L’export della democrazia ——————-mario bardelli

 

L’incontro del Dottor Livingston e Mr Stanley in Africa

Credo di aver sentito per la prima volta l’espressione “ esportare la democrazia” durante la seconda guerra irachena. Veramente la priorità era la distruzione delle armi chimiche di Saddam Hussein. Ma  fu presto fatto, anche perché non c’erano.

Allora a qualcuno venne l’idea di esportare la nostra democrazia nella plurimillenaria terra mesopotamica. Si doveva ricostruire fisicamente l’ Iraq, e già erano pronte le maggiori aziende, quasi tutte americane, per la bisogna. Si è pensato di completare l’opera con la ricostruzione morale, dotando gli iracheni di una bella democrazia da far invidia al parlamento inglese.

La stessa cosa  era successa precedentemente quando abbiamo invaso l ‘ Afghanistan. Si dovevano colpire i santuari del terrorismo islamico, ma poi ci siamo detto “ già che siamo qui perché non importare un po’ della nostra democrazia ? Tanto non abbiamo fretta. Al limite potremo metterci dieci, venti  anni al massimo, ma ci riusciremo.

E la guerra in Vietnam ? Rubricata come uno dei tanti episodi caldi della guerra fredda, può essere considerata invece come un esempio di esportazione della democrazia in Indocina, a completamento dell’opera meritoria iniziata dai francesi.

E come considerare il colonialismo? Questo proiettarsi dell’Europa su tutto il globo terracqueo “per mari mai prima navigati”, come dice il poeta nazionale portoghese ? Come definirlo se non come una gigantesca operazione di export, non della liberal democrazia che nel ‘500 non c’era, ma delle nostre istituzioni, delle nostre leggi, dei nostri valori, non ultimi quelli cristiani.

I risultati sono tutt’ora sotto gli occhi di tutti.

In questo campo specifico, noi italiani siamo arrivati buon’ultimi. Abbiamo generosamente offerto alla povera faccetta nera di diventar romana. Se lo fosse diventata davvero certamente ci avrebbe detto : “ Ma li mortacci tua ! Restassero a casa loro che è mejo ! “

M.B.

P.S.  Ma noi diamo le armi agli ucraini perché possano difendersi dall’aggressione o per esportare la democrazia in Russia, via Ucraina ?

P.P.S. Qualsiasi sia l’opinione che si ha del loro attuale governo, bisogna dire che gli afgani sono gente tosta. Sconfiggere successivamente le due superpotenze della guerra fredda non è cosa da poco. Per non parlare delle innumerevoli “Guerre Afgane” combattute, e perse, da Sua Maestà britannica, la super potenza coloniale del diciannovesimo secolo. Innumerevoli è la  parola giusta. Il povero dottor Watson non riusciva mai a ricordarsi se era la seconda o la terza quella in cui era stato ferito (era la seconda).

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