodakowska è affascinata dal corpo umano, in particolare dalla figura femminile, la usa in pose studiate dove talvolta l’acqua sprizza in rivoli sottili o semplici gocce, altre volte invece il getto d’acqua è massiccio, sapientemente modulato in modo da assumere forme particolari che completano l’opera nelle sue parti essenziali.
Malgorzata Chodakowska – Primavera III
Scartata la magnificenza delle fontane rinascimentali, le sue sono opere più contenute dove la spiritualità acquista un suo valore imprescindibile. Immobili, in pose ascetiche o in equilibrio precario, i suoi soggetti sembrano donare non acqua ma liquido vitale, tanto è il risalto con il quale viene trattato anche il minimo zampillo.
Malgorzata Chodakowska – Sculture in Bronzo
TESTO E ALCUNE FOTO DA :
https://mcarte.altervista.org/malgorzata-chodakowska-fontane/
QUALCHE SCULTURA NON LEGATA ALL’ACQUA ::
DALLA MOSTRA A PALAZZO REALE DI BRESLAVIA
https://wroclaw.wyborcza.pl/wroclaw/51,35771,24701177.html#S.galeria-K.C-B.1-L.1.duzy
DREAM DANCE
TUTTE LE IMMAGINI DELLA MOSTRA SONO DI QUESTO LINK :
PALAZZO REALE DI BRESLAVIA — SEDE DEL MUSEO CIVICO
BRESLAVIA — Wrocław
Breslavia – Wrocław
è una città della Polonia di 640.000 abitanti ( dati, 2019 ), la quarta del paese per popolazione, capoluogo del voivodato della Bassa Slesia e capitale storica della Slesia.
Fece parte del Regno di Polonia durante la dinastia dei Piast. Nel XII secolo Breslavia era una delle tre principali città del Regno di Polonia, accanto a Cracovia e Sandomierz. La città fu parte del Regno di Prussia dal 1741 al 1918, in seguito della Repubblica di Weimar (dal 1919 al 1933) e, dal 1933, della Germania nazista, che la controllò fino al termine della seconda guerra mondiale, nel 1945.
Importante porto sul fiume Oder, sorge al centro di una ricca regione agricola.
https://it.wikipedia.org/wiki/Breslavia
IMMAGINI SOPRA SONO DI :
IMMAGINI DI LODZ
Łódź
è una città polacca di 679.941 abitanti ( dati, 2019 ), capoluogo dell’omonimo voivodato soppresso nel 1998 e situata al centro del paese.
È la terza città polacca per popolazione (l’attuale dato demografico è in calo rispetto a quello relativo al 1988, quando la città contava 854.300 abitanti).
sigillo della città nel 1577
Łódź in polacco significa “barca”, e per questa ragione lo scudo araldico della città rappresenta una barca. Il suo nome e il suo simbolo possono risultare strani, in quanto attualmente presso Łódź non vi sono corsi d’acqua che attraversino la città (per lo meno non allo scoperto), ma soltanto diversi fiumicelli e torrenti nell’area circostante. Ciononostante, nel passato, la zona dove ora sorge la città era una zona paludosa.
Con la seconda spartizione della Polonia, nel 1793, Łódź divenne parte della provincia della Prussia meridionale, parte del regno di Prussia e assunse la grafia tedesca di Lodsch. Nel 1798 i prussiani nazionalizzarono la città che perse il suo status di città dei vescovi di Cuiavia. Nel 1806 Łódź fu annessa al ducato di Varsavia, creato da Napoleone, e nel 1810 aveva circa 190 abitanti. Dopo il Congresso di Vienna (1815), divenne parte del Regno del Congresso, stato controllato dall’Impero Russo.
Nel trattato del 1815 si progettava il rilancio della città e con un decreto dello zar del 1816 immigrati tedeschi furono invitati a stabilirsi nella zona. Nel 1820 Stanisław Staszic, religioso, filosofo, geologo, scrittore e statista collaborò al progetto di far diventare la cittadina un moderno centro industriale. Gli immigrati giunsero nella “terra promessa” (Ziemia obiecana, La terra promessa è il romanzo del nobel Władysław Reymont che parla proprio di questa epoca della città di Łódź – per certi versi problematica) da tutta Europa e in particolare da Germania meridionale, Slesia e Boemia ma anche da nazioni molto lontane come Portogallo, Inghilterra, Francia e Irlanda. Il primo stabilimento tessile aprì nel 1825 e 14 anni dopo iniziò l’attività la prima fabbrica con macchine a vapore di Polonia e Impero russo. Nel 1839, più del 78% della popolazione del borgo era tedesca,[1] e vi erano scuole e chiese tedesche.
Il costante flusso di operai, uomini d’affari e artigiani da tutta Europa trasformarono Łódź nel principale centro di produzione tessile del potente Impero russo, all’epoca esteso dall’Europa centrale fino all’Alaska. I tre gruppi etnici dominanti per popolazione e per contributo allo sviluppo della città erano i polacchi, gli ebrei e i tedeschi, che avevano iniziato ad arrivare dal 1848. Molti degli artigiani di Łódź erano tessitori della alta e bassa Slesia.
La storia della città è descritta magnificamente nel bel libro di Israel Joshua Singer: I fratelli Ashkenazi.
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Łódź divenne anche uno dei principali centri del movimento socialista. Nel 1892 un grande sciopero paralizzò la maggior parte degli stabilimenti produttivi. Durante la Rivoluzione russa del 1905, in quella poi nota come Insurrezione di Łódź, la polizia zarista uccise centinaia di operai.
Nonostante la crisi incombente che predette la prima guerra mondiale la città crebbe costantemente fino al 1914. In quell’anno era divenuta una delle città con la maggiore densità abitativa (13 280 abitanti per chilometro quadrato) nonché una delle più inquinate città industriali del mondo. Presso la città fu combattuta una battaglia alla fine del 1914 e ne risultò che essa fu occupata dalla Germania ma alla fine della guerra, con la rinascita dello stato polacco indipendente, la popolazione locale liberò la città e disarmò le truppe tedesche. Alla fine della prima guerra mondiale Łódź aveva perso circa il 40% dei suoi abitanti a causa di arruolamenti, malattie, inquinamento, e per la espulsione di massa dei tedeschi.
Nel 1922, dopo l’istituzione della seconda repubblica di Polonia, Łódź divenne capoluogo del voivodato omonimo ma il periodo di enorme crescita terminò. La grande depressione degli anni trenta e la guerra doganale con la Germania preclusero i mercati occidentali ai prodotti tessili polacchi, mentre la rivoluzione bolscevica del 1917 e la guerra civile in Russia (1918–1922) avevano posto fine ai commerci con l’Est. La città visse varie proteste operaie e disordini nel periodo tra le due guerre.
Quando le forze tedesche occuparono Łódź nel settembre 1939, la città contava 672 000 abitanti dei quali circa un terzo (223 000) erano ebrei. Łódź venne direttamente annessa al Reichsgau Wartheland entrando così a far parte della Grande Germania e la città venne rinominata Litzmannstadt. Come parte del Terzo Reich la città venne sottoposta al processo di “arianizzazione”: ogni traccia della presenza ebraica sarebbe dovuta essere distrutta, la popolazione di origine ebraica espulsa verso il Governatorato Generale mentre quella polacca drasticamente ridotta e trasformata in manodopera schiava al servizio dell’industria tedesca. I progetti per una rapida germanizzazione della città si rivelarono però ben presto impraticabili, per i problemi pratici e logistici che la rilocazione di un numero così ampio di persone avrebbe comportato.
Si procedette così alla creazione di un ghetto nel quale tutti gli ebrei della città e dei dintorni (assieme anche a 20.000 ebrei provenienti da altre città tedesche) furono costretti a risiedere. Con i suoi 200.000 abitanti, il ghetto di Łódź è stato il secondo in grandezza, dopo quello di Varsavia, tra i ghetti nazisti creati in Polonia. Situato nel centro della città, il ghetto divenne un importante centro industriale a basso costo di manodopera per la Germania nazista ed in special modo per l’esercito tedesco. La popolazione del ghetto fu progressivamente decimata dalla fame e dalle malattie (45.000 vittime), e dalle deportazioni nel campo di sterminio di Chełmno (78.000 vittime). Nonostante questo, a causa dell’elevata produttività il ghetto riuscì a sopravvivere fino all’agosto 1944 quando l’intera popolazione rimasta (72.000 persone) venne deportata ad Auschwitz. Fu l’ultimo ghetto polacco ad essere liquidato. Quando l’Armata Rossa giunse a Łódź il 19 gennaio 1945, vi trovò vivi soltanto 877 ebrei, tra cui 12 bambini. Si stima che dei 223.000 ebrei che vivevano a Łódź prima della seconda guerra mondiale soltanto 10.000-15.000 sopravvissero all’Olocausto, perché fuggiti prima dell’arrivo delle truppe tedesche o sopravvissuti ai campi di sterminio.
Nell’area del ghetto di Łódź vi erano anche – meno conosciute – due sezioni speciali: una nella quale furono detenuti circa 5.000 rom (tutti uccisi a Chełmno nel gennaio 1942), e una (il cosiddetto Kinder-KZ Litzmannstadt) che (assieme ad un sottocampo situato nella campagna a Dzierżązna, a 15 km di distanza) ospitò circa 1.600 bambini polacchi non ebrei (ne morirono a Łódź almeno 136.
Alla fine della seconda guerra mondiale Łódź aveva meno di 300 000 abitanti; la popolazione venne però incrementata dai rifugiati provenienti da Varsavia e dai polacchi espulsi dai territori orientali annessi all’Unione Sovietica. Fino al 1948 la città funse da capitale de facto della Polonia, essendo stata Varsavia quasi completamente distrutta dopo la Rivolta del 1944 e buona parte degli apparati governativi e amministrativi nazionali avevano sede a Łódź; fu anche ipotizzato di rendere permanentemente Łódź capitale dello stato ma il progetto non aveva l’appoggio della popolazione e nel 1948 iniziò la ricostruzione di Varsavia, che diverrà poi la capitale ufficiale. Sotto il regime comunista molte delle ricche famiglie degli industriali persero le loro ricchezze quando le autorità nazionalizzarono le imprese private ma la città rimase un polo industriale. A metà del 1981 Łódź divenne famosa per un’enorme manifestazione di protesta di 50 000 persone, perlopiù madri con i figli, per la carenza di alimentari.
Dopo la caduta del regime, negli anni Novanta, la maggior parte delle aziende fu di nuovo privatizzata, nonostante ciò la città ha vissuto nel primo decennio dopo il 1989 un declino economico, con alta disoccupazione ed edilizia in degrado.
continua:
https://it.wikipedia.org/wiki/%C5%81%C3%B3d%C5%BA