REPUBBLICA.IT / ESTERI – 7 DICEMBRE 2021
https://www.repubblica.it/esteri/2021/12/07/news/nave_italiana_libia-329232874/
Nave italiana in Libia per consegnare l’unità anti-scafisti
di Gianluca Di Feo
La San Giorgio in missione segreta per portare la nuova centrale per il soccorso marino
È stata condotta come un’operazione segreta, evitando annunci prima che venisse completata. Ma una foto diffusa su Twitter da un’analista ha fatto cadere il velo di riservatezza: l’immagine di una grande nave militare italiana in un porto libico. Secondo quanto ha ricostruito Repubblica si tratta della “San Giorgio”, approdata a Tripoli per una missione molto speciale.
La portaelicotteri infatti ha consegnato al governo libico una centrale mobile per il coordinamento del soccorso marittimo, chiamata con l’acronimo inglese Mrcc (Maritime Rescue Coordination Centre).
Una serie di container con terminali informatici ed equipaggiamenti radio d’ultima generazione che permetteranno di “incrementare la sicurezza della navigazione nel Mediterraneo e in particolare nel canale di Sicilia”.
E serviranno di conseguenza a potenziare gli interventi della Guardia costiera di Tripoli anche nelle attività contro l’immigrazione clandestina.
La centrale è stata finanziata dall’Unione europeaall’interno di un accordo gestito dal ministero dell’Interno italiano, che si occuperà pure dell’assistenza al personale libico.
Il costo si aggira sui 15 milioni di euro.
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La Commissione di Bruxelles considera la nuova centrale Mcrr il punto di partenza per una riforma degli interventi libici in mare. Spesso negli scorsi anni la struttura attiva a Tripoli, per l’arretratezza degli equipaggiamenti o per il comportamento del personale, non ha risposto alle chiamate d’aiuto provenienti dai barconi in difficoltà: un silenzio che si è trasformato in naufragi drammatici. Per questo, oltre alla fornitura di un sistema moderno e connesso a tutti i canali radio, è stata previsto l’addestramento degli ufficiali libici da parte del nostro ministero degli Interni. Anche in questo caso, si tratta di una mossa iniziale. Perché senza un’azione organica e di largo respiro resterà difficile tutelare i diritti dei migranti.
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