Grazie Sandro,
mi fa piacere il tuo apprezzamento, anche perché sei un intenditore. Sì, mi piacerebbe raccoglierli, ma dovrei dividerli e avrei bisogno di un aiuto. Ci vuole sempre un occhio esterno. Vedremo. Grazie per la spinta.
Questa volta è un racconto lungo, ho cercato di stringerlo il più possibile. La tematica mi piaceva molto, questo essere in un modo e anche nel modo opposto, quasi inconsapevolmente. Avevo chiamato il racconto “la misura e l’eccesso”, questo è il punto; la necessità di stringere se stessi in una misura contenitiva e contemporaneamente il non riuscire a stare dentro i confini prefissati. Mi pare che questo accada a molti ed è consolante sapere che non si può dire in modo definitivo “io sono così” perché non c’è un “così”. Non siamo mai in un modo solo, lo sforzo di contenerci spesso non sortisce i risultati previsti, siamo anche molto imprevedibili.
Un caro abbraccio
Bello, sfaccettato e profondo questo racconto di MGP che scava nell’animo di una donna che deve giudicare, una delle attività più terribili per una persona rimasta umana.
Grazie Donatella del tuo commento,
sì, un’impresa difficilissima giudicare gli altri e anche giudicare se stessi per comportamenti imprevedibili se pur umani.
Un abbraccio
Stupendo. Cara MGP dovresti raccogliere tutti i tuoi racconti e pubblicarli in un bellissimo libro.
Lo comprerei subito…
Grazie Sandro,
mi fa piacere il tuo apprezzamento, anche perché sei un intenditore. Sì, mi piacerebbe raccoglierli, ma dovrei dividerli e avrei bisogno di un aiuto. Ci vuole sempre un occhio esterno. Vedremo. Grazie per la spinta.
Questa volta è un racconto lungo, ho cercato di stringerlo il più possibile. La tematica mi piaceva molto, questo essere in un modo e anche nel modo opposto, quasi inconsapevolmente. Avevo chiamato il racconto “la misura e l’eccesso”, questo è il punto; la necessità di stringere se stessi in una misura contenitiva e contemporaneamente il non riuscire a stare dentro i confini prefissati. Mi pare che questo accada a molti ed è consolante sapere che non si può dire in modo definitivo “io sono così” perché non c’è un “così”. Non siamo mai in un modo solo, lo sforzo di contenerci spesso non sortisce i risultati previsti, siamo anche molto imprevedibili.
Un caro abbraccio
Bello, sfaccettato e profondo questo racconto di MGP che scava nell’animo di una donna che deve giudicare, una delle attività più terribili per una persona rimasta umana.
Grazie Donatella del tuo commento,
sì, un’impresa difficilissima giudicare gli altri e anche giudicare se stessi per comportamenti imprevedibili se pur umani.
Un abbraccio
Che immaginazione!
Che avvedimento(insight).!
Sono d’accordo con Sandro,devi pubblicarli in un libro.
Ne ho letto tanti meno belli.
A presto,
Juliana xx
Grazie, grazie del tuo incoraggiamento e giudizio.
Un caro carissimo abbraccio MGP