Haut-Languedoc – Hérault, le Languedoc © Henri COMTE
Parc naturel régional du Haut Languedoc – Hérault, le Languedoc © Henri COMTE
Roquebrun – Hérault, le Languedoc © Photothèque Hérault Tourisme – E. Brendle
Roquebrun – Hérault, le Languedoc © Photothèque Hérault Tourisme – E. Brendle
immagini da:
MAPPA PIXERS.IT
Massiccio Centrale
Vue depuis le Puy de Sancy vers le Pas de l’âne.
Marie-Lan Nguyen – Own work
Puy de Sancy (1,886 m, 6,188 ft)– Lave solidifiée du sommet du Puy de Sancy
MRW
da : https://en.wikipedia.org/wiki/Massif_Central
mappa:
http://www.vinsvignesvignerons.com/Geologie/Geologie-de-la-France/Le-Massif-Central
LE MASSIF CENTRALE
DA :
LE CITTA’ DELLA LANGUEDOC
Parco Naturale Regionale dell’Alta Linguadoca
DA : FRANCE-VOYAGE — link al fondo
Situato all’estremità meridionale del Massiccio Centrale, a cavallo dei dipartimenti del Tarn e dell’Hérault, il Parco Naturale Regionale dell’Alta Linguadoca, il Parco presenta una varietà di paesaggi e grande biodiversità.
Sul versante del Tarn, scoprite il massiccio del Sidobre, l’altopiano dei laghi e la Montagne Noire con i suoi verdi boschi di querce, faggi e abeti. Nell’Hérault, troverete molti vigneti, valli come quelle dell’Orb e del Mare, massicci come quelli di Caroux e Espinouse, gole e graziosi villaggi come Roquebrun. È nel cuore di questa natura generosa che vivono aquile, mufloni, lontre, pipistrelli e molte altre specie animali.
cartina da :
https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Languedoc-Roussillon-Midi-Pyr%C3%A9n%C3%A9es_et_provinces.svg
Il nostro tour comincia nel Parco regionale dell’alta Linguadoca, una meraviglia naturalistica abbarbicata ai contrafforti meridionali del Massiccio Centrale, 260 mila ettari compresi fra i dipartimenti del Tarn e dell’Hérault.
AQUILA DI BONELLI
MARMOTTE
LONTRE
MUFLONE
MUFLONE CUCCIOLO
MUFLONE PICCOLO
FOTO DA OLBIA, SARDEGNA
AGLIO D’ORO
PARCO DI ORCHIDEE
ORCHIDEE SPONTANEE
Gole, montagne, fiumi, vallate popolate da una fauna tipica (aquila di Bonelli, lontre, mufloni) e una flora rigogliosa, con specie salvaguardate fra cui le orchidee e la drosera. Sì perché il clima, qui, è ancora molto gradevole, come rivela il soprannome che si è guadagnato uno dei villaggi più interessanti di questa zona:
ROQUEBRUN – HERAULT
MIMOSA ROQUEBRUN
ROQUEBRUN
ROQUEBRUN- CASTELLO
Roquebrun, ribattezzata le petit Nice (cioè la piccola Nizza) dell’Hérault. Qui crescono e fioriscono la mimosa (e a febbraio c’è una Festa in suo onore), i limoni, le agavi, gli aranci e altre essenze, che possono essere ammirate nel Giardino Mediterraneo, allestito ai piedi dell’antica torre del XII secolo, testimonianza dell’eresia degli Albigesi, meglio conosciuti come i Catari, stroncata nel sangue dalla Chiesa di Roma. Siamo nel cuore del centro storico di Roquebrun, che è una meraviglia di pietra da scoprire metro per metro. E in basso scorre il fiume Orb, di cui la cittadina costituisce una spettacolare quinta teatrale. Da vedere.
BÉZIERS, TRA CANALI E VIGNETI
Proseguendo in direzione sudest ci si imbatte in Béziers, una delle città più antiche di Francia, esclusa spesso dagli itinerari di viaggio. Ma non se ne comprende il motivo. Questa destinazione, a metà strada tra le alture del Parco della Linguadoca il mare, è infatti un gioiellino dell’architettura. L’ideale, qui, è perdersi tra i suoi vicoli ombrosi, su cui affacciano incantevoli palazzi settecenteschi, fino a raggiungere la maestosa Cattedrale di Saint Nazaire, fondata sul sito di un tempio romano, nei pressi della valle dell’Orb. Oppure si può passeggiare lungo il Canal du Midi, opera ingegneristica senza precedenti, dal ’96 nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Progettato da Pierre-Paul Riquet, il cittadino più illustre di Béziers, per collegare il fiume Garonna da Tolosa al Mediterraneo, lungo ben di 241 chilometri, il canale attraversa numerose località, visitabili con un’avventurosa escursione in bicicletta o una divertente gita in barca: info su leboat.it. Lungo il percorso si incontrano villaggi rinomati per la produzione vinicola, a partire da Montagnac, immersa nei suoi ricchi vigneti, senza dimenticare Trèbes, Homps, Ventenac, Paraza, Marseillette, Capestang. Fonséranes, invece, si fa notare per le sue 9 chiuse: più unica che rara.
ÉTANG DE THAU, IL MARE INTORNO
Se da Béziers si guarda al mare, seguendo proprio il Canal du Midi, si raggiunge una striscia costiera intervallata da lagune acquitrinose dove vivono fenicotteri, aironi, sterne e altre 250 specie di uccelli che qui hanno trovato il loro habitat ideale dove nidificare. È l’Étang de Thau, la più grande laguna della Linguadoca, famosa in patria per la coltivazione di ostriche e altre prelibatezze ittiche. Tra un pranzo a base di coquillage, il sushi francese, meravigliosa crudité a base di molluschi e crostacei, magari annaffiato con un bicchiere di Picpoul de Pinet, vino bianco della zona, e un’escursione in kayak alla scoperta del patrimonio naturale dell’area, vale la pena prenotare anche un ingresso alle Terme di Balaruc, la seconda stazione termale più grande di Francia. Ma la regina dell’Étang de Thau è un’altra e nella sua storia c’è un pezzo di Italia.
SÈTE, CAPITALE DELLA PESCA
Stiamo parlando di Séte, tappa finale del Canal du Midi, primo fra i porti di pesca francesi del Mediterraneo. La città vale la visita in sé: i suoi palazzi colorati, i pescherecci e i barchini all’ancora nel canale, i ponti, le vie d’acqua le hanno valso la fama non usurpata di Venezia della Linguadoca. Arrampicandosi sui 183 metri del Mont Saint-Clair (monte, in effetti, è una parola grossa) la vista sul centro abitato è superba. Ma Sète ha anche una storia da raccontare. Qui la comunità di origina italiana è numerosa e una buona fetta proviene da Cetara, con cui è gemellata. Lo splendido centro della Costiera Amalfitana è famoso nel mondo per la sua produzione principe: la colatura di alici. E i cetaresi di Sète, infatti, sono pescatori o figli di pescatori, arrivati qui seguendo i banchi di pesce azzurro del Mediterraneo: dall’Italia alla Francia, all’Algeria – dominio francese fino al dopoguerra – e ritorno. Una storia molto interessante, che sarebbe piaciuta a Nico Orengo, autore del bellissimo Il salto dell’acciuga (Einaudi). Un motivo in più per concedersi una giornata rilassante sull’acqua. Ma non è finita.
MAGUELONE, LA CATTEDRALE DELLE SABBIE
Pochi chilometri a est, sempre seguendo la linea di costa, appena a sud della Riserva naturale di Estagnol, c’è un luogo che sembra uscito da un libro di fiabe: è la Cattedrale di Maguelone, antica sede episcopale, costruita nell’XI secolo dall’arcivescovo Arnaud sui resti di una chiesa del VI secolo. Sorge maestosa fra l’Étang de Vic e l’Étang de l’Arnel, che domina. Ecco perché è stata ribattezzata la Cattedrale delle sabbie: la sua posizione, su un sottile lembo di terra che affaccia sul mare, è davvero spettacolare. Questo è il luogo ideale per chi è alla ricerca di relax: nascosta, circondata da pini e vigneti, lontana dal turismo di massa, la chiesa è un monumento al silenzio, alla pace, al raccoglimento.
TESTO DA :
Dal Parco della Linguadoca alle gole dell’Hérault, nella Francia più autentica
FRANCE-VOYAGE.COM