SALVATORE CANNAVÒ, A sinistra serve un partito, oltre la socialdemocrazia, FQ EXTRA IL FATTO QUOTIDIANO DEL 13 NOVEMBRE 2021 + presentazione del FORUM DISEGUAGLIANZE DIVERSITA’

 

  • FQEXTRA

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 13 NOVEMBRE 2021 

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A sinistra serve un partito, oltre la socialdemocrazia

 

 

DI SALVATORE CANNAVÒ

Fabrizio Barca è coscienza critica della sinistra italiana che si è fatta costruttrice. E questo si riversa, nella conversazione con Fulvio Lorefice, in un volume “politico” per nulla superficiale, anzi ben articolato tra riflessione teorica e “messa a terra”. “Serve un partito” è il messaggio del libro, che così allestisce gli attrezzi per cimentarsi con il compito. Si valorizza a pieno la produzione del Forum Diseguaglianze e Diversità, ormai molto più di un centro studi, a partire dal tema centrale della diseguaglianza, sociale, culturale, tecnologica, di opportunità, che è “frutto di scelte politiche e culturali”. L’ispirazione è data da Amartya Sen, in controluce si legge John Rawls.

 

Per la sinistra attuale sarebbe una boccata d’ossigeno, anche perché la socialdemocrazia, spiega Barca, ha ben meritato nell’affermazione del welfare, ma non ha saputo trasferire sapere e potere ai più vulnerabili. Altro contributo interessante del volume è il recupero di Angela Davis e della cultura dell’intersezionalità, che individua in “genere, razza e classe” le subalternità che dovrebbero riconoscersi l’una nell’altra e formare quello che Gramsci avrebbe definito “blocco storico”. Barca aggiunge una quarta contraddizione, l’ecosistema, urgenza non rinviabile dell’umanità.

La strada è “la ricostruzione di un soggetto politico” che recuperi l’intermediazione tra le persone e vada oltre la stagione gloriosa della socialdemocrazia”. A patto che ci si liberi dalla tecnocrazia.

 

Barca, cresciuto in Banca d’Italia, sa di cosa parla e ne parla molto. Tra i tecnici del passato, “dei giganti”, cita Vincenzo Visco, Tommaso Padoa-Schioppa, Carlo Azeglio Ciampi. Non Mario Draghi.

E soprattutto ricorda che i tecnici sono spinti, “e sempre più sono felici di essere spinti e spingono a loro volta, a sostituirsi alla politica nelle decisioni”. Gli esempi, attuali, non mancano.

 

 

Diseguaglianza, conflitto, sviluppo

Fabrizio Barca, con Fulvio Lorefice

Pagine: 200

Prezzo: 15

Editore: Donzelli

In libreria dal 24 ottobre

 

Disuguaglianze, conflitto, sviluppo. La pandemia, la sinistra e il partito che non c'è. Un dialogo con Fulvio Lorefice - Fabrizio Barca - copertina

 

Tempi duri, per la sinistra italiana. I suoi rappresentanti, i suoi esponenti più significativi, i suoi gruppi dirigenti, messi a dura prova da una lunga crisi dell’economia che ha accresciuto le disuguaglianze, e da una parallela crisi della politica che ha visto svilirsi il ruolo dei partiti e crescere sempre più il divario tra governanti e governati, sono a corto di un pensiero strategico: sembrano avere smarrito il nesso tra lo studio della realtà e la sua trasformazione. Da troppo tempo manca una visione, che sappia precedere e accompagnare l’azione politica. In questo libro, incalzato dagli interrogativi che gli pone Fulvio Lorefice, Fabrizio Barca prova ad affrontare di petto il problema di una strategia d’insieme di cui si dovrebbe dotare il soggetto politico che volesse essere artefice di una trasformazione all’altezza delle sfide del presente. Tre sono i nodi principali che vengono presi in esame, alla luce della crisi determinata da Covid-19: le disuguaglianze, il conflitto e lo sviluppo.

 

 

 

 

Fabrizio Barca ( Torino, 8 marzo 1954 ), statistico ed economista, è stato dirigente di ricerca in Banca d’Italia e di politica pubblica nel ministero dell’Economia e delle Finanze, presidente del Comitato Ocse Politiche territoriali e ministro per la Coesione territoriale nel governo Monti.

È autore di numerosi saggi e volumi, tra i quali si ricordano:

La traversata. Una nuova idea di partito e di governo (Feltrinelli 2013),

Il triangolo rotto. Partiti, società e Stato (con P. Ignazi, Laterza 2013),

Un futuro più giusto. Rabbia, conflitto e giustizia sociale(con Patrizia Luongo, Il Mulino 2020),

Quel mondo diverso. Da immaginare, per cui battersi, che si può realizzare (con Enrico Giovannini, Laterza 2020) e

Abbattere i muri. Principi di giustizia sociale (Castelvecchi 2021).

È membro della Fondazione Basso. Coordina il Forum Disuguaglianze e Diversità.

 

 

 

Appena arrivato in libreria, pubblicato da Donzelli, l’ultimo libro di Fabrizio Barca, in dialogo con Fulvio Lorefice, “Disuguaglianze Conflitto Sviluppo. La pandemia, la sinistra e il partito che non c’è”, parte dal lavoro e dalle proposte del ForumDD per sviluppare una riflessione sulle condizioni politiche per realizzarle costruendo un soggetto politico che guidi un cambiamento radicale e scongiuri il ritorno alla “normalità” di prima della pandemia

 

«La politica è stata sospinta a trasferire e nascondere le decisioni nella “tecnica”. Lo ha fatto come se si potesse ignorare che dietro ogni decisione c’è sempre anche un giudizio di valore. Possiamo renderlo esplicito, questo giudizio, facendone il cuore del processo democratico, elettivo e deliberativo. Oppure possiamo nasconderlo, raccontando che non ci sono alternative. Qui sta l’origine della sfiducia diffusa. Qui il cambiamento radicale da compiere, attraverso pubblico dibattito, conflitto, alleanze, compromessi. Questi sono i passi del cambiamento, della svolta radicale di cui c’è bisogno».

 

Questo è un passo di “Disuguaglianze Conflitto Sviluppo. La pandemia, la sinistra e il partito che non c’è”, il nuovo libro, pubblicato da Donzelli, di Fabrizio Barca, in dialogo con Fulvio Lorefice. Un lavoro costruito a partire dalle proposte e dalle riflessioni del ForumDD e dall’assunto che le disuguaglianze non sono inevitabili, bensì che sono frutto di scelte politiche e che quindi scelte politiche diverse avrebbero la capacità di ridurle.

 

L’esperienza del ForumDD”, scrive Barca “si misura con la costruzione di una strategia su «come si dovrebbe cambiare il mondo» e dunque sia con la diagnosi dell’oggi che con una visione per il domani. E lo fa proprio partendo dai principi costituzionali e fra essi dal più moderno e di rottura, l’articolo 3 che anticipa il concetto di «libertà sostanziale»”.

 

 

Il libro è formulato sotto forma di risposte secche a domande complesse e sfidanti:

 

  1. Disuguaglianze intenzionali e limiti della socialdemocrazia;
    2. La lunga stagione neoliberista. Il cambiamento di senso delle parole chiave;
    3. Classe, genere, ambiente e razza. Crisi della rappresentanza. Tecnica al posto della politica;
    4. Debolezza della funzione nazionale della borghesia industriale italiana;
    5. Pubblico e privato, piccola e grande impresa: la specificità italiana;
    6. Pandemia, bistecche e vaccini ed effetti perversi del neoliberismo;
    7. pandemia e antiscientismo. Sfiducia negli «esperti»: perché?;
    8. Reazione alla pandemia: dietro il modello Biden;
    9. La società disintermediata di fronte alla pandemia;
    10. uno strano animale, nel vuoto della politica: il ForumDD;
    11. Confronto, conflitto, alleanze, compromessi;
    12. La sinistra italiana e il partito che non c’è;
    13. Tre scenari;
    14. Limiti del piano nazionale di ripresa e resilienza. Come superarli;
    15. unione europea. Le ragioni. Come starci;
    16. Unione europea e dimensione sociale delle politiche ambientali;
    17. Ue, centralismo, decentramento. Sperimentalismo democratico;
    18. Discrezionalità e automatismo nell’azione pubblica;
    19. Inadeguatezza delle classi dirigenti: che fare?;
    20. Civil servants. Ancora su «tecnici» e «politici», attraverso l’esperienza personale;
    21. Sinistra in Europa e in Italia: tentativi;
    22. Il papa radicale: formazione della ricchezza, dialogo sociale, «prossimo»;
    23. Classe, genere, ambiente e razza. un progetto politico emancipativo e la sinistra;
    24. La lezione dell’Afghanistan: per un nuovo internazionalismo?

 

“Da troppo tempo manca una visione, che sappia precedere e accompagnare l’azione politica”, si legge nella scheda del libro. “Vengono così discussi i nodi essenziali di questa complessa fase storica: lo Stato, l’economia e le classi dirigenti; e poi il ruolo, l’ideologia e le corrispondenti forme della coscienza sociale di alcuni protagonisti”.

 

Ma da cosa dipende l’effettiva realizzazione di un futuro di giustizia sociale e ambientale che scongiuri il ritorno alla “normalità” di prima della pandemia?

 

La strada è la ricostruzione di un soggetto politico che prenda la guida di un cambiamento radicale, re-intermediando le persone”, si legge nell’ultimo paragrafo della scheda. “E che, andando oltre la stagione gloriosa consumatasi sulle spalle della socialdemocrazia, e innestando nuovo pensiero nel meglio del pensiero del Novecento, trovi l’intersezione delle quattro tensioni primarie del vivere umano: di classe, di genere, ambientale e di razza. Costruendo un blocco sociale moderno e piegando la trasformazione digitale al servizio di questo blocco”.

 

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1 risposta a SALVATORE CANNAVÒ, A sinistra serve un partito, oltre la socialdemocrazia, FQ EXTRA IL FATTO QUOTIDIANO DEL 13 NOVEMBRE 2021 + presentazione del FORUM DISEGUAGLIANZE DIVERSITA’

  1. ueue scrive:

    Sì, c’è bisogno di una sinistra che non sia assoggettata al pensiero dominante.

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