BERTOLD BRECHT, L’ABICI’ DELLA GUERRA, EINAUDI, 1972 + Alcune poesie di Brecht sulla guerra e sulla pace

 

 

 

L' abicí della guerra - Bertolt Brecht - copertina

engramma - la tradizione classica nella memoria occidentale n.188

Bertold Brecht a New York

 

 

«L’immagine della guerra, per noi che abitiamo l’epoca della televisione, è una poltiglia veloce e luminosa. Per scovare, in questo continuum sminuzzato e frammisto ad altri milioni di luci, un’epica, cioè un racconto, noi dobbiamo ricorrere ogni giorno alla morale. Trovando dentro di noi, quasi fossero antidoti o addirittura trucchi, dei “valori” in grado di ricondurre al dolore, al lutto, alla violenza ciò che il video compita, minuto dopo minuto, come puro spettacolo. Alle radici di ciò che la critica dandy chiama “buonismo” c’è anche lo sforzo, così inane da sembrare vizioso, di restituire un capo e una coda all’indistinto, all’interrotto, al non pensato, in una parola sola al subíto.

Riumanizzare il disumanizzato è la fatica quotidiana del nostro sguardo, perché il terribile, lo spaventoso, il cruento sono ormai norma di consumo, scaffale mediologico, abitudine del metabolismo visivo. È di morte che si sta parlando: ma il difficile non è neanche (più) capire di che cosa si sta parlando, quanto capire che si sta (ancora) parlando di qualcosa».

Michele Serra

Bertold Brecht   ( Augusta, 10 febbraio 1898 – Berlino Est, 14 agosto 1956 ) è stato un drammaturgo, poeta, regista teatrale e saggista tedesco.

https://it.wikipedia.org/wiki/Bertolt_Brecht

 

 

 

 

 

Una tavola di Una tavola di “Kriegsfibel” (“L’Abicì della guerra”) nella versione originale, 1955, di Bertolt Brecht

 

E molti di noi affondarono nei pressi
delle coste, dopo lunga notte, alla prima aurora.
Verrebbero, dicevano, se solo sapessero.
Che sapevamo, noi non lo sapevamo.

n. 48 – Einaudi, 2015

traduzione di Roberto Fertonani

 

 

 

 

ALCUNE POESIE DI BRECHT SULLA GUERRA E SULLA PACE

 

 

 

PER CHI STA IN ALTO

 

Per chi sta in alto

parlare di mangiare e’ cosa bassa.

Si capisce: hanno gia’

mangiato, loro.

Chi sta in basso deve andarsene dal mondo

senza aver mangiato

un po’ di carne buona.

Per pensare di dove venga e dove

vada, chi e’ in basso,

nelle belle serate,

troppo e’ sfinito.

I monti e il mare grande

non li hanno ancora visti

che il loro tempo gia’ e’ passato.

Se chi e’ in basso non pensa

alla bassezza, mai

potra’ venire in alto.

 

 

 

 

QUELLI CHE PORTANO VIA LA CARNE DALLE TAVOLE

 

 

Quelli che portano via la carne dalle tavole

insegnano ad accontentarsi.

Coloro ai quali il dono e’ destinato

esigono spirito di sacrificio.

I ben pasciuti parlano agli affamati

dei grandi tempi che verranno.

Quelli che portano all’abisso la nazione

affermano che governare e’ troppo difficile

per l’uomo qualsiasi.

 

QUANDO CHI STA IN ALTO PARLA DI PACE

 

 

Quando chi sta in alto parla di pace

la gente comune sa

che ci sara’ la guerra.

Quando chi sta in alto maledice la guerra

le cartoline precetto sono gia’ compilate.

 

 

 

 

 

CHI STA IN ALTO DICE

 

 

Chi sta in alto dice:

si va alla gloria.

Chi sta in basso dice:

si va alla fossa.

 

 

 

 

 

LA GUERRA CHE VERRA’

 

 

La guerra che verra’

non e’ la prima. Prima

ci sono state altre guerre.

Alla fine dell’ultima

c’erano vincitori e vinti.

Fra i vinti la povera gente

faceva la fame. Fra i vincitori

faceva la fame la povera gente egualmente.

 

 

 

 

 

 

MIO FRATELLO AVIATORE

 

 

Avevo un fratello aviatore.

Un giorno, la cartolina.

Fece i bagagli, e via,

lungo la rotta del sud.

Mio fratello e’ un conquistatore.

Il popolo nostro ha bisogno

di spazio. E prendersi terre su terre,

da noi, e’ un vecchio sogno.

E lo spazio che s’e’ conquistato

sta sui monti del Guadarrama.

E’ di lunghezza un metro e ottanta,

uno e cinquanta di profondita’.

 

 

 

 

 

POESIE DI BRECHT PRESE DALLA

BOTTEGA DEL BARBIERI.ORG

https://www.labottegadelbarbieri.org/

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1 risposta a BERTOLD BRECHT, L’ABICI’ DELLA GUERRA, EINAUDI, 1972 + Alcune poesie di Brecht sulla guerra e sulla pace

  1. ueue scrive:

    Bello e purtroppo attualissimo il significato di queste poesie.

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